Capitolo 51

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Dal diario di Paul Levesque

Vince mi aveva messo alle strette quella sera, aveva finalmente rivelato che cosa pensava di noi due: si era esposto con sincerità e Shawn mi aveva detto di apprezzarlo, ma non riuscivo a non colpevolizzare l'uno e l'altro per avermi messo in una posizione critica. Mio suocero era stato chiaro, voleva che io prendessi posizione e portassi la nostra relazione ad un livello più serio. Non gli era bastata la convivenza, avevo scoperto nei giorni successivi da Stephanie che lei stessa gli aveva mentito sulla natura del nostro rapporto dicendo al padre che non aveva ancora trasferito la sua residenza, bugia peggiore non avrebbe potuto dire per mettermi nei guai in quanto Vince non accettava questo tipo di relazioni moderne, ma ancora meno tollera le bugie. Continuo a non comprendere come mai mio suocero si sforzi per apparire bigotto a tutti i costi, tenere il pugno duro con i figli non fa altro che fargli sviluppare una certa abilità nel mentire spudoratamente ed  era ciò che sua figlia aveva fatto riguardo alla nostra convivenza, la quale non sembrava essere motivo di scandalo a confronto con i comportamenti assunti in segreto da Vince: manteneva in piedi un matrimonio di facciata, tutti sapevano della sua sessualità aperta e per questo motivo avevo erroneamente dedotto che io e Steph potessimo tranquillamente fare avanti e indietro dal New Hampshire a New York come una coppia sposata anche senza anello al dito. La verità, Jo, è che non avevo voglia di sposarmi. Non saprei se fosse per scaramanzia, dato che l'ultima volta che mi ero proposto ad una donna tutto aveva iniziato ad andare a rotoli, oppure semplicemente perchè non riuscivo a vedere Steph come moglie. Ora me ne rendo conto, nonostante il nostro matrimonio sia stato abbastanza felice in questi anni sentivo che a mancare era qualcosa di fondamentale: l'amore. Non ho mai dubitato di provare qualcosa per Stephanie, le ho sempre voluto bene e sentivo di poter contare su di lei per ogni cosa: è stata la mia unica amica per molto tempo prima che io e Shawn ritornassimo a volerci bene sul serio, condividevamo molto dal nostro passato e con lei sentivo finalmente di aver trovato qualcuno che potesse capirmi senza giudicarmi, al contrario di come faceva il resto del mondo lei mi ascoltava e credo che ciò vedevamo l'uno nell'altra in quel periodo fosse soltanto compagnia, ovvero l'unica cosa che io le abbia saputo dare in tutti questi anni a parte tre bambine. Mi piaceva averla accanto e non volevo che lei se ne andasse dalla mia vita, ma nemmeno riuscivo ad immaginarmela accanto per il resto dei miei giorni. Nel mio futuro vedevo solo cinture, soldi, carriera, incontri, wrestling, tour... nel mio lavoro ero deciso e determinato, sapevo ciò che avrei voluto essere a livello professionale ma in ogni scenario che avevo provato ad immaginare Stephanie era solo una figura di contorno al mio successo personale. Lo so, sembrerò egoista, ma ciò che facevamo l'uno con l'altra era soltanto riempire un posto vuoto nel letto, sul sedile del passeggero della mia auto, insomma io davvero ci tenevo ad averla accanto ma sposarla... ho sempre reputato il matrimonio il traguardo più grande per una coppia e nonostante ci fossero tutti i presupposti non sapevo bene se volessi tagliare questa linea. Sul lavoro c'era e c'è ancora intesa, a letto c'era intesa, ma sul resto non riuscivamo proprio a capirci. Steph si è presto stancata di vivere in New Hampshire, le piaceva la tranquillità della campagna nel weekend ma spesso mi costringeva a guidare per due ore per raggiungere il centro di Nashua e andare a fare shopping, diceva che eravamo troppo isolati dal mondo e che avrebbe preferito rimanere vicina alle sue amiche per poter uscire a pranzo o bersi qualche cocktail. Ben presto la casa di Bedford si era trasformata in una casa vacanza, organizzavamo lì le grigliate con la famiglia ma la nostra residenza rimaneva a New York in quell'appartamento di sei stanze. Non la biasimavo per questo, in fondo abbiamo sempre saputo di avere due stili di vita diversi e il tempo insieme era così poco che mi bastava restare in sua compagnia, non mi importava dove fossimo. Ma sapevo che se l'avessi sposata avremmo dovuto trovare un'altra casa, Steph ha sempre detto di volere dei figli e io stesso avevo ancora il desiderio di essere padre nascosto in qualche angolo del mio cuore di pietra, un appartamento di sei stanze non sarebbe stato abbastanza per noi due ed un bambino. So che tu e i tuoi fratelli avete vissuto in case più piccole di questa, io stesso sono cresciuto in una piccola villetta ma il mio desiderio di riscatto l'ho sempre trasmesso alle mie figlie tanto da crescere tre ragazzine così viziate che nemmeno vogliono bere se non è acqua Fiji. Non mi sentivo abbastanza per sposare la Billion dollar princess, questa era la verità: avrei dovuto accontentare Stephanie comprandole una nuova casa, ogni volta che la vedevo spendere soldi pensavo a quanto avessi dovuto lavorare per comprarle quella borsa o quei vestiti mentre ogni volta che Vince si presentava a casa nostra portava sempre bottiglie di champagne da migliaia di dollari oppure "pensierini" per la figlia come vasi di cristallo o nuovi elettrodomestici da mettere in casa come se fossero mazzi di fiori e caramelle a cui io ero abituato quando i miei genitori mi facevano visita. Lui era convinto che io non fossi in grado di provvedere a lei, in un certo senso aveva più che ragione dal momento che per quanto potessi essermi arricchito non avevo raggiunto ancora il livello dei McMahon: guadagnavo di più di Stephanie al lavoro, questo era vero e per questo motivo io mi sentivo in difetto e volevo sempre provvedere a qualsiasi spesa, per dimostrare a suo padre che io potevo essere l'uomo che lui voleva per sua figlia; d'altra parte Stephanie era azionista nella compagnia, suo padre le aveva ceduto parte delle quote come regalo di laurea e inoltre Vince non le ha mai negato qualsiasi cosa lei volesse anche in età adulta. Il suo padrino le aveva regalato un grosso appartamento a New York, aveva investito parte dei suoi soldi ricavati dalla compagnia per raddoppiarli, i suoi genitori le avevano dato la restante parte del suo fondo per il college, Bruce le aveva regalato una barca per i suoi 18 anni e nonostante avesse già tutte queste cose nel suo patrimonio stava continuando a fare carriera e ben presto avrebbe avuto anche la compagnia per cui io stesso lavoravo. Sentivo la pressione di doverle dare tutto ciò che meritava, solo in questo modo Vince avrebbe accettato di concedermi la sua mano. Il suo patrimonio di famiglia era decisamente maggiore del mio, i miei genitori mi avevano lasciato solo un'auto usata al mio sedicesimo compleanno e sapevo che la mia eredità sarebbe stata metà della villetta di Nashua da dividere con Lynn e Gordon e i miei nipotini, insieme a pochi risparmi e agli ori della nonna. Avevo smesso di inviare soldi alla mia famiglia, nonostante i miei genitori avessero bisogno d'aiuto io nutrivo soltanto rabbia nei loro confronti: per colpa loro Vince non mi reputava all'altezza di sua figlia, io ero soltanto un fallito che aveva fatto soldi ai suoi occhi e tutto ciò che potevo offrire a sua figlia dipendeva dallo stipendio che era lui stesso a pagarmi. Sentivo che avrei dovuto fare di più, non l'avrei mai convinto a lasciarmi sposare sua figlia se non avessi giocato d'astuzia: i suoceri mi avevano invitato a cena, sapevo che avrei dovuto farmi avanti perchè invece che farmi recapitare l'invito tramite Stephanie ero stato convocato nell'ufficio del capo con una certa urgenza. Erano passate ormai due settimane da quella conversazione e Vince credeva che io fossi pronto a giocare le mie carte: sapevo di non potermi permettere un no come risposta, Stephanie non mi avrebbe lasciato nemmeno sotto tortura e l'unico modo per allontanarmi dalla vita di sua figlia sarebbe stato farmi fuori dalla compagnia. Avevo provato il discorso più e più volte, io e Shawn eravamo andati a fare compere per scegliere un vestito in un atelier di San Antonio che faceva vestiti di alta moda alla texana per essere a detta sua più casual, avevo chiesto consiglio a Mark Calaway su come avrei potuto convincere Vince e la sua risposta non mi aveva aiutato: mi aveva consigliato di essere me stesso, l'ultima cosa che avevo in mente di fare dal momento che a Vince ciò che non piaceva in questa situazione ero proprio io. Diceva che Stephanie mi amava per quello che ero, e fin lì di dubbi non ne avevo, mi aveva detto anche che se io avevo ottenuto il rispetto della figlia allora avrei avuto anche quello di Vince dal momento che lui voleva solo vederla felice ma sapevo che mi stava mentendo, in tutti questi anni che lui e i McMahon hanno lavorato insieme Mark aveva sempre mantenuto una certa distanza da Steph e dai gossip che la riguardavano in quanto Vince aveva dimostrato di saper uccidere pur di proteggere la sua bambina licenziando Randy Savage in tronco e minacciando chiunque avesse parlato del rumor sulla gravidanza in spogliatoio di fare la stessa fine. Stephanie si stava accorgendo del mio nervosismo, passavo le notti a rigirarmi nel letto e la scusa del lavoro stava iniziando a non funzionare più, si stava preoccupando perchè avevo perso l'appetito e credeva che le nascondessi di essere malato. Shawn mi aveva suggerito di dirle che avevo preso un'intossicazione alimentare in viaggio e devo dire che ci aveva creduto ma non potevo continuare a perdere massa e soprattutto a rimandare il momento: avevo chiamato mio cognato per un po' di supporto morale, chiedere a mio padre di poter sposare mia sorella non è stato certo la stessa cosa ma speravo che la sua esperienza potesse confortarmi. Mi aveva suggerito di parlargli anche del lavoro, devo ammettere che il suo consiglio mi è stato utile e spero che tu e Gordon vi siate conosciuti : mi manchi, fratello, perderti è stato come perdere un amico. Dire a Vince che avrei avuto intenzione di essere il marito di Stephanie anche sul lavoro era stata una buona idea, io e Steph abbiamo sempre voluto costruire qualcosa di nostro e non volevo che pensasse che io la volessi sposare sua figlia per farmi mantenere, non era questo il mio obiettivo ma sapevo che sposandola sarei entrato a far parte ufficialmente della famiglia e avremmo potuto gestire la federazione in maniera diversa: essere un booker non mi bastava più, Vince sapeva che volevo un posto ai piani alti e forse sposando sua figlia non avrebbe più avuto dubbi sulla mia lealtà alla famiglia. D'altra parte avrei dovuto parlargli anche dei sentimenti che provavo per lei, per non fagli credere erroneamente che io me ne stessi approfittando per impadronirmi dell'azienda: era impensabile per me parlare di sentimenti ad un'altra persona, persino con Stephanie avevo avuto paura di dichiararmi e avevo lasciato che dei fiori facessero tutto il lavoro, urlare a Vince che la amavo per una seconda volta mi metteva a disagio. La prima volta ero mosso dalla rabbia, dall'odio... non volevo più che Vince mi vedesse come una testa calda, avrei dovuto mostrarmi un marito amorevole e apprensivo per sua figlia e tutto ciò che avevo dimostrato fino ad ora era che io sapessi essere un duro, una testa di cazzo che è venuta dal niente e che aveva provato a portare via la sua adorabile bambina facendole fare una figura di merda davanti a tutto il mondo. Stephanie sapeva che sarei rimasto in silenzio tutto il tempo se mi avesse chiesto di parlarle di cosa stavo attraversando, non volevo rovinarle la sorpresa della proposta ma sapeva anche che io non avrei mai parlato a lei con il cuore in mano come avevo fatto con te. Mi sono chiuso, ho cercato di proteggere me stesso dalle conseguenze delle mie azioni ottenendo in cambio soltanto altre ferite. Non parlare delle mie emozioni mi rendeva forse intrigante ai suoi occhi, lei mi abbracciava e mi accarezzava i capelli cercando di farmi addormentare ma io avrei soltanto voluto reprimere tutto quello che avevo dentro. Odiavo sentirmi debole, ma era ciò che Vince voleva, per spaventarmi. Sapevo che ci sarebbe stata una sola persona che avrebbe potuto aiutarmi ma lui e io non ci siamo mai amati. 

The Game is over (She never recovered parte 2)Where stories live. Discover now