10. sai

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Jimin's pov
Rimasi fermo in quel modo per alcuni attimi. Ero totalmente pietrificato.

*Come puoi farmi ancora questo effetto?*

Iniziai a pensare di tutto. Tutto quello che poteva essergli successo in questi anni, quante persone si saranno innamorate di lui, con quanti sarà andato a letto e se avesse mai pensato a me, ma in tutto questo in quel momento l'unica cosa a cui riuscivo a pensare a quanto ancora fosse fottutamente bello.

-allora mi fai entrare?-mi chiese lui, risvegliandomi dai miei pensieri. Senza guardarlo, ne parlare mi spostai di lato alla porta per farlo passare ed così entrare nella stanza.

Sentivo il respiro farsi un po' corto, ma cercai di ignorarlo. Non volevo che mi vedesse debole solamente per la sua presenza qui.

Presi un bel respiro, prima di tornare a parlare cercando di essere più naturale possibile.

-ti offro qualcosa?-chiesi cercando di essere ospitale e lui annuii. Iniziai ad incamminarmi verso la cucina, seguito da lui.

Aprii il frigo ed iniziai ad elencare tutto quello che avevo da offrirgli, finché non scelse il banana milk.

*Prevedibile*

Glielo porsi e per me presi una birra.

*Cena perfetta Jimin gelato e birra, molto salutare*

Bevvi un sorso, sperando di risvegliarmi da quell'incubo che stava diventando quella serata, ma sembrò non cambiare niente.

-allora come stai?-mi chiese lui per probabilmente rompere il ghiaccio

*Come cazzo vuoi che stia ora che sei ripiombato nella mia vita?*

-sto bene, ho finalmente realizzato il sogno di diventare un grafico importante...tu?-dissi con tono a metà tra saccente e scocciato. Lo vidi afferrare la bottiglietta del banana milk ed iniziare a guardarla, anche se il suo sguardo sembrava perso nel vuoto.
-anche io sai, ho realizzato due sogni in uno diventando Idol...sai che amo cantare e ballare ed essendo Idol posso farlo...-mi rispose lui con una nota di imbarazzo.

*Perché è imbarazzato?*

Non dissi altro, continuando a bere la mia birra. Non volevo sapere niente della sua vita, volevo soltanto che se ne andasse e che mi lasciasse in pace. Il mio cuore era ancora a pezzi, dopo tutto quando una cosa si rompe è difficile farla tornare come prima. Continuai a bere, finché non arrivai al fondo della bottiglia.

*Cazzo e ora?*

Cercai di rimanere calmo, nonostante fossi in panico. Come potevo fare l'indifferente senza la bottiglia come scusa?

Iniziai a giocherellare con le mani, cercando di non darlo a vedere avvicinandomi al bancone della cucina per lasciare lì la bottiglia e per prendermi una pausa dal suo viso che mi stava letteralmente mandando fuori di testa. Nonostante tutto aveva ancora un forte effetto a livello fisico su di me, non potevo negarlo. Era sempre stato bello, ma adesso lo era tre volte di più.

-non ho mai smesso di pensarti- sentii alle mie spalle

Il nostro segretoWhere stories live. Discover now