Segnale

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Harry si era trattenuto più tempo del previsto con Lumacorno per cercare di tirargli fuori il segreto di Voldemort.
Si arrovellava tutto il giorno per chiedersi come fosse possibile essere in possesso di un'informazione tanto importante e volerla tenere per sé solo per vergogna.

Il Professor Lumacorno era pur sempre un Serpeverde: orgoglioso.

Era certo che uno di questi giorni avrebbe ceduto, come per tutti, era ora di prendersi le responsabilità delle proprie azioni e subirne le conseguenze.
Harry proprio non capiva quelli che scappano, quelli che riescono a scappare dai propri demoni, i suoi lo perseguitavano ogni giorno, finché non li risolveva.
Affacciato alla finestra della stanza c'era un ragazzo che tutto quello che chiedeva era proprio di scappare lontano da tutti i casini che aveva creato e tutti quelli che stava per creare.

<< È bellissima non è vero? La luna >>

Era tradizione ormai per Hermione ad ogni luna piena fermarsi ad ammirarla a lungo, perché dentro di lei sapeva che infondo anche Draco la stava guardando, perciò anche se non potevano stare insieme, era come se si incontrassero sulla luna.
Sarà una tradizione che manterranno per molto, molto tempo.
Ma questa luna non era da sola.
Questa luna la vedeva fra le braccia di Draco.
Non parlavano.
Solo lunghi sospiri in una stanza che continuava a cambiare forma.
La stanza delle necessità
Cosa volevano? Di cosa avevano bisogno? Era evidente che non lo sapessero.
Sembrava di stare su una nuvola o al centro di un ciclone.
<< Draco, non venire mai >>
<< Prima o poi deve finire, Granger >>
Prima o poi doveva finire.

<< Queste ragazze... ci uccideranno >>
Certo, era più facile dire così, Ron.
Piuttosto che ammettere a noi stessi che ciò che ci uccide è principalmente ciò da cui scappiamo.

Hermione era tornata tardi dalla sua fuga e al rientro aveva trovato Harry in Sala Comune a fissare il fuoco, ma questa volta, senza comunicare con nessuno.
Non appena la vide comparire saltò giù dalla poltrona.
<< Hermione! Ti ho cercata ovunque! >>
Hermione, ancora con il fiatone, cercò di riprendere la sua normale temperatura corporea facendosi aria con la mano.
<< Ora mi hai trovata Harry, che succede? >>
<< Si tratta di Ron >>
L'espressione e il tono preoccupato di Harry allarmarono subito la ragazza, che perse immediatamente il colorito accaldato e divenne bianca come un uovo.
<< Che cosa è successo a Ron? >>
<< È successo che nessuno dei due c'era quando Ron aveva bisogno >>
Hermione si ricordò solo in quel momento di ciò che aveva promesso solo poche ore prima.
Le girò la testa a pensare come le sue priorità si fossero ribaltate in poco tempo.
A cos'era servita quella scappatella?
Perché ultimamente tutto ciò che faceva non costruiva mai nulla?
Doveva evidentemente tornare sui binari.
Doveva stare vicina a quelli che poteva ancora salvare.
Il mattino seguente arrivò a fatica, non fece incubi solo perché non dormì e quelle ore di piombo la immersero in un'afa di colpevolezza così densa che il sole non riusciva a tirarla su.

Si rese conto di essersi alzata solo quando la Professoressa McGranitt ruppe il silenzio dell'infermeria.
<< Le azioni di Potter sono state eroiche, la domanda è, perché si sono rese necessarie? >>
Si rese ulteriormente conto di star stringendo toppo la mano di Ron, desiderando che fosse quella di un altro.
<< Questa ha l'aria di essere un regalo, Horace, non ricordi chi ti ha dato questa bottiglia? >> Silente aveva quel tono curioso di quando sta svelando un segreto sotto gli occhi sorpresi di inconsapevoli spettatori.
Hermione non si ricordava che la mano di Ron fosse così tozza.
<< A dire il vero... a mia volta intendevo darla in regalo... >> Lumacorno era più titubante del solito.
<< A chi? Posso chiederlo? >>
<< A te Signor Preside >>
Vertigini.

BERE
Becco Bianco

Ecco perché non gliel'ha potuto dire.
Era proprio lui il suo obbiettivo.

Le venne quasi da ridere quando pensò a Draco, che non era riuscito nemmeno a graffiarle la mano alla Festa di Natale con quel pugnale inaspettatamente affilato, proprio Draco, uccidere Silente.
Se lei ne rideva, si disse che forse ne ridevano anche i Mangiamorte, forse era una missione suicida quella affidatagli dal Signore Oscuro...

<< Lui dov'è? Dov'è il mio Ronron? Ha chiesto di me? >>
I pensieri di Hermione furono interrotti dallo squillo delle corde vocali di Lavanda, che la fissò schifata non appena si rese conto che gli teneva la mano.
<< Che ci fa lei qui? >>
<< Potrei farti la stessa domanda >>
A Hermione il sangue cominciò a ribollire nelle vene, quasi stesse invadendo il suo territorio.
<< Si dà il caso che io sia la sua ragazza >>
<< E si dà il caso che io sia la sua... >> questo non l'aveva considerato << ... amica >>
<< Non farmi ridere! Non vi parlate da settimane! Bello che tu voglia fare pace con lui ora che a un tratto è interessante! >>
<< È stato avvelenato, asina giuliva! E per la cronaca: l'ho sempre trovato interessante. >>
Hermione si disse che, se non altro, quell'anno aveva proprio imparato a rispondere a tono.
Anche Ron sembrava volersi unire alla discussione, difatti un rantolo echeggiò nell'aria.
<< Vedi? Avverte la mia presenza! Non temere Ronron io sono qui. >>
Forse era meglio così, forse era meglio che stesse con lei.
Del resto, loro due erano semplicemente una fantasia a cui Hermione aveva creduto troppo, in fondo non erano mai stati sinceri su cosa provassero.
Certo, la sincerità non era proprio il forte di Hermione, ultimamente.

<< Herm...ione >>

Un segnale.
Solo in quel momento Hermione si rese conto che stesse aspettando solo un segnale.
E ora l'aveva avuto.
E tutti l'avevano sentito, soprattutto Lavanda, che stava scappando via piangendo.
A Lavanda questo era bastato per capire tutto, ma ad Hermione bastava?
<< Oh, essere giovani e sentire il morso pungente dell'amore >>

AMORE

Che parola complicata,
<< Sarà meglio andarcene tutti, il Signor Weasley è in ottime mani. >>

Era davvero così?

CLIMAX - THE SECRET (Dramione)Where stories live. Discover now