Capitolo 19

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New York, 30 Aprile 2002
Pov Chyna
Controllo per l'ultima volta di aver preso tutto dalla macchina, i bagagli sono già stati scaricati ma ho sempre paura di dimenticare qualcosa. Spero di avere tutto ciò di cui avrò bisogno, non starò molto in Giappone per questa volta ma se dovessi stringere nuovi accordi con la compagnia potrei dover rimanere per qualche mese, e non so come la prenderà Sean. Mi guardo attorno per l'ultima volta, so che mi mancherà casa e soprattutto mi mancheranno i miei affetti ma credo di dover cambiare un po' aria. Mi pagheranno abbastanza bene da non poter rifiutare e soprattutto non sentirò più nominare Hunter per un po'. Non sopporto quel pallone gonfiato, ogni volta che accendo la TV o mi invitano a qualche intervista non fanno altro che parlarmi del mio ex. "Amore, la tua borsa". Ero così distratta dai miei pensieri che stavo lasciando la borsa in macchina, per fortuna Sean se ne è accorto. Non so come andrà con lui mentre staremo lontani,  in questi primi mesi abbiamo già litigato diverse volte e forse stare lontani per un po' mi aiuterà a capire cosa non va. Ultimamente siamo stati sempre insieme e non è stato il massimo, spero che con il suo secondo stipendio mentre sarò via riesca a finire di pagare gli avvocati perché questi suoi problemi economici gli impediscono di essere sereno. Chiude tutte le portiere dell'auto e lasciamo il carrello con le valigie, so che mi mancherà mentre sarò via ma allo stesso tempo credo che forse sia meglio così: tra di noi non è iniziata nel migliore dei modi, non ero sicura di avere una relazione con lui ma nemmeno riesco a stargli lontano. Magari al mio ritorno sarò più sicura di conviverci, in questo momento sono troppo arrabbiata con lui per poterci pensare seriamente. Non capisco perché continui a fare finta di nulla, per fortuna me ne andrò per un po' così non perderò troppo la pazienza. Mi afferra la mano mentre mi dirigo verso l'ingresso: "Posso accompagnarti?" Mi domanda mentre torna indietro per chiudere la macchina. Non faccio nemmeno in tempo a rispondere che mi bacia all'improvviso, riprendendo ad abbracciarmi. "Jo, mi mancherai. Torna con me a casa. Ti prego, sei proprio sicura di andartene?". Mi domanda stringendomi a sè. "Non rendere le cose difficili" gli rispondo abbracciandolo a mia volta. "Questa volta sarà per poco tempo, tra un paio di settimane sarò di nuovo a casa. È solo una prova per quando avrò davvero il lavoro" aggiungo per consolarlo. "Saranno le due settimane più lunghe della mia vita. Vorrei che tu avessi già il biglietto di ritorno...". "Lo farò quando sarò sicura di dover tornare. È per lavoro, ho qualche raduno con i fan in programma e le date non sono ancora certe. Lo sai, ti ho già detto tutto". "Quindi non ti mancherò?" Mi chiede cercando un secondo bacio. "Ma certo che mi mancherai, scemo!". Esclamo spostandogli i capelli dal viso. "Sei sicura?" Mi domanda ancora. "Perché non dovrei essere sicura? È ovvio che mi mancherai, nemmeno io vorrei partire... ti chiamerò ogni giorno". "Quanto costa telefonare in Giappone?" Mi chiede ridendo. "Beh, non lo so... puoi sempre comprare una di quelle schedine per l'estero". "Ti chiamo appena prendo lo stipendio allora". "Dai, non fare lo stupido. Non si parla di un investimento". "Lo so, scherzavo. Anche se Hunter grazie a quella baldracca si è preso l'ennesimo titolo. Mi chiedo se il padre lo sappia che stanno di nuovo insieme, la prima volta lo ha licenziato mentre questa volta è tornato ad essere il privilegiato. Lo odio". Mi allontano subito da lui e mi dirigo verso l'entrata dell'aeroporto, non ne voglio più sentire parlare. "Aspettami" afferma per poi raggiungermi di nuovo, ma è possibile che nemmeno lui capisce? "Invece che parlare di Hunter alle sue spalle, perché non fai come ti ho detto?". "Jo, ne abbiamo già parlato..." risponde rimanendo vago, sono stufa marcia del suo comportamento e spero che al mio ritorno le cose siano cambiate. "Appunto, ne abbiamo già parlato troppe volte: devi affrontarlo. Non è giusto che quel coglione vada in giro a parlare male di me, non è giusto che si professi vostro amico per poi voltarvi le spalle in questo modo e soprattutto non voglio più sentire parlare della sua vita con Stephanie. Non mi importa di loro, non sto più con Paul e finché tratterà male il mio ragazzo e parlerà male di me come se non gli fossi mai piaciuta io non lo considererò nemmeno degno di nomina". Riprendo a camminare verso il gate, il mio aereo parte tra un'ora e non ho tempo da perdere con questi discorsi, ma Sean continua a seguirmi. "Amore, perché fai così? Parlerò con Hunter, va bene? Ma non posso farci molto, è Vince che ci da gli stipendi e in questo momento non posso permettermi di perdere il lavoro". "Certo... quindi il lavoro è più importante di quello che dice in giro su di noi? Mi sembra ovvio...". "Che importa se parla male di noi? Per me può dire ciò che gli pare: io ti amo, questo è ciò che importa". "Va in giro a dire che io e te siamo due drogati, che ti tradirò facendo pornografia e che in New Japan non mi cagherà nessuno... se permetti è una cosa che mi infastidisce. Non è vero niente, devi parlargli! Non mi sta bene che continuate a essere amici, sappilo". Lascio il passaporto ai controlli e faccio imbarcare l'ultimo borsone che avevo in mano, Anthony mi sta già aspettando all'imbarco e inizio ad essere molto nervosa. Tra poco dovremo salutarci e lui non fa altro che parlare dei soliti problemi. "Joanie, lo sai che non siamo amici. Ho fatto pace per non avere problemi e tu continui ad avere problemi. Ti fidi di me?". "Ancora con questa storia? No, non mi fido di te! Se nemmeno sei in grado di dirmi la verità su Hunter non vedo perché dovrei crederti quando dici che mi penserai. Potresti vederti con altre quando non ci sarò, da quel che ne so io...". "Allora pure tu potresti fare la stessa cosa in Giappone! Lo so che lui ti ha tradita, ma la devi smettere. Io non sono Hunter. E a me sinceramente non importa di lui. Ho bisogno di soldi, questo è l'unico motivo per cui non gli posso dire nulla. Tra poco avremo la nostra vita, pagherò tutte le spese del divorzio e potremo iniziare a fare altro ma ora la situazione è questa. Odio sentire che non ti fidi di me". "Anche io lo odio. Che dovrei fare in Giappone? Non conosco nessuno, è solo lavoro. Tu pensi che io mi diverta a lasciare il paese, vero?". "E tu pensi che io mi stia divertendo a vedere un mio amico prendermi in giro? Pensi che mi piaccia lavorare lì? Lo faccio solo perché mi piace lottare, perché ho iniziato un progetto con Scott e Kevin ed è quello di portare avanti la NWO. Anche io ho il mio lavoro, a me sembra che ti importi solo della tua carriera". "A me importa solo della mia carriera? Perché avrei pianto ieri sera? E stamattina? Non voglio partire, secondo te sarà bello rimanere lontani per tutto questo tempo? Ti amo, cazzo, perché continuiamo a litigare?" Andiamo a sederci nell'attesa, sto iniziando a non capire più nulla per l'ansia di partire ma Sean mi ha preso la mano e vorrei che venisse con me. "Amore, è tutto risolto. Parlerò con Hunter, gli dirò di smetterla di offenderti pubblicamente. Ma ora non voglio che rimaniamo arrabbiati, hai solo bisogno di una vacanza. Non ti sei mai fermata un attimo da quando hai lasciato la WWF... appena torni prendo le ferie, non vedo l'ora di passare un po' di tempo da soli". Mi siedo in braccio a lui, guardo un attimo l'orologio e ci rimane solo mezz'ora prima di partire. "Mi mancherai tanto amore... come farò questa notte senza di te?". "Hai preso metá dei miei vestiti, almeno mettili per dormire" mi risponde sorridendomi, mi dispiace di avergli svuotato l'armadio ma volevo qualcosa di suo da tenere con me e non sapevo cosa prendere. "Ok... ti chiamerò appena arrivo". "Non piangere... andrà tutto bene. Sono sicuro che se ti hanno chiamata è perché sai fare il tuo lavoro. Non avere paura, ti divertirai in Giappone". Mi asciuga le lacrime con le dita mentre prendo un fazzoletto dalla borsa, non riesco a lasciarlo ma devo andare via tra pochi minuti. "E se andasse male? Non conosco nessuno, non conosco la città e non lotto da un bel po' in TV...". "Se dovesse andare male tornerai a casa, e io sarò qui ad aspettarti. Non voglio che tu soffra, se non vuoi stare lì torna subito a casa. Ma vedrai che conoscerai nuove persone, ci sono un po' di americani in Giappone e poi in New Japan sono molto accoglienti. Non sei sola, andrai via con Anthony". Lo abbraccio forte, fino ad ora non avevo realizzato quanto sarebbe stato difficile questo momento: avevo provato ad immaginarlo, ma questo saluto fa più male del previsto e non vorrei andarmene dalle sue braccia. Vorrei solo qualche minuto in più con lui, ogni volta che si muove la lancetta dell'orologio mi sento sempre più sola. "Ti prego,  fai piangere anche me..." afferma abbracciandomi, a sua volta, gli sto bagnando la giacca e mi asciugo subito il viso. "Amore, devi farmi una promessa prima di andare" afferma prendendomi le mani. "Non farlo più, qualsiasi cosa accada. Non voglio che tu ti senta male, non è più successo e se dovessi essere così triste voglio che torni a casa...". Non avevo più pensato a questo, in questo momento è come se avesse sbloccato una nuova paura che stavo reprimendo da tempo: e se accadesse ancora? Non ricordo nulla delle volte precedenti, non so perché è successo e pensavo che fosse un capitolo chiuso ma le sue parole mi hanno messo ansia. "Tutto bene amore?" Mi domanda, mi ero persa nei miei pensieri e mi bacia di nuovo. "Io non mi faccio più del male, non succederà più. Non ti devi preoccupare " rispondo abbracciandolo un'ultima volta, ora devo andare e ci siamo alzati in piedi per un ultimo saluto. "Promettimi che starai bene" afferma prendendomi il viso tra le mani. "Anche tu" rispondo asciugandogli una lacrima, anche Sean ha iniziato a piangere e non posso vederlo così. Ci baciamo un'ultima volta guardandoci negli occhi, respiro il suo profumo per non dimenticarlo quando sarò via e non vorrei proprio andarmene ma si separa da me allontandomi le mani. "Adesso vai, se no farai tardi" mi sussurra voltandosi ma lo rincorro per un ultimo bacio: "Ti amo". "Anch'io. Adesso però vai. Ciao Joanie". "Ciao" gli rispondo sottovoce mentre lo guardo andare via, so che non vorrebbe farlo ma deve partire per lavoro e gli ho già fatto fare tardi. Prendo le mie cose e mi affretto per raggiungere l'imbarco, vedo Anthony che mi aspetta seduto accanto ad una hostess e subito si avvicina per prendermi la mano: "Sbrigati, sei in ritardo! Pensavo che Sean ti avesse sequestrata...". Cerco di asciugarmi le lacrime il più possibile e di fingermi sorridente ma la realtà è che sto morendo dall'ansia e non so come saranno le cose al mio ritorno. Spero di poter dimenticare Hunter finalmente,  credo che mia sorella abbia ragione: finché ci sarà qualcosa a ricordarmi lui non potrò andare avanti. E tutte queste notizie su di lui non fanno altro che innervosirmi. Dovrei fidarmi di Sean,lui mi ama... sarà difficile non essere gelosa, l'ultima volta non credevo possibile un tradimento ma è successo e tutto questo mi impedisce di fidarmi di lui. "Non mi ha sequestrata... secondo te avrei dovuto chiuderlo in gabbia?" Gli domando a mia volta. "Ma no... ti devi fidare di lui. E poi se dovesse tradirti avremmo più cose da raccontare ai tabloid". "Non lo farà. Almeno spero". "Jo, il tuo è un trauma irrisolto: vedrai che non è come credi, lui ti ama veramente. Sono solo due settimane, stai tranquilla".
Stamford, Connecticut
Pov Triple H
"Steph, vaffanculo! Non possiamo andare avanti così, ok? Non ne posso più! Non è cambiato nulla". Cerco di trattenermi davanti a lei, so che lei non c'entra nulla in tutto questo ma sono troppo nervoso per ascoltare le sue scuse. "Lo so, mi dispiace... ma io ho fatto il possibile, lo sai. Sono general manager adesso, vedrai che cambierà tutto. È stato l'ultimo match deciso da papà, d'ora in poi non potrà mettere becco in quello che faccio". "Basta! Me l'hai già detto mille volte: è colpa di tuo padre, lo so. Sto solo cercando di sfogarmi, la prossima volta che apri bocca rischi grosso". "Non fare il coglione con me: se rompi qualcosa nel mio ufficio te lo detraggo dallo stipendio". "Cazzo Stephanie, ho perso contro Hulk Hogan! Io! Campione indiscusso, io! Ho perso contro un vecchio in pensione!". "Una leggenda del wrestling! E dai, perché te la prendi così tanto? Sono general manager! Riavrai presto la tua cintura, ma solo se ti calmi. Non fare l'arrogante con me". Tiro un altro pugno alla porta del suo ufficio, non riesco a sopportare questa situazione e sembra che non le importi delle promesse che mi ha fatto, di tutte le volte che abbiamo immaginato come sarebbe stato fare a modo nostro, come se questa stronzata non fosse nulla.  "Paul, basta! Basta! Basta! Non fare così, ti odio! Che ti ho fatto io?" Stephanie sta urlando in modo isterico e mi sto trattendo dal farle fare la stessa fine della porta: "Steph, tu mi avevi detto che avrei riavuto indietro le mie cinture! Sei general manager da qualche giorno e ancora non mi hai fatto vedere nessun copione: credevo che avremmo lavorato insieme! Stai facendo tutto tu in ufficio e non mi rendi partecipe di nulla, è così che mi ringrazi, eh? Io ho minacciato un uomo per farti ottenere quel posto! Se qualcuno dovesse scoprire che sono stato io a ridurlo così e non una caduta dalle scale io andrei in galera! L'ho fatto per te, l'ho fatto per te! Tu lo sai tutto quello che ho fatto per te, in questa relazione ci sto rimettendo solo io!". "Perché urli? Paul, perché? Calmati per favore, non mi piace". "Urlo perché sono stanco di tuo padre!" Non ci vedo più dalla rabbia, Steph è scappata dall'altra parte dell'ufficio spaventata dal rumore della scrivania rovesciata. "Perché non ho le mie cinture? Quel coglione di Jericho mi ha preso in giro! Mi ha urlato che sei solo una inutile puttana, che scoparti è stato inutile! Vorrei poter dire che non ha torto ma... io sono lo zimbello di tutti! Nessuno mi rispetta più da quando un vecchio di merda mi ha sottratto i miei titoli! Vince mi ha rovinato! Perché non mi vuoi aiutare, perché?" Mi volto verso di lei, Steph si è seduta in un angolo dell'ufficio e mi guarda spaventata. Mi avvicino a lei, sono stato io a spaventarla... provo a toccarle un braccio ma mi allontana subito la mano, lei ha schifo di me. "Steph... io... scusami, non è colpa tua". "Vai via! Non mi parlare, non adesso". "Amore, perché non mi vuoi aiutare? Io ho cacciato Bruce per te! Hai pianto dalla felicità quando lo hai visto uscire dagli uffici, io sono fiero di te per il discorso che gli hai fatto... ma ora dobbiamo andare avanti, fammi riavere i miei titoli. Tutti si prendono gioco di me perché ho perso contro un vecchio! Steph, che cosa ti frena? Tuo padre non può più dirti niente, nessuno può più dirti niente! Bruce è andato via e non tornerà, non finché ci saremo noi. Mi sento umiliato da questa tua decisione, Steph. Io lavoro tutti i giorni per essere quello che sono e tu sei d'accordo con l'umiliazione che ho subito?". "No! Non sono d'accordo! Ok? Ti ho mentito. Io ti amo, non sono d'accordo con tutto questo e vorrei ridarti i titoli indietro ma io non posso. Non è per le storyline, nè per Bruce: il motivo è più importante,  riguarda le nostre vite. Paul, siamo nella merda: mio padre sa di noi". Mi accascio a terra accanto a lei, non è possibile... "Steph, il vero motivo! Dimmi il vero motivo!". "Papà sa di noi. Quando sono tornata da casa tua lui mi aspettava a casa e mi ha solo detto che sapeva. Ho pianto, non sapevo più cosa fare. Se ti avessi reso indietro le tue cinture avrebbe pensato male, e poi sinceramente voglio che voi due risolviate". "Che noi due risolviamo" rimango spiazzato e poso la testa sulla sua spalla, sono seriamente nella merda. "Paul, mi dispiace... te lo giuro, non mi parla più da tre giorni! Non sapevo nemmeno se avrei avuto la promozione, non so perché quando siamo tornati me l'abbia concessa... Paul, io speravo che si calmasse". "Lo sa da tre giorni... e speravi si calmasse?". "Hai fatto del male a Bruce, avevo paura che prendendo le prime decisioni avrebbe agito in modo stupido. Conosco mio padre, non l'ha presa per niente bene e so che anche tu non l'avresti lasciato scappare". "Dov'è adesso?" Le domando tornando in piedi, lo devo andare a prendere. "Steph, che ti ha fatto? Ti ha picchiata?". "No! Non ha detto nulla. Ha detto che sapeva, e da lì non mi ha più parlato. Paul, ti prego, non fare nulla di stupido. Volevo affrontare questa situazione con lui in modo serio prima di parlartene, volevo spiegargli". "Spiegargli che cosa? Steph, che si fotta!". "No! Non mi parla più! Come faccio a mandare avanti l'azienda in questo modo? Dobbiamo avere un rapporto civile, tutti e tre. Non possiamo lasciare la situazione così, tu e papà dovete parlare". Sto per andarmene dall'ufficio, non voglio perdere Steph e non so cosa fare, vorrei solo trovare un modo per sfogare la rabbia che ho dentro e il mio istinto è quello di far del male a qualcuno ma improvvisamente la porta si apre: "Che è successo qui?" Vince ha aperto la porta dell'ufficio e si sta guardando attorno, Stephanie si è alzata subito in piedi ed è corsa accanto a me per impedirmi di fare qualsiasi cosa. Nessuno di noi parla, nei suoi occhi vedo solo il ghiaccio e non so che cosa fare quando lui riprende: "E così giocate a fare i fidanzatini... bravi!" Esclama battendo le mani in modo ironico, non lo sopporto. "Papà, dobbiamo parlare. Paul mi ama, e io amo lui". Stephanie mi ha afferrato per un braccio e sembra volermi impedire di arrabbiarmi. "Sei stato tu a ridurre così l'ufficio?" Mi domanda ignorando sua figlia. Non riesco a dire una parola, il suo sguardo è pietrificante quasi peggiore rispetto a quando abbiamo parlato la prima volta di ciò. "Bene, vedo che qui non ottengo risposta, che tanto prendete l'iniziativa per fare di testa vostra, pure per rinnovare l'arredamento dell'ufficio, o per scopare in modo violento... non vi importa un cazzo di quello che dico io, vero? Molto bene, siete una coppia affiatata, eh? Hai trovato l'uomo giusto per te Stephanie". Vince è su tutte le furie ma non batte ciglio, la sua freddezza è impressionante e Stephanie è scoppiata a piangere. "Papà io lo amo, non c'entra niente con il lavoro. Ti prego, non prendertela con lui". Vince la sta completamente ignorando, il suo sguardo pietrificante è rivolto a me: forse sa di quello che ho fatto a Bruce, mi sta per licenziare... "E io amo lei. Non è colpa sua, e nemmeno mia. Noi ci amiamo. Mi mancava, non potevamo stare lontani e sinceramente non è vero che noi abbiamo sempre fatto di testa nostra: io ho provato a starle lontano, me ne sono andato dalla sua vita per il suo bene e quel che ho fatto con Jo appartiene al passato. Non volevo che lei stesse di nuovo male, non volevo rovinarle la carriera e nemmeno mettermi in mezzo nel vostro rapporto, sapevo che non potevo uscire con lei e lei sapeva di non poter uscire con me e non so davvero che cosa dire a mia discolpa se non che io la amo con tutto me stesso. Probabilmente non le darò mai quello che tu volevi per lei, Vince, non sono quello che vorresti al suo fianco: non sono un impreditore, non sono laureato, non vengo da una famiglia importante, lavoravo in un fast food invece che studiare in una scuola privata con la divisa, sono un wrestler e non ho altri talenti se non questo e sì, sono uno schifoso traditore del cazzo per tutti quanti. Nessuno mi vuole bene in questo mondo, non sono quel tipo di uomo che un padre vorrebbe per sua figlia, ma lei mi ama. E io amo lei. Lei mi rende felice, senza Stephanie la mia vita era uno schifo. So che non te ne frega niente di me, ma lei è felice con me. Lei mi ama: io la vedo sorridere quando stiamo insieme, ti prometto che farò tutto il possibile perché sia così per sempre. Se ti importa della sua felicità lascia che stia con me". Stephanie ha smesso di piangere e mi ha abbracciato,mi dispiace che lei ci soffra così e so che vuole bene a suo padre: "Papà, perché non mi parli? Per favore, risolviamo! Lui mi ama! Hai sentito? Io non potevo stargli lontano, so che c'era la regola e io non volevo infrangerla un'altra volta ma questa volta non ce la faccio più. Lui mi rende felice, è un bravo ragazzo e mi ha trattata meglio di come abbia fatto Richard in tutti questi anni che mi ha corteggiata! Voglio stare con lui, è lui il mio fidanzato". Vince non batte ciglio, sta fissando sua figlia negli occhi e Stephanie sta tremando dalla paura quando finalmente afferma qualcosa: "Ok. Se è questo che volete, fate pure". Non capisco se sia ironico o rassegnato e stringo Stephanie più forte, non voglio più vederla così e se non fosse per lei non credo che mi sarei trattenuto. "Papà, io ti voglio bene, non è cambiato niente! Per favore non smettere di parlarmi, potrai conoscerlo meglio se vuoi e non devi accettarlo subito in famiglia ma io sono sempre tua figlia... Io ti voglio bene, voglio bene anche a Shane e alla mamma, non l'ho fatto per dispetto e so che non ti va bene ma non posso scegliere fra te e lui. Farò bene il mio lavoro, non cambierà niente in questo". Cerco di consolarla, Vince la sta ignorando e la cosa che mi irrita di più è che è consapevole di quanto le sta facendo male, ma non voglio peggiorare le cose tra di loro. "Avete la mia benedizione. Se è questo che volete, a me va bene. Avete fatto tutto voi, non posso interferire. Stephanie: mi dici sempre che ti impedisco di scegliere per te stessa, che sono troppo protettivo, che devo lasciarti libera di fare ciò che vuoi... fai ciò che vuoi! Sei grande, no? Lo sai benissimo chi hai accanto, lo sai che se c'erano delle regole era per il tuo bene, sai quanto hai pianto in passato, sai che ho ucciso mio nipote come ti piace raccontare in giro, sai che tuo fratello vuole il tuo bene, sai molto meglio di me che questo lavoro va preso sul serio e sai meglio di tutti quanti quanto una relazione con lui sia la cosa più giusta per te. Ti ho dato quella promozione perché ormai so che non posso più farci niente: ti ho protetta finché ho potuto, ma ora hai voglia di fare da sola e non posso altro che dirti buona fortuna. Stai con lui, prendi le tue scelte: sei libera di sbagliare, ma sappi che se piangerai ancora io non sarò più lì per consolarti. Chi sbaglia paga nella vita, e non pagherò più per te. Sai che cosa ha fatto chi hai accanto. Paul, lo so. Non serve che lo minacci, lo sapevo da quando Steph mi ha chiesto di diventare general manager che non era sola e so che chi cade dalle scale non si frattura in quel modo... come solo un professionista sa fare". "L'ho fatto per lei". Rispondo senza pensarci. "Avete preso le vostre decisioni. L'hai fatto per la tua ragazza... bravo. Spero che ora mia figlia si senta meglio con la sua coscienza, che la smetta di pensare al passato una volta per tutte. Ciao ragazzi. Congratulazioni". Vince se ne sta andando, quando Stephanie esclama: "Papà, non parlarmi più se è quello che vuoi. Non mi importa! Non mi farai cambiare idea! Io amo Paul, è il mio fidanzato che ti piaccia o no! ". Se ne va sbattendo ciò che rimane della porta, è rimasto stranamente tranquillo mentre Steph ha ripreso a piangere a dirotto. "Amore... mi dispiace. Vieni qui, è solo arrabbiato". La abbraccio forte, spero che riesca a riprendersi da tutto questo. "Ha detto che abbiamo la sua benedizione... amore mio,prima o poi tornerà a parlarti. E se non lo farà non importa, io ci sarò sempre piccola. "Io lo odio... non vorrei star male così, lo fa apposta! Perché non ti accetta?" Mi domanda urlando. "Amore, lui pensa che io non sia degno di te. Ma non importa, tu sola sai chi è degno di te e tu sei tutta la mia vita. Andiamo a casa, hai bisogno di un bagno caldo".

The Game is over (She never recovered parte 2)Where stories live. Discover now