13. Buio

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Kookie's pov

È da più di un'ora che sto disperatamente tentando di prendere sonno, invano. Ho troppe emozioni diverse che fanno a botte le une con le altre, per non parlare delle infinite domande che mi ronzano per la testa.

Pensavo che parlare con Taehyung sarebbe stato un bene, eppure adesso sono ancora più confuso e insicuro di prima....
Da quando se n'è andato non riesco a smettere di pensare un attimo alla rivelazione che mi ha fatto ed allo sguardo cupo che ha assunto in quel momento. Sembrava davvero a pezzi, sono stato uno stupido a chiedergli del suo passato così tranquillamente, senza pensare neanche per un secondo che forse neanche il suo è stato poi così perfetto come invece credevo. Mi sono fatto sovrastare dalla curiosità e dalla felicità del fatto che la mia ormai, a malincuore, crush si stesse aprendo con me. La bocca ha parlato da sola mentre il cervello subito dopo avrebbe voluto prendersi a testate da solo. Sono stato ficcanaso e di conseguenza scortese, è tutta colpa mia se ora Taehyung ha una vecchia ferita nuovamente aperta.

Sono un coglione.

La serata non è terminata al meglio, abbiamo mangiato affiancati dal silenzio più totale ed abbiamo concluso il tutto sul divano a guardare la tv. Uno troppo imbarazzato e l'altro troppo triste per aprire bocca e spezzare il silenzio carico di tensione che aveva invaso tutta la casa.

La sua fronte leggermente coperta dalla sua chioma bionda era corrucciata, i suoi magnifici occhi scuri erano lucidi, la sua bocca divina era socchiusa ed il suo sguardo era perso.
Sembrava aver perso la cognizione dello spazio e del tempo, tant'è che quando Jimin lo ha videochiamato per la loro chiacchierata serale al telefono lui si è come risvegliato da uno stato di trance per poi affermare che fosse troppo tardi per rimanere ancora. Si è congedato così, non un saluto, non uno sguardo o un abbraccio.

Lo ammetto, ci sono rimasto male: sembravamo aver fatto passi avanti oggi pomeriggio, ed invece ecco che sta volta è lui a prendere le distanze. E senza accorgersene mi ha lasciato con l'amaro in bocca.
Per un attimo mi è passata per la testa l'idea che anche lui abbia potuto reagire così al mio distaccamento degli ultimi giorni, ma ripensandoci bene ho scartato subito l'idea; io infondo non sono nessuno per lui, nessuno di così importante da meritarmi il lusso di essere presente nei suoi pensieri, ancor meno dopo il malumore che gli ho provocato prima.

Riesco a prendere finalmente sonno dopo qualche ora, più per volere del mio corpo stanco che per il mio, con il cuore oppresso da un senso di colpa e tormento che non mi fa respirare bene.






L'indomani mattina è un incubo per me alzarmi. Perlopiù al mio aspetto trascurato si sono aggiunte altre occhiaie ed un umore terribile, il che non aiuta proprio.

Arrivo a scuola trascinando i piedi, con l'unico intento di provare a schiacciare un pisolino durante le lezioni e senza controllare neanche dell'effettiva presenza del mio migliore amico all'ingresso, entro nell'edificio scolastico. Non so con quale voglia riesco ad arrivare in classe senza addormentarmi e poso con un tonfo lo zaino sul banco, appoggiandomici poco dopo con la testa sulle braccia.
Ho il tempo di chiudere gli occhi che subito una voce squillante e familiare me li fa riaprire di scatto.
«Hey Kookie! Tutto...bene?» mi domanda quel citrullo del mio migliore amico, frenando il suo entusiasmo una volta raggiuntomi.

Diamine! Non ho proprio voglia di dare spiegazioni, né a lui, né a nessun altro.

Ahimè però conosco troppo bene quel tenero mochi e so perfettamente che finché non otterrà una risposta non smetterà di assillarmi.
«Tutto bene tranquillo, ho solo avuto un altro incubo questa notte» cerco di tranquillizzarlo con un sorriso tiratissimo e per un attimo mi pare anche di esserci riuscito, ma mi sbagliavo.
Si avvicina a me e mi accarezza la schiena.
«Sicuro? Vuoi parlarne?» scuoto la testa intenerito dal suo continuo sostegno nei miei confronti ed appoggio una mano sulla sua e la accarezzo, forzandogli un tenero sorriso.
«Non preoccuparti Chim, ci sono abituato ormai»

Peccato che non sia abituato a non dormire per Taehyung.

Ricambia il gesto tristemente e non fa nemmeno in tempo a prendere posto a sedere nel banco accanto al mio che la professoressa entra in classe ed inizia la lezione.

Sarà una lunga giornata.



Dopo interminabili ore passate tra la confusione più totale dei miei pensieri e qualche partita a tris con Jimin il cielo sembra darmi tregua. Al fastidioso suono della campanella mi fiondo fuori dalla classe, e successivamente fuori dall'edificio, come se fosse questione di sopravvivenza, ed in un certo senso lo è.
Non voglio un passaggio, né tanto meno rivedere il ragazzo che mi sta facendo diventare pazzo. Mentirei se non dicessi che lo ammirerei per ore intere, ma farlo purtroppo comporterebbe imbarazzo e tutto il senso di colpa che non mi tortura fuori casa.
Lo vorrei ma non lo posso vedere.

Giusto per rimanere in tema, appena varcato l'ingresso lo vedo già fuori dalla sua costosa auto sportiva ad aspettarci. È impegnato a guardare il suo cellulare e grazie al cielo non mi può vedere, ma per sicurezza decido di tirarmi su il cappuccio della mia felpa; così facendo gli riesco a sgattagliolare sotto il naso senza che se ne accorga.

Ammetto di essermi agitato alla sua vista e sinceramente non mi aspettavo che sarebbe bastato issarmi il cappuccio sul volto per evitarlo. Eppure mi sono sentito per l'ennesima volta attraversato dai sensi di colpa, come ogni volta che lo vedo e ripenso a come gli ho rovinato la serata ed i giorni a seguire.

Emetto un sospiro frustrato e proseguo la mia camminata con il volto basso. Cammino senza una meta per un po' con la mente che vaga tra i ricordi, belli e brutti che siano, e contro il mio volere mi invade la testa il pensiero di come la mia vita sia cambiata così tanto negli ultimi anni. Di conseguenza, il ricordo di quel terribile giorno ritorna a galla ed il respiro si fa improvvisamente affannoso.

Maledizione, un'altra crisi.

Odio così tanto questo mio lato debole, questi momenti bui in cui il mio cervello è annebbiato dalla tristezza; ma se c'è una cosa che odio ancor di più è quando queste crisi mi colpiscono ed io sono solo ad affrontarle. Ho sempre avuto Jimin al mio fianco, che mi abbracciava e mi accarezzava i capelli quando tremavo, e ritrovarsi da soli di punto in bianco è devastante.
Mille brividi mi attraversano tutto il corpo e la lucidità va a quel paese.

Sentendo le gambe farsi molli faccio in tempo ad appoggiarmi al tronco di un albero che queste cedono e mi ritrovo per terra appoggiato alla superficie ruvida.
Faccio grandi respiri nella speranza di riprendere lucidità il più presto possibile, ma è più difficile del previsto. Pieno di panico e preoccupato per la mia sanità come non mai mi sdraio per terra tenendomi lo stomaco con le mani e liberando tutte le lacrime che ho bloccato fino ad adesso.
Ho paura, ho tanta paura: cosa ne sarà di me adesso?

Resto così per qualche minuto, tra la sensazione di star morendo dentro e la mancanza di voglia di andare avanti. Sarebbe tutto così facile e insofferente se potessi concluderla ora, in questo modo: potrei rivedere la mia amata sorellina ed a quel punto le mie crisi se ne andrebbero per sempre. Potrei godermi la vita che ho sempre voluto con lei, insieme, lontani da tutto il male che c'è in questo mondo. Potrei iniziare a vivere per davvero, senza questo peso sul petto che mi accompagna ormai da tre anni.

Quasi a distruggere ogni mia aspettativa sento in lontananza una voce a me sconosciuta ed un corpo sfocato avvicinarsi a me con fare preoccupato.
Un ultimo sorriso amaro lascia le mie labbra, ero quasi da te Yerim....



Scusate il ritardo ma non ero per niente ispirata in questo periodo😢 ma mi farò perdonare con i prossimi capitoli, visto che finalmente le cose iniziano a farsi interessanti😏
Bye personcine belle~❤️

ᴍɪɴᴇ ᴏʀ ɴᴏᴛ? || ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora