Urlo

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Erano esausti nel pavimento freddo della biblioteca.
Gli incantesimi erano svaniti e la calma appianava i loro sospiri irregolari.
Hermione era appoggiata a pancia in giù sul suo petto e giocherellava con i capelli biondi che continuavano a sfuggirle dalle dita.
Delle risatine le animavano il seno nudo e le solleticavano il viso del biondo.
<< Raccontami... raccontami il tuo incubo, Draco >>
<< Non era questo l'accordo >> Draco socchiuse gli occhi per non guardarla.
Hermione glieli aprì delicatamente con i polpastrelli.
<< Le cose sono cambiate >>
Draco allontanò le sue mani e sorrise, pensò che in fondo gli avrebbe fatto bene.
Si decise a parlare, inspirò e con il sospiro vennero fuori quei nodi che gli appesantivano il petto.
<< C'eri tu, Hermione... >>
Hermione si sentì un buco nel petto che le levò il sorriso.
<< E... e cosa succedeva? >> Hermione aveva quasi paura di chiederlo.
<< Tu eri... >> Draco si leccò le labbra secche  << ... eri la persona che dovevo uccidere >>
Ci fu una pausa senza dolcezza.
<< Ed è così? >> Hermione si raddrizzò in ginocchio.
E se fosse stato così fin dall'inizio?
<< È così cosa? >> Draco tirò su le sopracciglia con supponenza e incredulità.
Hermione sentì le vertigini.

Si sentì cadere.
Sensazione che presto avrebbe provato anche Draco.

<< Sono veramente io la persona che devi uccidere? >>
Draco percepì tutta la sua insicurezza.
<< No, Hermione, per me sarebbe controproducente fare sesso con le mie vittime >>
Hermione si sentì stupida per la domanda e offesa per la risposta.
Tenne lo sguardo basso.
<< E allora chi è? >>
<< Lo sai benissimo che se te lo dicessi poi dovrei cancellarti la memoria >>
<< ... o peggio >> lo disse piano, con la paura che lo risucchiava.
<< Non mi sembra che tu abbia mai avuto problemi a farlo >>
<< Oh Contraire... >> fece vibrare la R, quasi la ruggì  << ... il fatto che io l'abbia dovuto fare molte volte, non vuole affatto dire che io l'abbia voluto o che non ne abbia sofferto >>
A Hermione questa sembrò una stupida scusa che lo faceva dormire la notte.
<< Una persona giusta non riesce a dormire sapendo di avere sulla coscienza così tanti misfatti>>
<< Se dovessi smettere di dormire per questo, bhe allora dovrei buttarmi dalla Torre di Astronomia per quello che farò a Becco Bianco >>
<< Becco Bianco? >> lo guardò sorpresa, curiosa e confusa.
Draco inspirò lentamente, valutando se si fosse esposto troppo.
<< Sono sempre stato fantasioso con i nomignoli >>
San Potter
Lo sfregiato
Lenticchia
Sanguesporco
Si tirò su anche lui per raggiungerla e accarezzò la guancia alla sua Sanguesporco.
<< Anche se... anche tu non scherzi, Dama >>
<< Draco... >> Hermione gli bloccò la mano e lo guardò seriamente.
<< ... Se tu... in qualsiasi momento... volessi ripensarci >>
Draco sbuffò e tirò indietro la testa.
<< Cosa, Hermione? Cosa potrei fare? >> la sua voce gutturale risultava più disperata e cavernosa, forse dalla posizione, forse dal discorso.
<< Potresti avvertirci delle tue mosse in anticipo >>
<< Fare il doppio gioco? >> Disse schifato tornando a guardarla.
<< Anticipare le tue stesse mosse non è doppio gioco, la scelta che fai è chiara >>
Draco passò lo sguardo da un occhio all'altro e infine fece schioccare la lingua sul palato.
Ci stava seriamente pensando?
Abbassò lo sguardo.
<< E il tuo? >>
<< Il mio cosa? >>
<< Incubo >>
Hermione chiuse gli occhi.
<< Lascia stare... è sempre lo stesso, da mesi >> si mise le mani sul viso.
<< Raccontami >> Draco insistette facendola stendere su di lui, lei appoggiò la testa sulla sua coscia.
Draco le iniziò ad accarezzare i capelli in movimenti talmente naturali, che gli sembrò di farlo da una vita intera.
E forse era così.
Hermione inspirò ed espirò così tanta aria che a Draco parve si sarebbe sgonfiata tanto da scomparire, come se le storie di cui erano portatori fossero l'unico contenuto delle persone.
<< Ormai non sogno neanche più immagini, solo parole >>
A Draco si insospettì lo sguardo.
<< INDOSSARE
      BERE
      TRASPORTARE
      TORRE DI ASTRONOMIA >>
Draco rimase pietrificato e bloccò il movimento ritmico fra i capelli.
Strinse il pugno come strinse la mascella.
Hermione si sentì la sua angoscia addosso, cercò di passare oltre e non badare ai capelli che Draco stava lievemente tirando.
<< Sicuramente facessi Divinazione quella pazza della professoressa Cooman avrebbe tirato fuori delle teorie assurde sul mio destino nefasto >> Hermione si mise a sghignazzare nervosamente, finché non posò lo sguardo su di lui.
Il suo viso impassibile era più bianco che mai.
Draco aveva lo sguardo lontano, incantato nella luce che si stava insinuando fra le tende scure.
La realtà stava chiamando.
Era questo il loro destino? Essere l'isola che non c'è?
<< Non pensavo che ti avrebbe turbato tanto >>
Draco mandò giù rumorosamente la saliva.
<< È... è solo un sogno >> Provò a convincerlo, ma con scarsi risultati, vista la cera sempre più malaticcia e lo sguardo vacuo.
Hermione si appoggiò alla sua spalla e gli accarezzò il braccio dolcemente, come suo padre era solito fare a lei quando la giornata non era andata come aveva pianificato.
<< Sì... solo un sogno. >>
Restarono in silenzio per qualche secondo, ma i loro respiri tradivano irrequietezze che agitavano i loro corpi in solo apparente stato di rilassamento.
<< Devo...  >> il suo respiro accelerò << ... devo andare >> Draco si rialzò in fretta, ancora semi-nudo, tentando di recuperare i resti dei suoi vestiti sgualciti e sparì dalla stanza di buio eterno.
<< Non sei solo! >> Urlò Hermione, ma la porta attutì l'urlo e separò con violenza il filo che avevano tessuto con così tanta cura fino a quel momento.
Hermione pianse lacrime calde ristagnate troppo tempo, perché Draco e Hermione sarebbero sempre stati una piccola parentesi fra storie già scritte, fra fazioni rivali già dichiarate, piccoli attimi d'infinito verticale nella lunga linea temporale che li trascinava via.
Forse alla fine aveva ragione Draco.
Ciò che non sapeva era che quello stesso Draco era abbandonato schiena contro alla porta, sgorgava lacrime silenziose con lo sguardo fisso nel vuoto che era tornato a mangiargli il petto, qualche sospiro veloce e sommesso gli agitava il petto.

Draco urlava da una vita in silenzio

I resti di Hermione si appassirono nel pavimento come i fiori di iris che coglieva ogni mattino, fra le mille storie nei libri che raccontavano di lei a sua insaputa.
Draco aveva bisogno di vedere il suo destino dritto in faccia e urlargli contro.
Si ritrovò presto nella torre di Astronomia a sfogarsi contro il lago nero.
Gli parve quasi di sentire le sirene unirsi al suo canto disperato.
Sarebbe cambiato qualcosa se avessero saputo l'uno dell'altra? No, perché già lo sapevano.

Si cercavano perché rifugiarsi nelle debolezze di qualcun altro era più facile che affrontare le proprie? Perché insieme era più facile giocare a fare i forti?
Qual era il significato di questi tanti piccoli attimi d'infinito che non componevano nessun presente? 
È sufficiente volersi bene per salvarsi?

Quella notte li aveva visti infrangere tutte le regole, ma Hermione non sapeva più se fosse sufficiente questo atteggiamento di sfida continua verso tutte le certezze per sentirsi viva, a sentirsi vera.
E Draco si chiese quanto valesse la pena coinvolgerla così tanto, quanto valesse la pena affannarsi tanto se si conosceva già la fine.
Aveva finito tutto l'ossigeno che aveva nei polmoni.

Guardò in basso.
Chissà cosa succede se mi butto
Guardò le montagne lontane e l'erba mossa dal vento in una marea cullante alla base del castello.
Le montagne sono solo onde pietrificate, pensò.
Chissà com'è tuffarsi.
La sensazione deve essere la stessa perché ciò che cambia è l'impatto.
Chissà se anche per Silente sarà così, chissà se gli attimi che seguono la morte si possono sentire.
Forse nell'ultimo sguardo che gli avrebbe rivolto, l'avrebbe guardato davvero, l'avrebbe visto davvero.
Inspirò tanto che i suoi polmoni bruciarono. L'aria fredda gli pizzicava il petto.
Si tolse le scarpe.
Salì sul cornicione.
<< Accio scopa >>
Aprì le braccia come fossero ali.
Qualcuno avrebbe forse dovuto ricordargli che i pavoni non volano.

Voleva volare prima di cadere.
Voleva vivere prima di morire

Chiuse gli occhi
Perché nel buio si vede meglio.
Perché a occhi chiusi si vede meglio.
Perché gli occhi mentono più di ogni altra cosa.
I piedi nudi per un attimo sembrarono camminare sul niente, solo l'aria cambiò.
L'aria sembrò cambiare soffio, come se un vento impetuoso si scatenasse dal centro della terra o dalla pietra del castello.
In realtà l'aria non si muoveva di un millimetro in quella fresca mattina, era lui che stava cadendo.
Sorrise.
<< DRACO! >> Una voce lo chiamava da lontano, una voce disperata che gli rimbombò in testa come un ricordo perduto.
Draco aprì gli occhi di colpo e vide il verde della prateria spalancare le fauci per inghiottirlo.
Non era pronto.
Certo che sarebbe stato proprio un modo penoso per morire.
Infondo non gli sarebbe importato poi tanto da morto.
Non gli sarebbe importato.
<< DRACO! >> Rimbombò di nuovo.
Quasi sperò che la scopa non spuntasse da dietro l'angolo del castello, che non si fiondasse sotto di lui e non lo salvasse a pochi metri dall'impatto, ma fu esattamente quello che successe.
Draco arrivò a terra con il fiatone e gli occhi stralunati.
Aveva visto la morte in faccia e non era il Signore Oscuro, ma era non avere niente per cui vivere.

Niente.

<< DRACO! >>

Niente che lo smuovesse

<< DRACO! >>

A parte una voce che l'aveva trasportato fuori dall'oblio.
Di nuovo.

CLIMAX - THE SECRET (Dramione)Where stories live. Discover now