Capitolo 20 ~ L'oscurità che mi circonda (seconda parte)

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 Miriam saltò giù da Elil in lacrime. La pioggia aumentò di intensità e ciò rallentò la battaglia che infuriava attorno a loro, per molti, quella era la prima volta che la vedevano. Mark era eretto e ansimava. Guardava Miriam, la sua Miriam, mentre correva a soccorrere Stein. Per un attimo gli si strinse il cuore. Lei piangeva per lui. Era giusto quello che aveva fatto? Stein era un pericolo, era lui che stava radunando le tribù, doveva morire affinché potesse raggiungere i suoi scopi.

«No, no, no!»

Miriam gli si accasciò di fianco e premette sulla ferita che gli aveva procurato Mark, cercando di salvarlo. Aliat la raggiunse poco dopo, sollevando la testa di Stein.

«Non lasciarmi anche tu, ti prego! Non lo fare! Non lo fare!»

L'uomo le sorrise dolcemente, a fatica. Non si sarebbe immaginato di morire così, colpito da un "dio" e facendo soffrire una ragazzina. Avrebbe voluto difenderla, aiutarla per il dopo. Aliat le avrebbe suggerito la fuga. Lui le sarebbe stato vicino.

«Vivete, possibilmente senza rimpianti.»

Lei cercò di evocare una fasciatura come faceva con la sella di Elil, ma era troppo tardi. L'attacco di Mark l'aveva come prosciugato delle sue energie, aveva intriso quel colpo con il suo odio. Quando smise di respirare, il dolore di Miriam venne sovrastato da quello di Aliat. Lei lo guardò. Non capiva, non sapeva in che modo si fossero conosciuti o in che rapporti potessero essere, ma quel dolore stava annientando anche Aliat.

Pensavo si odiassero...

Miriam si guardò le mani sporche del sangue del suo mentore e sentì il dolore tramutarsi in rabbia e in odio. Si alzò in piedi ed evocò la lancia. Osservò il ragazzo che era stato capace di uccidere un uomo come Stein e di annientare un uomo come Aliat, colui che aveva allevato lui stesso. Non riconobbe Mark, il suo Mark, così gentile e premuroso, a cui importava solo giocare e divertirsi. Dov'era finito? Era mai esistito?

«Perché?!» urlò.

Mark era in piedi, ritto in un portamento nobile. Il suo sguardo era freddo, glaciale, non provava più nulla. L'abisso si faceva sempre più profondo, l'aura attorno a lui sempre più nera.

«Ti aveva portato via da me.»

Miriam sentì la rabbia crescere sempre di più che si manifestò in piccole scariche.

«Non è stato lui a portarmi via! Tu mi hai allontanata da te! Tu mi hai fatta rapire, tu hai ucciso Frey e Eoin, è per te che hanno ucciso Rica e Ste! Come avrei mai potuto fidarmi di te!»

Qualcosa si accese negli occhi di Mark, gli occhi così fissi e immobili di prima, si contrassero insieme al suo viso.

«L'ho fatto per te! Per darti un futuro!»

«Quale futuro?! Un futuro di morte? Di stragi? Io non lo voglio!»

«Tu devi stare con me!»

«Io non devo nulla! Io volevo stare con quel ragazzo che giocava ai videogame, che mi accarezzava la testa prima di dormire! Io non voglio stare con te! Perché se è questo il vero Mark, io non lo voglio! Tu hai distrutto la mia vita! Hai ucciso i miei amici e hai pure il coraggio di dirmi queste cose?»

«Io ti amo» disse lui quasi implorandola, quasi a giustificarsi.

«Lo credevo anch'io.»

Mark chiuse gli occhi.

Non ti ama. Preferiva lui, guardala com'è disperata! Non ha neanche cercato di capire le tue motivazioni.

La voce gli parlò chiara e nitida nella sua testa. Quando li riaprì, caricò Miriam. Lei preparò la sua difesa e il suo contrattacco. La lama della spada di Mark sfiorò il corpo di Miriam e lei cercò un connessione per intuire le sue mosse e le sue reazioni. Purtroppo percepì anche lo sguardo di Aliat e la sua paura, distraendola. Aliat aveva paura le succedesse qualcosa. Si riprese in fretta da quella sensazione, ma a quel punto Mark si era già spostato, uscendo dalla visuale di Miriam e pronto a colpire nuovamente. La strega evocò una gabbia attorno a sé per rallentarne movimenti.

Brava, bambina. Continua così, Folgore! Usa il fulmine!

Ba'al le era accanto, anche se non fisicamente, e ciò le diede speranza. Senza evocare nessuna formula, scaricò dei fulmini in direzione di Mark, che si allontanò per riprendere l'uso del suo corpo.

Funziona! Come per qualsiasi essere umano! Lo puoi controllare!

Miriam posizionò la lancia davanti a sé. Vide lo sguardo di Mark sorpreso, lo vide aprire la bocca per poi scuotere la testa per scacciare un pensiero. Tornò a guardarla. Era il momento giusto per attaccare, ma nonostante tutto ciò che aveva fatto, Miriam non aveva il coraggio di sferrare il primo colpo.

Piccolo fulmine, non è quello che ha fatto, bensì quello che farà. Piccola bambina, il destino ti è avverso, ma se la tua decisione è quella di combattere devi farlo. Maloch ha quasi preso il controllo su di lui.

«Chi è Maloch?» sussurrò la ragazza.

Il guardiano dell'oscurità. Quello nuovo.

«Non è Mark, allora?»

Su una cosa aveva ragione. Quando la corruzione arriva a certi livelli, allora non c'è molto da fare.

Erano fissi, fermi a guardarsi negli occhi. Entrambi sussurravano, entrambi parlavano al proprio guardiano. Lo sguardo di Mark si fece crudele, strinse gli occhi e sorrise.

«Se non ti fai avanti, vengo io allora! Stein era solo un codardo alla fine che ha mandato una ragazzina a fare il lavoro di un adulto!»

Miriam venne accecata dall'odio. Puntò la lancia contro Mark e insieme caricarono l'una verso l'altro. Istintivamente, Miriam pensò di far muovere il braccio di Mark che reggeva la spada, poco dopo sentì la lancia trafiggerlo. La sentì pulsare sotto le sue dita, le scariche sul bastone si illuminavano e spegnevano, ogni tanto sentiva come se qualcosa volesse esplodere e lo accontentò. Concentrò la sua energia sull'arma finché non sentì qualcosa rompersi, strapparsi.

Miriam alzò lo sguardo e vide Mark accasciarsi sulla lancia. La mano che reggeva la spada si aprì ed essa scivolò a terra. La pioggia smise di cadere e attorno a loro ci fu silenzio. Miriam estrasse la lancia dal corpo di Mark e istintivamente corse da lui prima che cadesse a terra, aiutandolo a sdraiarsi. Il ragazzo guardò Miriam in lacrime. La ferita lo trapassava da parte a parte, il sangue usciva a fiotti.

«Stein hai provato a salvarlo però» sussurrò Mark con il poco fiato che aveva.

«Stein non ha provato a ingannarmi.»

«Ti ha tenuto nascosto una cosa però.»

Miriam mise il broncio.

«A quanto pare lo sapete tutti tranne me.»

Mark rise. Cercò la mano di Miriam per stringerla.

«Io ti amo davvero, lo sai? Me la sono cercata, non sono forte come credevo.»

Miriam sentì di nuovo il dolore salire e iniziò a piangere. Strinse la mano di Mark e se la portò al volto. Era di nuovo lui, l'abisso non c'era più.

«Anch'io... e sì, te la sei cercata.»

Percepì la felicità di Mark, per lei fu un ulteriore problema. In quel momento sentiva se stessa, Mark e Aliat. Tre sentimenti molto diversi tra loro. Sentì la mano di Mark allentarsi.

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