54. anche se fosse l'ultima

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Jimin's pov
Stavo guardando le pentole in cucina,mentre Jungkook si stava dirigendo in bagno per farsi una doccia.

Eravamo a casa sua e sarei rimasto lì per la notte.

-allora piccolo vado-mi disse baciandomi, portando un braccio dietro la mia schiena.
-farò presto-continuò lasciandomi un altro tenero bacio seguito da un dolce carezza, prima di allontanarsi da me verso il bagno.

Non appena si allontanò dirigendosi verso il bagno, il mio cuore iniziò a battere velocemente. Era la mia occasione. Dovevo coglierla al più presto.

Ero rimasto ormai solo, in attesa di sentire l'acqua della doccia che veniva aperta.

Attesi svariati minuti, finché non accadde accompagnata dalla sua voce in una canzone.

Corsi in salotto, cercando subito il suo cellulare. Sapevo di non avere troppo tempo per controllare. Dovevo sbrigarmi e tornare al mio posto cercando di far finta di niente.

Per tutto il tempo mi ripetevo che lo stavo facendo per Tae e non per invadere la privacy del mio ragazzo. Dovevo aiutare il mio migliore amico in ogni modo, anche usando modi non troppo carini.

Iniziai a guardare ovunque,ma non lo trovai. Sentivo ancora l'acqua scorrere in bagno, segno che ancora non aveva finito di lavarsi.

Mi fermai a riflettere per alcuni attimi, su dove avesse potuto lasciare il suo cellulare. Non era uno particolarmente attaccato ad esso e quando era a casa lo abbandonava dove capitava.

Quando un'idea mi balzò in testa.

*Il cappotto*

Mi fiondai vicino alla porta, portando subito le mani all'interno delle sue tasche rovistando neanche fossi un ladro. Mentre le mie mani erano impegnate, alternai gli occhi tra il cappotto e scale per essere sicuro che Kokkie non mi beccasse con le mani nel sacco.

*Eccolo*

Lo presi velocemente, con il cuore che batteva sempre più velocemente per l'ansia. Il tempo era sempre meno, mentre le mie mani tremavano in preda all'agitazione. Dovevo sbrigarmi.

Corsi su WhatsApp e cercai velocemente la chat con Yoongi, mentre buttavo un occhio alle scale ed origliavo i suoi passi.

Aprii la chat ed iniziai a risalire fino alla conversazione del giorno precedente.

Salii, salii fino a che ci arrivai. Iniziai a leggere velocemente e silenziosamente ogni parola.

Passarono dei minuti che per me furono quasi infiniti. Ogni parola che leggeva faceva sempre più male. Non potevo crederci che stava succedendo di nuovo. Io e kokkie non saremmo potuti stare insieme nuovamente.

Qualcosa o qualcuno stava cercando di dividermi da kokkie. Mano a mano che leggevo la chat ogni tassello stava andando apposto,a cominciare dallo strano comportamento di Yoongi nei confronti di Tae.

Sentii il mio cuore rassegnarsi dinnanzi a quelle parole ed la testa girarmi. Gli occhi minacciavano di diventare lucidi da un attimo all'altro, pronti a scoppiare in fiumi in piena.

Quindi era questa la verità. Kokkie non poteva essere mio, neanche stavolta. Non poteva tenermi la mano o baciarmi liberamente. Non poteva dire che era il mio ragazzo a nessuno o sennò chiunque lo avrebbe importunato o diffamato in ogni modo. Non poteva starmi troppo vicino in pubblico per non destare sospetti. Non poteva abbracciarmi, baciarmi o dirmi che mi amava.

Mi aveva mentito.

Per un verso o per un altro c'era sempre qualcosa o qualcuno che ci divideva, prima suo padre, poi il suo viaggio ed ora la sua carriera e i suoi fan.

E se non fossimo destinati a stare insieme? E se non fosse l'amore della mia vita come avevo sempre pensato?

Ero paralizzato con i miei pensieri che mi frullavano in testa. Sentivo gli occhi lucidi ed una lacrima abbadonare il mio occhio destro.

-amore...come procede?- le parole di kokkie mi risvegliarono da tutto. Riposi velocemente il cellulare nella tasca e mi diressi nuovamente in cucina, sentendo i suoi passi sulle scale.

Mi poggiai al bancone, inziando a tagliare una cipolla per avere una scusa plausibile alle mie lacrime.

D'improvviso sentii due braccia cingermi la vita e li una lacrima di dolore lasciò il mio occhio.

Sapere che si stava tenendo questa cosa dentro per potermi avere ancora al suo fianco era qualcosa di così doloroso che neanche una pugnalata avrebbe fatto altrettanto male. Sapere che stava affrontando questo schifo per potermi tenere vicino era insopportabile. Sapere che stava rischiando tutto per me era anche peggio.

Chiusi gli occhi, cercando di concentrarmi sulla cipolla per non pensare alle cose che mi frullavano in testa, ma fu tutto inutile.
-ahia-urlai quando senti il coltello tagliarmi la pelle.
-chim, cazzo....stai bene?-mi disse lui preoccupatissimo, afferrandomi la mano per poter controllare quello che avevo combinato
-oh per fortuna è solo un taglietto, prendo per disinfettarlo-mi disse tornando in bagno per qualche attimo per poi tornare da me. In quei pochi attimi varie lacrime uscirono dai miei occhi, non riuscendo a fermarle. Alzai gli occhi al cielo per smettere ma fu tutto inutile. Tra il dolore e la cipolla, non si fermavano.

Prese un cerotto e me lo mise per poi baciarmi lentamente. Quel bacio era qualcosa che per me era essenziale. Avere le sue labbra sulle mie era qualcosa che non avrei mai voluto dimenticare. Quella sensazione era qualcosa che mi rimetteva al mondo e che mi faceva dimenticare ogni cosa negativa successa. In quel momento però era qualcosa che non avrei mai voluto dimenticare e che volevo godermi fino infondo.

L'idea di separarmi ancora da lui mi spezzava il cuore in mille pezzi. Non era questo che avevo sognato per noi. Non era questo quello che volevo. Avevo sempre voluto lui, in ogni instante. L'universo anche questa volta si stava mettendo in mezzo per separarci e la cosa faceva male, fottutamente male.

Dovevo separarmi da lui per il suo bene. Volevo che i suoi sogni diventassero realtà. Non potevo ostacolarli in alcun modo. Doveva essere felice. Il mio desiderio più grande era la sua felicità, il resto non contava nemmeno la mia di felicità.

Senza lasciare che si staccasse, iniziai ad intensificare quel bacio approfondendolo ancora di più. Volevo sentirlo mio ancora una volta.

Feci scivolare la mia lingua nella sua bocca, danzando con la sua mentre dai miei occhi scorrevano fiumi di lacrime che ignorai volendo gustarmi le sue labbra. Ansimai nel bacio quando le sue mani arrivarono ai miei glutei palpandoli possentemente.

-ti voglio, ora....fammi tuo-gli dissi, sentendo le sue labbra spostarsi sul mio collo senza pensarci troppo, lasciando dei baci e morsi molto intensi, mentre le sue mani erano già all'opera per togliermi i vestiti.

Avevo fottutamente bisogno di lui. Avevo bisogno del suo corpo, di lui dentro di me un'ultima volta.

Il nostro segretoWhere stories live. Discover now