Capitolo 12 ~ Le carte si svelano (seconda parte)

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La mano di Stein era ferma, i suoi occhi puntati sulla bestia che ricambiava il suo sguardo senza il minimo timore. Il suo dito sul grilletto era immobile ma allo stesso tempo si poteva leggere indecisione nel gesto di non voler premere e la bestia lo capì.

«Hai paura» disse l'essere con voce graffiante ma infantile.

«Ho fatto una promessa: non uccido per vendetta» rispose l'uomo con voce ferma nonostante l'indecisione. Continuava ad analizzare la situazione ma non capiva cosa ci fosse di sbagliato in tutto ciò, cosa diavolo fosse quella sensazione di sbagliato che lo inseguiva fin da quando avevano lasciato il tempio dell'ordine.

«Uccidere ci accresce, assorbiamo le loro paure»

«So cosa fai. È un modo orribile per diventare forti, non ha senso»

La bestia ridacchiò. Quella cosa aveva ucciso la sua stessa madre per assorbirne i poteri, Stein non pretendeva che capisse cosa potesse provare qualcuno il cui unico desiderio era preservare il proprio mondo.

«La forza è l'unica vera essenza»

«Ti troveresti bene nell'Ordine»

L'ordine... era quello il problema?

«Tu non vedi ciò che è ovvio. Non vuoi. I tuoi occhi sono freddi e glaciali, sai cosa vuol dire uccidere e il piacere che se ne trae»

Stein sparò e lo mancò di proposito, sfiorandogli la nuca.

«Non osare paragonarmi a te!»

L'essere rise: «Tu sei come me. Tu...»

Stein sentì un rumore secco provenire da dietro di sé e,  quasi in contemporanea, vide un foro aprirsi sulla nuca del ragazzo che emise un debole verso prima di accasciarsi al suolo.

«Quel coso era pericoloso, non sarebbe stata vendetta ma opera caritatevole per lui e per la società. E tu lo sai. Stein, perché non hai premuto?»

Stein riconobbe la voce fredda e roca di Aliat e reagì d'istinto voltandosi verso di lui, tenendolo sotto tiro.

«Aliat! Cosa ci fai qui?»

L'uomo mise una mano in tasca, sollevò vicino alla bocca il pacchetto di sigarette, dal quale ne estrasse una. L'accese con calma e,  dopo aver espirato la prima volta, disse: «Tecnicamente aspetto ordini. Ho visto quel collare rosso scappare e poi ho visto te. Ho pensato che sarebbe stato interessante rompere un po' la noia»

Nynas si avvicinò a Stein,  pronta a ricevere l'ordine dal suo cavaliere che manteneva la sua attenzione solo su Aliat.

«Questo non risponde alla mia domanda»

«Sì che lo fa. Sono in pausa, finché non mi pagano per fare qualcosa io non faccio nulla. Mi pareva però avessi bisogno di una mano. Questa è opera della tua amichetta?» chiese il mercenario aprendo la mano con il palmo verso l'alto facendo rimbalzare qualche goccia di pioggia.

«Non lo so, può darsi»

«Senti, non sono in vena di attaccar battaglia perciò che ne dici di abbassare l'arma? Ci prendiamo un caffè e ci facciamo una chiacchierata come ai vecchi tempi, che ne dici?»

«Quei vecchi tempi che non ricordo?» rispose tagliente Stein.

«Ah già, giusto» Aliat si grattò la testa pensieroso. «Almeno spostiamoci da qui, la pioggia è fastidiosa»

«E perché dovremmo parlare?»

«Per la stessa ragione per cui non mi hai ancora sparato da quel giorno»

AtladWhere stories live. Discover now