Capitolo 24

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Dal diario di Paul Levesque
E fu così che Steph conobbe i miei genitori. La notte precedente non avevo chiuso occhio, pensando più al loro incontro che al match che avevo in programma contro Jericho. Era un hell in a cell match, uno dei più pericolosi perché con la gabbia di acciaio ogni colpo sbagliato può essere letale... ma la realtà è che il lavoro andava piuttosto bene, non mi ero mai sentito più sicuro di me come in quel periodo dal punto di vista lavorativo: Triple H andava alla grande, in molti ancora oggi definiscono il me di quell'epoca il prime Triple H e non posso rinnegare il fatto che io mi sentissi completamente me stesso in ciò che facevo. Mi piaceva umiliare Jericho, mi piaceva vincere sporco e sfruttare il mio legame per fare ciò che volevo. Mi piaceva avere Vince fuori dalle palle, mi dispiace parlare in questo modo di lui ma quella fu l'ultima volta nella mia vita in cui ebbi un po' di libertà dalle decisioni di mio suocero e ora che ho passato i cinquanta inizio a pensare di essere abbastanza vecchio ormai per prendere ordini da un altro vecchio in pensione. Non parlavamo in quel periodo, Jo, non puoi sapere nulla se non ciò che vedevi dall'esterno e capisco che tu all'epoca mi consideravi solo uno stronzo. Perché era quello che dimostravo, di essere uno stronzo. Sì, perché io non fingevo nel ring: odiavo Jericho per qualche stupido motivo, non siamo mai andati d'accordo io e lui e anche ora che siamo entrambi maturati credo che i nostri caratteri siano incompatibili ma penso che umiliarlo davanti a tutti fosse soltanto una valvola di sfogo. Non ricordo esattamente perché abbiamo iniziato a litigare, all'epoca lui guardava Steph, lei era appena diventata la mia ragazza e questa scusa bastava per potermi prendere il diritto di rovinargli la carriera. Il mio odio era reale, il mio personaggio era una scusa per nascondere ciò che realmente volevo fare. Stephanie non sapeva dirmi di no, ha imparato a farlo negli anni ma all'inizio eravamo troppo innamorati per poterci dare un freno a vicenda: era tutto un gioco, non ce ne fregava più di niente e dopo ciò che la vita ci aveva riservato volevamo soltanto un po' di riscatto. Ero ridicolo. Se in quell'ambito Stephanie mi dava sicurezza, dal punto di vista della mia vera vita tutto era un disastro, ma io non lo capivo: la mia relazione con lei andava bene, quando eravamo insieme mi sentivo in un'altra dimensione e tutto era perfetto. Non sto esagerando, mai avrei immaginato che la mia vita potesse essere così appagante: al lavoro facevo ciò che volevo, eravamo pieni di soldi, la nostra popolarità era alle stelle, abbiamo preso casa, abbiamo comprato auto, moto, gioielli, orologi e abbiamo fatto anche dei viaggi... Facevamo sesso molto spesso, ogni volta che eravamo insieme doveva capitare in qualche modo e non c'era circostanza che poteva fermarci: l'abbiamo fatto ovunque, in qualsiasi modo possibile e immaginabile. Se solo ripenso a questi momenti trovo tutto ciò decisamente surreale: ormai alla mia età non posso nemmeno immaginare di poter sostenere quei ritmi, io e Steph quasi non ci guardiamo in faccia e quelle poche volte che accade so solo che è per il bene delle nostre figlie. Non voglio fargli capire che non siamo più quelli di una volta, non penso che capirebbero cosa significa aver creduto in un amore sbagliato. All'epoca non avevo dubbi, dovevo per forza convincermi che lasciarti andare fosse stata una buona idea: mi riempivo la vita di cose frivole, di feste , di amici falsi, di storyline da protagonista e di tutto ciò che ho detto prima. Pensavo continuamente ciò: con Jo non avrei mai avuto questi soldi, Jo non voleva fare sesso così spesso, lei non vorrebbe fare questo e quello insieme a me mentre Steph... Mentre Steph era la mia rovina, più mi trovavo bene con lei e più perdevo di vista il fatto che questo amore fosse tossico: il suo modo di amarmi era quello di compiacermi, mentre io non facevo altro che pensare a me. L'ho trattata male, ogni volta che provava a contrariarmi perdevo l'interesse nei suoi confronti e so che non esiste cosa peggiore dell'egoismo in amore, ma la realtà è che non mi rendevo conto di non amarla. I miei genitori avevano ragione, avevo bisogno della loro approvazione per far pace con la mia coscienza e ciò mi dava una profonda agitazione. Quando ti ho portata a conoscerli sapevo che non me ne sarebbe importato della loro opinione, ti tenevo per mano ed ero sicuro di ciò che stavamo facendo. Volevo a tutti i costi che loro si abituassero all'idea di noi come famiglia, ma poi la realtà era che volevo rimandare questo momento il più possibile per soffocare i sensi di colpa che avevo nei tuoi confronti per ciò che io e Steph abbiamo fatto: presentarla ai miei significava ammettere i miei errori, e lo sai che ho la testa dura. Non so se loro abbiano mai compreso la situazione, oggi i miei genitori sono anziani e la paura di perderli in ogni momento mi perseguita dal momento che loro hanno quasi perso me. Ho immaginato come sarebbe stata la vita della mia famiglia senza di me, loro adorano Stephanie e le nipotine ma le loro realtà sono completamente diverse: le mie figlie odiano andare in New Hampshire, loro odiano il bosco e andare a caccia o a pesca, odiano tutto del mio mondo e Stephanie non ha mai capito nulla di ciò che siamo noi Levesque. Si vogliono bene, ma non si sono mai compresi a vicenda. Nemmeno i miei genitori hanno mai capito che cosa ci fosse tra me e Steph, ma a loro andava bene così: volevano la mia felicità. Da figlio gli ho dato più volte la colpa per non avermi detto niente, ho sbagliato a parlare loro del pensiero che avevo di divorziare con tre figlie piccole. Li ho biasimati per non avermi impedito di sposarmi con Stephanie, ma ora che sono padre capisco il perché: quando parlo nessuna delle tre mi ascolta, soprattutto ora che sono adolescenti mi sento come se ogni giorno che avanza perdessi il diritto di parlare. Perché fanno di testa loro, e chi sono io per aprire la bocca? Non so se loro avessero capito fin da subito che Steph non era la donna per me, ma io so che un genitore capisce sempre tutto prima di noi: è come se avessimo un sesto senso, so che loro sapevano a cosa andavo incontro ma allo stesso tempo avevano capito che per un po' di anni avrei trovato la mia pace. Lo sfogo sul divorzio non è stato inaspettato per loro, dopo la tua morte mi sono chiuso in me stesso e pensavo che mi avrebbero chiuso fuori il giorno in cui sono tornato a casa in preda al delirio, ma non lo hanno fatto. Nonostante tutto non mi hanno mai abbandonato, e credo che sia ciò ad avermi dato la forza di non abbandonare le mie bambine. Sono le uniche persone che mi hanno fatto sentire compreso: dissero che tu mi avresti sempre accompagnato, che loro sapevano quanto ci ho tenuto a te e che ho provato fino all'ultimo a salvarti, ma  noi due purtoppo non eravamo destinati a stare insieme in questa vita. Mi sento solo, Jo. Quando ho rischiato di morire sono stato egoista: mentre stavo chiudendo gli occhi sentivo che era giusto così, che finalmente ti avrei rivista... ma non è giusto, ho una famiglia e devo ancora vedere i matrimoni delle mie figlie. Sono sicuro che sposeranno qualcuno che non mi piacerà, ma questo purtoppo è il loro destino. Ho fatto i miei errori, ma purtoppo non posso prevenire i loro. Spero che siano più sagge di me e che sappiano trovare la loro strada. Spero che non mi odieranno per essermi spinto fino a questo punto, perché morirò giovane... avrei dovuto prendermi il mio tempo, pensare alla mia salute e soprattutto visitarmi, come diceva mio padre. Soffriamo degli stessi problemi, ma io mi sentivo immune da tutto: pensavo che a me non sarebbe mai successo, che io fossi migliore di mio padre e avrebbe potuto occuparsene mia sorella della sua salute... Sono stato uno stronzo, ora che ho provato sulla mia pelle cosa significa non poter più vivere la propria vita normalmente mi sento più vulnerabile. Tutti noi moriremo un giorno, ma nessun genitore merita il dolore di perdere un figlio. So che nemmeno tu parlavi con la tua famiglia, ma nulla toglierà mai a tua madre il dolore di averti persa, Jo.
Pov. Triple H
Nashville, 19 Maggio 2002
"Amore, ti sei fatto male?". Mi domanda Stephanie correndomi incontro con un fazzoletto. Da quando mi sono fatto male sul serio ha sempre paura che mi accada qualcosa. "No, sto bene" rispondo asciugandomi la fronte dal sangue e ricambiando il suo abbraccio, lei odia quando mi faccio sanguinare la testa ma non è niente di serio. Mi bacia, mi sembra ancora strano poterlo fare davanti a tutti nel backstage e cerco di tenere il fazzoletto sulla fronte per non sporcarle i vestiti. "Come sta Chris?" Mi domanda passandomi una bottiglia d'acqua che svuoto quasi in un sorso. "Si sta facendo incerottare lo stronzo" rispondo per poi bagnarmi la testa con l'acqua restante. "Paul, non sarai mica stato cattivo? Ti avevo detto niente botch, non dirmi che si è fatto male! Mio padre è qui, non puoi fare sempre di testa tua!". "Non si è fatto niente, si asciugherà il sangue sulla faccia" rispondo per poi sedermi, sono stanco e ho già visto i miei nella prima fila. "So che era tutto programmato, ma spero che ti sia divertito perché da oggi basta con queste cose. Dagli un po' di tregua, mi ha detto che se non smetterai scriverà una lettera di licenziamento". Povero pivello, si sta spaventando. "Beh, allora continuiamo. Sarebbe la volta buona". "Paul, se lui si licenzia io vado nei casini. Ho appena preso il comando e se lui lascia prima della mia nomina ufficiale mi sono giocata il posto. Ci penseremo a tempo debito a lui, adesso lascia perdere. Quella testa di cazzo potrebbe rovinare i nostri piani e non ti permetto di dargli corda". "Steph, lui deve stare lontano da te. Forse non ha capito che tu sei la mia ragazza, deve capirlo una volta per tutte". So che è stato quel deficiente a mandarle dei fiori in ufficio, Stephanie è troppo ingenua. "Senti, potrebbe essere stato chiunque a mandarmi i fiori! Non è una cosa così assurda, tutte le volte che incontriamo i fan in molti mi regalano dei fiori e poi non significa niente tutto ciò. Li ho messi in un vaso perché sono belli, non avevano nemmeno il biglietto. All'inizio pensavo che fossi stato tu". "Non avevano il biglietto perché era ovvio che fosse stato lui!". "E allora? Lo sa benissimo che non ha nessuna possibilità con me, un conto sarebbe se me li avesse portati personalmente ma non sappiamo nemmeno chi possa essere stato a mandarli. Sono solo dei fiori, il mio vaso in ufficio era vuoto". "E chi poteva sapere che il vaso era vuoto se non qualcuno che era entrato qualche ora prima per minacciare di licenziarsi? Steph, lui lo fa apposta per provocarmi!". "Appunto! Non devi cedere alle sue provocazioni. Non mi interessa di lui, potrebbe anche regalarmi un anello ma non cambierebbe il fatto che io amo te. E poi se avessi butatto via tutto avrebbe continuato, in fondo io nemmeno avevo pensato a lui quando ho ricevuto le rose dal momento che ho un ragazzo che non riempiva il mio vaso da un po'  ". "Amore, non provarci nemmeno a dare la colpa a me". "Non ti sto dando la colpa, ho solo detto la verità". "Non ho un abbonamento dal fioraio, ti prendo i fiori quando mi ricordo! Non essere pesante per favore". "Quindi non ti ricordi nemmeno del fatto che l'anno scorso in questo periodo proprio Chris si è fatto problemi per la tua gamba? Ti ha aiutato a finire il match, sei stato tu a trattarlo male per primo. So che meritava una sgridata per quei commenti che mi ha fatto ma non per questo tu devi sempre pensare che io provi qualcosa per lui". "Non ho detto questo". "Invece lo hai fatto. Mi fai passare per una scema solo per non aver butatto due fiori. Sono solo dei fiori, non sappiamo nemmeno se sono da parte di Chris e sinceramente non mi importa chi li ha mandati: li butterò via, quando torneremo saranno già marci! Ma non devi sempre pensare che io gli stia dando retta: è evidente che queste sono provocazioni da parte sua, ma per favore non farti provocare! Vedendoti arrabbiato per quelle rose ha rivendicato il gesto solo per darti fastidio! Sono proprio sicura che non sia stato lui, probabilmente sono di qualche fan. Papà buttava via tutto quando arrivavano regali in ufficio, ma da quando non mi parla più mi portano sempre tutto dalla reception. Dai, stava pure ridendo quando ha detto che non ti doveva interessare di sapere da chi ricevo i fiori. Che colpa ne ho io? Sono solo dei fiori, non voglio litigare proprio oggi che dovrò incontrare i tuoi. Chris è in giro, se ci vedesse discutere gli daremmo solo soddisfazione". "Hai ragione" rispondo scuotendo la testa, non possiamo farci vedere così dai miei nè tanto meno da quel coglione. "Lo odio, lo giuro" affermo mentre Stephanie riprende a baciarmi. "Anche a me da fastidio, è veramente insopportabile. Ma la vostra faida è finita, il WWE Undisputed Championship lo ha perso a Wrestlemania davanti al mondo intero! A mio padre non frega più nulla di lui, se ne andrà da solo a breve. E poi gli hai fatto fare il dog sitter a febbraio, è stato umiliante". "È ciò che si meritava". "È questo che dirai ai tuoi più tardi?" Mi domanda sorridendo, Jericho si sta lamentando con quello sfigato di Waltman pochi metri più avanti e sono tentato di spaccargli definitivamente la faccia ma Vince improvvisamente si avvicina a noi: "Stephanie, lo sai che è già iniziato il match successivo? Non dovrei ricordarti che stai lavorando". Afferma severo guardando sua figlia in modo a dir poco spaventoso, tant'è che mi mette in soggezione nonostante non sia rivolto a me. "Stavo per andare a vedere, nessuno mi ha avvisata" risponde Steph in modo freddo per poi allontanarsi senza nemmeno guardare Vince in faccia. Rimango solo con lui, da quando abbiamo avuto quel confronto non abbiamo più avuto una conversazione vera e propria e mi sta spaventando questa sua insistenza: "So che tu e Jericho vi odiate, non sono scemo". Non so che cosa rispondere, i problemi personali tra di noi non sono mai stati di suo interesse e mi sorprende sapere che lui si informa su tutto ciò che mi riguardi. "Lo so che c'è stato un mezzo casino tra te, Chyna e Sean Waltman". Non so cosa rispondergli, non capisco il senso del discorso. "E so anche che mia figlia in questo momento vede le cose con il paraocchi e non esiste altro lottatore nei suoi progetti se non te". "Questo non è vero, la nostra relazione non c'entra nulla con il lavoro". "Davvero la metti su questo piano? Lavoro e vita privata sono separati? Non penso proprio che tu abbia capito in che situazione ti sei cacciato allora". "Stephanie non mi da nessun privilegio, non capisco perché mi stai disturbando" rispondo cercando di farlo spostare da davanti a me ma non accenna a muoversi. "Hai mai pensato al fatto che mia figlia potrebbe lasciarti?" "Veramente no... io la amo, non ho mai pensato a questo". "Certo, perché a te fa comodo tenertela stretta". "Non è così, il nostro rapporto è diverso. Perché non parlate più? Stephanie ci soffre". "Il nostro rapporto non ti riguarda. Voglio solo metterti in guardia per le cazzate che stai per fare: conosco mia figlia meglio di chiunque altro, so che un giorno si stuferà di te e non vorrà più avere a che fare con il suo ex al lavoro. Io non potrei contraddirla, chiunque odierebbe lavorare con il proprio ex. Ciò che è successo con Chyna è stato un puro caso, non doveva andare così: ciò che ti ha salvato è stata proprio l'ossessione di Stephanie nei tuoi confronti. Riceviamo ogni giorno messaggi di odio per ciò che avete fatto, i tuoi colleghi si lamentano di te continuamente e mi domandano chi ti sta dando il diritto di prendere le cose così sul personale... Non mi piace il tuo comportamento e non mi piaci tu. Stephanie aprirà gli occhi, ma tu non la trascinerai in queste sceneggiate che stai facendo: parla pure male di Chyna, continua con questo filone di programmi trash e comportati pure di merda con i tuoi colleghi. Sappi solo che non ti parerò il culo una seconda volta. Waltman è tornato a lavorare nella nostra compagnia, so che lui e Chyna hanno un bel rapporto... pensa bene alle conseguenze prima di tirarti addosso una seconda ondata di haters furiosi. Un giorno non avrai più avversari in questo ring con questo andazzo. Sei solo un coglione arrogante, ecco che cosa sei". "E tu sei solo un vecchio di merda" rispondo prendendolo per la cravatta. "Non lascerò Stephanie solo perché non ti piaccio. Devi restare fuori dal nostro rapporto, lei è la mia ragazza e Chyna è la mia ex ragazza e posso dire quello che mi pare sul nostro rapporto. Tu non sai un cazzo della mia vita, non fai altro che insultarmi ma tua figlia ama me: fattene una ragione e lasciami stare, quello che c'è tra me e Jericho non ti interessa". "Come mi hai chiamato?" Mi domanda guardandomi negli occhi. "Oh, che cazzo succede!" Esclama Mark mettendosi in mezzo, mi spinge per separarci e decido di lasciar perdere. "Paul,sei matto?" "Paul, io credevo in te. Per me hai talento, il tuo personaggio funziona... ti volevo bene. Ti abbiamo dato tante opportunità e tu sei cresciuto in questa compagnia. Non mi interessa del tuo lavoro, fai quello che vuoi: ma Stephanie è mia figlia, con lei non fai quello che vuoi. Non mi importa chi sei e quello che fai, potrai anche essere il wrestler migliore al mondo ma se le farai del male io ti farò sparire il tuo nome da questo sport per sempre". Si allontana andandosene verso la TV per seguire il match, odio il suo modo di fare e il fatto che lui sia il mio capo mi sta davvero scocciando. Stephanie è grande abbastanza per decidere per sé stessa, deve accettare che io e lei siamo fidanzati. "Hunter, calmati. Si può sapere che ti prende?". Mark si è messo davanti a me per impedirmi di correre verso Vince. "Mi odia perché sto con sua figlia. Pensa che io stia con lei per soldi o non so che cazzo pensa... sono stufo di questo vecchio di merda, mi tratta come se fossi uno stronzo solo perché non sono un cazzo di miliardario come lui!". "Hunter, per favore: se torna indietro ti fa il culo. Lascia perdere. Ti scopi sua figlia, è normale che ti odia". "Io non me la scopo sua figlia, noi stiamo insieme!". "Hunter, contieniti per piacere. Ho visto i tuoi in tribuna, immagino che siano qui per Stephanie". Cerco di prendermi un respiro, non posso sbroccare proprio adesso prima di un viaggio di famiglia. Non so che cosa abbia in mente Vince. "Sì, ha chiesto di incontrare la mia famiglia. Non so che cosa pensa Vince ma io e Stephanie non ci lasceremo". "Cerca di capirlo, i padri delle ragazze sono sempre un ostacolo: ha scoperto di voi due come coppia in una brutta circostanza, prima di ciò ti vedeva solo come un suo dipendente e poi si dice in giro che Stephanie abbia avuto diverse relazioni segrete con i wrestler... si dice di ogni su di lei, ma ha il fetish per i lottatori e non per i milionari in giacca e cravatta". "Vince mi vuole morto". "Hunter non esagerare... fai la tua vacanza, vedrai che forse Vince si convincerà. E poi non devi piacergli per forza, devi piacere a Steph". Mi lascia con una pacca sulla spalla, Mark e i suoi consigli mi fanno sempre bene.
Più tardi
"Ciao tesoro!" Urla mia madre davanti a tutti, sono appena uscito dagli spogliatoi e già Stephanie sta parlando con loro. Mi avvicino per salutare, mia mamma subito mi riempie di baci in modo imbarazzante e cerco di sottrarmi al suo affetto ma Stephanie mi guarda incantata: "Dai, saluta i tuoi!" Esclama ridendo. "Paul, che ti sei fatto sulla fronte?" "Può capitare, mi sono graffiato lottando" rispondo togliendo le sue mani dal cerotto, anche se spiegassi che l'ho fatto solo per fare scena non capirebbero il perché l'ho fatto intenzionalmente. "Ciao Paul... tutto bene?" Mi domanda papà abbracciandomi, mi sarei aspettato di tutto da lui ma non che avrebbe comprato la mia maglietta fuori dallo stadio. "Peter sarà felice di metterla". "Tesoro, non ci hai ancora presentato la tua ragazza! L'hai lasciata da sola con noi, si sarà sentita in imbarazzo". "Ma no, si figuri. È un piacere per me conoscervi" afferma Stephanie un po' intimidita. "Stephanie mi stava giusto raccontando che si occupa di parte della federazione...". "Sì mamma, lei è general manager" rispondo un po' spaesato. "E tu quando aspettavi a dircelo? Una ragazza così giovane che è già a capo di una azienda è da ammirare!" "Mamma, volevo presentarvela prima di parlare ancora di lavoro!" Esclamo, ma subito lei riprende: "Stephanie, cara: com'è lavorare con Paul? Immagino che sia pesante doverlo sopportare anche a casa... quando abitava con noi era sempre fissato con quella maledetta dieta, inoltre dopo il lavoro spariva sempre delle ore rinchiuso in quella palestra...". "Anche ora è sempre fissato, lui adora la palestra". Steph e mia madre sono presi a fare conversazione, questo scenario è a dir poco surreale. Non mi immaginavo che andassero così d'accordo dopo pochissimo tempo. "Paul, devo dire che mi stavo davvero preoccupando per te... hai sbattuto la testa, ti senti bene?" "Mamma, non mi sono fatto niente. Era tutta scena". "Anche il sangue che usciva dalla testa di Chris Jericho era tutta scena?" Mi domanda mio padre lasciandomi senza parole. "Non dovete preoccuparvi, loro sanno quello che fanno. Le mosse sono preparate". Per fortuna che c'è Steph a ribadirlo, ancora dopo anni non lo hanno compreso. "Allacciati la camicia, dove vai così?" Mio padre mi sta subito sistemando, odio allacciare la camicia ma non avevo voglia di farlo dopo la doccia. Vorrei soltanto mettermi a letto, mi fa male dappertutto ma mia madre è euforica: "Siete così carini!" Prendo Stephanie per mano cercando di trascinarla verso l'uscita ma mia madre si è messa davanti a noi: posso farvi una fotografia? Così la faccio vedere alle mie amiche, saranno tutte gelose di te cara... sei proprio una bella ragazza, purtoppo noi non abbiamo più la tua età". Non so da quando mia madre sa fare le fotografie ma ha preso un rullino dalla borsa e ci ha scattato qualche foto. "Sicuramente siete venuti bene". Ho come il presentimento che sarò venuto orribile, spero che quel rullino vada perso nei controlli in aeroporto prima che possa svilupparlo. "Stephanie mi ha detto che tu e suo padre non andate d'accordo " sbuffa papà severo. "Beh ecco... è il mio capo, vuole tenere un certo distacco". Continuiamo a camminare verso il parcheggio, se solo uscissimo da qui potrei evitare di vedere Vince... "Oh, guarda chi c'è! Non è Mr. McMahon quello?" "Sì, è lui" risponde Steph prontamente. "Buonasera Mr. McMahon!" Urlano i miei quasi in coro andandogli incontro, avevo dimenticato quanto potessero essere paesani prima di invitarli qui e questa abitudine di salurare chiunque trovano è davvero pesante. Vince si avvicina a loro subito dopo, accogliendoli con un grande sorriso: "Buonasera signori! Fatemi indovinare... siete i genitori, vero?" Finge di essere simpatico osservandoci tutti e tre per un momento per poi aggiungere: "La somiglianza è notevole". "Grazie, ce lo dicono in molti. Un po' di persone qui fuori ci hanno chiesto se fossimo suoi parenti". Mia madre sta dando il meglio di sè, Vince sembra ascoltarla con piacere ma mi sto vergognando di questa scena. "Tutto bene?" Mi sussurra Stephanie all'orecchio ma faccio finta di nulla. Non posso dirle che ci siamo insultato un'altra volta. "Si comporta bene mio figlio al lavoro? Noi siamo orgogliosi di ciò che sta facendo in TV, la ringrazio Mr. McMahon". "Lo faccio rigare dritto" risponde Vince guardadomi in cagnesco. "Comunque chiamatemi Vince, solo Vince va bene". "Piacere, Paul. Lei è mia moglie Patricia". "Due Paul! Con lo stesso identico naso! Potrei andare in confusione". "Anche tu e tua figlia vi somigliate molto. Complimenti, è proprio una bella ragazza". "Grazie Patricia, purtoppo lo so bene che è bella... dovevo immaginarmelo che avrebbe avuto tutti ai suoi piedi un giorno". "Ti prego, è imbarazzante" sbuffa Steph a bassa voce avvicinandosi a me. "Perché i miei?" Ribatto senza pensarci. "Mi dica un po' Vince: quante volte si allena al giorno? È impressionante questo fisico, lei sarà sicuramente più giovane di noi ma le faccio i miei complimenti". "Almeno i nostri padri vanno d'accordo" rispondo a Stephanie rimanendo indietro rispetto agli altri. "Ho 56 anni. Ma datemi del tu, per favore". "Caspita, ha avuto i figli giovane!" Esclama mia mamma tirando mio padre per un braccio. "Lei è la mia figlia più piccola. Vostro figlio lo sa, sono protettivo. Non è vero, Paul Jr.?" Mi sento improvvisamente fissato da tutti quanti, nessuno mi chiama più Paul Jr. da quando ho lasciato Nashua e l'ho sempre trovato irritante. "Puoi chiamarmi Hunter, per favore" rispondo a Vince facendo il suo gioco. "Sì è vero, mio padre a volte è fin troppo protettivo. Vero papà?" "Stephanie, ha ragione tuo padre. Non è mai troppo, sei ancora giovane vedi di ascoltarlo". I nostri padri continuano a compiacersi a vicenda, non so se stiano fingendo o altro ma sembrano molto convinti di voler fare conversazione. "La tua mamma dov'è, cara?". Cala il silenzio, Vince e Stephanie si guardano imbarazzati per un momento. Si meriterebbero di sapere che Linda ha scoperto la relazione del capo con la sua segretaria... "È al lavoro. Lei è in politica, ha sempre molto da fare". "Un giorno dovremmo fare un'uscita a coppie! Un appuntamento a sei sarebbe l'ideale. Anzi, a otto! Tuo fratello ha moglie?". "Sì mamma, Shane è sposato". "Oh che bello, spero che un giorno tu e Linda possiate diventare nonni... Vedi, Vince: noi siamo diventati nonni molto giovani, abbiamo un nipotino e una nipotina". "Siete fortunati. Shane e Marissa per ora non vogliono. Mio figlio dice che mi sento troppo giovane per fare il nonno". "Beh, è vero che siamo fortunati... ma vorremmo avere dei nipoti anche da Paul! Per il nostro cognome". Vince improvvisamente sbianca insieme a noi: "Mamma, mi sembra presto per parlarne!" Esclamo deciso e Vince si accoda: "Stephanie ha appena iniziato a lavorare... prima vorrei che si sposasse, glielo dico sempre". "Ma certo, non corriamo... prima i ragazzi si sposeranno, non è vero?" "Beh, Patricia: stanno insieme da pochi mesi. Non mettiamogli fretta". "Mio figlio a trentadue anni è ancora scapolo. Dovrebbe avere una certa fretta!" Urla mio padre. "Sicuramente avrebbe dovuto farlo tempo fa" incalza Vince. "Ora Steph è giovane. Non bisogna correre". "Mamma, ci sposeremo. Ma prima devo pensare alla proposta, voglio che sia perfetto". "Certo, certo. Però prima devi chiedermi la sua mano, Paul Jr."."Ti prego, non ascoltarlo". Sbuffa Stephanie prendendomi sotto braccio. "Se non mi concederà la tua mano allora gliela ruberò" le rispondo per poi baciarla. "Allora innamorati, ci prendiamo un drink?" Urla Vince, siamo rimasti un po' indietro e gli altri sono già nei parcheggi. "Noi non abbiamo l'auto però" risponde mamma preoccupata . "Non c'è problema: Stephanie viene con me e voi due con Paul Jr. Andiamo Steph". "Papà, ma ci stiamo in quattro in macchina!". "Stephanie, lasciali un po' soli! È una riunione familiare, io non ero nemmeno stato invitato...". Lo odio.

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