Capitolo 5 ~ Koliat (seconda parte)

23 1 0
                                    

Qualche minuto dopo attraversarono le mura. Le guardie che controllavano i visitatori li fecero scendere dal grifone, avvisandoli che, causa arrivo dei mercanti da nord, le vie straripavano di gente e, per sicurezza, a nessuno era concesso stare in sella ad nessun tipo di animale. Così scesero e varcarono il grande arco che li introdusse alla città. Nynas prese subito il volo ma né le guardie né Stein sembrarono preoccuparsene. Le guardie portavano un abito un po' troppo pesante per quel caldo, facilmente riconoscibile come una divisa. Al loro fianco era allacciata una sciabola mentre, appesa dietro la schiena, una balestra sembrava forse più minacciosa e letale della stessa lama.

La prima cosa che notò furono gli odori. Profumi di spezie ed erbe alternati a profumi di fiori la circondavano ovunque e le sembrava di sentire un odore diverso per ogni passo che faceva. Dopodiché i suoni e le urla. Sentiva i mercanti invogliare ad acquistare le loro merci, il vociare di clienti intenti a decidere cosa prendere. Infine la folla la spinse ad attaccarsi al braccio di Stein e a non staccarsi più.

«Troppa gente, vero?»

«Credo di aver visto qualcosa di simile solo durante i Gran Premi...»

«Tranquilla, più tardi sarà più vivibile, tanto noi stiamo fino al tramonto, poi potrai vedere quello che vuoi. Troveremo degli abiti adatti a te.»

«Dove andiamo ora?»

Miriam tirava la manica di Stein, cercando a tutti i costi di non perderlo tra la folla.

«Un visitatore, uno come te insomma, ha aperto una specie di bar in una piazzetta lontano dalle bancarelle. Lo usano alcuni esterni per i loro affari... Sai, se non sei un mago o uno stregone e vieni da fuori sei abbastanza un emarginato. Anche se non raggiunge i livelli di razzismo che ci sono da noi, non a Koliat almeno.»

«Sembrerebbe il paradiso... Non mi stupisce che le persone non se vogliano andare.»

«Alcuni arrivano per forza di volontà e... come dire... danno in cambio la capacità di usare la magia o almeno così dicono. Tu sei arrivata tramite un passaggio, è un po' diverso.»

«Quindi la magia si può perdere?»

«Sì, ma è raro. O hai fatto qualcosa di grave anche per gli spiriti o la dai in cambio di qualcosa... Ma ripeto, è molto raro, a meno che tu sia un esterno e in ogni caso si tratta sempre di teorie non ancora verificate.»

Imboccarono una strada in cui rimasero bloccati e schiacciati dalla folla. Stein spinse la ragazza dietro le bancarelle dove c'era abbastanza spazio per camminare tra le mura delle case e i teli.

«Perché la gente non intasa anche queste stradine?»

«Perché questo è uguale come da noi... La gente segue la massa e non si accorge di vie più semplici. Oppure vuole vedere le bancarelle...»

Camminarono un paio di minuti così, evitando la folla e scavalcando varie scatole e spazzatura fin quando il vociare, gli odori e la folla non divennero più intensi. Tornarono sulla strada principale dove la folla si era ormai diradata. Finalmente Miriam poteva vedere le case: piccoli parallelepipedi, uno attaccato all'altro non più alti di due piani. Su molte facciate erano state dipinte con colori accesi e motivi che andavano dal geometrico al floreale. Si guardava attorno cercando di vedere ogni casa mentre Stein proseguiva sicuro. La strada si allargò trasformandosi in una piazza circolare dove un gruppo di persone si era riunita seduta a dei tavolini. Degli ombrelli rudimentali facevano ombra ai clienti le cui voci riempivano la piazza. Stein si diresse verso uno di quei tavoli e diede un piccolo colpo a un ragazzo robusto seduto insieme ad alcuni compagni.

«Ehi Mike!»

«Stein! Sei in ritardo! Ti aspettavamo per prima!»

«E a che ora dovevo alzarmi? Di notte?»

AtladWhere stories live. Discover now