Capitolo 4

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30 Novembre 2001
New York
Pov. Chyna
"Jo! " mi volto immediatamente, la musica è alta ma qualcuno sta parlando più forte. Probabilmente ho le allucinazioni, mi sono un attimo allontanata dal tavolo per riprendermi dal momento che forse sono ubriaca. Mi sento stranamente triste adesso, devo vomitare e ho troppo caldo. "Chyna! Sono io!" Mi giro immediatamente, Sean mi è venuto incontro alzandosi da un tavolo e mi ha appena dato un bacio sulla guancia. "Ciao... Sean,giusto?" Vorrei essere sicura di aver salutato la persona giusta, mi gira la testa e stavo per uscire a fumare per riprendermi. "Volevo offrirti un drink ma... forse non è il caso". Scoppia a ridere per qualcosa che non ho capito, il rumore è fortissimo e ho caldo. Tocco la tasca della gonna per cercare il mio pacchetto ma mi accorgo di aver perso le sigarette, magari le ho finite prima. "Hai da fumare?" Gli domando urlandogli nell'orecchio. "Il mio amico ha dell'erba forse". "Ehm, no... una sigaretta per favore". Mi afferra a braccetto per portarmi fuori, avrei rischiato più volte di inciampare se non fosse stato per lui e non si può fumare qui all'interno. Mi accompagna a sedermi fuori accanto alla piscina, qui è meno affollato rispetto all'interno del locale e sento subito freddo. Si siede accanto a me e mi porge una sigaretta per poi accendermela, ha ancora il suo drink in mano e lo ha appoggiato a terra accanto ai miei piedi. "Era tanto che non ti vedevo... anche tu qui?" Mi domanda sorridendo, sorrido a mia volta e cerco di capire che cosa rispondergli ma subito mi blocca: "Sei qui da inizio serata? Io sono appena arrivato, i drink qui sono carichi". "Anthony mi ha portata qui... siamo arrivati dopo cena. No, dopo cena è venuto a prendermi. Devo chiederglielo". Faccio un altro tiro e mi sposto i capelli dalla faccia, sono tutta sudata e mi danno troppo fastidio gli orecchini incastrati nelle ciocche. "Ah, quindi sei con lui. Comunque non importa, se vuoi ti do un passaggio a casa". "No! È appena iniziata la serata. Hai sempre avuto quella roba in testa?". "La bandana? Sì! La metto sempre. Sei sicura di stare bene? Restiamo un po' fuori, ti serve una pausa". Qui fuori fa freddissimo, ho esagerato con l'alcol mi sa. "Anthony dice che io devo uscire con qualcuno. Dice che ormai sono passati sei mesi. Sono passati solo sei mesi! Chi dovrebbe volermi?". "Non dire così, non hai parlato con nessuno?". "Ehm... non lo vuoi il tuo drink?" Gli domando prendendolo in mano. "Sì, lo finisco io" risponde togliendomelo dalle mani per poi riprendere: "Sei qui da sola a fare serata? Hai il bracciale del privè, presentami qualcuno. Io sono qui con un paio di amici ma sono già strafatti". Mi guardo un attimo il polso e noto di avere un braccialetto di carta, come faceva a saperlo? "Me l'hai dato tu? Io non ce l'avevo prima". "Se non vuoi dirmi che esci con qualcuno va bene. Però non ti lascio sola, finisci la sigaretta prima". "Io non esco con nessuno! Hunter mi ha tradita! Chi mi vuole? Chi potrebbe volermi? Se mi ha tradita vuol dire che me lo meritavo". "No, non è vero. Ma perché dici così? Adesso sei ubriaca, non è vero". Mi abbraccia forte, finalmente sento un po' di calore e mi viene da piangere. "Io non voglio uscire con nessuno! Faccio schifo". "Chyna, non è vero. Ok? Guarda qui, ci sono un sacco di uomini e poi non ci credo che tu non hai guardato nessuno stasera. Le tue amiche cosa dicono?". "Quali amiche?" Gli domando, io sono arrivata con Anthony qui e poi... "Beh, sei qui da sola? Mi fai preoccupare,  quanto hai bevuto?". "Io... non ricordo. Qualcosa credo". Scoppio a piangere sul suo petto, perché mi fa queste domande? Io non so perché sono qui, ma non si può fare serata? "Ti sei drogata? Ti hanno offerto qualcosa?" "Ero al tavolo con gli altri, ho preso quello che hanno portato". Mi abbraccia ancora più forte, il suo profumo è buono e mi ricorda qualcuno. "Perché sei qui a New York? Non sei mai in città". "Mi hanno licenziato. O meglio, me ne sono andato io. Da quando hai lasciato è diventato tutto una merda, mi avevano messo part timer e mi stava bene ma lo stipendio è veramente una miseria. Lavoravo 15 giorni al mese, mi stava bene quando avevo una famiglia ma ho firmato il divorzio tre giorni fa e voglio mandare soldi ai miei bambini. Cazzo, io ho famiglia. Sto cercando altri ingaggi. Hunter si è fatto sentire? Mi ha detto che ti ha chiamata. Io spero che tu non voglia vederlo mai più. Non te lo meriti un uomo del genere". "Riprendo a piangere, anche Hunter usava questo dopobarba e non so nemmeno perché mi trovo qui: mi guardo un attimo intorno, delle persone mi guardano storto, c'è una piscina ma non capisco in che zona della città siamo dal momento che non sono mai stata in questo locale e la musica è così forte da coprire anche i miei singhiozzi. Hunter mi ha abbandonata, non posso chiamarlo anche se vorrei. Lui non mi vuole. "Perché piangi?" Mi chiede baciandomi la fronte in modo affettuoso. "Nessuno si rende conto di quanto faccia male... mentre diceva di amarmi lui diceva a un'altra che la amava!". "No, non pensarci più. Non è giusto. Tu sei Chyna, cazzo! Questa non è la persona che ho conosciuto io sei anni fa. È andata male con lui, ma ora guardati: hai fatto un secondo servizio fotografico con Playboy, hai recitato ed è quello che hai sempre voluto fare, vivi a New York... ti rimpiangono in WWF, sei più popolare di prima. Ci ha rimesso lui, l'ho sentito l'altro giorno e-". "Che ti ha detto?". Gli domando interrompendolo. Non ho notizie di lui da un po', forse lui e Stephanie si sposeranno... "Non sta bene. La sua gamba sta guarendo ma ci vorrà un po'. Si è pentito di ciò che ha fatto, ed è giusto che sia così". "Io non ci credo. Se si fosse pentito veramente lui mi avrebbe cercata!". "No,basta. Dopo tutto il male che ti ha fatto non si merita più una lacrima. Hai bisogno di essere felice, devi voltare pagina. Lo so che non è facile ma tu non sei brutta e nemmeno pazza, era lui a non meritarti non il contrario. Tu non stai bene, lasciati accompagnare a casa". Spengo la sigaretta a terra, tutti si stanno divertendo e una ragazza mi saluta in lontananza ma non ricordo chi sia. Riprendo a piangere, so che se dovesse portarmi ora a casa io mi farei del male. Non so dove mi trovo, probabilmente non ho nemmeno un passaggio per il ritorno e sono molto confusa. "Ti porto a casa". Afferma Sean abbracciandomi di nuovo, non ricordo nemmeno con chi sono qui e vorrei soltanto ricordare qualcosa. Tiro l'elastico che ho al polso in modo nervoso, non sento nemmeno dolore e non basta a svegliarmi da questo incubo. "Cosa fai?" Mi domanda prendendomi le mani, non capisco più nulla di questa situazione e sento solo un gran mal di testa, mi manca il respiro. "Va tutto bene, non ne hai bisogno". Sean sta cercando di rassicurarmi, per fortuna indosso le maniche lunghe e non può vedere. "Andiamo via" afferma prendendomi sotto braccio, cammino tra la folla seguendolo e rientriamo nel locale per salutare. La musica è fortissima e l'aria è piuttosto pesante. "I miei amici non ci sono, avvisa Anthony che stiamo andando". Mi trascina verso il privè tenendomi per un braccio, il tavolo dove erano seduti prima è ora vuoto e mi guida verso un altro tavolo dove è seduto Anthony insieme ad alcune donne. "Dove eri finita? Qualcuno ti ha offerto da bere?" Mi domanda indicando Sean. "È un mio amico" rispondo imbarazzata quando Sean afferma: "La accompagno a casa, buona serata". Un altro tipo di cui non ricordo il nome mi saluta prima che io possa uscire dal privè, quando una ragazza bionda mi saluta tagliandomi la strada: "Ciao Sean! E tu? Vai già via?" Mi domanda facendomi l'occhiolino. "Vado a casa, non mi sento bene" rispondo tirando dritto. "Allora ci vediamo sabato alla Playboy Mansion. Sarà la tua serata, vedi di non scappare via". "Ciao Rena" risponde Sean allontanandosi, quando incrociamo anche Marc che sta venendo verso di lei: "Ovviamente ci sarò anche io. Come mai non mi avevi detto di questa festa amore?" Mi volto verso di lei, non so come faccia ad essere sposata con questo stronzo ma sto troppo male per litigare. "Volete fare un tiro? " domanda a tutti quanti indicando il suo tavolo, degli uomini stanno preparando delle strisce di cocaina e Sean mi guarda per un attimo quando Rena esclama: "Dai Jo, è passata un'ora dalla tua ultima, vieni!". "Adesso Chyna viene a casa con me, buona serata!" Esclama Sean allontanandomi dal tavolo, saluto con un gesto i due quando finalmente usciamo all'aria aperta: " So che sei disperata ma la cocaina è pericolosa". " Che cosa? Io non ricordo di essere stata con loro". "Non dirmi bugie, Joanie. È tutto ok, domani starai meglio. Però stai attenta se no diventa abitudine". "Io non mi sono drogata! Non è vero!". "Non costringermi a chiamarti un taxi. Dai, sali in auto". Mi apre la portiera e mi aiuta a sedermi nel sedile anteriore e mi dice di aspettarlo mentre recupera le cose dal guardaroba. Cerco di guardarmi intorno ma non riconosco questo posto: è successo di nuovo, non può essere... non avevo bevuto prima di andare via, non questa volta... cerco di respirare profondamente,  è passata solo una settimana da quando è successo l'ultima volta e se lo dicessi a Sean non mi crederebbe. Devo tornare a casa, mi sento come un nodo in gola e apro un po' la portiera per respirare. Hunter non sa che Sean è qui, loro non parlano più... vorrei smettere di pensarlo, vorrei solo che lui se ne andasse dalla mia testa. Hanno ragione gli altri, avrei dovuto baciare qualcuno questa sera, lasciare il numero ad un uomo... perché non mi lascia vivere la mia vita? Ogni volta che qualcuno si avvicina a me è come una condanna, non riesco a non pensare a lui e quella puttana! Aspetto che Sean mi riporti la borsa con impazienza e prendo un fazzoletto dal porta oggetti nella portiera per pulirmi dal trucco quando lo sento ritornare: "Ecco, la tua borsa e il tuo cappotto. Copriti, fa freddo stasera". Mi aiuta ad indossare il cappotto e smetto finalmente di tremare, ho recuperato anche il cellulare e trovo delle chiamate perse da mia sorella. Apro un SMS e leggo: "Dovevi tornare ore fa. Scrivimi quando sei a casa". Kathy sapeva che ero qui, me ne sono dimenticata... rispondo velocemente al messaggio, il mio orologio segna le tre del mattino e forse ha ragione Sean a volermi portare a casa. Rileggo le conversazioni tra me e Kathy, questa sera Anthony mi ha portata a festeggiare il mio servizio di Playboy e poi siamo finiti in discoteca. "Dove ti porto?" Gli indico il mio indirizzo su una cartina che aveva in macchina, non so nemmeno in che zona della città siamo e non saprei dargli indicazioni. "È un po' lontano... spero di non sbagliare direzione". Abbasso un po' il finestrino cercando di respirare un po' d'aria fresca, questa sera ho usato della cocaina con Rena e suo marito e non ricordo niente? Probabilmente è successo ancora, non mi sentivo bene e non me lo posso ricordare. "Lasciami qui, chiamerò un taxi" affermo appena usciamo sulla strada principale. "Ma sei impazzita? Ormai sei salita, e poi anche io volevo solo andarmene di lì. La musica fa schifo e le ragazze non erano per niente belle. Sono appena tornato sul mercato e devo accontentarmi secondo i miei amici... che si fottano, loro non sanno che significa divorziare". "Esatto. Non accontentarti..." rispondo accendendomi una sigaretta delle sue, prima nella fretta me le ha lasciate e spero che non si accorga del furto perché non ho per niente voglia di scendere a comprarle una volta a casa. "So che in questo momento sembra un po' inappropriato tutto ciò ma volevo chiederti se... ecco... se tu vuoi che io sia tuo amico. In passato abbiamo un po' discusso e mi dispiace molto di essere stato stronzo con te. Io e Hunter siamo amici, io sono completamente dalla tua parte questa volta però capiscimi... io e lui siamo amici da anni ormai, gli ho sempre voluto bene e per quanto io non approvi ciò che ti ha fatto è sempre stato leale con me". "Certo... capisco". Rispondo guardando fuori dal finestrino, non capisco perché mi stia facendo questo discorso. "No, sono serio. Io non voglio che tu pensi che io sia qui per conto suo o altro... ti sto accompagnando a casa perché sei mia amica. Non gli dirò niente di questa sera, non preoccuparti". "Grazie, lo apprezzo". Lancio il mozzicone fuori dal finestrino e riprendo a guardare la mappa, sembra che siamo sulla direzione giusta e Sean è più tranquillo in questo momento. È gentile da parte sua preoccuparsi per me, ma non capisco come faccia ad essere ancora amico di quella merda. "Che cosa mi racconti di te invece? Come è andata in questi mesi lontano dalla WWF?". "Bene... diciamo". Mi prendo tempo per rispondere, non mi va di parlarne ora con lui. "Solo bene? Mi ha detto Rena che stavate festeggiando il tuo nuovo servizio per Playboy e non sei felice?" "Si, sono felice". "Beh, dovresti. È una rivista internazionale e ti hanno chiesto di collaborare nonostante tu non fossi più nel wrestling quindi significa che sei ancora importante per i tuoi fan". "Al lavoro va tutto bene, ho cambiato casa... lo saprai già immagino. Non me la sentivo più di abitare lì, Hunter non ha fatto storie per la casa ma sapevo che anche ristrutturando sarebbe stato difficile vivere lì in Connecticut. Inoltre è pure scomodo abitare a Greenwich, qui a New York ci sono molte più opportunità". "Hai fatto bene. Meriti di essese felice. Eddie mi ha detto che è stato da te qualche volta, dovrei aver capito dove abiti". "Sì, lui è stato a casa mia... siamo usciti qualche volta, non sta passando un bel periodo". Perché Eddie non si fa mai gli affari suoi? "Nemmeno tu da quel che vedo. Non preoccuparti, ci vorrà un po' di tempo. Ma non pensare che nessuno ti possa amare". "Allora neanche tu se per questo. Perché non sei rimasto a provarci con qualche tipa invece che perdere tempo con me?". "Perché non mi sento pronto. Ho divorziato da poco,pensavo che mi sarei sentito più libero ma... mi sento soltanto un fallimento. Essere traditi fa schifo,è inevitabile pensare che almeno un po' sia colpa tua. È stata colpa mia, io avrei dovuto esserci di più a casa". "Non è colpa tua. Io a volte penso a cosa avrei dovuto fare per Hunter e non riesco a trovare nessuna risposta se non quella più ovvia: avrei dovuto dargli un figlio. Io non posso avere figli,  era solo questione di tempo che mi avrebbe rimpiazzata. Dice tanto di me che sono pazza, che devo prendere i farmaci... perché lui è normale? Lui non è per nulla normale, è egocentrico, egoista e soprattutto è l'espressione massima del narcisismo. Lui è narcisista, ecco che cos'è. Non pensa nemmeno alla sua famiglia, non guarda in faccia a nessuno quando si tratta delle sue volontà. Eddie mi ha detto del test di gravidanza, questi due avranno dei figli molto presto se continuano a non usare precauzioni come due bambini e finalmente sarà felice di avere un figlio con la sua stessa faccia per vantarsi di quel suo naso da pesce spada". Sean sta ridendo come un coglione, non capisco che cosa ci trovi di così divertente ma non lo è per niente. "Ok, questo non glielo dirò mai". "E invece dovresti. Stephanie non avrà mai il coraggio di farlo, è una stronza con una doppia faccia. Non glielo dirà mai". "Sai che c'è? Hai ragione su di lui. Si è comportato da vera merda,hai tutto il diritto di essere arrabbiata". Riprendo a guardare fuori dal finestrino, ora finalmente riconosco la zona in cui siamo e non ho più molta voglia di parlargli. Mi sto sentendo male, la testa mi scoppia e ho bisogno solo di andare nel mio letto a riposare.
"Chyna! Siamo arrivati, credo...". Mi sveglio di soprassalto con una sua carezza sulla guancia, mi sono addormentata sulla sua macchina e non gli ho nemmeno dato le indicazioni. "Sì, è qui" rispondo scendendo dall'auto,  prendo le mie cose velocemente ma Sean sembra non avere fretta. "È stato bello rivederti" afferma baciandomi la guancia. "Anche per me" rispondo imbarazzata, è stato gentile a riportarmi fino a casa. Mentre si allontana dopo avermi abbracciato i nostri sguardi si incrociano per un momento: sta solo aspettando di baciarmi, lo percepisco dai suoi occhi e non vuole allontanarsi da me. "Ti accompagno di sopra" mi sussurra a pochi centimetri dal viso, io devo andare avanti... potrei dirgli di sì, non credo che lo rivedrei a breve... "ehm...". Cerco la chiave nella borsa e mi avvicino al portone, Sean mi segue scortandomi e mi sfiora la schiena con una mano: "Vado da sola" rispondo istintivamente allontanandolo. Non so cosa mi prende, io non sono pronta... "Sei sicura? Stai bene adesso?" Mi domanda sorpreso. "Sì, grazie di tutto. Magari un'altra volta, adesso vorrei solo dormire. Ti devo un favore. Buonanotte". "Notte". Scappo subito dentro al portone del palazzo e salgo in ascensore per evitare di incrociare il suo sguardo. Non so che mi prende, ho la tachicardia come se fossi scappata da lui correndo per chilometri. Forse mi piace un uomo. No, non è vero... avevo promesso a Hunter che avrei amato solo lui... credevo che sarebbe stato così per sempre. Mi ero rassegnata all'idea che non sarei più stata con nessun altro...

The Game is over (She never recovered parte 2)Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin