4. Ricordi

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Cammino silenziosamente per quel breve tratto di strada che mi divide da scuola e nell'arco di 5 minuti arrivo a casa. Entro lentamente e mi tolgo le scarpe, per poi dirigermi in cucina in cerca di qualcosa di commestibile.
Non posso non notare un bigliettino appeso con una calamita al frigorifero e nonostante so già benissimo di cosa si tratta lo leggo comunque, giusto perché non ho nulla da fare.

«Ciao figliolo, scusaci se anche oggi non siamo riusciti a stare un po' con te, eri a scuola e noi siamo stati chiamati con urgenza. Ci vediamo stasera per cena, nel caso non arrivassimo in tempo ti ho comprato qualcosa da mangiare.
Baci Eomma e Appa~»

Rimango a fissare il foglietto di carta per un po' e senza accorgermene la nostalgia si impossessa di me.
Nonostante abbia sempre cercato di buttare il tutto nel baratro del passato non ci sono mai riuscito, non del tutto.
Quei ricordi fanno troppo male per essere dimenticati o, anche solo, per essere messi da parte.

Era tutto perfetto, non poteva restare tale?

|| Accadde tutto 3 anni fa, all'epoca i miei genitori non lavoravano in ospedale bensì mia madre era una commessa in un negozio d'abbigliamento e mio padre faceva il barman in un locale tra i più famosi di Seoul. Economicamente non stavamo benissimo ma eravamo una famiglia felice e ci bastava questo. Eravamo una famiglia davvero unita io, mio padre, mia madre e mia sorella.
E già fino a 3 anni fa avevo una bellissima noona di nome Yerim che aveva solo due anni in più di me, ovvero 16. Era la sorella perfetta: gentile, divertente, altruista, comprensiva, scherzosa ma anche severa ed autoritaria quando ce n'era bisogno, la ammiravo davvero tanto, era il mio punto di riferimento e sapevo che potevo contare su di lei per ogni cosa, anche per la più stupida delle sciocchezze.

Ma purtroppo, sono sempre le persone sbagliate a lasciarci.

Quella sera mi ricordo che doveva andare ad un appuntamento col ragazzo e che avrebbe poi dormito da lui. Nulla di strano, insomma, non era certo la prima volta che programmava di farlo poi il suo fidanzato era davvero un bravo ragazzo e ci fidavamo ciecamente di lui.
Mi ricordo ancora quanto fosse felice ed emozionata per l'uscita che si sarebbe svolta quella sera, sembrava una bimba piccola alla quale le avevano regalato la sua bambola preferita. La cena andò a gonfie a quanto mi disse lei via messaggio e mi scrisse giusto quando salirono in macchina per avvisarmi che stavano andando a casa di lui.

Ero tranquillo, cosa sarebbe mai potuto andare storto?

Eppure qualcosa lo era stato visto che in tarda serata, quando io ed i miei genitori stavamo già dormendo, venimmo chiamati dall'ospedale. Ci dissero solo che Yerim era stata ricoverata per via di un incidente d'auto avvenuto nemmeno un'ora prima, inutile dire che ci precipitammo immediatamente lì.
Fu straziante vedere la mia noona sempre raggiante e sorridente in fin di vita legata indispensabilmente all'attrezzatura medica, fu un colpo al cuore. Poco dopo i dottori ci avevano avvisati che, secondo ciò che ricordava nostro cognato, un ubriaco gli era venuto addosso mentre si stavano dirigendo a casa sua. Lui era rimasto gravemente ferito al torace e alle gambe mentre mia sorella era entrata in coma a causa della grave botta presa in testa. Non ci disse però, probabilmente per non farci preoccupare più di quanto non lo fossimo già, che le probabilità di sopravvivenza erano davvero scarse nonostante lo avessimo intuito.
Ma come si suol dire: la speranza è sempre l'ultima a morire, no?

Bhe, questa stava invece morendo giorno dopo giorno.

Facemmo avanti e indietro da casa all'ospedale per ben 5 mesi, pregando che qualcuno lassù l'aiutasse a farcela ed a tornare da noi, la sua famiglia che, nonostante le pessime notizie del dottore ad ogni visita, l'ha sempre ritenuta abbastanza forte da farcela, da superare anche questo.

A quanto pare però ci sbagliavamo.

I mesi di lì a seguire furono davvero strazianti, sia perché lei è sempre stata la luce della famiglia, colei che riusciva sempre a farci ridere anche quando avevamo il morale a terra, sia perché i miei genitori, decisi di non permettere più a nessuno di provare una tale sofferenza, fecero dei corsi di specializzazione molto duri al fine dei quali presero una laurea in medicina ed iniziarono a girare gli ospedali - e spesso anche il mondo - in soccorso di bambini malati o feriti. ||


Ammiro molto il loro pensiero e non potrei essere più felice per chi li incontrerà e verra aiutato ma, se già prima la nostra famiglia si stava smantellando a causa della grave perdita di mia sorella, ora questa non esisteva praticamente più.
Da quel giorno tutto prese una piega inaspettata ed io mi ritrovai solo, senza nessuno accanto. Senza nessuno accanto tranne Jimin, lo conosco dalle elementari ed è praticamente come un fratello per me, non so cosa ne sarebbe stato di me se non avessi avuto lui al mio fianco a colmare il vuoto che avevo dentro...
E se penso che ora persino lui non potrà più starmi sempre vicino nel momento del bisogno mi si spezza il cuore.

Voglio solo che tutto questo finisca..vi prego ditemi che è solo un brutto sogno e che, una volta svegliatomi, tornerà tutto come prima, come 3 anni fa.

Risentendo i brutti ricordi riemergere man mano, non riesco ad evitare che una lacrima calda inizi il suo cammino lungo la mia guancia paffuta. Una, due, tre, quattro e tante tante altre ancora, finché non sono diventato un fiume di lacrime.
Non riesco più a controllarmi una volta riaperte certe cicatrici, ho solo bisogno di conforto e so che sembrerò un bimbo piccolo, ma non ci posso fare niente: ho bisogno delle carezze amorevoli che mi ha sempre dato il mio migliore amico.

Rassegnato al fatto che d'ora in poi dovrò abituarmi ad affrontare queste mie 'crisi' da solo accartoccio il biglietto e lo butto nella pattumiera per poi dirigermi al piano di sopra nella mia stanza, intenzionato a rimanerci finché non mi sarò calmato.

Non so per quante ore sono rimasto a piangere e urlare nel tentativo di sfogarmi, so solo che una volta esaurite le energie, le lacrime e la voce, fui travolto da un improvviso attacco di sonno al quale, ovviamente, diedi via libera.
Mi sentivo terribilmente debole ed avevo un gran male alla testa, desideravo solo riposarmi.
Mi sembrò di sentire il mio telefono squillare più volte ma, anche se fosse, non mi interessava, volevo solo chiudere gli occhi e chissà, magari anche liberarmi per qualche ora da quel peso sul mio petto.

ᴍɪɴᴇ ᴏʀ ɴᴏᴛ? || ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora