Capitolo 8 ~ Il baratro sotto di me

10 1 0
                                    

La ragazza non capì cosa significassero quelle parole e non sapeva cosa rispondere, sempre che fosse una richiesta e non una semplice informazione.

«Lo ha scelto mia madre, non è così strano come nome» disse quasi d'istinto.

«No. Del resto da dove vieni tu spesso le persone neanche sanno del significato del proprio nome» disse di nuovo il tizio con la voce graffiante.

Miriam si chiese se fosse il caso di fare l'arrogante: aveva paura di peggiorare la situazione ma il suo istinto chiamava a gran voce e l'unica cosa a fermarla era la presenza di Mark.

«Bene, sai perché sei qui? Sai cos'è l'ordine, cosa facciamo e perché? Stein ti ha detto qualcosa?»

Un altro uomo prese la parola, questo aveva la voce più ferma e giovane dell'altro.

«Ha importanza? Mi avete rapita, fatto bere chissà quale intruglio, fatto prendere un'insolazione e rapita di nuovo. Chi se ne fotte di quello che fate! Chi fa le cose con violenza non è mai dalla parte del giusto!»

Ecco, non aveva resistito e aveva alzato la voce, al diavolo la paura e benvenute ansia e ira.

L'uomo, a dispetto di quello che pensava Miriam, rise.

«Che caratterino. Cosa intendi per "giusto"? Il bene del mondo?»

«Quanto siete noiosi, per questo non sopporto la scuola. Perché non la fate finita e mi dite perché sono qui?»

«Arrogante e impulsiva. Hai bisogno di disciplina, invocatrice» disse una voce anziana.

«E vorreste darmela voi?» rispose cantilenando con strafottenza.

Mark ridacchiò ripensando a quante volte Miriam aveva sfoggiato quel caratteraccio verso chi non sopportava. Era un libro aperto che basava le sue simpatie sulla prima impressione, quasi sempre corretta. Se le piacevi, era disposta ad ascoltarti e sapeva essere molto dolce ma se la prendevi dal verso sbagliato, diventava talmente fastidiosa e irritante che le persone la evitavano senza curarsene. Principalmente era la ragione per cui aveva pochi amici. Qualche psicologo disse che potevano essere i sintomi del disturbo bipolare ma di norma l'analisi da quel punto di vista portava al nulla e si concentravano su altro. Mark adorava quel suo carattere e ringraziò il fatto che, almeno su quello, non avessero influito più di tanto.

«Potremmo ma ci sono mezzi più veloci e facili anche se con te rischieremmo di metterci un po' ma no, non è la disciplina che ci interessa» disse di nuovo il giovane.

«E quindi?»

«Quindi, speriamo che tu collabori di tua iniziativa. In ogni caso non abbiamo intenzione di perderci troppo tempo, sappilo.»

«Cos'è, una minaccia?»

«Ragazzina, non eri così prima. Che ti prende?»

Aliat era stupito. Aveva tenuto d'occhio quella ragazzina per un bel po' ma non aveva mai rivelato un carattere simile. Era convinto che si sarebbe spaventata, che avrebbe risposto a fatica o che magari avrebbe detto chissà quale frase buonista o addirittura avrebbe pianto.

«Lei è sempre stata così: dolce e gentile con chi le va a genio, cattiva e acida con chi non sopporta.»

Mark parlò annuendo, auto convincendosi che sarebbero scappati prima o poi e che forse prendere tempo avrebbe aiutato.

Uno degli uomini incappucciati fece un gesto con la mano come per scacciare qualcosa. Aliat costrinse la strega a voltarsi e la spintonò, costringendola a camminare di nuovo nel corridoio da cui erano venuti. Dietro di loro due degli incappucciati si alzarono e li seguirono fino a un'altra stanza che fece rabbrividire i due ragazzi. Nella stanza rettangolare, pervasa da un'inquietante luce rossastra, erano presenti due oggetti che fecero fare un passo indietro a Miriam che urtò Aliat. Il primo oggetto era una statua molto alta di una donna in armatura dai capelli lunghi e lisci e che reggeva tra le mani, aperte davanti a lei, un cristallo trasparente al cui interno vorticava una nuvola nera che sembrava aver vita propria. Il secondo, il principale oggetto della paura di Miriam, era un altare in pietra dai cui lati sporgevano delle cinghie, pronte ad accogliere gli arti delle vittime dell'Ordine.

AtladDove le storie prendono vita. Scoprilo ora