Capitolo 18 ~ Il fulmine mi guida (seconda parte)

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«No. Non voglio combattere proprio. Sembra, però, che io non possa fare altrimenti. Sai com'è, capita quando qualcuno decide che tu e solo tu abbia il potere di sconfiggere un dio della guerra. Da qualche parte devo pur iniziare e se non riesco a sconfiggere te, non ho speranze contro Mark.»

«Giusta osservazione. Quindi hai deciso?»

Inaspettatamente, Nynas si avvicinò ad Aliat, che le accarezzò il collo. Elil, di contro, arruffò il pelo.

«Ho forse scelta? Non voglio uno sterminio di massa.»

«Non accadrà. Mark non è stupido, se uccidesse tutti rimarrebbe solo. Lui vuole te. Tu non puoi sconfiggerlo, migliaia di anni contro sedici: bambina, non ce la farai. Non sapete neanche perché sta distruggendo i portali. Giusto per completezza, questo è già stato chiuso. Proposta: convincili ad arrendersi e ad entrare nel nuovo Ordine di Mark, verrete risparmiati, "anche quel Mike che tanto apprezza"» disse l'ultimo pezzo imitando i ragazzo.

«Allora non capite. Epurare l'umanità non porterà a nulla, nuovi Adamo ed Eva non serviranno. È già successo, no? Il cataclisma.»

L'uomo buttò a terra la cicca ormai consumata del tutto e si avvicinò alla ragazza, proprio davanti alla punta della lancia.

«Vero, ma nessuno prese il comando. Mark non può essere corrotto, il potere ce l'ha e può recuperare quello che vuole. Potrebbe funzionare.»

Miriam sorrise.

«Non ci credi nemmeno tu. Non è questo a spingerti.»

«Non ci credi nemmeno tu. Non è questo a spingerti»

Il silenzio di Aliat fu un'ammissione di colpa.

«Touche. Non me ne frega nulla. Io obbedisco. Sono stato cresciuto da Mark, lui vuole il mondo? E io glielo darò. Peccato che ora voglia te, e ti vuole consenziente. Questo complica le cose, visto che devo convincerti»

Miriam sentì la rabbia crescerle dentro, non sapeva neanche lei bene il perché.

«E quindi? Quali sono le tue intenzioni?»

«Che tu lo creda o no, sono qui per metterti in guardia. Mark non è onnisciente, tuttavia potrebbe essere capace di gesti di cui poi potrebbe pentirsi. Sinceramente non credo tu sia il tipo da poter

rimanere al fianco di una persona che ha deciso di distruggere il mondo, anche se la sua proposta è allettante. Rifletti sulle conseguenze delle tue decisioni»

Miriam era confusa. Cosa stava cercando di dirle?

«In ogni caso, piccola, temo sia arrivato il tempo di metterti alla prova. Quelli sono pronti a tutto,addestrati a combattere per il loro signore e padrone».

A un gesto di Aliat, la barriera cadde e la ragazza poté sentire i rumori della battaglia che infuriava.

***

Miriam vide una specie di proiettile fermarsi davanti a lei. Istintivamente, cercò di capire chi fosse, concentrando i suoi sforzi sul cecchino. Il ragazzo aveva capelli corti e curati, un viso marcato e impassibile, un fisico allenato. L'armatura nera che indossava riluceva nei suoi decori di una luce azzurra, quasi bianca. Notò anche alcune gemme, incastrate nei bracciali, simili a quelle che aveva nelle sue manette. Fame, ansia, rabbia... tutto ciò proveniva da quel ragazzo che aveva deciso di sorridere proprio in quel momento.

«Tu sei Miriam, la persona che dobbiamo mettere alla prova come meglio crediamo»

Quella frase la spaventò e Elil lo percepì. Emise uno stridio acuto che suonò, alle orecchie di Miriam, come un'invocazione e aprì il becco da cui partì una piccola sfera rossa che si ingrandiva man mano che si avvicinava all'obbiettivo. La sfera si spense prima di raggiungere la sua vittima.

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