25. che è successo?

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Jimin's pov
-che sta succedendo?-

Finalmente Tae era tornato e mi stava salvando da questa situazione che ormai mi era stretta. Vedere lui mi aveva aiutato a stare meglio. Sapevo che era lì per salvarmi e che mi avrebbe portato via da quella situazione che mi stava logorando.

Alla vista di Tae, subito Jk lasciò la presa su di me permettendomi di allontanarmi, mentre era fisso su di lui cercando di capire le sue prossime mosse. Cercava di far capire al mio amico che non aveva cattive intenzioni.

In un secondo corsi verso Tae, nascondendomi nel suo petto ed iniziando a piangere. Lui appena mi vide correre da lui, aprí le braccia per accogliermi
-che è successo? Che ti ha fatto?-mi chiese dolcemente, cercando di guardami negli occhi facendomi dolci carezze sulla testa, ma io gli sussurai qualcosa prima che potesse aggiungere altro
-andiamo via ti prego-
Subito mi guardò, mi prese per mano e mi portò fuori dal palazzo fino alla sua macchina.

In meno che non si dica fummo dentro casa mia, con una tisana rilassante in mano, seduto sul divano cercando di rilassarmi e calmarmi
-allora che è successo?-mi chiese subito senza esitare, sedendosi al mio fianco
-siamo rimasti chiusi in terrazza perché la porta a quanto pare era difettosa e lui ha iniziato a dirmi che mi aveva sempre pensato, che il suo viaggio non era mai stato voluto da lui ma da suo padre e che....-mi interruppi avendo paura di ripetere le ultime parole che mi aveva praticamente urlato ma che ancora mi ronzavano in testa.

*Io ti amo Jimin*

Nonostante la mia fiducia nella sue parole ormai era nulla, non potevo non continuare a pensarci.

Era qualcosa che non sentivo da tempo uscire dalla sua bocca. Un tempo ci avrei creduto senza condizioni, ma ora non mi fidavo più al 100% di ciò che diceva.

-che? Che altro ha detto?-chiese Tae, ormai mosso dalla curiosità
-mi ha detto...che mi ama ancora e che lo farà sempre e che lotterà per riavermi-dissi abbassando lo sguardo, battendo le dita sulla tazza che avevo in mano
-e tu?-chiese Tae, posando la sua tazza sul tavolinetto e voltandosi maggiormente verso di me
-niente, non sapevo che dire...le sue parole mi faceva male e sono scoppiato a piangere anche se non volevo....poi per fortuna sei arrivato tu a salvarmi...se non fossi arrivato non so come sarebbe finita-dissi, giocherellando con la tazza che avevo in mano, sul punto di piangere nuovamente
-vieni qui-mi tirò lui in un abbraccio capendo che ne avessi bisogno

Il nostro segretoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt