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qualche ora prima

-Dobbiamo fare qualcosa! Dobbiamo scendere ed aiutarli!

I genitori guardarono nel fondo della laguna, all'interno era riprodotta in tempo reale l'immagine dell'imminente attacco ai loro figli, con sorpresa, rimorso e paura videro quelle sporche creature uscire dall'acqua e dalla foresta per andare ad attaccare gli eredi.

-Non possiamo intervenire Hera

La donna guardò con disprezzo il marito. Per tanti anni avevano mantenuto una tregua silenziosa, ma lei non voleva sacrificare suo figlio ed era pronta per dirgli di non eseguire le sue stupide regole. Era persino in grado di sollevare una ribellione contro il Dio supremo, ma un urlo straziante di dolore e impotenza le gelò il sangue, a lei e tutti i presenti.

- MIO FIGLIO!

Guardarono tutti nel punto esatto, Atena era in ginocchio sulle piastrelle urlando mentre si prendeva forte il petto. La guardarono stupiti, mentre una freccia veniva lanciata dall'oscurità e venne conficcata nel petto del ragazzo dai capelli rossi, il dolore credibile della madre assente commosse gli antichi guerrieri che erano nella stanza in attesa dell'ordine diretto, che temevano i loro figli. Volevano essere lì per salvarli, ma non potevano.

-Nyx ha lasciato la terra, i suoi poteri non sono abbastanza forti per combattere contro quell'oscurità, sta arrivando qui - disse Hermes, il messaggero degli dei, mentre tornava in volo sull'Olimpo. Quelle parole scioglievano la confusione, non erano sicuri del potere che aveva Tanathos nella terra. Era un rischio che Zeus non era disposto a pagare molto meno per suo figlio, perché, sebbene lo amasse con il cuore in mano, la responsabilità di tenere al sicuro l'Olimpo era sua.

-Mio figlio! Padre devi fare qualcosa! Ti prego!

Nessuno era pronto a vedere la Dea stratega crollare in un mare di lacrime quando vide suo figlio morire sotto quella freccia, sapeva che il veleno lo avrebbe ucciso. Distrutta e pentita si lamentava della pronta perdita del suo unico e prezioso figlio, che lei non l'avevo mai abbracciato o detto un ti amo.

-Cosa sta facendo tuo figlio Ade?

L'uomo guardò dove indicava Ares, suo figlio pur sapendo di non avere i doni per chiamare le forze oscure e fare l'incantesimo stava cercando di salvare il figlio di Atena, Persefone lo guardò tristemente.

-Fratello, dobbiamo restituire i poteri che abbiamo confinato a loro, Yoongi deve salvare il figlio di tua figlia, dai a loro la possibilità di difendersi

- Dov'è mio figlio? - sussurrò Poseidone.

Zeus analizzò esitante la proposta che gli veniva fatta, tutti aspettavano che desse l'ordine corretto, perché non poteva lasciare che gli eredi morissero in quel modo, sapeva che tra loro c'era il traditore e che una volta dati i poteri non potevano di nuovo ridarglieli, ciò che significava salvezza era anche un pericolo sul futuro. Guardò ciascuno degli Dei che in quel momento erano lontani dal pensiero oggettivo. Il suo cuore li stava accecando e come biasimarli se una parte di lui voleva scendere sulla terra ed eliminare qualsiasi minaccia.

-Ridaglieli- confermò.

-Ma io-... non ho i suoi poteri, quelli sono della natura di Efesto- la donna continuò a guardare suo figlio che urlava di dolore, nel momento in cui il pallido ragazzo figlio del Dio della morte cercava di aiutarlo.

-Contattalo per un aiuto, è l'unico che si trova per terra, fallo Atena- Era la guardò con aspettativa, aveva quel dubbio che le aleggiava in testa: Sarebbe riuscita a contattare l'uomo che odiava per salvare il figlio che non aveva voluto? I suoi pensieri ebbero risposta quando Atena si alzò immediatamente andando a chiamare Efesto attraverso il legame che condividevano.

Il resto fece un cerchio intorno alla laguna, a differenza degli umani il potere dei figli degli Dei non era condiviso da entrambi i genitori, ce n'era uno che dava un'estensione del loro potere per la rinascita del nuovo e potente figlio. Un genitore per ogni figlio, è così che Zeus, Ade, Ares, Poseidone, Afrodite e Apollo si riunirono e tirarono fuori dalle loro tasche un pugnale d'oro di piccole dimensioni, che lo usarono per tagliarsi i polsi, facendo uscire il sangue che cadde nelle magiche acque del fossato, risplendendo di colori inimmaginabili.

-Donoton e ató mou na ta dimiourgíso - dissero all'unisono e guardarono attentamente quando il figlio di Ade tirò la freccia dal petto ferito del rosso ormai privo di sensi per il dolore lancinante causato.

-I nostri figli devono sopravvivere a questo- sussurrò Afrodite ascoltata da Ares che le fece un cenno compassionevole.

-Ora è tutto nelle loro mani, spero che li abbiate addestrati correttamente- sospirò Zeus mentre sedeva sul più grande dei dodici troni ad aspettare quello che stava arrivando, con la ferma speranza di mantenere in vita gli otto e scoprire il traditore perché non c'era modo per loro di rimanere uniti senza uno di loro, quello che ha originato la disgrazia, facendo muovere alcuni contro gli altri per adempiere al mandato di Thanatos. Era lo guardava sentendo che la furia prendeva il sopravvento nel suo essere, aveva giurato che se suo figlio fosse morto in battaglia lei con le sue stesse mani sarebbe stata responsabile di farla pagare all'unica persona responsabile, era l'uomo che dormiva accanto a lei e che ora era seduto in attesa, il viso freddo e imponente. Perché la furiosa guerra non ci sarebbe stata solo sulla terraferma.

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Nel prossimo capitolo  vi consiglio di mettere una musica di combattimento perché qui le cose si fanno davvero interessanti

🗡️/✨

Vi lascio un paio di canzoni


Se conoscete canzoni simili e volete condividerla nei commenti ci fareste un piacere, non solo a noi, ma anche per chi sta leggendo questo libro.

Grazie mille 💜✨

𝖊𝖗𝖊𝖉𝖎 𝖉𝖊𝖑𝖑'𝖔𝖑𝖎𝖒𝖕𝖔Where stories live. Discover now