Capitolo 28

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Greenwich, 10 luglio 2002
Pov. Triple H
Mi fermo davanti all'enorme cancello di casa McMahon arrestando il motore dell'auto, non posso più scappare ora che sono di fronte a casa del boss e mai avrei pensato di tornare qui in questa situazione. Sono stato a casa sua un paio di volte per discutere di lavoro con lui ma questa volta mi ha esplicitamente chiesto di non mettere la cravatta e ho capito che ha intenzione di prendersi un po' troppa confidenza. "Perché ti sei fermato?" Mi domanda Stephanie sistemandosi il rossetto. "Il cancello è chiuso" rispondo guardandomi attorno, in questo momento mi sto soltanto aggrappando alla speranza che Vince si sia dimenticato della cena ma so che tutto ciò è decisamente improbabile e mi tremano le mani dall'ansia. "Sei sicuro di volerlo fare?" Steph rompe il silenzio chiudendo con forza la cerniera della borsetta. "Stai scherzando? È solo una cena" affermo per convincere me stesso prima ancora che la mia ragazza ma lei sembra aver capito il mio stato d'animo. "Non sei obbligato se non vuoi. Vado da sola, torna a casa. Tutto questo è ridicolo". "Non è che non voglio... è una cena, stiamo insieme ufficialmente adesso. Posso farcela, credo che voglia solo capire le mie intenzioni con te". "Sei sicuro? Farà di tutto per metterti a disagio" afferma convinta per poi prendermi la mano. "Sono abituato" rispondo, non posso tirarmi indietro adesso altrimenti Vince e Linda penseranno che sono un ipocrita. "Amore, lo so che sei agitato. Andremo via presto, te lo prometto. Resteremo giusto il tempo di farlo contento, se sarà felice della conversazione tirerà fuori qualche bottiglia dalla sua riserva di Scotch e tempo mezz'ora non si ricorderà più nulla. All'inizio si comportava male anche con Richard, è stato il secondo che gli ho presentato e nonostante lui fosse felice di noi non ha fatto altro che fare domande scomode le prime volte che veniva in casa. Farà lo stronzo per un po' ma poi andrà meglio, deve solo accettarti". "E se io non accettassi lui? Ha mai pensato al caso contrario? Non ho intenzione di farmi prendere per il culo, io non entro". "Paul, non ho detto questo. Ti ho solo chiesto di portare pazienza: so che tra voi due ci sono dei problemi e anche lui dovrà fare degli sforzi con te, ma vorrei che tu ti impegnassi un po' di più. Non puoi tenere il broncio ogni volta che lo vedi, vivi in casa mia ora e se un giorno venisse a trovarmi senza avvisare non vorrei trovarmi la casa distrutta. Fai finta di apprezzarlo e lui farà lo stesso". Le sue parole mi hanno solo agitato di più, sono pronto a fare marcia indietro quando il cancello si spalanca davanti a noi: "Come mai ci hanno messo tanto?" Domanda Stephanie guardando la telecamera puntata sulla nostra macchina, giro la chiave per entrare e inizio la salita a bassa velocità per prendere tempo. "Mi raccomando, non perdere la pazienza. E sorridigli. Saluta prima lui di mia madre e non dargli troppa confidenza se non te lo chiede. Entro prima io, tu però tieni il regalo e non farlo cadere... non avere paura, se dirà qualcosa di troppo cattivo gli pesterò i piedi con il tacco da sotto al tavolo". Non so cosa ci trova di così divertente in ciò che ha appena detto ma sta ridendo, forse vuole solo evitare che io sia troppo teso. Fermo la macchina davanti alla fontana e ci scambiamo un bacio veloce prima di scendere, la porta principale si sta già aprendo e la sento cigolare mentre scendo ad aprire la portiera a Stephanie. "Andrà bene" mi sussurra sorridendomi, mi volto di nuovo verso la macchina per prendere il regalo e vedo Vince sbucare dall'ingresso: "C'era traffico in strada? Vi aspettavo mezz'ora fa!" Esclama subito irritato. Questa serata non promette bene, prendo la scatola con la bottiglia di vino e chiudo la macchina ma Stephanie è subito corsa da lui a salutare. "È colpa mia, dovevo farmi i capelli" afferma per poi salutarlo con un bacio sulla guancia. "Buonasera Mr. McMahon " affermo raggiungendoli, lui mi guarda sorridendo e non capisco se sia anche lui stranito dalla situazione o se stia immaginando lo scenario surreale che seguirà la cena. "Ciao Paul Jr." Risponde con sufficienza per poi prendere il regalo. "Per favore, non siamo al lavoro. Chiamami Vince e basta". "È abitudine" sbuffo per poi attendere che mi faccia passare dalla porta, sta leggendo attentamente l'etichetta del vino che gli ho dato e ho paura che non gli piaccia. Non pensavo che si sarebbe soffermato così tanto sul regalo, solitamente quando invito gente a cena nemmeno guardo cosa mi portano ma per lui sembra importante: "Vino rosso... frizzante? A che cosa dovrebbe abbinarsi? C'è il filetto per cena, tu davvero bevi questa roba?" "Io non bevo..." rispondo imbarazzato, non me ne intendo di vini ma a Jo piaceva solo questo. "Steph, fa sul serio?" Domanda a sua figlia, ho speso tremila dollari per questa bottiglia e credevo fosse quanto meno decente. "Paul, sei sicuro che non mi stai dicendo bugie? Sei astemio per caso?" "Beh,no... però non me ne intendo di vini, non sono il mio". "Dai papà, hai la cantina piena. Perché non beviamo il tuo Chardonnay? E poi non sapendo cosa ci fosse da mangiare ti abbiamo preso una cosa particolare", parla Stephanie in mio soccorso, per fortuna Linda ha interrotto la situazione: "Ciao Paul!" Esclama per poi sbaciucchiarmi una guancia. "Buonasera Linda" rispondo, subito mi accoglie con un sorrisino ambiguo e capisco finalmente perché questi due sono sposati: sono entrambi falsi. "Ciao mamma" aggiunge Steph, ma lei non riceve lo stesso saluto. "Ciao... spero che sia l'ultimo sta volta che ci porti a casa" sbuffa credendo che io non la stia sentendo all'orecchio della figlia. "Grazie... non dovevi" afferma prendendo poi la bottiglia di vino, almeno a Linda forse è piaciuto. "No, non doveva proprio" aggiunge Vince per poi farci strada verso casa. Le due donne si avviano e Vince aspetta che io entri nel grosso salone con il lampadario di cristallo per poi sbattere la porta dietro di me. Linda e Stephanie sono andate a riporre il vino al fresco e purtoppo rimango solo con mio suocero. Odio tutto ciò, io e lui potremmo essere parenti... "Immagino che lei non lo sappia... sei venuto per seppellire l'ascia di guerra?" Mi chiede in modo provocatorio sistemandosi i polsini della camicia sbottonata. "Io... mi dispiace per ciò che è successo". Cerco di scusarmi, mi sento con le spalle al muro e non mi va di litigare con Steph per una cosa del genere. "Hai avuto altre occasioni per parlarmi... o sbaglio? Avresti potuto evitare di farmi la faccia incazzata, non serve che tu mi faccia vedere quanto sei grosso: non ho paura di te, come vedi sei in casa mia e ci sono mia moglie e mia figlia, nessun altro che possa difendermi. Ma io non credo che sia la via giusta... ormai è un po' che lei ti piace, l'ho accettato. Ma non significa che tu possa prederti il diritto di fare il cazzo che vuoi nella mia azienda: la prossima volta che mi chiamerai vecchio di merda non avrai un'altra chance. Sono io che comando, non montarti la testa. Per me sei uno dei tanti che sono andati a letto con lei e conti quanto tutti gli altri: niente". "Allora? Faccio servire l'aperitivo, sbrigatevi" urla Linda per poi prendermi sotto braccio. Mi sento ancora più a disagio, apro un altro bottone della camicia e ho ancora più caldo: " Vieni caro, ho fatto preparare un cocktail in piscina". "Non dovevate". "Suvvia, stasera sei nostro ospite! Esci con mia figlia, è un onore farti vedere la nostra casa...". Steph cammina qualche passo avanti a noi, se solo non fossimo a casa dei suoi l'avrei portata in bagno con quel vestitino... "Allora, questo è il salone dove riceviamo per lavoro...". Attraversiamo la grande sala con il lampadario che avevo già visto in precedenza per poi percorrere un lungo corridoio pieno di quadri: "Questo lo ha fatto mio figlio... un vero artista" strilla indicando un quadro astratto fatto di macchie di colore. "Per fortuna la sua fase artistica è terminata" sbuffa Vince dietro di noi. "Shane voleva fare l'accademia di pittura dopo il liceo" aggiunge Steph prendendomi per l'altro braccio. "E perché non ci è andato?" Chiedo incuriosito. "Perché con l'arte si muore di fame" brontola Vince guardando il quadro con disprezzo. Ci sono numerose foto di famiglia appese al muro, mi fermo un attimo a guardare una foto di Steph da bambina e mi dispiace che le tagliassero i capelli in quel modo orribile ma aveva lo stesso sorriso di adesso. "Qui aveva otto anni... era il giorno del suo compleanno, Shane non c'è stato perché era fuori a prendersi la sua prima sbronza. Probabilmente anche tu eri fuori in macchina con i tuoi amici del liceo a bere birra quando Steph era in terza elementare". Tutto questo mi mette in imbarazzo, non mi è mai pesata la differenza di età con lei ma tutto ciò è disgustoso. "Dai papà! Ho perdonato Shane anni fa, è possibile che devi raccontarlo a tutti?". "Comunque io non bevo... non mi piacevano le feste, ero tranquillo". "Ti ho detto che è un bravo ragazzo, puoi stare tranquillo papà!" Arriviamo finalmente alla piscina, è immensa ed è già illuminata per il buio che sta calando. "Martini?" La loro cameriera mi porge un vassoio con il cocktail, non mi rimane altro che darmi all'alcol ma devo anche restare lucido, non posso permettermi una figura di merda. Mi sento come l'oliva galleggiante in questo momento, completamente a mollo nell'imbarazzo. "Bel giardino" dico a Linda per rompere il ghiaccio, fa ancora caldo dal momento che è estate ma l'erba è verde e tagliata perfettamente mentre la piscina sembra non avere una fine da quanto è grande. Ci accomodiamo su dei divanetti di vimini, Stephanie si siede accanto a me toccandomi la gamba e cerco il suo sguardo disperatamente ma suo padre ha ripreso a parlare: "Allora, raccontaci un po' tesoro... come lo hai conosciuto?". "Vincent... non sarebbe meglio saltare i convenevoli?" Linda sta rimproverando il marito... "Scherzavo... so benissimo com' è andata, è che non so cosa chiedere. Il nostro Paul è con noi da tanto, lo conosco bene. Devo ancora metabolizzare, è stata una notizia importante per tutti noi". "Credetemi, non lo avrei mai immaginato di trovarmi qui con voi e Stephanie... è successo tutto per caso, mai avrei pensato che vostra figlia sarebbe diventata la mia ragazza per davvero. Quando abbiamo iniziato quella storyline è stato strano, ora che è reale è ancora più strano per me". "Già, possiamo capirlo" afferma Linda cercando di comprendermi, lei sa ciò che Steph le ha raccontato e non credo che sia al corrente della mia versione e non so se dovrei aprirmi con loro. "Non avrei mai dovuto proporvelo allora... inizialmente doveva essere Test lo sposo di Stephanie, non so se avrei preferito te a Andrew". Vince è veramente noioso, Andrew è un coglione. "A me non è mai piaciuto lui" ribatte Stephanie ridendo. "E invece Paul ti piaceva... me l'hai fatta sotto al naso! Non era un gioco, lo sai?". "Papà, non ho detto questo. Era per ridere, stavo con Richard in quel momento ed è soltanto una questione caratteriale". "Vincent, Stephanie è giovane ed è una bella ragazza... indubbiamente ha preso da me nell'aspetto. Non mettiamolo in imbarazzo, si sono piaciuti e basta! Sono due ragazzi, fanno una vitaccia sempre in giro ed è normale che si siano trovati. Non è vero?". "Esatto, ha ragione la mamma. Gli volevo davvero bene, papà. Se fosse stato solo per l'aspetto fisico non avrei ceduto". Vince sta bevendo tutto d'un fiato il suo Martini Dry, l'oliva gli stava per andare di traverso quando riprende a parlare: "Lo sai cosa pensavo su questa storia. Non mi è piaciuto quello che è successo, e tutt'ora non mi piace Steph. Hai violato le mie regole, hai avuto le tue ragioni ma io avevo le mie. Non insistere". Finisco di bere il mio cocktail, mi sto solo innervosendo e sto cercando di non mordermi la lingua dalla rabbia. "Quindi tu che fai nella vita, Paul? Oltre al wrestling hai qualche altra passione? Raccontaci qualcosa di te, vorremmo conoscerti meglio". Linda sta cercando in tutti i modi di riparare la situazione ma Steph ha messo il broncio e Vince dal lato opposto del tavolino dei drink ha fatto lo stesso. "Beh io sono un tipo da palestra. Ci tengo molto al fisico, questa è la mia passione. Anche quando sono in ferie mi alleno, è la mia vita". "Sei proprio appassionato! È raro vedere persone così dedite al proprio lavoro, come ti avrà detto anche mia figlia io faccio tutt'altro, sono in politica... però l'azienda è di famiglia, mio marito mi rende partecipe di tutto ed è molto contento di te. Da quel che ho visto non ce ne sono molti come te". "Finché mia figlia non verrà a piangere da me io sarò contento di lui. Riga dritto, non ti esaltare" risponde Vince con un gesto della mano, ora ha ancora più aspettative su di me... "Non succederà, Vince. E poi lei non c'entra con il mio lavoro, lì non le permetto di intromettersi. A casa posso sopportarla, ma quando si parla di wrestling decido io per me". "Mi sembra giusto" incalza Linda. "Sì, lui non mi lascia aprire bocca... i suoi match sono un'esclusiva, io non posso parlare! Però a casa sta zitto, non preoccuparti. Vero amore?" Le sorrido, quando Vince ancora si arrabbia: "Non sei tu il general manager. Dovresti coinvolgerla, Stephanie ha l'ultima parola ti ricordo". "Noi siamo una bella squadra, lavoriamo bene insieme. Io decido la parte tecnica, la aiuto su questo mentre lei si occupa delle storyline e dei contratti... il lavoro è sempre suo, è lei che decide. A volte è Steph a chiedermi consiglio ma è libera di decidere quello che vuole". "Vorrei sapere perché hai deciso di cacciare Chris Jericho allora, Steph". "Non avevo più nulla da fargli fare. Nel mio roster aveva affrontato tutti, e poi lui non voleva lavorare con me. Non era felice e nemmeno potevo obbligarlo". "Domandati perché non vuole lavorare con te". "Perché non andiamo d'accordo io e lui. Lo ammetto, lui non mi sopporta e io nemmeno. Ma non era un problema per me, ha scelto lui di lasciare Smackdown. Ha detto a Steph che se non avessi lasciato non avrebbe più voluto continuare. Non volevo lasciare il lavoro, a me piace la WWE e poi i problemi tra noi sono personali, nulla che non potesse mettere da parte" rispondo mettendo le mani avanti, lo odio. "Stephanie ha ricevuto dei fiori in ufficio, me lo ha raccontato". "Mamma, ti avevo detto di non dirlo" brontola Steph, ma Vince esclama: "Sei troppo contesa in questa azienda! Per questo non potresti uscire con i wrestler, guarda che casini poi si creano ! Litigi del cazzo". "Io sono diverso" affermo senza pensarci due volte questo discorso mi ha stancato. "Ah sì? In che modo saresti diverso? Sei un wrestler, lei il tuo capo. Che hai di diverso dal tuo collega". "Jericho la molestava. Ha fatto commenti del cazzo sulle sue tette, ha iniziato con la storia dei fiori e mentre eravamo in trasferta si è calato le mutande davanti a lei e glielo ha fatto vedere! È un animale, ma io non sono questo. Mi sono arrabbiato a vedere queste cose: se lei pensa, Mr. McMahon, che noi wrestler siamo tutti uguali si sbaglia di grosso. Io Stephanie la rispetto e il mio lavoro non c'entra con quello che siamo io e lei. Lavoriamo bene insieme ma al lavoro io faccio il mio, mi sembra di averlo sempre dimostrato". "Ti ringrazio per averla difesa, ma a mia figlia ci penso io la prossima volta. Stephanie, dovresti parlare con me". "Avrei voluto, se solo tu non mi avessi ignorata solo perché sto con lui. Lui mi ascolta, papà". "Anche io lo faccio". "No, tu non lo fai. Se lo facessi veramente capiresti perché stasera lui è qui". "Ok, allora vi ascolto. Parlate. Volevo solo fare conversazione ma a quanto pare non riesci a stare tranquilla un attimo. Scusami se mi preoccupo per te, Stephanie". "Io non volevo mettermi in mezzo, ho solo fatto quello che dovevo per il suo bene. Ho litigato con Jericho, non potevo lasciare che continuasse a darle fastidio. Io sono qui perché la amo, ma non deve avere paura, Vince. Ci penso io a lei". "Ti ringrazio, ma non è questo il punto. Stephanie non capisce che io e sua madre vogliamo il suo bene!". "Ha infranto la regola, lo so. Ma io non le faccio del male!". "Paul, lo sappiamo" interrompe Linda il litigio prendendomi la mano. "Ma sai anche che nostra figlia ha passato un periodo difficile, dopo i problemi con te è stata molto male". "Lo so, mi dispiace per questo". "La volete smettere di farglielo pesare? Quella situazione era un casino di per sè, abbiamo sbagliato entrambi. Ma non è quell'errore che ha cambiato le cose, ci ho sofferto ma ora Paul è il fidanzato perfetto e c'è un motivo per cui ho chiesto di fare questa cena: vogliamo andare a vivere insieme e vorrei che andaste d'accordo prima di tutto ciò. Basta, vorrei che vi fidaste di lui!". Steph ha sbottato e questa non ci voleva... le prendo la mano per tranquillizzarla. "Davvero? Che bella notizia! Avete già trovato casa? Dove vorreste vivere?" Linda è euforica per la notizia ma Vince sembra contenere la rabbia: "Che bisogno avete di farlo ora? Non sietr già insieme in casa?" "Vorrei un posto nostro. A Paul non piace molto New York, ci starei io lì quando lavoro in ufficio ma non è abbastanza grande la casa per noi. C'è spazio, ma stare in appartamento non é bello quando si ha del tempo libero. Già viaggiamo, vorremmo un posto tranquillo. Pensavamo al New Hampshire, Paul ha venduto casa sua e quella che ha ora è stata una soluzione di emergenza dopo la rottura, ci sono lavori da fare e non piace ad entrambi la posizione. E poi casa mia è troppo femminile negli arredi, vorremmo qualcosa che piacesse ad entrambi". "Che bello, un nido d'amore!" Linda è davvero contenta e Vince sta fissando il suo secondo Martini sul tavolo. "Tu sei del New Hampshire, giusto?" "Sì, a me piace la natura ed è tranquillo, siamo sempre in mezzo alla gente... ci sono cittadine piccole dove si può uscire senza stress. Camminavo spesso nel bosco prima, New York è troppo caotica". "Hai ragione, noi abbiamo scelto Greenwich proprio per questo. Steph e Shane hanno fatto la scuola pubblica, qui si conoscono tutti. Sarebbe bello se l'indomani pensaste a un posto dove fare famiglia, è importante". Vince he smesso completamente di parlare, lo vedo strano. "Non è una cosa che faremo a breve, non siamo pronti per i figli". Steph ha ragione, non so se mi sento pronto... non voglio pensarci, sto troppo bene con lei per rovinare tutto. "È ora che tu lo affronti, tesoro. Fortunatamente puoi averne altri, perché no?" Linda insiste troppo con questa storia, Steph mi guarda perplessa e io so che devo parlarne con loro se voglio un futuro insieme: "Noi vorremmo, ne abbiamo già parlato. Nella mia storia precedente non è successo, l'abbiamo cercata una gravidanza ma non è arrivata e non voglio che diventi uno stress. Vorrei prima fare sul serio con lei, essere qui stasera è importante e anche prendere casa insieme lo sarà... la voglio sposare, lei lo sa ma voglio che sia una sorpresa la proposta, non se lo deve aspettare". "Finché parli così rimarrò sull'attenti" risponde Steph per scherzare. "Forse non era la persona giusta... abbiamo cercato Stephanie per ben cinque anni prima che arrivasse, volevamo che Shane avesse un fratello o sorella della stessa età e abbiamo temuto rimanesse figlio unico... e invece no, la vita è imprevedibile. Non avevamo soldi quando lui è nato, ma dopo un paio d'anni sentivamo che era il momento giusto e le cose andavano anche molto bene... non siamo noi a scegliere il momento giusto, mentre ero incinta di Stephanie stavamo per dichiarare bancarotta ma l'auto si è rotta e abbiamo deciso di chiedere aiuto al padre di Vincent... è stato un segno. Non avere paura, succederà quando nemmeno lo immaginate. Magari dopo il matrimonio vi verrà voglia di provare". Non mi aspettavo che Linda fosse così comprensiva, Steph le ha sorriso calorosamente e non credo che di solito sia così gentile ma per fortuna sta facendo il contrario del marito. "La cena sarà pronta, vogliamo entrare?" Vince rompe il silenzio inviandoci in casa, ho paura per come finirà la cena ma per ora almeno Linda sembra contenta. Prendo per mano Steph e ci dirigiamo all'interno, rimaniamo qualche passo indietro e mi sussurra: "Stai andando bene". "Non so, non credo di piacere a tuo padre". "Invece sì, gli stai tenendo testa". "Paul, ti ho già mostrato la mia collezione di auto? Ho qualcosa in garage che potrebbe piacerti...". Mi trascina via da Stephanie, sembra proprio che non voglia lasciarci soli ma non mi resta altro che assecondarlo. "Vieni, devo mostrati gli ultimi pezzi".

The Game is over (She never recovered parte 2)Where stories live. Discover now