47. Grazie di amarmi

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Sbatto le palpebre ancora una volta per essere del tutto certo che quello che sto vedendo non sia frutto della mia mente malata e quando ancora una volta mi ritrovo a pochi metri di distanza Jungkook, il mio Jungkook, con gli occhi lucidi e le labbra tremanti un vuoto infinito nello stomaco mi rende difficile respirare.

Non può aver visto tutto, non può avermi visto mentre mi limonavo Minho in un momento di debolezza mentale e fisica, non è così che avrei voluto rincontrarlo né tantomeno mostrargli una scena così raccapricciante.

Potrebbe aver frainteso tutto, anzi, sicuramente avrà frainteso tutto!

Devo spiegargli come stanno davvero le cose, devo scusarmi e convincerlo che io non provo nulla per Minho, perché è esattamente così: io amo solo ed esclusivamente Jungkook e potrei starlo per perdere proprio adesso per la cazzata enorme che ho fatto.



Non appena lo vedo versare la prima lacrima e girarsi per andarsene, spintono lontano da me Minho e corro dietro il ragazzo che amo, che adesso è quasi praticamente arrivato all'uscita del locale. Accelero ancora il passo, che da una camminata veloce diventa una vera e propria corsa, una corsa contro il tempo.

«Jungkook! Jungkook, fermati!» gli urlo dietro senza successo, vengo totalmente ignorato e seppur la cosa mi faccia male non posso fare a meno di pensare che me lo sono meritato.

Continuo a farmi largo tra la gente a forza di spintonate e con la paura nel cuore che possa perderlo di vista e quindi lasciar scappare l'amore della mia vita sotto il mio naso, non mi do per vinto e raccolgo tutta la mia agilità e velocità per seguirlo e, una volta fuori dal locale, raggiungerlo.

«Ti prego Kookie! Fammi spiegare!»

«Non c'è nulla da spiegare: l'hai baciato! Hai baciato Minho, Tae!» si volta lacrimante e rosso dalla rabbia, ci troviamo a meno di un metro di distanza e riesco a vedere chiaramente, sotto la fioca luce della luna, quanto il suo volto perfetto sia rovinato dalle continue lacrime e dalle occhiaie.

Mi fa male il cuore a vederlo stare così male e, ahimè, questa volta la colpa non è nient'altro che mia.
Se non avessi ceduto alla folle richiesta di Minho a quest'ora non solo non mi sentirei in colpa, ma avrei risparmiato a Jungkook di vedermi in uno stato così pietoso.

Mi faccio pena da solo per come mi sono comportato, sono solo un debole se un po' di alcol mi porta a compiere tali pazzie.

Ho una voglia di azzerare la distanza che ci separa e stringerlo forte tra le mie braccia enorme, ma sono sicuro che se anche solo compiessi un passo falso rischierei di farlo scappare e buttare all'aria ogni cosa per un po' di impazienza mancata. Devo essere cauto e sincero, delle semplici scuse non basteranno mai: devo aprirgli il mio cuore e sperare che voglia perdonarmi perché, esattamente come faccio io, mi ama.

Prendo un lungo respiro e cerco di avanzare in sua direzione, ottenendo ovviamente altra distanza da parte sua.

Certo, non mi aspettavo che mi corresse incontro a braccia aperte, ma vederlo allontanarsi con sguardo deluso e ferito da me è peggio di una coltellata in pieno petto. Lui che da sempre mi ha considerato un rifugio, un luogo sicuro dove stare ed essere se stesso senza aver paura di essere giudicato, io che ero il suo posto sicuro sono ora qualcosa da cui lui debba ripararsi, io che prima lo rendevo felice ora l'ho ferito più di tutti.

«Amore parliamo, ti prego» lo supplico notando dietro tutte le emozioni contrastanti nei suoi rubini scuri una scintilla di dispiacere.

Spero con tutto il cuore che voglia perdonarmi, non so cosa farei senza di lui. Un conto è non stare con lui perché è lui a volerlo, ma non poter stare al suo fianco perché sono un deficiente è tutto un altro discorso.

ᴍɪɴᴇ ᴏʀ ɴᴏᴛ? || ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋWhere stories live. Discover now