Capitolo 6 ~ Nuova vita e nuovi amici (prima parte)

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Miriam non avrebbe ricordato molto di quel viaggio di ritorno. Appena fuori dalle mura Stein l'aveva messa sul grifone ed era salito subito dietro di lei che immediatamente si appoggiò al petto dell'uomo per cadere addormentata nel giro di pochi secondi. I suoi sogni furono strani e poco chiari: figure vagamente umanoidi vagavano attorno a lei mentre la ragazza giocava coi suoi fulmini finché non riconobbe le sue amiche, suo padre e, soprattutto, Mark. Arrivati alle rovine Stein cercò di farla scendere dalla groppa dell'animale senza disturbarla ma lei, disturbata dallo spostamento, aprì gli occhi.

«Buona sera.» disse l'uomo sorridendo alla ragazza che a mala pena si accorse fosse buio ormai.

«Che ore sono?»

«Le 20 più o meno, almeno credo.»

Miriam era stordita e dolorante e Stein l'aiutò a scendere sorreggendola quando, per un momento, le sue gambe cedettero. 

«Ce la fai?»

Miriam guardò l'omaccione dal basso verso l'alto, intensamente e, dopo qualche minuto, gli disse: «Ma quanto parla Soraya? Ricordo sì e no un terzo di quel che mi ha detto...»

«Soraya ha la parlantina di un prof: potrebbe tenere comizi su magia e fisica.»

«Fisica?»

«Sì, doveva iniziare l'Università quando Atlad ha deciso che lei non apparteneva alla Terra. È una delle poche invocatrici, non siete in molte.»

Mentre parlava,  Stein prese le varie borse e si diresse fuori dalla stalla. Le stelle in cielo brillavano come non mai e Miriam ebbe quasi paura di poter cadere in quel cielo sconfinato. Era la prima volta che vedeva un cielo così stellato e rimase per un po' a osservarle con il naso per aria.

«Cerchi di riconoscere le stelle?»

«Non le ho neanche mai viste le stelle...  In città se ne vedono poche e poi saranno diverse dalle nostre.»

«Decisamente.»

Nella testa di Miriam vorticava un'idea. Un'idea stupida ma che la fece sorridere.

«Qui siamo soli,  vero?»

«Che intendi?»

«Che a parte noi due, Eoin e Frey non c'è nessuno...»

«N-no... Perché?»

Miriam rise. Sentì l'elettricità nell'aria, i capelli sollevarsi leggermente a causa dell'energia elettrostatica. La sua magia reagiva ai suoi sentimenti, lo sentiva, glielo aveva detto anche Soraya.

Si voltò verso Stein sorridendo.

«Scusa  ma voglio farlo...  DEVO farlo. Tanto non rischio di fare male a nessuno, no?»

Cercò con lo sguardo un posto senza rovine, fece fatica a trovarlo per cui scelse un posto il più sgombro possibile . Tanto era agli inizi, quanti danni avrebbe potuto fare?

Superò l'uomo un modo da averlo alle spalle e aprì le braccia incrociandole immediatamente davanti al suo petto con le mani chiuse a pugno vicino al viso e con il mignolo e l'indice tesi verso l'alto.

Respirò a fondo e disse: «Giove, vieni in mio soccorso, scatena una tempesta e dammi tutta la forza prorompente del fulmine. Fulmine, azione!» e allargò le braccia all'improvviso, come per accogliere quel singolo fulmine che cadde dal cielo. Qualche piccolo lampo si stacco da quello principale colpendo qualche colonna che si illuminò per un attimo di blu come se avesse dei led attaccati ma si spense solo pochi attimi dopo.

Stein rimase spiazzato ma durò pochi secondi. Cercò di trattenersi ma scoppiò a ridere sguaiatamente poco dopo.

Miriam strinse il pugno, lo alzò in aria e abbassò il gomito di colpo, imitando i gesti di vittoria che aveva visto fare nei cartoni animati accompagnando il tutto con un Sì!.

AtladWhere stories live. Discover now