31. Perdono

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Fin da piccolo mi sono sempre chiesto come sarebbe stato svegliarsi tra le braccia della persona che si ama, iniziare la giornata col sorriso nel vedere per prima cosa il volto di tale persona e bhe, è una sensazione stupenda. Nonostante i raggi del sole illuminino e riscaldino la stanza il calore del corpo di Tae attaccato al mio non mi dispiace per niente, anzi, lo stringo maggiormente avendo il bisogno di sentirlo vicino.

È semplicemente bellissimo, i capelli leggermente scompigliati, il volto rilassato per non parlare del tenero broncio che lo fa sembrare un bimbo desideroso di coccole, ed io sarò più che felice di dargli ciò che desidera.

Allungo di poco la mano e gli accarezzo i capelli, gesto che solitamente lo rilassa, sentendolo mugolare poco dopo con gli angoli della bocca curvati verso l'alto.
Questa visione mi fa sorridere, nonostante sia un mio hyung non si fa problemi a comportarsi come un bambino con me ed in un certo senso questo mi fa sentire speciale, non credo si comporti così con chiunque.
Mi godo questo momento e lo stringo più forte a me, venendo ricambiato, e inspiro il suo profumo di vaniglia che tanto mi fa impazzire.

Rimango ancora qualche minuto accoccolato tra le sue braccia, dopodiché decido di alzarmi per preparare la colazione per entrambi e magari portargliela a letto come ringraziamento per essere rimasto a dormire da me per non lasciarmi da solo. È davvero un ragazzo d'oro, non ho mai incontrato nessuno come lui in tutta la mia vita e mi reputo fortunato ad averlo al mio fianco.

Cerco di sfilarmi dal suo abbraccio il più delicatamente possibile, in modo tale da non svegliarlo, e mi siedo sul materasso stropicciandomi gli occhi.
Faccio per alzarmi e quasi non mi viene un infarto quando un braccio muscoloso mi fa stendere nuovamente per poi bloccarmi con l'aiuto delle gambe.

Sospiro con il sorriso sulle labbra, che bambinone che è.

«Volevo alzarmi, sai?» lo informo girandomi e ritrovandomi a qualche centimetro dal suo volto «Adesso non più, rimani ancora un po' con me» mi sussurra sfregando il suo naso sul mio collo, gesto che scatena in me tanto brividi mai provati prima.
«In realtà volevo prepararci la colazione» lo tento ricevendo tutta la sua attenzione «Beh se mi dici così allora...» subito mi libera dalla sua presa e mi affianca per poi stampare le sue labbra sulle mie per qualche secondo, alzarsi e tendermi la mano.

Senza esitazione, e sicuramente rosso in viso, afferro la sua mano e ci incamminiamo in cucina trovando però qualcosa che non avremmo voluto trovare. Perché i miei genitori sono ancora qui? Sono rimasti per me?

Non faccio nemmeno in tempo a scambiare uno sguardo con Taehyung che i due adulti ci notano e ci vengono incontro.
«Jungkookie, stai bene? Ti abbiamo sentito urlare nel sonno stanotte» sposta lo sguardo sul castano mia madre «Ma sapevamo che eri già in buona compagnia» gli sorride per poi guardare mio padre.

«Beh cosa aspettate ancora? La colazione è pronta» ci sorride la donna avvisandoci subito dopo che lei ed il marito sarebbero andati a svolgere delle questioni importanti in ospedale, e sottolineando che sarebbero ritornati per ora di cena.
Non ho dato granché peso alle loro parole, molteplici volte mi hanno abbindolato dicendomi che sarebbero ritornati e ci sono riusciti per tre anni, non mi fregheranno ancora.

Con un'alzata di spalle li saluto mentre Tae si sforza di essere gentile e fare il cordiale con loro augurandogli una buona giornata, venendo ringraziato. Rimaniamo solo noi due in casa e passiamo la colazione a mangiare in silenzio e lanciarci sguardi strani sui quali non mi soffermo troppo.

Una volta finito metto nel lavello la mia roba e la inizio a lavare, sento poco dopo la sedia venire spostata e due braccia avvolgermi la vita con delicatezza.
«Che cos'hai piccolo?» mi chiede appoggiando la testa sulla mia spalla «Sei stato scortese con i tuoi»
«Se lo sono meritato, non li perdonerò facilmente» sbuffo per poi incatenare i miei occhi ai suoi e ne rimango incantato «Sono tornati dopo tre anni e tu non li hai degnati di uno sguardo, immagina come si possano essere sentiti»
«Immagina come mi sono sentito io allora! Non è facile per me riaverli in casa così all'improvviso dopo che mi hanno abbandonato a me stesso per così tanto tempo, cerca di capire...»
«Ho capito, credimi ho capito perfettamente cosa intendi» mi sussurra all'orecchio prima di iniziare a baciare la zona circostante passando poi al collo e alle clavicole.
«T-tae...» mugolo in approvazione venendo zittito poco dopo dalle sue labbra che divorano le mie con voracità ma anche con una certa gentilezza che mi fa subito sorridere.

ᴍɪɴᴇ ᴏʀ ɴᴏᴛ? || ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋWhere stories live. Discover now