Capitolo 20 ~ L'oscurità che mi circonda (prima parte)

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Miriam cercò di non pensarci. Non doveva pensarci. Inutile.

La sua testa le riportava sempre il pensiero di dover fare qualcosa di orribile e non voleva accettare quel destino. Il suo mondo era sparito, le sue certezze erano crollate, il suo stesso essere era cambiato. In groppa ad Elil, Miriam si auto convinse di essere salda nelle sue decisioni, per quanto le fosse possibile. I suoi grifonieri, come li aveva soprannominati Stein, erano stati compagni di molte battaglie, ma questa aveva uno scopo diverso, che avrebbe dovuto raggiungere solo più avanti nel tempo: avrebbe dovuto uccidere Mark. Dentro di sé sperava di cambiarlo, ma la ragione la riportava alla realtà: lui era immortale, lei no. Quando sarebbe morta, chi lo avrebbe fermato?

Stein le si affiancò ed Elil ridusse la velocità. Parlarono attraverso i cristalli, il vento impediva loro di farlo normalmente.

«Paura?» le chiese.

«Troppa. Troppe domande. Troppi dubbi. Troppo tutto.»

«Vorrei poterti dire che andrà tutto bene.»

«Lo so da sola che non andrà bene.»

La voce di Miriam era un sussurro. Stein non rispose, per paura di dire la cosa sbagliata. La ragazza guardò dietro di sé e vide la nuvola formata dai grifoni pronti alla battaglia. Erano stati armati, erano pronti a combattere, lo sentiva. Era lei a non esserlo. Aliat chiudeva il corteo per controllare che non venissero attaccati alle spalle. Arrivarono nei pressi di Koliat e non faticarono a trovare l'esercito di Mark, non lo stava di certo nascondendo.

«Perché sono fermi?» chiese Miriam cercando con gli occhi il ragazzo.

«Trappola. Ci stavano aspettando» rispose Stein.

Miriam sentì di fianco a sé l'aria muoversi e vide apparire Deimos e il suo cavaliere.

«Che facciamo?» chiese Aliat.

«Atterriamo davanti a loro. Cos'altro possiamo fare? — rispose Stein. — Miriam, resta in volo.

Terremo alcuni di voi ad attaccare dall'alto.»

La ragazza annuì. Avrebbe cercato Mark mentre controllava il combattimento.

«Io dirigo le truppe a terra, siamo in leggera minoranza, ma anche loro hanno grif-»

Stein si allontanò di colpo, lui e Miriam vennero divisi da una sfera nera vibrante. Aliat tornò invisibile e Miriam vide alcuni getti viola apparire nel cielo e cadere sull'esercito nemico.

«Merda! Le coppie! A terra! Con me!» urlò Stein, scendendo in picchiata seguito da coloro che cavalcavano un grifone in due. Miriam sentì l'eccitazione salire e la sua paura sparì.

«Grifonieri! Attaccheremo dall'alto!» gridò con quanto fiato avesse in corpo.

Questa non sarà facile... le disse Ba'al.

Lo ignorò. Elil la condusse sopra il manipolo di soldati. Si chiese in cosa potesse consistere la trappola e cercò Mark.

Dov'é?

Miriam scansò molti soldati che tentavano di ingaggiare battaglia con lei, non era quello il suo scopo. In battaglia lei si teneva libera per poter immobilizzare quanti più soldati nemici. Controllava il campo e, quando quattro o cinque soldati si radunavano, lei colpiva. Era abbastanza veloce e reattiva per farcela, ma stavolta era diverso. Mark aveva fatto studiare le loro tattiche: aveva ordinato di attaccare lei e venne subito accerchiata da tre soldati. La terra si alzò dal suolo al loro comando e si diresse verso la ragazza. Elil si alzò in volo evocando le sue fiamme per colpire uno degli avversari. Nel frattempo Miriam evocò la lancia e incanalò i fulmini verso il secondo. Elil usava raramente il suo potere, i suoi nemici vennero colti alla sprovvista, ma si ripresero in fretta e la inseguirono. Tentò inutilmente di toglierseli di dosso volando a zig zag, ma quelli riuscivano a starle dietro. Decise così di combattere, forse in modo subdolo. Sapeva che i tre incantatori usavano la terra, ma i loro grifoni erano un'incognita.

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