Fra sogno e realtà

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Hermione si svegliò in preda agli incubi.

La stanza buia e solitaria da Prefetto aveva di certo il vantaggio di non doversi preoccupare per gli altri, ma lo svantaggio che ormai nessuno si preoccupava di lei.
 Aveva sognato Katie Bell che urlava, delle immagini ad intermittenza della ragazza e della collana e la scritta del bigliettino che aveva trovato:

INDOSSARE

BERE

TRASPORTARE

TORRE DI ASTRONOMIA

Era sudata e continuava a tremare, era tre volte che si svegliava e tre volte che il sogno si ripeteva, ormai si era convinta a non riprovarci più.
Piuttosto, avrebbe voluto schiarirsi le idee con una passeggiata, ma era vietato.

Siamo noi che facciamo le regole quest'anno

Dopotutto nessuno l'avrebbe vista, sarebbe stata attenta e anche se l'avessero fatto, quest'anno poteva e aveva veramente bisogno di uscire da quella stanza fredda e buia.
Il castello sembrava avere una vita a sé di notte, non era mai completamente in silenzio, come una foresta.
Si rese conto di essere finita vicino alla stanza delle necessità e si chiese se non potesse trovare lì quello che le serviva.
Ma di cos'è che aveva bisogno? La stanza glielo avrebbe presto mostrato.
Sentì un rumore provenire da dietro di sé, all'inizio del corridoio, si nascose dietro l'angolo e sbirciò con cautela. Quei lunghi capelli biondi e il pigiama pieno di frange non lasciavano dubbi, era Luna, ma non sembrava pienamente cosciente. Si chiese se per caso qualcuno stesse cercando di controllare anche lei dopo Katie Bell e si sentì in dovere di testarlo di persona.
<< Luna? >> la scosse con forza e il suo sguardo vitreo cadde sotto le pesanti palpebre e quando le palpebre cedettero, lo fecero anche le gambe.
Hermione attutì la sua caduta con fatica, l'amica era per terra, inerme.
Le diede qualche schiaffetto.
<< Luna svegliati, svegliati ti prego >> A quelle parole Luna sbatté le palpebre e riaprì gli occhi con uno sguardo sereno, almeno prima di vedere Hermione china su di lei con l'espressione preoccupata.
<< Oh Hermione, c'è qualcosa che non va? >> Assurdo che Luna non trovasse strano svegliarsi nel mezzo del castello.
<< Cosa ci fai qui? Io ho avuto un incubo molto vivido, c'era un Thestral che mi voleva far magiare dal suo becco... >> Hermione si rasserenò, l'amica era solo sonnambula, solo l'ennesima delle sue stranezze, ma niente di più strano di... bhe di lei.
<< Ho avuto anche io un incubo >>
<< E anche tu sei sonnambula e ci siamo incontrate proprio qui? Che coincidenza, siamo amiche di viaggi nei sogni forse, mio padre ha scritto un articolo su una comunità di maghi i cui sogni e viaggi nei sogni si erano sincronizzati, forse sta capitando anche a noi >>
Hermione sorrise per un attimo pensando a quella evenienza e invece stava semplicemente mentendo a un'altra persona. Non stava mentendo, stava solo omettendo.
<< Allora a domani forse, stesso posto, stessa ora? >> Luna si allontanò ridendo.
<< Sì, a domani >> Sperò proprio di non avere la stessa notte in bianco anche l'indomani, ma si sarebbe presto ricreduta sulla necessità di averla domani, dopodomani e dopo ancora.
Passò di fronte al muro della stanza delle necessità e desiderò ardentemente un luogo di riposo e rinnovamento.
La stanza le si aprì in una nube di vapore.
Si ritrovò in un ampio spazio con una vasca più grande del bagno dei Prefetti e così tanto vapore da non vedere altro a parte la matassa di cuscini e coperte di fronte al fuoco di un camino già acceso.
Hermione lasciò uscire tutta l'ansia accumulata, una musica delicata e irreale iniziò a risuonare non appena mise piede nella stanza, era leggera come la pioggia settembrina.
Iniziò a ballare come se l'avesse già ballata mille volte, con gli occhi chiusi, per un tempo che poteva essere un'ora o qualche minuto. Il vapore si diradò e se avesse voluto avrebbe potuto vedere meglio la composizione della stanza, piena di specchi, come a volerla far concentrare su se stessa e a vedersi davvero.

 
Certo, poteva anche non essere pienamente rivolto a lei questo assetto, poteva essere rivolto ad esempio al ragazzo che era già dentro la stanza da molto prima di lei e che si stava affrettando a nascondere le poche cose che erano rimaste da prima che lei arrivasse. Nascose l'armadio con la chiave d'oro infilata nella serratura e la pozione polisucco già iniziata da tempo.
Si appiattì contro l'armadio appena entrò e assistette alla trasformazione della stanza.
Si ritrovò a sorridere non appena la ragazza si mise a ballare sulle note di una musica improvvisa e familiare come quella.
Sapeva di non dover guardare, sembrava un momento così intimo, eppure non poteva evitarlo, gli ricordava un petalo trasportato dal vento, un petalo di Iris, ricordò.
Desiderò per una notte essere un altro, non avere questo volto, solo per una notte.
Sopra l'armadio c'era una maschera nera con le rifiniture argentate, probabile residuo di chissà quale Ballo del Ceppo.

Guardò la Granger e si concedette una piccola pausa dai suoi tormenti, s'infilò la maschera e la musica gli suggerì quando subentrare, pose una mano nella sua vita e intrecciò l'altra con la sua. Hermione a quel tocco aprì leggermente gli occhi e continuò a ballare fra il sogno e la veglia, volteggiando forse per ore, finché il vapore non si diradò completamente, finché la musica non finì e il suo cavaliere non si tolse la maschera.

<< Malfoy! >>

CLIMAX - THE SECRET (Dramione)Where stories live. Discover now