Patta

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Harry aveva la bacchetta alzata su Draco.
Fra Draco ed Harry scattò l'elettrica rivalità che li aveva sempre accompagnati.
<< Sorpreso, Potter? >>
<< Ti piacerebbe. >>
Hermione si frappose fra i due antichi rivali.
<< Harry io... non è come sembra... >>

<< Credi davvero che cadrei così in basso? >>

<< Ah no? E allora com'è, Hermione? >>
<< Già, com'è allora? >> Draco era curioso di sapere come avrebbe descritto la situazione.
<< Tu stanne fuori, Malfoy >> Harry lo ammonì.
<< Ci sono più dentro di quanto non immagini, Potter >> Malfoy ghignò, Harry fece una smorfia di disgusto.
<< STATE ZITTI >> Hermione si intromise di nuovo.
<< Certo Hermione, perché non ci prendiamo tutti un tè mentre tu e Malfoy non mi dite da quanto va avanti la vostra relazione? >>
<< Relazione? >> Hermione fece un tono schifato, era pur sempre davanti ad Harry.
<< Relazione? >> Draco fece invece un tono sorpreso, dapprima per la parola, poi per la reazione di lei.
Si fissarono.
Abbassarono entrambi lo sguardo, prima di tornare su Harry.
Silenzio.
<< No, Harry ascolta... >> Hermione ritentò, ma lui sembrava non sentirla, non staccava lo sguardo furente e disgustato da Malfoy.
<< Harry calmati, lasciala spiegare... >> Ginny cercò di farlo ragionare.
<< Tu lo sapevi? Sapevi tutto, non è vero Ginny? >> Harry ripensò all'imprecazione bizzarra dell'amica tempo prima "solo Salazar sa chi altro".
Harry le lanciò uno sguardo furioso e girò i tacchi. Hermione lo seguì all'istante.

<< Harry parlami, ti prego! >>
<< Perché dovrei? Tu non l'hai fatto con me! >>
<< Io forse avrò sbagliato a tenermi tutto dentro, ma non ti eri nemmeno accorto di quanto tutto questo mi turbasse, Harry! >> Hermione aveva gli occhi esausti.
Harry aprì la bocca per risponderle a tono, ma poi capì che forse l'amica non avesse tutti i torti, forse doveva tornare ad essere l'amico che era sempre stato prima di diventare il prescelto che tutti volevano vedere, almeno per lei, che per lui c'era sempre stata.
Le rivolse uno sguardo deciso, buttò fuori l'aria e, insieme ad essa, le sue frustrazioni.
<< Ascolta Herm, francamente non me ne frega molto di chi ti porti a letto o nella bara o dovunque quel coso faccia sesso, ma non penso sia stato sano il modo in cui mi hai tenuto all'oscuro di tutta la situazione. >>  Si avvicinò e le sussurrò  << Sai benissimo dei miei dubbi, non riguarda solo te, sono preoccupato per l'incolumità della scuola... >>
<< Lo so, lo sto facendo anche per questo >> Hermione si ripetè per l'ennesima volta le ragioni per cui lo faceva, ma ogni volta sembrava scordarsene nei momenti più importanti.
Draco li aveva raggiunti, anche se nessuno se ne era accorto, e li aveva sentiti.
Sentì un buco nel petto farsi sempre più grande.
In fondo lo sapeva che doveva esserci un secondo fine.
Sempre.
A tutto.
Harry lo vide dietro di lei, i suoi occhi disincantati erano per Harry una rivalsa, le loro posizioni invertite erano la punizione cosmica che gli spettava.
<< Non fargli troppo male >> Harry lo guardò oltre alla spalla di Hermione e andò via, seguito da Ginny che le fece l'occhiolino.
Draco rimase immobile a fissare il pavimento.
Ancora una volta si chiese chi avesse veramente il controllo fra i due.
Hermione si voltò, sapeva benissimo fosse dietro di lei, lo percepiva.
Percepiva i suoi nervi tesi e le sue tempie tirate, il suo respiro affannoso e gli occhi che si spostavano dal pavimento, alle sue gambe, alle mani, al collo, agli occhi.
Uno sguardo disilluso gli vinceva il volto.
<< Tu lo sapevi? Sapevi che erano lì per tutto questo tempo e non hai detto nulla? >>
<< Prima o poi lo avrebbero scoperto, ti ho fatto un favore, dovresti ringraziarmi, Granger... >>
<< ...Ti ho liberata da un peso >>
Un'altra volta...
Un'altra volta aveva deciso per lei.
<< Prima o poi avrebbero dovuto sapere cosa esattamente, Malfoy? >>
Draco scosse la testa con un sorriso tremante.
<< Cos'è, ti fanno paura le parole? Proprio a te che ci vivi dentro? >> Draco la punzecchiò.
<< Di quale parola avrei paura? >>
Draco arricciò il naso, sembrava trattenerne così tante, così tante domande di cui sapeva già non gli sarebbe mai arrivata una risposta.
Le prese una mano.
<< Mi dai solo risposte che ti convengono, Granger... >>
Le tracciò con le dita le linee del palmo
<< ...quando inizierai a dire le verità scomode? >>
Dal palmo passò al polso delicato, Hermione fu scossa da un piccolo brivido.
<< ... Le verità scomode sono le più belle >>
Appoggiò lievemente la bocca nelle nocche.
<< Cosa vuoi sapere, Draco? >>
Non riuscì a guardarla, guardò invece le vene verdi che le si intravedevano dalla pelle sottile del polso. Sangue che l'avrebbe dovuto tormentare e, forse, in qualche modo, era ancora così.
<< Ne vale la pena? >>
Hermione chiuse gli occhi e inspirò.
Silenzio.
Sguardo basso.
Hermione ritirò la mano e si voltò.
Che domanda stupida.
Decontestualizzata.
Egoista.

Come loro.

Draco si sedette per terra con la schiena contro il muro ad accarezzare la bacchetta calda di un incantesimo che bramava da anni, si stava preparando a uscire, solo che lui ancora non lo sapeva.
Draco voleva provare qualcosa.
Il silenzio fu spezzato finalmente dal movimento di Hermione.
Gli prese il viso fra le mani e lo obbligò a guardarla.
Lei voleva vedere se c'era sincerità in quello sguardo turbolento e scostante.
Gli pose la domanda più difficile che potesse fargli.
<< Mi ami, Draco? >>
Draco la fissò con gli occhi che diventarono presto lucidi.
<< Amarti? >> La sua voce tremò e tentò di mascherarla con la rabbia.
<< Amarti, Granger? >>
Le parole fremevano per uscire, tanto che le labbra mimavano inconsciamente la parola 'sì', lui piegò la testa in avanti, non poteva dirglielo, lei non lo aveva fatto.
Draco infondo non aveva auto la possibilità di essere il bambino che avrebbe voluto essere, per questo non era mai veramente cresciuto.
Gli occhi lucidi di rabbia e disperazione.
Hermione si smise di mordere il labbro e lasciò le parole uscire, era il suo turno di compromettersi.
Era come un gioco a dadi, imprevedibile.
<< Dimmi di sì, Draco >>
Hermione vedeva l'aria farsi più densa, come prima di un'esplosione o di una tempesta.
<< Ti prego >>
<< Ne ho bisogno >>
Le parole di Hermione lo bloccarono, come congelato.
<< Ho bisogno di te >>
Draco sospirò sentendo il petto farsi caldo e il suo sospiro trascinò fuori dalla bacchetta l'incantesimo tanto atteso, quello che provava incessantemente in silenzio da tutto l'anno, senza avere mai un vero ricordo tanto intenso, ora lo pronunciò quasi senza rendersene conto.
<< Expecto Patronum >> sussurrò invece, impellente come singhiozzo.
Un bagliore quasi accecante sprigionò dalla sua bacchetta formando un pavone di luce, le cui piume erano finalmente aperte in tutta la loro magnificenza, fiere, non si nascondevano, almeno loro.
Hermione guardò Draco confusa, aspettandosi una spiegazione e lo trovò più sorpreso di lei, quasi sfinito quando l'incantesimo finì.
Era la sua prima volta.
Era vero, era la sua prima volta, per la stessa ragione per cui i dissennatori quasi non gli facevano effetto, non aveva avuto fino a quel momento un'esperienza tanto intensa, no anzi, un sentimento tanto intenso, certo, complicato, ma intenso.
Fino a quel maledettissimo anno che rischiava di fargli perdere l'equilibrio ad ogni passo.
Era più giusto esporsi e rischiare di soffrire o non esporsi ed essere sicuri di non poter mai amare?
Si accasciò a terra, stanco.
Si passò le mani sul viso e divaricò le dita quel tanto che bastava per poter sbirciare la reazione di Hermione.
Era rimasta immobile, aveva le lacrime agli occhi.
Si avvicinò lentamente e lo abbracciò, gli strinse la chioma bionda al petto.
<< È stato... magico >> Draco internò quelle parole sussurrate al tramonto di una prima volta e desiderò sentirle al termine di ogni prima volta, desiderò di averle sentite alle altre prime volte.
<< Dimmi che ne vale la pena, Hermione >> o niente avrebbe avuto più avuto senso.
Silenzio.
Hermione lo fissò e nei suoi occhi si vide con tutti i suoi difetti, in quelle grandi iridi profonde in cui tutto sembrava sbagliato, lei si sentiva così a casa.
Gli afferrò i capelli e lo baciò con bisogno, bisogno quasi di essere assorbita da quel caos che non riusciva a controllare, eppure che tanto bramava.
Aveva fatto tante cose pazze nella sua vita, ma mai veramente per se stessa
E non era sicura che anche questa volta fosse per se stessa, forse era per la scuola, forse per Ron, ma soprattutto, forse era per Draco e perché vedere qualcuno più perso di lei la faceva sentire meglio, ancora meglio se fosse stato perso PER lei.
Ma di sicuro...
... Di sicuro...
Lo guardò in tutta la sua disperata bellezza: dai capelli biondi scompigliati agli zigomi sporgenti, gli occhi semi-chiusi in attesa del verdetto.
Di sicuro ne valeva la pena.
<< Sì Draco... >> Draco spalancò gli occhi, incredulo, pensando forse che spalancandoli avrebbe sentito meglio, lei gli passò una mano fra i capelli, scompigliandoglieli ancora di più
<< ... ne vale la pena. >>
Quelle deboli parole risuonarono per il castello e sovrastarono di gran lunga i suoni ovattati della festa lontana, lontana nello spazio e nel tempo.
La luna aveva illuminato più del giorno perché quando tutto si vede, niente risalta.


Avevano giocato e avevano perso entrambi.
A volte c'è gloria nel perdere insieme.

CLIMAX - THE SECRET (Dramione)Where stories live. Discover now