Capitolo 12 ~ Le carte si svelano (quarta parte)

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Essendo vicina a Stein e Soraya iniziò da loro ma sentì solo un forte dolore. Spostandosi da Mike sentì paura e ansia, ma nessun sentimento egoistico o negativo. 

Mark... si avvicinò al ragazzo e i suoi pensieri vagarono. Perché l'aveva fatta sedere? L'aveva praticamente obbligata ma lei non se n'era accorta sul momento, l'aveva presa come galanteria, però era una cosa strana. Sentì freddo, rabbia, ira, risoluzione ma non erano sentimenti normali erano più forti e potenti. All'improvviso percepì che aveva preso una decisione ma non c'era cattiveria, non c'era quell'istintività che aveva percepito durante l'attacco a Eoin. I sentimenti del ragazzo erano profondi e forti, quasi come se esplodessero rispetto agli altri.

«Mark è strano...antico?» disse senza pensarci.

Immediatamente si trovò nel presente e vide Stein e Soraya uscire dallo studio, lei li seguì.

«Stein, per favore... è un ragazzo, non vuol dire nulla»

«Non lo voglio attaccare, magari Miriam si sbaglia sul suo potere, ma voglio essere sicuro»

Camminavano alla svelta verso il cortile, Miriam in silenzio era preoccupata cercava di percepire meglio quello che le succedeva attorno ma non era in grado di controllare appieno quel suo nuovo potere.

Arrivarono al cortile e prima ancora di vedere cosa stesse succedendo, Miriam capì che qualcosa non andava. Stein aveva estratto la pistola dalla fondina che aveva al fianco e la stava puntando verso qualcuno.

«Allontanati da lei» disse con voce calma ma irata.

«Ma... non è  possibile una cosa simile... non sei capace!» Miriam percepì il vero significato dietro le parole di Soraya: non poteva essere vero che lei e gli altri si fossero sbagliati così tanto.

La ragazza riuscì a spostare la maestra ma Stein si mosse per evitare che lo superasse. Nel cortile c'erano Mike e un altro ragazzo fermi immobili, come ipnotizzati mentre Mark abbracciava Frey, avvolti da un leggero fumo nero.

«È inutile, soldato. Neanche lo scorrere inesorabile del tempo ha potuto qualcosa contro la mia maledizione, neanche la mancanza di magia della Terra. Io non posso morire» la voce di Mark sembrava improvvisamente più adulta.

«Ma posso farti male»

«Mark, perché?» chiese Miriam spaventata dalla risposta.

«Perché, per quanti anni, secoli, millenni possano passare le generazioni non cambiano. Ho cercato per tanto tempo qualcosa che frantumasse la sua legge: una buona azione non ne cancella una sbagliata. Avevo perso le speranze ma poi sei apparsa tu: attorno a te le persone cambiavano e tu... tu non facevi nient'altro che toccarle e loro diventavano felici o meno violente... ma non sei ancora abbastanza forte per cambiare un destino così radicato e temo non lo sarai mai per cambiare il mondo»

«Non capisco...»

«Non puoi, ora»

Miriam sentì un sibilo provenire dal suo fianco e un fascio di luce infrangersi su Mark. Il ragazzo alzò la mano a loro nascosta e colpì l'arma di Stein, facendogliela volare via e cogliendo il soldato alla sprovvista. Quel colpo fece rinsavire Mike che venne prontamente colpito magicamente da Mark. Il ragazzo si trovò ferito a terra, inconsapevole di cosa stesse succedendo.

«C'è qualcosa sul quale tu non abbia mentito?» Stein urlò con quanta forza avesse, non osando attaccare Mark direttamente per non provocare una reazione del ragazzo.

«E su cosa avrei mentito? Mi chiamo Mark Veil, non vi ho mai detto la mia età perché ne ho perso il conto; avevo un briciolo di magia che usavo giusto per convincere le menti più deboli, è stata colpa di quel pazzo se ho recuperato buona parte della mia energia! Mi ha mandato in una specie di cortocircuito, quello e quegli idioti dell'Ordine hanno sballato abbastanza i miei poteri. La pistola alle rovine mi è letteralmente esplosa in mano, se non avessi saputo come regolare il flusso di energia sarebbe stato peggio! Uso quegli aggeggi da quando quelle rovine erano integre!»

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