26. grazie

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Jimin's pov
Tornare al lavoro dopo quello che era successo sarebbe stata dura. In quel momento il mio unico desiderio era non lavorare lì per alcuni giorni, così da non incontrare Jungkook da nessuna parte. Se lo avessi visto non so come avrei potuto reagire.

L'universo sembrava essere dalla mia parte almeno questa volta, dato che una volta entrato Hobi mi aveva comunicato che Jungkook sarebbe stato fuori tutto il giorno per vari impegni.

Rilasciai un sospiro di sollievo a quella notizia e mi diressi subito al mio lavoro. Potei togliermi un peso dal cuore, almeno per quel giorno.

Quella giornata sembrava prospettarsi meravigliosa. Il pensiero di incontrarlo ormai era dissolto, dato che sapevo per certo che non sarebbe accaduto.

La giornata passò in fretta e il mio turno giunse al termine.

-a domani Hyung-dissi salutando Nam, per poi dirigermi verso l'ascensore così da poter scendere a piano terra.

In pochi minuti arrivò e subito entrai, seguito da varie persone, le quali mano a mano che scendeva, loro facevano lo stesso.

Dopo alcuni minuti, rimasi solo così potei rilassarmi un attimo, appoggiandomi ad una parete dell'ascensore.

Chiusi gli occhi alcuni momenti, cercando ancora più relax dimenticandomi qualche istante di tutto intorno a me.

Era meraviglioso potersi rilassare qualche istante in libertà ed in solitudine. Il mio respiro si fece più rumorose e si regolarizzò, permettendomi di staccare la spina.

D'improvviso, l'ascensore si mosse stranamente facendomi sobbalzare. Scosso da esso, riaprii gli occhi rendendomi contro di essere accolto dal buio più totale.

Cercai di mantenere la calma e di premere il pulsante di aiuto dell'ascensore, ma niente sembra essere fuori uso.

Iniziai a gridare, sperando che qualcuno mi sentisse e che mi liberasse ma sembrava che nessuno potesse farlo. Del resto era ormai l'ora di chiusura e tutti stavano andando a casa.

Presi il cellulare, cercando di chiamare qualcuno, ma ovviamente non c'era segnale.
-figurati se ne va una dritta-dissi per poi poggiare la testa sulle gambe che avevo rannicchiato poco prima. Sapevo che vista la situazione, sarei rimasto in quel posto per un tempo indefinito, così piano piano mi lascii abbandonare al sonno che mi aveva perso.

Dopo un po' iniziai a sentire dei rumori. Non sapevo quanto tempo fosse passato, ma qualcosa mi diceva che ne era passato diverso.

Mi sveglii ed iniziai a gridare nuovamente
-aiuto, aiuto, c'è qualcuno.... aiutatemi-urlai ,poi silenzio. Rimasi in ascolto, sperando di non star immaginando tutto, quando d'improvviso qualcuno mi rispose rincuorandomi
-si ti sento, sei nell'ascensore?-chiese quella voce
-si mi aiuti ad uscire la prego-risposi io, non sentendo poi più nulla.

Non capivo dove fosse andata quella persona. Se doveva salvarmi perché se ne era andata?

Dopo alcuni attimi, cominciai a sentire un rumore metallico sfregare contro le porte dell'ascensore e piano piano aprirsi.

Rimasi fermo in attesa che venissero aperte, finché non accadde.

Davanti mi si palesò un uomo sulla quarantina sorridente, con un piede di porco in mano.

-tutto bene?-mi chiese sorridendomi ancora
-si la ringrazio infinitamente-risposi io inchinandomi per ringraziarlo
-é merito suo se ti abbiamo trovato-mi disse indicando qualcuno dietro il muro, il quale dinnanzi a quelle parole uscii e sorrise a 32 denti
-sono contento che stai bene jiminie-disse Hobi, uscendo da dietro il muro e sorridendo

Il nostro segretoWhere stories live. Discover now