Capitolo 36

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Tokyo, Giappone
26 agosto 2002
Pov. Chyna
"Come ha detto, scusi? Mi sta prendendo in giro, vero?" Dall'altra parte del telefono segue un silenzio tombale, è stata una pessima idea ascoltare il consiglio di Sean. "Ti ricordo, Joan, che è soltanto la prassi. So che le probabilità che tu sia incinta sono molto basse, praticamente nulle dal momento che l'apparato è stato quasi totalmente rimosso, ma è meglio che tu faccia un test". "Dottore, è stato lei a dirmi che sono sterile... mi rifiuto di fare un test di gravidanza, tutto ciò è ridicolo!". "Ci sono stati rapporti a rischio? In caso non fosse così allora non sarebbe necessario, ma devi esserne sicura altrimenti potremmo solo perdere tempo". "Non ce ne sono stati dal momento che non posso avere figli. Non è possibile che io sia incinta, non uso protezioni da mesi e non è mai successo niente". "Effettivamente i tempi sono ristretti nella tua condizione, la probabilità di concepire con un solo ovaio si riduce a più della metà rispetto alle condizioni normali e dopo un intervento di quel genere si riducono ancora di più se l'utero è danneggiato ,ma dobbiamo essere sicuri di escludere la gravidanza da ogni evenienza. Prima di procedere con esami invasivi bisogna essere al corrente di un eventuale concepimento, inoltre una gravidanza nelle tue condizioni potrebbe essere molto pericolosa per la tua salute. Potrei fissarti un appuntamento appena sarai di nuovo in America, ma dovrai portarmi un responso negativo così potremmo direttamente procedere con gli esami. Mi rendo conto che potrebbe risultare inutile questo passaggio, ma in caso di ritardi troppo lunghi delle mestruazioni bisogna prima aver escluso qualsiasi banalità, le cause potrebbero essere molteplici". Sento la porta della camera aprirsi piano, Sean si siede accanto a me sul letto e gli faccio segno di restare in silenzio. "Va bene, lo farò. Dopo questa spero che sappia dirmi qual è il problema. Devo lottare, se dovessi avere dei problemi di salute sarei costretta a prendermi uno stop". "Non preoccuparti, cerca di restare tranquilla. In caso dovessi avere bisogno lascia pure un messaggio al mio studio. Ciao". Metto giù la telefonata, tra una settimana Sean e i bambini torneranno a casa e al solo pensiero di dover chiedere un permesso sento già le lamentele di Inoki nelle orecchie. "Hai parlato con il medico?" Mi domanda afferrandomi la mano. "Mi ha detto di fare un test di gravidanza... hai capito bene, un test di gravidanza! E' ridicolo, non so cosa dire". "Andiamo a comprarlo. Non ho sonno, il negozio sotto casa è aperto". "Stai scherzando vero? Lo sai che sono sterile, non avrei chiamato il mio ginecologo altrimenti se il ritardo fosse solo una gravidanza! Mi è successo altre volte prima di scoprire di essere sterile ed è sempre stato negativo mentre ci stavamo provando io e lui. Qualsiasi donna dopo un ritardo di quasi quattro mesi avrebbe fatto un test prima di chiamare un ginecologo, ma nel mio caso non ha senso...". "Se ti ha detto di farlo significa che sa quello che dice. Jo, costa soltanto cinque dollari! Portiamogli quel pezzo di plastica, faremo qualsiasi cosa sia necessaria pur di sapere che tu non hai nessun problema. E se fosse qualcosa di grave? Dobbiamo fidarci". "Sul serio? Amore, io mi rifiuto. Non c'è ragione per cui io possa essere incinta, è stato lui stesso a dirmi che non ce l'avrei mai fatta a concepire e ora mi chiede il risultato di un test di gravidanza?". "Evidentemente non è del tutto impossibile! Non lo so, anche io sono confuso, ma devi curarti". "Non lo farò, non esiste". "Di che cosa hai paura? Non fa male, devi solo pisciarci sopra! Perchè devi crearti tutti questi problemi? Lo andrò a comprare io se vuoi, aspetta ancora qualche giorno se proprio pensi che la situazione si possa risolvere ma se sei sicura di non essere incinta come mai continui a rifiutarti?". Sean mi ha davvero rotto le scatole, cosa c'è di così difficile da comprendere? "Tra una settimana tornate a casa, no? Verrò con voi, andrò a chiedere un altro parere". "Ho il colloquio con la TNA, potresti stare con i bambini ancora un po'... sarei felice se tu tornassi a casa, ma non è necessario amore. Perchè non ti fidi del tuo medico? Ci vai da anni, conosce bene i tuoi problemi. E poi non credo proprio che da altre parti non ti chiederebbero di una eventuale gravidanza, fanno solo il loro lavoro. Si può sapere che ti ha detto al telefono?". Sean si è alzato a sua volta e mi ha bloccata con un abbraccio. "Mi ha detto che è sarebbe molto raro, praticamente impossibile per me essere incinta, ma che una gravidanza potrebbe essere pericolosa in questo stato e dovrebbe esserne al corrente prima di fare altri esami". "Amore, quindi tu puoi-". Lo blocco prima che possa finire la frase, tutto questo è ridicolo. "No, non è così. Non posso avere figli, ci ho provato per più di un anno con Hunter e non è mai successo nulla. Non mi hanno mai detto di non essere fertile, ma le probabilità che io possa concepire sono quasi pari a zero. Non è mai successo in tutto questo tempo, dubito che sia così questa volta". "E se non fosse una gravidanza, ma un altro tumore? Jo, ci hai mai pensato a me? A noi? Ai bambini? Se fosse qualcosa di incurabile? So che non ho mai detto di volere altri figli,  ma se fosse una gravidanza almeno ne sarei più felice rispetto a sapere che tu potresti stare molto male, doverti ritirare dal wrestling per sempre e addirittura morire prima del tempo, forse subito! E se tu fossi incinta davvero? Se per te è pericoloso ti farebbero abortire, è comunque grave!". "Perché sei così drammatico? Morire? Non succederà, tu sei fuori! Potrebbe essere qualsiasi cosa: sono sicura che sarà una stupidata, forse lo stress del nuovo lavoro, cambiare paese...". Lo abbraccio a mia volta, Sean è fin troppo preoccupato per me ma mi rendo conto che sta passando un periodo difficile con il suo lavoro, sarà solo stanco. "Perché ridi?" Mi domanda alzando la testa. "Perché questa situazione è ridicola. Amore, non sto morendo e nemmeno sono incinta. Insomma, me ne sarei accorta! Avrei avuto la nausea, o qualche altra cosa... e poi con tutto quello che ho bevuto in questo periodo non sarebbe possibile nemmeno un miracolo". "Non è divertente". Sean mi sta guardando seria, non capisco che cosa gli prende ma cerco di tranquillizzarlo: "Amore, scherzo. Ok? Tornerò a casa così farò tutti gli accertamenti, ma non voglio che ti preoccupi così per me. Purtoppo sono anni che nonostante tutto non ho mai avuto un bambino, ne sarei solo felice se fosse una gravidanza ma ho smesso di illudermi. Non sono mai riuscita a rimanere incinta nemmeno facendolo ogni giorno, prendendo farmaci di ogni genere, figurati in queste condizioni. Hunter non aveva nessun problema, a quanto pare lui e Stephanie hanno pure rischiato grosso". "Come fai a sapere questa storia?" Mi domanda scoppiando a ridere. "Beh, Eddie...". "Giusto, avrei dovuto immaginare che anche a te ha detto del loro salto della quaglia andato male. Secondo te come è stato concepito Jesse? Questo è un errore stupido, io avevo diciannove anni quando ho pensato che questa stronzata potesse funzionare...". E poi Masahiro dice che è ancora innamorato di me... dubito che questo cretino pensi ancora a noi, si comporta come un ragazzino irresponsabile a trent'anni suonati. "Adesso sorridi almeno" rispondo ridendo con lui. "Se non fossi stato un coglione non sarei padre... Amore, andiamo a prendere quel test. I bambini dormono ormai a quest'ora, domani Inoki ti aspetta. Facciamolo, togliamoci questo pensiero. Devi riposarti e non riesco a stare tranquillo per te finché non avranno detto che è tutto a posto. Non sono paranoico, ma ho paura di perderti". "Non sto morendo. Anch'io ti amo e lo capisco, ma non voglio che ti preoccupi così per me. So che ti ho detto che non avevo avuto sintomi, ma sono passati più di dieci anni da quando ho avuto il tumore e non c'è più pericolo che ritorni. Mi controllo spesso, me lo avrebbero detto se avessi avuto qualcosa di anomalo nei risultati". "Va bene... ma torna a casa con me. Amore mio non vorrei mai che tu stessi male qui a Tokyo, da sola... se le cose dovessero andare bene con la TNA non potrei essere con te ogni giorno e questa cosa mi spaventa troppo". Sean è davvero preoccupato per me, alzo lo sguardo su di lui e cerco di rassicurarlo: "Scendo a comprarlo, se è quello che vuoi. L'ultima cosa che voglio è che ti preoccupi per me". "Jo, perché non capisci? Non lo devi fare per me, qui si tratta della tua salute!". "E se dovessero dirmi di fermarmi? Non posso fermarmi ora, no!". "Beh, è ovvio che ti fermerai se diranno che è necessario! Sei impazzita? Ti farebbero un certificato di malattia, la cosa più importante è che tu stia bene, Jo! Non essere testarda, da quanti mesi ignori questo problema?". "Senti, ho detto che scendo" rispondo uscendo dalla camera, non voglio più sentirlo lamentarsi, quando mi corre dietro per le scale: "Amore, perché ti arrabbi?". "Perché mi arrabbio? Dovresti arrivarci, cazzo! Perché dovrei essere felice di fare un test di gravidanza che uscirà sicuramente negativo? Non ti rendi conto di ciò che ho passato? Ne ho fatti a decine di test, ogni volta che avevo il minimo sospetto facevo un test di gravidanza e non è mai uscito positivo. Mi sento presa in giro, perché non mi capisci?". "Non urlare!" Afferma mantenedo la voce bassa, i suoi figli dormono nella camera accanto e rischiamo di svegliarli. "Amore, vieni qui" afferma bloccandomi per un polso. "Lo so che hai solo paura che io sia incinta: non guardi nemmeno quelli che hai di figli! Ma tranquillo, non è così. Torna pure a dormire, lo faccio solo per scrupolo ma tanto già sapranno che è inutile". "Perché devi prendertela con me? Forse non ti rendi conto della situazione: qui non si tratta di volere un terzo figlio, se solo fosse possibile te lo avrei già chiesto! Io li amo i miei figli, perché dici così? Sembra che tu non voglia accettare le cose: se tu dovessi essere malata più aspetti e più tutto potrebbe peggiorare! Non volevo arrivare a tanto, ma lo sai benissimo come stanno le cose: il fatto che tu non sia la loro madre non significa che i bambini non ti vogliono bene. Noi quattro siamo una famiglia, lo sapevi che stando con me avresti preso il pacchetto completo. E ora non puoi fregartene, ci pensi a cosa potrebbe succedere tra di noi se tu dovessi avere un tumore? Non puoi continuare a bere e a non pensarci, l'ultima cosa che vorrei sarebbe dover spiegare ai bambini che sei in ospedale". "E tu devi smetterla di trattarmi così! Perché pensi che me ne frego di te? Secondo te avrei mai pensato di parlartene se non mi importasse? Voglio bene ai tuoi figli, non ho mai detto nulla su questo!". "E allora perché hai paura di un pezzo di plastica?". "Perché mi ricorda cose orribili!". Mi abbraccia improvvisamente, non riesco a trattenere le lacrime e solo il pensiero di quel giorno mi fa soffrire più di allora... "Mi dispiace... avrei dovuto pensarci. So che ripensi al passato, ma lo faremo insieme. Non guardarlo se non ti va, lo porto io al tuo medico quando torno a casa". "Ho paura di rimanerci ancora male guardando il risultato". Mi sento ancora tremare come allora, forse non ho mai smesso di sperarci veramente... "Amore, no. Ricordati che questo non è niente, è solo per vedere se stai bene. Devi farlo, i bambini hanno bisogno di te, vogliono che ti prendi cura di loro". "Lo so" rispondo sospirando, non vorrei pensarci più a questa faccenda ora che ho una famiglia con Sean ma è come se stessi vivendo tutto da capo... proprio ora che sto bene con una persona, che abbiamo una famiglia nostra ritorna questo incubo. "Scendo io... tu resta qui, potrebbero aver bisogno" afferma baciandomi sulla fronte per poi prendere il suo portafogli dallo svuotatasche. "E se dovessero svegliarsi? O piangere?" Gli domando sciogliendo l'abbraccio. "Sei più brava di me, non farmi domande stupide" risponde prendendo le chiavi di casa. Mi siedo sul divano prendendo un bicchiere d'acqua fresca, questa notte fa davvero caldo e cerco di asciugarmi le lacrime con un fazzoletto quando Sean esclama prima di chiudere la porta: "Ti amo".
New York, 26 agosto 2002
Pov. Triple H
Arrivo finalmente in cima al palazzo, l'ascensore ci ha messo una vita a risalire fino a casa e non vedo l'ora finalmente di stendermi a letto. Mai avrei immaginato che avrei più fatto serata con Shawn, mi fa malissimo la testa ma girare per locali con lui mi ha riportato ai vecchi tempi. Steph mi ha detto che mi avrebbe aspettato a casa, ho fatto più tardi del previsto ma sicuramente starà ancora dormendo. Arrivo finalmente al piano, per fortuna Stephanie ha lasciato l'ascensore sbloccato altrimenti non so come avrei centrato il buco della serratura. Si vede già la luce da un po' fuori, è mattina ormai e ho bisogno di una doccia. Mi trascino fino in camera da letto, i festeggiamenti per Summerslam sono stati troppo movimentati e purtoppo ho un match questa sera... Mi butto finalmente sul letto, Steph sta dormendo ancora e mi avvicino a lei per baciarla, è girata su un fianco ed è sotto al lenzuolo fino alla testa. La bacio sul collo diverse volte, finalmente sono di nuovo a casa, quando si volta improvvisamente: "Ah, sei tornato... ti sembra questo l'orario? Ero in pensiero per te!" Esclama arrabbiata allontanadomi subito le mani. "Steph... ti amo" affermo cercando di avvicinarmi di nuovo ma mi fa malissimo la testa e faccio fatica a tenere gli occhi aperti con questa luce che passa dalle tende. "No, non ci provare nemmeno. Dove sei stato?". "Con Shawn... a prenderci una birra. Più di una, siamo stati in giro... ". "In giro? Con chi eri?" Mi domanda furiosa, Stephanie si è messa a sedere nel letto e mi guarda in modo severo. "Con Shawn... siamo tornati amici io e lui! Dovevamo parlare". "Sì, parlare... se sei stato con un'altra lo vengo a sapere!". "Un'altra? Chi? Piccola, no! Io ti amo, perché sei andata via ieri?" "Perché sono andata via? Paul, ti avevo detto che era tardi, era già mezzanotte e avremmo avuto un viaggio di due ore verso casa... perché non mi avevi detto subito che Shawn aveva accettato di rimanere part-timer? Perché?". Sto cercando di rimanere sveglio ma non ce la faccio a non chiudere gli occhi, questa giornata è stata assurda e ho combattuto uno dei match più duri dell'ultimo periodo. "Amore... scusa" rispondo provando a non chiudere occhio. "Scusa? Avresti dovuto dirmi che tu e Shawn avreste stravolto il match! Mentre papà mi stava riportando a casa ieri sera c'era anche Bishoff in macchina con noi e non era per niente contento delle decisioni che avete preso alle sue spalle. Non voglio problemi con lui, quante volte dovrei ripetertelo ancora?". "Amore scusa!" Esclamo portandomi una mano sulla fronte, ho la testa che mi esplode. "Stasera dovrai esserci al Madison Square Garden, ricordatelo! Tu e Mark avete un match in programma". Mi rigiro un'altra volta nel letto, ho davvero troppo sonno ma lei mi afferra il braccio in modo decisamente poco delicato: "Sono le 6:25, mi sarei alzata tra cinque minuti per essere in ufficio a discutere dei risultati e tu dovresti esserci! Bischoff ti vuole parlare, deve discutere con te di ciò che hai preparato per stasera". "Digli che non ci sono!" Esclamo coprendo la testa con il cuscino, cerco di togliermi l'orologio dal polso ma per fortuna Steph mi aiuta: "Non vorrai romperlo. Perché non ci sarai? Non puoi fare quello che vuoi, sei un booker e devi rendere conto delle tue scelte, no?". "Perché sono ubriaco..." rispondo sperando che mi lasci dormire, non mi sono nemmeno tolto le scarpe e lei già mi sta facendo i suoi discorsi. "Lo avevo notato... senti, fatti una doccia e beviti un caffè, starai meglio" mi risponde alzandosi dal letto e sistemandosi la spallina della camicia da notte di seta, se solo avessi la forza di tenere gli occhi aperti le avrei impedito di scappare. "Sto male!" Esclamo prendendola per un braccio. "Si vede che non sei stato al college, andare a lezione senza aver dormito fa parte dell'esperienza". "Dovevi stare con me ieri!". "Paul, io sono felice che tu e Shawn siete di nuovo amici, ma non voglio che papà ti dica qualcosa.  Avete stravolto tutto il finale, Bischoff se l'è presa con noi e vuole delle spiegazioni". Non riesco a rimanere sveglio, scorgo Steph allontanarsi verso il bagno e finalmente mi addormento in pace...
Più tardi
Mi sveglio di soprassalto, il telefono sta squillando da un po' e devo rispondere... Afferro il cellulare dal comodino senza nemmeno aprire gli occhi, mi rendo conto di aver dormito profondamente e rispondo subito: "Pronto". "Paul, potrei gentilmente sapere il motivo della tua assenza sul posto di lavoro?" La voce di Vince mi costringe a mettermi subito seduto, guardo un attimo la sveglia e noto che sono già le dieci. "Come? No, io sto arrivando...". "Ottimo. Dove ti trovi in questo momento?" "Eh... sto facendo un massaggio, ieri ho sforzato la schiena". "Che strano, Steph mi ha detto che stavi arrivando". E ora che gli dico? "Vince, non ti preoccupare. Il fisioterapista era in ritardo, ma sono quasi lì. Hai dormito bene?" "Non quanto te, ma posso dire di sì. Ho appena finito in palestra". "Certo, non abbandoni mai le tue abitudini... ci vediamo lì, ciao". Attacco in fretta il telefono, mi stanno aspettando da almeno un paio d'ore al Madison Sqare Garden e si trova a un quarto d'ora da qui, e non ho nemmeno la macchina... devo sbrigarmi. Sposto le lenzuola dal letto, devo lasciare scritto di cambiarle e nel mentre mi tolgo anche le scarpe. Steph mi ha lasciato una bottiglia d'acqua sul comodino, in questo momento la sto amando ancora di più, e trovo un suo biglietto a terra, deve essere caduto mentre mi muovevo: "Buongiorno amore, ho detto a papà che stai arrivando e che avevi bisogno di riposo dopo il match di ieri. Ti ho lasciato il caffè in cucina e la colazione, per favore sbrigati. La prossima volta ti chiudo fuori di casa. Ti amo, Steph". Corro a farmi la doccia, mi sento tutto sudato e soprattutto mi sento in colpa nei confronti di Steph. Ieri sera Shawn le ha detto di vestirsi da infermiera sexy e ci era rimasta male per le sue battutine, nonostante ciò si è presa cura di me. Mi metto subito sotto l'acqua fresca e mi lavo il più velocemente possibile, so che Vince mi aspetta al lavoro e non posso assolutamente non presentarmi. Ho combinato un casino, non avrei dovuto dare retta a Shawn. Mi stronfino un po' i capelli con lo shampoo, mi fa ancora male la testa e non credo di essermi del tutto ripreso quando sento il cellulare suonare di nuovo. Mi precipito fuori dalla doccia cercando di asciugarmi come posso, sicuramente sarà di nuovo il capo e so che non smetterà di darmi il tormento finchè non arriverò: "Pronto?" Affermo cercando di essere serio, ma lui afferma: "Aprimi, sono qui sotto". Qui sotto? "Come scusa?" "Hai capito bene, sono sotto casa di mia figlia. O forse dovrei dire casa tua". Merda. Cerco subito dei vestiti nell'armadio, non posso farmi vedere nudo da mio suocero. Chi gli ha detto che questa è casa mia? Steph non può averlo fatto, non è vero... Chiudo la porta della camera, non può vedere questo casino e mi dirigo in cucina a preparare due caffè, forse fingendo di fare qualcosa sarà meno arabbiato con me. Verso il caffè in due tazze grandi, per fortuna Steph ne ha lasciata una brocca piena, l'ascensore si sta muovendo e per fortuna mi ha avvisato prima di salire dal momento che conosce il portiere e ha una copia delle chiavi. Sono sicuro che mi farà il culo. Guardo cosa mi ha lasciato Stephanie da mangiare, sotto ad un coperchio c'è un piatto con delle uova, ma Vince è arrivato al piano. Sono nella merda. Ho chiuso la porta della camera, spero che non sia così stronzo da andare a guardare. "Buongiorno, Paul Jr." Afferma scendendo dall'ascensore, gli apro la porta di ingresso e subito si fa strada dentro casa. "Buongiorno" rispondo a bassa voce, ho paura di cosa starà per dirmi e ho il presentimento che non sia nulla di piacevole. "Stephanie è stata molto gentile ad ospitarti qui, non è vero?" Mi domanda sedendosi al tavolo della cucina. Faccio lo stesso ed inizio a bere il mio caffè, oggi il suocero è più strano del solito e non riesco proprio a capirlo. "Mi dispiace per il ritardo, sono tornato tardi e non credevo di dover venire alla riunione di stamattina". "Infatti hai fatto bene a non esserci. Volevo parlarti di una cosa. Bischoff è furioso". Merda, ora pure lui ci si mette. "Ho acquistato la WCW perché sapevo che ci avrei guadagnato, dietro ad ogni investimento c'è sempre una motivazione, non credi?". Annuisco in silenzio, non capisco dove voglia arrivare ma sono preoccupato. "Ma fino ad ora non ci ho ancora guadagnato un cazzo". "Mi dispiace" affermo a bassa voce tra un sorso di caffè e l'altro. "Ti dispiace? A me fa incazzare invece questa situazione. Come diavolo fai a investire se ti dispiace per aver fallito una volta? Paul, non ho bisogno di compassione" afferma severo per poi bere in silenzio il suo caffè. Se è venuto qui per parlare di affari non so come potrò aiutarlo. "Quando ho firmato gli accordi ho sottovalutato una cosa: Bischoff. Quell'uomo è stato la rovina della federazione, lui e le sue storyline hanno fatto perdere interesse alle persone! Credevo di poterlo tenere a bada, che non sarebbe stato pericoloso: mi sbagliavo di grosso. Il contratto prevedeva la sua assunzione, credevamo di poterlo controllare. Invece no! Voleva far firmare a Shawn un contratto da full timer in modo tale da riportarlo campione. Le sue idee sono orribili! Per ora siamo sulla buona strada, stiamo rientrando nell'investimento ma questo non significa aver vinto". Inizio a mangiare le uova in silenzio, è strano che voglia discutere di affari con me ma allo stesso tempo ne sono felice. "Questa mattina Bischoff ha avuto da ridire sul tuo match: dice che il tuo personaggio dovrebbe prendersi una pausa, che tu hai manipolato Shawn per fargli strappare il contratto da full-timer e che avreste dovuto informarlo sui cambiamenti che avete apportato alla scaletta". Sono nella merda. "Non ho intenzione di uscire di scena, non voglio" rispondo secco bevendo il mio caffè. "Non dovrai fare un bel niente, ci ho già pensato io a ricordargli qual'è il suo posto. So che tu avresti rovinato tutto. Sai una cosa, figliolo? Io ho piena fiducia in voi ragazzi: non sono il tipo di persona che vuole il pieno controllo, l'importante è il risultato. Se non rendete allora il vostro dovere è finito. Ormai conosci il mio modo di lavorare, dopo tutti questi anni so di chi mi posso fidare e tu e Shawn siete delle vecchie leve. Non mi avete mai deluso sul lavoro. Avrei l'età per essere vostro padre, so quando i miei ragazzi mi stanno nascondendo qualcosa ma so anche quando intervenire. Shane e Stephanie sono convinti di avermi nascosto molte cose, ma io ne rimango fuori. Tu e Shawn l'avete pensata bene, non è vero?". Rimango spiazzato da ciò che ho appena sentito, come ha fatto Vince a scoprirlo? "Abbiamo discusso,  sapevo che c'era posto solo per uno di noi e ha deciso di farsi da parte". "Così tu ti sei sentito minacciato e hai difeso la tua posizione?" Mi domanda posando la sua tazza sul bancone. "No, sapevo di meritare il posto da main eventer. Ho solo fatto ciò che avrebbero fatto tutti, gli ho chiesto di farsi da parte. Sapevo che avrebbe acconsentito,ha famiglia ora e voleva solo che io tornassi ad essere suo amico. Gli ho dato quello che voleva e lui ha fatto lo stesso". Inizia a sorridermi, si è preso una forchetta dal cassetto e ha iniziato a mangiare parte delle uova direttamente dalla padella: "Sai, quando ho comprato la WCW non avrei mai immaginato che le cose sarebbero andate in questo modo. Prima di fare questo investimento credevo che Stephanie e Shane avrebbero collaborato: avevo intenzione di comprare il brand per creare due prodotti diversi in modo tale che entrambi avrebbero avuto il loro territorio una volta che sarei andato in pensione. Ma quando è arrivato il momento delle trattative tutto è cambiato: Shane mi ha detto che non gli importava della parte creativa e che avrebbe preferito occuparsi di business, Marissa si occupa di TV e Stephanie... lei non sapevo se sarebbe tornata al lavoro. Voleva mollare tutto, si sentiva umiliata e io non potevo fare piani con lei dal momento che non era nemmeno nelle condizioni di farsi una doccia. Ho dovuto fare ciò che ho potuto: Bischoff sarebbe rimasto a capo nel team creativo secondo gli accordi, farlo diventare general manager è stato il male minore. Ci ha dato del filo da torcere per anni, se avessi potuto acquisire anche il brand sarebbe stato solo un vantaggio averlo con noi. Ma attualmente non è contento, e io vorrei una persona di fiducia al comando. Mi fido dei miei figli, se loro esistono è soltanto grazie la fatto che io e mia moglie abbiamo fatto sesso... ma Bischoff, non mi posso fidare di lui. Ormai lo avrai capito: nessuno di voi è contento delle sue decisioni e nemmeno io lo sono". "Lo show è tuo, dovresti riprendertelo". Affermo senza pensarci due volte, il fatto che lui sia general manager di Raw sta soltanto rovinando la federazione. "Mi piace la tua mentalità, Paul. Sai, un anno fa non avrei mai pensato che avrei potuto fidarmi di te... il casino che hai combinato è stato bello grosso, ti sei preso una bella sbandata per mia figlia e abbiamo perso migliaia di fan senza Chyna. Mi facevi schifo per questo, ma d'altronde se solo dovessi farmi un esame di coscienza pure io ho spezzato il cuore alla figlia di qualcuno nella mia vita... tu sei sveglio, il tuo lavoro lo sai fare. Dare un ruolo dirigenziale a Bischoff è stato un azzardo, lui ha sempre l'ultima parola... ma anche tu sei un booker, non è vero?". Annuisco in silenzio aspettando che continui il discorso: "Bene. Il tuo potere decisionale conta quanto il suo. Il fatto che sia il general manager non significa che questo ruolo lo abbia anche al di fuori della kayfabe. Stephanie è mia figlia, è giusto che prenda decisioni. Paul, non avrei mai pensato di dirtelo ma ora che tu e mia figlia convivete forse dovrei considerarti mio genero... vorrei che tu iniziassi a prendere qualche responsabilità". "Te lo avremmo detto. Volevamo invitarvi a cena" affermo sorpreso cercando di salvare la situazione, vorrei proprio sapere come ha fatto a scoprire della convivenza dal momento che non ha mai visto casa nostra. "Credevi che mi avresti fatto fesso? Ma tranquillo,  non mi interessa... insomma, state insieme. Sarebbe come sorprendersi del fatto che trombate, non me lo dovete dire. Stavi sempre qua, ora invece mia figlia è sempre in New Hampshire e non mi viene più a trovare nel weekend. Mi sembrava scontato". Non so cosa rispondergli, ma lui riprende subito a parlare. "Allora? Ci stai o no? Vuoi sedere in assemblea con me?" "Certo" rispondo senza pensarci due volte, ho appena avuto la sua fiducia senza presentarmi al lavoro... Shawn aveva ragione, avrei dovuto solo renderlo felice.

The Game is over (She never recovered parte 2)Where stories live. Discover now