CLIMAX - THE SECRET (Dramione)

Così mi hai

23

<< Non puoi chiedermi questo!  >>
<< È la tua risposta definitiva? Non ho paura della verità. >>
<< Ne avrai. >> Poi Draco abbassò la voce e chinò la testa, in modo che solo lui potesse sentire il commento successivo << io ne ho >>
<< Mettimi alla prova >>
La guardò.
Non era certo la ragazza innocente del primo anno, ma non aveva idea di quello che l'aspettava.
<< Uccidere. >>

Uccidere

No.
Hermione ebbe le vertigini, si ritrovò a ruotare in una voragine.
La voragine che annegava gli occhi di Draco.
<< Chi? >> si fece uscire in un sospiro.
Draco la guardò disperato.
<< Fermati Hermione >> lui la implorò, la voce gli tremava << tu che puoi. >>
Buttò l'ultimo ceppo nel camino.
Bruciava quanto l'ultima notte di disperata passione.
Se si fosse concentrato abbastanza probabilmente avrebbe visto la loro.
Era troppo turbato per parlarne.
Troppo fiero per crollare completamente.
<< Allora dammi l'oggetto che hai rubato questa notte >>
Draco schiuse le labbra.
Non poteva darglielo, dopo tutta la fatica che aveva fatto non poteva proprio, eppure doveva, c'era troppo in ballo stavolta.
Si disse che l'avrebbe ripreso, in qualche modo, era solo per darle un pegno.
Draco storse il naso, ma tirò fuori dalla tasca quello che aveva promesso.
Nella sua mano destra splendeva la stessa boccetta che Hermione aveva visto in mano ad Harry qualche giorno prima, possibile che dove c'era quella ci fossero guai?
Sapeva di dover essere arrabbiata perché l'aveva rubata al suo migliore amico, ma quella boccetta non era in buone mani con nessuno quest'anno, eccetto che con lei ovviamente, lei l'avrebbe custodita e non ne avrebbe abusato.
O almeno così credeva.
<< Sei andato nel dormitorio Grifondoro? Con la mia faccia suppongo >>
<< Sì >> Draco guardò nel vuoto e fu scosso da un brivido di disgusto che Hermione attribuì a patriottismo.
<< e ora tocca a te andare in giro con la mia uniforme. >> Lei la prese controvoglia.
Si spogliò lentamente, senza staccargli gli occhi di dosso.
Una mina stava per scoppiare.
Draco era tornato spavaldo e la guardava appoggiato al muro, scrutandola silenzioso.
Non appena ebbe finito di rivestirsi Draco le prese una mano e la fece piroettare, negli occhi la fierezza di chi sa che il caos avrebbe presto fatto impazzire Hogwarts per mano sua e che lui poteva guardarlo in anteprima.
<< Farò di meglio... >> Lo guardò con decisione, con gli occhi accesi, divampanti di potere.
Il potere di chi ha capito come si gioca.
Lo prese per i capelli e lo baciò con brama, Draco le cinse la schiena e gliene restituì uno ancora più bramoso.
Queste montagne russe perenni erano un'eccitante maledizione.
Gli si allontanò, lasciandolo con gli occhi infuocati e prese la bottiglia piena di polisucco per terra.
<< Ora sai che devi pensarci due volte la prossima volta che fai una cazzata, perché ho questa...>> fece brillare la Felix
<< questa... >> tirò su la bottiglia di polisucco con fierezza.
<< e... >>
<< Non ti servirà a niente senza... >>
<< Un tuo capello Draco? >> gli mostrò la mano destra, con la quale aveva afferrato i suoi capelli qualche secondo prima, vi brillavano infatti due capelli biondissimi che splendevano come oro fra pollice e indice.
Draco scosse la testa, allibito, le sopracciglia alzate, sorse però sulle labbra un sorriso furbo che si trasformò presto in un ghigno.
<< Così ti voglio >>
<< Sei fortunato, perché così mi hai >>

Così mi hai

Hermione l'aveva detto quasi sovra pensiero in risposta alla sua frase.
Il mondo non è pronto per questo e non lo sarà mai.
Draco intensificò il suo sguardo.
<< Nessuno ti dirà mai che vuole questo, che vuole essere smosso, scosso, sorpreso, ma lo vogliono tutti >>
<< Smettila di leggermi la mente Malfoy >>
Draco la seguì lentamente quando uscì, ma solo perché non si voleva perdere la scena:

Hermione Granger si aggirava per il castello alle prime ore del giorno, con un ghigno rubato e una divisa Serpeverde addosso.

Inspirò con avidità la scia di iris alla menta che lasciava.
La SUA ragazza.
Scacciò via quel pensiero così in fretta che dubitò di averlo mai sfiorato.