Capitolo 42

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New York
18 novembre 2002
Pov. Triple H
Il primo respiro dopo aver aperto gli occhi è come una coltellata in gola, questo schifo di collare sta iniziando di nuovo a prudermi e provo ad alzarmi dal letto puntando il gomito sul materasso: Steph è ancora a letto con gli stessi vestiti di ieri, anche lei ha passato la notte insonne con me in ospedale e ha dovuto tenere a bada suo padre per evitare che Rob Van Dam finisse con il culo rotto. Dopo tutte queste ore in pronto soccorso e le medicine che mi hanno dato sono riuscito a riposarmi per un po', cerco il mio orologio sul comodino istintivamente ma subito mi accorgo di averlo lasciato ancora nella mia borsa ancora prima di combattere con il resto delle cose. Mi volto per leggere la sveglia di Stephanie, l'orologio segna le 17 e mi stupisco di aver dormito per quasi quattro ore filate con questo dolore atroce. Mi sento un po' stordito, fuori c'è ancora luce e le tende sono semiaperte, mi metto seduto sul letto e mi prende un giramento mentre dalla schiena ormai a pezzi mi cadono dei coriandoli. Non mi sono ancora fatto la doccia, ho freddo fuori dalla coperta a torso nudo e cerco di alzarmi in piedi senza sforzare il collo quando Stephanie mi blocca tenendomi per un braccio: "Tesoro, ti sei già svegliato? Appoggiati, devi riposare. Ti fa male?" Cerca di spingermi di nuovo sul cuscino ma oppongo resistenza mentre si alza per strapazzarmi con le sue effusioni: mi sembra più stordita di me, non ricordo bene cosa sia successo mentre lottavo per stare sveglio ma finalmente le sue occhiaie si sono un po' alleviate. Era in pensiero per me, è meglio che sia lei a rimanere a dormire dopo tutta la tensione di ieri notte.  "Ti senti già meglio? Devi riposarti, tieni il mio cuscino così non sforzi il collo...". "Lasciami!" Esclamo con tutta la forza che ho, sono costretto a trattenere il respiro per il dolore e Stephanie accorre prontamente a soccorrermi alzandosi e passando dall'altra parte del letto: "Non parlare! Ti fa ancora troppo male, il dottore ti ha detto che non puoi assolutamente fare sforzi. Ci penso io se ti serve qualcosa". Stephanie ieri sera era ridotta male, ha quasi svuotato le gocce di Valium che aveva in borsa e ora che si è spaventata la sua ansia è peggiorata. Per fortuna l'infermiera non le ha portato quello Xanax, la sua prescrizione è scaduta mesi fa e mi dispiace che sia tornata a stare male dopo così tanto tempo che non prendeva medicinali pesanti. Avrei dovuto darle retta, ora Rob è nella merda e devo aiutarlo. Lui mi ha aiutato a ribellarci a Bischoff per quanto riguarda il finale del match e non voglio che Vince lo licenzi, capirebbe che mio suocero ha un occhio di riguardo per me e non voglio questi problemi quando domani tornerò al lavoro. Mi alzo dal letto per prendere il telefono, Steph mi prende a braccetto e afferma: "Non puoi alzarti da solo, ricordi cosa ti hanno detto? Avrai dolori dappertutto dopo una notte in barella, sei sempre indolenzito dopo un match... vedi, la gamba neanche ti tiene!". Mi aggrappo a lei dopo che la gamba mi ha ceduto, il ginocchio mi da fastidio e anche il muscolo che mi sono strappato si rifiuta di farmi camminare. Cerco di avvicinarmi alla mia borsa e mi abbasso per afferrarla: prendo il cellulare, devo vedere Rob e parlargli. "Chi chiami adesso? Amore, ci penso io alle cose di lavoro. Tu sei in malattia, hai sentito all'ospedale cosa hanno detto: minimo dieci giorni di stop, in questi giorni ci penso io a te. Lascia stare, nulla è così urgente da farti irritare la gola, deve sgonfiarsi". Mi prende il telefono dalle mani, quando subito riprende: "Non ho detto niente ai tuoi genitori, non voglio che si preoccupino così tanto. Mi hanno chiamata mentre tu eri in stanza con papà, gli ho detto che l'ambulanza è arrivata per scrupolo perché ti hanno visto in difficoltà. Non avrebbero dovuto riprenderti, ma in quel momento non ho ragionato e ti sono corsi dietro con la telecamera credendo fosse divertente. La tua famiglia sa che stai bene, che ti sei preso un piccolo colpo al collo. Non sanno che sei rimasto in condizioni critiche fino a poco fa, non mi sembrava il caso di far agitare ancora di più tua madre perché già piangeva. Non glielo dirai, vero?" Le faccio segno di no con la testa, anche mia madre deve mettersi in mezzo adesso? Domani tornerò al lavoro, non mi interessa della prognosi. Devo rubare la cintura a Michaels, non posso stare fuori dalle scene per 10 giorni. Le riprendo il telefono dalle mani andando sugli SMS, i miei colleghi si sono preoccupati per me e trovo un messaggio da Rob: "Mi dispiace. Quando esci chiariamo. RVD". "Hey, no!" Afferma Steph guardandomi sconsolata: "Con Rob è tutto a posto. Ti conosco, so che ti dispiace ma ora devi guarire. Nei prossimi giorni quando potrai di nuovo parlare lo inviteremo a casa, ma ora non voglio che ci pensi". Rispondo velocemente al suo messaggio: "A posto. Niente scuse" digito cercando di non allungare di troppo il testo, esaurirò presto il credito in questi giorni per rispondere ai messaggi e potermi far sentire al lavoro. Non poter parlare è una tortura, ogni volta che mi viene istintivamente da rispondere il dolore mi ricorda che devo tacere. Vorrei tanto dire a Steph di tornare a letto, lei non meritava di preoccuparsi così e vorrei solo dirle che la amo. Ho richiato di non poterla vedere mai più, se solo fossi morto soffocato lei non se lo sarebbe mai perdonato, nella sua federazione... le lascio il cellulare in mano e subito la abbraccio forte a me, avrei voluto vederla prima mentre dormiva come faccio sempre ma il mio collo non mi permetteva di girarmi. "Ho preso le ferie. Una settimana, voglio essere io a prendermi cura di te. Non riesco a sopportare di averti quasi perso, promettimi che starai bene. Se non avessi esagerato con il Valium ieri non avrei dormito tutto il pomeriggio, hai bisogno di bere e non hai ancora mangiato nulla! Mi dispiace, vado a prenderti una gelatina... forse è meglio un gelato, però senza granelle altrimenti non credo riusciresti a mangiarlo" Esclama cercando di riportarmi a sedere sul letto ma mi oppongo trascinandomi verso il bagno. Non ne posso più di questi cosi attaccati alla schiena e sto tremando dal freddo. "Ho capito, vuoi un bagno caldo. Hai ragione, non ti sei nemmeno tolto il costume... tu siediti qui, ci penso io". Mi costringe a sedermi su uno sgabello in bagno per poi aprire l'acqua della vasca, non sopporto i suoi sali da bagno alla violetta e spero che non li butti dentro quando la vedo frugare nell'armadietto: "Questo dovrebbe andare bene. È alla lavanda, i sali aiutano a rilassarsi... e poi forse ti aiuta a respirare, il profumo fa bene quando sei raffreddato quindi penso sia adatto per la gola". Inizio a spogliarmi delle ginocchiere, Steph non è riuscita nemmeno a togliermi le scarpe che è collassata a letto per l'abuso degli ansiolitici di questa notte e vedere Vince che mi slacciava gli stivali è stato troppo per chiedergli di aiutarmi con il resto dell'attire. Ho ancora le bende piene di sangue legate alle mani, butto tutto nel cestino mentre lei accende due candele sul bordo della vasca per poi esclamare: "Siediti! Hanno detto che gli antidolorifici potrebbero farti girare la testa, se dovessi cadere sarebbe pericoloso per la tua gola!". "Sto bene!" Le sussurro in preda al dolore, se nel resto del corpo sento freddo vorrei solo mettere il collo a bagno nel ghiaccio. "Ok, però reggiti al lavello, ho quasi finito". Sta finendo di versare i suoi sali nella vasca, un odore fortissimo di lavanda mi prende subito la testa e finisco in fretta di spogliarmi lasciando tutto in un mucchio. Intravedo il mio riflesso nello specchio, ho ancora la faccia piena di sangue e sono ridotto male... apro l'acqua per risciacquarmi il grosso del sangue dal viso, un po' di fresco mi aiuta a non pensare al dolore quando sento le braccia di Stephanie afferrarmi: "Vieni, è pronto". Mi aiuta ad entrare nell'acqua calda, finalmente il fumo caldo allevia i brividi di freddo che mi attraversavano il corpo e cerco di rilassarmi nonostante il dolore alla gola. "Ti aiuto a insaponarti, ora rilassati" afferma Stephanie prendendo una saponetta e spegnendo la luce, avrei voluto farmi prima un bagno pieno di schiuma e la luce soffusa della candela mi sta facendo tornare il sonno, chiudo un momento gli occhi quando sento le sue mani sfiorarmi il petto. Vorrei dirle che non è necessario che mi faccia il bagno ma mi sto lasciando trasportare dalle sue coccole. Restare in silenzio mi sta aiutando con il dolore, sto riuscendo a non farci più caso dal momento che sento tutti i muscoli distendersi quando smette di strofinare la saponetta sul mio petto. Non ci faccio molto caso, continuo a riposarmi e provo a rilassarmi per dormire: non mi ero reso conto di quanto fossi stanco fino ad ora, finire il match a corto di ossigeno è stata un'impresa e tutto il corpo ne ha risentito. Sento Stephanie muoversi nel bagno, ignoro i rumori di sottofondo dal momento che starà cercando qualcos'altro da mettere nella vasca quando sento improvvisamente un peso su di me: spalanco gli occhi, Steph si è spogliata per entrare nella vasca con me e si scioglie i capelli senza smettere di guardarmi. "Che c'è?" Mi domanda ridendo, sa che mi sta provocando e se da un lato sono sfinito dall'altro non so fin dove potrò spingermi in queste condizioni. "Non riuscivo bene a toglierti i coriandoli di dosso" afferma dopo avermi accarezzato la schiena, quelle schifezze sono ovunque sotto al velo di schiuma e ne butta fuori dalla vasca una manciata. Cerco di trattenermi ma mi sfugge una risata, il dolore mi riporta subito alla realtà e sono costretto a cercare di smettere di pensarci. "Non ridere... che hai? Non posso nemmeno farmi un bagno? Il fatto che ci sia tu ad occupare la vasca non mi fermerà". Mi sfiora le labbra per poi baciarmi con più decisione, sdraiandosi completamente sul mio petto: sento il suo seno nudo su di me, le sue mani bagnate di schiuma tra i capelli mi fanno sentire di nuovo vivo... se fossi morto non potrei essere qui con lei ora. Smette di baciarmi per tornare a sedersi su di me, strofinandosi sul mio corpo con disinvoltura, come se non fosse consapevole della mia reazione: riprende a insaponarmi, mordendomi prima il petto e scendendo sempre più in basso fino a sfiorare il livello della schiuma senza nemmeno distogliere lo sguardo da me, mi sfiora prima le braccia con il sapone e poi di nuovo il petto, scendendo gradualmente più in basso fino ad arrivare al pube. "Oh, mi è scivolata la saponetta..." mi sussurra per poi accarezzarmi con la mano libera, ho capito a che gioco sta giocando e non poter parlare sembra quasi un'arma a doppio taglio per poterle lasciare fare ciò che vuole ma allo stesso tempo godermi lo spettacolo. Dovrei davvero prendermi una pausa dal ring, forse è la cosa giusta. "L'ho trovata" afferma di nuovo, il modo in cui mi tocca mi fa impazzire e la tiro verso di me per riprendere a baciarmi mentre mi accarezza la punta con le dita. "Perché smetti? Ti faccio troppo male?" Mi domanda subito dopo che ho allontanato la lingua dalla sua, devo concentrarmi per ignorare il dolore che provo solo a respirare così velocemente ma il piacere è troppo per smettere: "Vuoi che smetta anche qui?" Mi chiede per provocarmi rallentando il ritmo. "Continua" affermo con un filo di voce, lei mi guarda soddisfatta stringendomi il braccio con l'altra mano per non cadere nella vasca. "Dopo la tua infermiera ha già preparato la crema per i dolori muscolari. Però forse è meglio un bel massaggio... sai, mentre eri nel ring morivo dalla voglia di toccare questi muscoli e ho dovuto attendere troppo". Riprendo a baciarla tirandola verso di me, sfiorandole piano le labbra per non sentire ancora quel dolore e smette quasi apposta di toccarmi sul più bello. Si mette di nuovo seduta su di me: "So quello che stai pensando... ho detto che sarei rimasta a casa per prendermi cura di te. Non ti sforzare" afferma sfiorandomi le labbra con l'indice, sapeva che le stavo per chiedere il perché di tutto questo trattamento ma mentre non me lo aspetto mi ritrovo dentro di lei: si muove lentamente su di me, spostando le mie mani sul suo seno e obbligandomi a rimanere sdraiato. Non dovrei fare sforzi, sono quasi morto. Se fossi morto Steph starebbe piangendo per me, Vince aveva paura di perdermi e persino la mia famiglia. Riprendo a guardarla negli occhi per concentrarmi sul momento, Steph sta ansimando e l'acqua sta iniziando a uscire dalla vasca, il suo respiro si fa sempre più forte e più provo a godermi il momento e più questo dolore mi perseguita, ricordandomi la vera realtà: senza tutto ciò non avrei lasciato il titolo, se dovessi andare avanti così perderò Steph. Ho già perso una donna, perché non ho paura di perderne un'altra? L'ultima volta che mi sono ferito nel ring tutto è andato a puttane, ho pagato le conseguenze del mio essere codardo, non ho mai detto a Jo che non la amavo più finché non ho avuto bisogno di lei, entrambe sono andate via abbandonandomi mentre io avevo bisogno, dopo tutto quello che ho fatto per lei in silenzio... ieri sera avrei potuto soffocare, se fossi morto sono sicuro che a lei in Giappone non sarebbe mai importato, avrebbe riso per come avrei pagato la lezione per averla tradita dopo anni a restarle accanto da lontano, per paura di ferirla. Perché faccio solo scelte del cazzo? La mia ragazza poteva perdermi... avrei dovuto dire di no a Rob, avrei dovuto evitare che Stephanie soffrisse per me ancora. Lei c'è sempre stata per me, io dovrei fare lo stesso per lei. Non andarmene da questo mondo per una cazzata. Si muove sempre di più su di me aggrappandosi al bordo della vasca, Steph ha iniziato a gemere e tutto questo è troppo per me: devo pensare ad altro, la schiuma che le copre leggermente il seno mi lascia immaginare ciò che ho già visto tante volte, la afferro per i fianchi stringendola a me e ha riprenso a urlare ancora più forte mentre mi morde il labbro inferiore, se solo avesse sbagliato di altri due centimetri sarei morto... Non posso finire adesso, perché penso alla mia morte? Più la guardo e più mi sento miracolato, la luce soffusa lascia appena intravedere la sua sagoma nel bagliore giallastro delle candele come se fosse una visione... Un brivido mi attraversa tutto il corpo, sono ancora vivo per miracolo... una fitta di dolore mi riporta alla realtà, Stephanie ha smesso improvvisamente di muoversi e mi guarda negli occhi confusa. Cazzo, che cosa avevo in mente? "Tutto ok? È per la stanchezza, vero?" Mi domanda accarezzandomi i capelli. "Scusa" le sussurro sforzandomi con la voce, perché ho già finito? Lei mi fa impazzire, perché penso alla mia morte? Vorrei solo sotterrarmi adesso. "Amore, non fa niente. Ti hanno dato tutti quei medicinali e poi pensavi al dolore... dovresti stare a riposo, avremo altri giorni per rifarlo". Il suo sorriso si trasforma subito in un'espressione scura, ho rovinato tutto... anche questa. Rob rischia il culo per causa mia, mio suocero dovrà trovare un sostituto per quando starò fuori e Stephanie è stata in pensiero per me tutta la notte, se solo l'avessi ascoltata non avrei rischiato la pelle. A nessuno sarebbe importato se non a lei, ho rischiato la pelle un sacco di volte e l'unica cosa a cui pensavo era di far stare bene Jo, di non farla preoccupare mai di niente. Stephanie non merita il mio male, perché non riesco a darle quello che merita? "Amore!" Esclamo vedendola piangere, non mi importa più di quello stupido infortunio: devo dirle adesso quello che provo, sono stato una merda a pensare solo a quel titolo. Mi guarda con gli occhi pieni di lacrime per un secondo, è rimasta delusa anche da questo... si butta sul mio petto per poi scoppiare a piangere definitivamente: "Paul, tu stavi per morire!" Esclama mentre la stringo in un abbraccio, ieri sera ha sofferto e io non potevo fare nulla mentre piangeva per una cazzata che ho accettato di fare, credendo che sarebbe andata sempre bene: sono uno stronzo. "Sono qui" mi sforzo a sussurrarle nell'orecchio. "Non riesco a immaginarmi senza di te. Amore, stavi per morire davanti a me!". Cerco di tranquillizzarla sfiorandole i capelli con le dita piene di schiuma, forse avremmo dovuto evitare di farlo in queste condizioni. Ieri notte ha bevuto quasi una boccetta di Valium, non posso fingere che lei stia bene. "Mi dispiace, continuo a pensare che potevo perderti" afferma mentre cerca di respirare, si stra tranquillizzando mentre io riesco solo a rimanere immobile. "Ti amo, ti amo troppo per vederti morire adesso!" "Sei agitata" rispondo stringendola ancora, quella roba le fat un brutto effetto e non avrei dovuto lasciare che succedesse questa cazzata. Rob lo sapeva di non essere in grado, avrei dovuto dirlo a Vince. "Ieri sera per me è stato troppo, vederti salire in ambulanza coperto di sangue, poi la notizia che non respiravi più... cazzo, riuscivi a sentire che ti stringevo la mano?" Mi chiede posandosi sulla mia spalla con la testa. Annuisco muovendo la testa, riuscivo a sentirla accanto a me per tutto il tempo, lei era qui questa volta nonostante tutto ciò che ho combinato nei suoi confronti. "Ho cercato di mantenere la calma, mi dispiace di aver esagerato con gli ansiolitici ma mi sentivo svenire più ti vedevo chiudere gli occhi. Ti stringevo la mano sempre più forte man mano che passavano i minuti, avevo paura che sarebbe stata l'ultima volta che avrei potuto farlo e non riuscivo a non pensare al fatto che non eri ancora salvo nonostante stessero facendo di tutto per tenerti qui con me. Io... avevo solo la nausea, non capivo niente. Sentivo che il cuore mi sarebbe uscito dal petto a furia di battere così tanto, stavo per smettere di respirare e forse vedere te cercare di farlo ha spinto anche me a provarci. Non so se ricordi ma l'infermiera non ha voluto darmi niente, per fortuna poi ho iniziato ad avere sonno grazie a quelle gocce di merda. Non ti sono stata accanto come avrei dovuto, ancora una volta sei stato tu a darmi forza". "Non è vero" rispondo provando un dolore atroce. "Invece sì. Mi sono resa conto che sei stata l'unica persona ad amarmi così tanto da farmi preoccupare del mio futuro senza di te. Voglio che mi prometti di stare attento, non farai mai più nulla del genere". Annuisco ancora con la testa, se solo avessi rifiutato ora lei non starebbe così. Sto cercando di non odiarmi ma questa ferita del cazzo mi rende impossibile parlarle. "È solo colpa di quella merda se sono così, se solo sparisse dalla mia vita una buona volta! Non mi lascia mai in pace, non gli basta avermi abusata, non gli basta nemmeno adesso che dovrebbe pensare ai suoi figli! Erano quasi sei mesi che non avevo più l'ansia, quando penso di stare bene devo di nuovo riprendere con quei cazzo di farmaci. Perché lui è tornato con le sue cazzate, è solo colpa sua se la mia vita stava per essere rovinata per sempre! Rob non c'entra niente, lui ha provato a proteggerti". Che cosa ha fatto Bruce Prichard? Non gli basta scoparsi mio suocero?  "Amore" affermo deciso, non ho capito questa situazione, credevo fosse Bischoff ad aver avuto questa idea del cazzo del frogslplash dalla gabbia. "Bruce ha avuto questa idea, papà gli ha chiesto una mano dopo il flop di Kathy Vic e credeva che avrebbe aiutato mandare Rob ad una corsa per un titolo. È stato lui a pensarlo, papà lo ha detto a Bischoff, il quale lo ha chiesto a Rob. Sapevano benissimo del pericolo, Rob aveva detto che non voleva ma Bischoff ha iniziato a dire che lo show era suo e altre cazzate simili. Quando Rob si è lamentato anche da mio padre Bruce sapeva che non ti saresti tirato indietro di fronte a papà, ne sono sicura. Ha cercato di opporsi per questo, voleva impedire che ti facessi male. Per questo volevo che mollassi, avevo paura che sarebbe successo qualcosa dal momento che quell'essere è tornato alla scrivania di mio padre. Avrei dovuto parlartene, avrei dovuto fidarmi della sensazione che avevo ma tutto sembrava così assurdo, Rob è un professionista e ho creduto che non sarebbe mai andata male. Ed è vero, è stato un miracolo che non ti abbia ucciso". Sapevo che il ritorno di quella merda mi avrebbe portato problemi, spero che il suo naso si sia di nuovo cicatrizzato perché non vedo l'ora di fare molto peggio della scorsa volta. "Non parlarne a Rob per nessun motivo. Potrebbe solo farlo sentire più in colpa sapere che la decisione non era di Bischoff e che avrebbe potuto evitare parlando con te. Me lo ha spiegato mio padre ieri quando abbiamo chiamato Rob, mi ha detto che è stato imprudente ad approvare tale decisione e che vorrebbe solo che tu guarissi presto. Mio padre non poteva sapere, nemmeno Bischoff. Sono convinta che Bruce sapesse del pericolo, voleva che questa cosa andasse bene per pararsi il culo e prendersi i meriti degli ascolti". Mi stringo forte a lei, non devo permettere mai più a me stesso di non pensarci. Se solo avessi ragionato avrei potuto impormi, avrei potuto evitare di rischiare la morte. Le passo un asciugamano da quelli che aveva preparato in precedenza fuori dalla vasca, inizia a fare freddo e devo smettere di pensare alla mia morte adesso. Steph ha bisogno di me. Mi avvolge con un telo asciutto, vorrei solo dimenticare ciò che mi ha detto ma ormai ho solo un pensiero fisso: ancora è intenzionato a rovinare la vita a Steph? Fino a dove si spingerà?

The Game is over (She never recovered parte 2)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora