𝟎𝟒

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Si guardarono con curiosità, nessuno prima di allora aveva avuto modo di vedersi e a primo impatto le loro differenze erano notevoli. 

Gli eredi aspettarono pazientemente in silenzio e in quel momento si resero conto di essere condannati a trascorrere del tempo sulla terra insieme, un terribile errore: se i loro stessi genitori si odiavano, era logico che anche loro non avrebbero sopportato la compagnia.

Jimin non distolse gli occhi dal ragazzo pallido dai capelli neri che gli aveva parlato prima: di chi poteva essere figlio? il comportamento serio, affascinante e sofferente non era qualcosa che poteva passare inosservato.

JungKook valutò silenziosamente il ragazzo dai capelli rossi che continuava a fissare il fuoco viola che usciva dalla voragine di marmo. Quest'ultimo indossava un abito bianco con una corazza d'oro e sul petto aveva un'insegna che riconosceva come il Partenone di Atene stampato sul petto, ma non era l'unico che portava un simbolo simile, anche lui e suo fratello lo indossavano come onore delle loro radici.

Da un corridoio emerse un sacerdote dell'Olimpo; il suo lungo e largo cappuccio blu cobalto gli copriva strategicamente mani e viso, si avvicinò rimanendo all'interno del cerchio, tutti erano attenti a quello che avrebbe detto. 

-Figli dell'Olimpo... è arrivato il momento di pronunciare la vostra condanna!- la sua voce era spessa, il tono era diverso da qualsiasi cosa avessero sentito prima, era una strana combinazione tra una canzone celeste e un ringhio infernale, che ti congela il sangue al solo sentirlo.

-Il nostro Dio, Zeus, vi ha condannato a rimanere sulla terra come mortali fino a quando non sarà trovato il colpevole delle atrocità commesse contro l'umanità... a meno che non parli il responsabile!

Gli eredi si guardarono l'un l'altro cercando di capire chi era colui che doveva pagare le conseguenze per essere andato contro le leggi degli Dei. La paura e l'incertezza si riflettevano sui loro volti, Jungkook sapeva che nessuno avrebbe parlato, tutti erano terrorizzati e questa sensazione forniva un'incapacità motoria ed emotiva di dare una risposta concreta.

-Poiché nessuno è abbastanza degno di affrontare le conseguenze e preferisce trascinare innocenti tra le sue mani egoiste, allora dobbiamo iniziare... ognuno di voi si presenti ufficialmente!

Quelle parole riempivano solo l'atmosfera di pesantezza, volevano solo essere salvati da una condanna così ingiusta, ma non potevano dire e fare nulla. Una delle cose che i loro genitori avevano insegnato loro, fin dai primi anni, era di non contraddire coloro che erano gerarchicamente in una posizione più alta ed essendo i più giovani delle loro famiglie, ci si aspettava che obbedissero agli ordini senza dire una parola, dovevano mostrare agli altri che erano buoni e obbedienti, come i loro fratelli maggiori che, secoli fa, avevano dimostrato di essere capaci di avere un nome rispettabile.

Di conseguenza chinarono la testa in segno di sottomissione temendo una punizione peggiore, perché anche se non l'avessero accettata, Zeus era troppo indulgente dopo il danno che uno o tutti loro avevano causato.

Thanatos, il Dio della morte, temuto dagli umani e rispettato dalle divinità aveva sempre desiderato il mondo umano, si nutriva degli ultimi respiri di vita, lasciando le povere anime come un guscio vuoto con dolori per tutta l'eternità. Era il Dio che non si inchinava a nessuno e che poteva diventare così potente da essere in grado di annientare gli universi, compreso l'Olimpo. 

-Iniziamo!- il prete tirò fuori dalla manica una manciata di sabbia che gettò nel fuoco viola che si intensificò.

-Mi chiamo Namjoon, sono il figlio del Dio supremo- iniziò un ragazzo alto e bello, lasciando gli altri sbalorditi. Namjoon era vestito di azzurro con un'armatura d'argento, sul petto poggiava il simbolo dell'Olimpo attraversato da un fulmine. Com'era possibile che lo stesso figlio di Zeus fosse tra loro? Era così crudele da condannare il suo stesso figlio?

-Sono Hoseok figlio del dio degli oceani, Poseidone- parlò un giovane dal bel volto che a differenza degli altri questo non indossava un'armatura, ma un completo di seta bianca e sul suo collo c'era il segno del tridente evidenziato da una cicatrice luminosa.

-Io sono Yoongi figlio degli Inferi- la sua pelle pallida e gli occhi neri, come i suoi capelli, lo facevano sembrare il più stravagante degli otto, i suoi vestiti erano completamente neri, evidenziavano il suo corpo esile e sul collo portava una catena con uno strano simbolo.

Alla sinistra di Namjoon c'era un ragazzo di una bellezza ammagliante che sorrideva con gentilezza, ma anche con vanità, amava vedere come i volti delle persone intorno a lui cambiavano espressione, consapevole della sua bellezza.

-Mi chiamo SeokJin figlio di Afrodite- tutti capirono il motivo del suo insolito aspetto.

-Io sono Taehyung- rispose il rosso senza intenzione di continuare, tutti aspettarono, ma lui non aprì più la bocca.

-I-io...sono Jimin, è un piacere- il ragazzo era tenero e dolce, oltre che molto bello -E... sono Figlio di Apollo

Infine, è stata la volta dei ragazzi quasi privi di espressione facciale, tutti si intimidirono al solo vedere la profondità dei loro sguardi.

-Io sono Yugyeom meglio conosciuto come Phobos- disse il maggiore.

- Io Jungkook e siamo i figli di Ares

Tutti lì li conoscevano. Erano gli unici figli del Dio della Guerra, quelli che nei racconti vagavano con il padre per godere degli annientamenti e le disgrazie della guerra, dipinti come esseri vendicativi che si nutrivano della paura e del panico delle masse.

-Dovete ascoltare bene signori miei, l'unica regola che avrete sulla terra è che nessuno di voi possa contattare il proprio progenie. Ora chiudete gli occhi, è il momento di andare!

Gli eredi obbedirono con la testa bassa vittime del terrore, improvvisamente i loro corpi si sentirono leggeri e uno strano calore li circondò, il loro stomaco si girò provocando loro una forte senso di nausea. Quando aprirono gli occhi, nulla intorno a loro era ormai familiare.

-è questa la terra?

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𝖊𝖗𝖊𝖉𝖎 𝖉𝖊𝖑𝖑'𝖔𝖑𝖎𝖒𝖕𝖔Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt