Capitolo 43

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Tokyo, Giappone

Pov. Chyna
"Sei già pronta?" mi chiede Sean venendo verso di me, mi sono persa a leggere tutte le e-mail arretrate della scorsa settimana. Anthony per fortuna già si occupa dei miei messaggi di lavoro, solitamente rispondo sempre alla posta ma da quando Sean è venuto a trovarmi qui in Giappone ho trascurato il computer. "Chi cazzo è latinoman67?" mi domanda chinandosi a leggere. "Eddie. Non hai il suo indirizzo e-mail? Ogni tanto mi scrive, con il fuso orario non sa mai quando telefonare". "Ah... sembra il nome di un gigolò di quelle chat online. Comunque non ho la sua e-mail, abitiamo a pochi minuti di distanza e se devo dirgli qualcosa mi basta andargli a bussare". Gli faccio spazio sulla sedia, mi metto comoda in braccio a lui e non posso fare a meno di notare come si è vestito: "Come mai così elegante?" gli domando ammirando il suo completo blu, mi ha detto che l'uscita di stasera sarebbe stata una sorpresa ma credevo che un giro in macchina e una canna fossero più nel suo stile. "Ti ho detto di prepararti, non intendevo solo mettere dei vestiti puliti!". "D'accordo, allora cercherò qualcosa di più carino... anche se questo maglione è nuovo, va di moda questo modello. Finisco di rispondere ad Eddie e prendo un abito". Non credevo fosse in vena di una cena elegante, appena atterrato a Tokyo si è subito sfogato riguardo al suo lavoro e a quanto pare il ritorno di Vince Russo ha fatto si che venisse tagliato fuori dalle storyline. "Da quando sua figlia ha un ragazzo? E' una bambina!". "Da quando leggi la mia posta? E comunque Shaul ha 12 anni, è normale che esca con qualcuno. Ormai è adolescente". "Non è normale che esca con un 14enne del ghetto". Scoppio a ridere immediatamente, Sean invece si è fatto serio. "Se mia figlia dovesse mai presentarmi un tipo del genere le prenderebbe all'istante". "Sei troppo severo, forse non ti ricordi da dove vieni? Non significa nulla, non tutti quelli che vengono dai bassifondi sono criminali". "Non ho un padre e mia madre mi ha cresciuto lasciandomi solo a casa per fare tre lavori, ogni volta che sono uscito di casa ho rischiato di non rientrarci e non credo che vorrei mai uno come me per mia figlia. Anche tu vieni dalla periferia, padre alcolizzato e madre assente, non vorresti che tua figlia si fidanzasse con qualcuno che guida una Camaro piuttosto che un pick up sgangherato?". "Mia madre è una puttana, ha sempre cercato mariti sempre più ricchi per infilarsi nelle loro case e penso che tra tutte le persone con cui è stata il migliore sia ancora mio padre. Almeno la amava, tra una birra e l'altra. Anche il terzo marito mi piaceva in realtà, si chiamava Paul. Purtroppo ha deciso di farsi fuori troppo presto, mi aveva promesso che mi avrebbe comprato un'auto al mio compleanno ma non ha tirato fino ai miei 16 anni. Credo che si fossero fidanzati per disperazione, lui era depresso da tanti anni e prima o poi sarebbe successo. Avrei preferito rimanere a Rochester, lì almeno c'erano i miei nonni e poi il tipo con cui scopava mia mamma non era niente male. Kathy mi ha fatto vedere una foto tempo fa, ero troppo piccola per ricordarmelo ma quando poteva faceva la spesa e cercava di restare fuori dai guai". "Tu hai un debole per i Paul" afferma alzando gli occhi al cielo. "Ma dai, no! Il fatto che si chiamasse così è solo un caso, ho conosciuto un sacco di Paul nella mia vita... è un nome troppo comune. E comunque lui non era giusto per me, avrei dovuto capire fin dall'inizio che un borghese del New Hampshire non poteva essere il mio tipo. Per lui ci vogliono quelle come Stephanie, il fatto che sia stato un ribelle e che non sia andato al college non significa che i suoi genitori non gli riempissero le tasche e non gli abbiano trovato lavoro". Sean non mi sta nemmeno ascoltando e ha ripreso a leggere la e-mail di Eddie. "Amore, la smetti? Guarda che ti vedo!". "E allora? A me non dice queste cose, non sapevo che Benoit avesse problemi coniugali e nemmeno che Amy avesse tradito quel pollo di Matt Hardy. Quello che dice Angle è tutto vero allora". "Beh, tu non mi racconti mai niente di quel che succede a casa" rispondo finendo di scrivere i saluti, Eddie mi manca molto e dovrei invitarlo qui qualche volta. "Comunque da quel che dice Hunter i suoi non gli davano nemmeno un centesimo, lavorava in palestra... eravamo noi dei miserabili quando siamo entrati, lui non era poi così ricco come pensi. Immagino che questo tu non lo sapessi". "E invece sì, ero io che ci stavo insieme. E comunque non mi è mai interessato di quanti soldi aveva, se mai mi è stato utile per farmi un nome in WWF ma non era questo che guardavo di lui. Almeno, non ero io a fare paragoni tra di noi. È solo una persona del cazzo, spero che paghi per quello che mi ha fatto". "Ha già pagato abbastanza dopo l'altra sera". Mi interrompo nella scrittura per voltarmi di scatto verso di lui. "Non mi dire che non l'hai saputo. Ne hanno parlato tutti i giornali, era scritto anche su Yahoo!". "Io non ho più accesso il computer, e poi non mi arrivano i giornali americani ogni mattina come a te in Florida". Non so di che cosa stia parlando ma credo di essermi persa qualcosa di importante. "Per caso Stephanie lo ha lasciato? Beh, non mi stupirei se gli avesse messo le corna con Kurt dato che si era lamentata di come bacia, come se avesse dovuto baciarla veramente...". "No, ti sembra che lo avrebbero scritto sul giornale? Io non leggo i tabloid, le uniche riviste che compro sono quelle porno. È una cosa seria, si è fatto male a Survivor Series e da quel che ho saputo se l'è vista brutta.  Guarda, sta girando pure il video su internet... secondo me RVD rischia di brutto, è nella merda fino al collo". "Non voglio vedere" rispondo alzandomi in piedi, preferirei evitare di vedere la sua faccia per sempre quando lui insiste: "Rob ha spostato la gamba e ha evitato di ucciderlo, gli ha fatto un Five star frogsplash dal tetto della gabbia, saranno stati a occhio un paio di metri... mi sono chiesto come avessero fatto a non spaccarsi in due, Hunter si è alzato e ha continuato ma 110kg di RVD sulla gola... credevo l'avesse decapitato, ma chi cazzo ha autorizzato questa roba? Si vedeva dall'inizio che non era una buona idea, troppo poco spazio e poi tutto quel peso addosso nessuno può reggerlo". "Puoi smettere di parlarne?" Gli domando allontanandomi verso la camera. "L'ho sentito, mi dispiaceva per ciò che gli è capitato. Da quel che dicono gli altri ha rischiato di morire, è stato una notte in ospedale. Volevo dirtelo, so che data tutta la situazione sarebbe stato meglio evitare, ma-". "Se lo sai anche tu che avresti dovuto evitare che cosa me lo vieni a dire a fare?". "Jo, lo so che si è comportato di merda con noi ma è stato un mio collega per anni e gli ho soltanto scritto un SMS. Se per questo non ha nemmeno risposto, ci ha già pensato lui a ricordarmi che sto con la sua ex e tutte le altre puttanate. Probabilmente a te non frega un cazzo, ma a me sì e sicuramente avevi ragione tu dal momento che lui nemmeno mi calcola ma almeno mi sono tolto un peso dalla coscienza. Non sono il tipo che ignora queste cose, siamo adulti!". Vado a scegliere un vestito dal mio armadio, probabilmente ha ragione. Se fosse morto mi sarebbe dispiaciuto, forse un po' mi dispiace... "Io non sono felice, solo gli stronzi ridono se qualcuno rischia la vita. Per chi mi hai preso? Mi ha tradita e per questo meriterebbe che gli tagliassero l'uccello, ma tu pensi che davvero io ne sia felice? È solo che non mi va di parlarne, ormai è una storia chiusa con lui e non siamo in buoni rapporti. Sono contenta per lui che sia sopravvissuto, ma sarebbe meglio che evitasse di fare stronzate come quella se vuole vivere a lungo". "Sicuramente, ma io credo che sotto ci sia la mano di Vince. E dai, non ricordi che assurde pretese aveva nei nostri confronti?". "Voleva che io rimanessi nella DX per sempre, fai un po' te". "Mi ha licenziato perchè sono pericoloso, quando per Shawn Michaels ha speso i miliardi per mandarlo nei centri di recupero. E lui stava peggio di me, avevo solo bevuto ed ero incazzato nero con Hunter. Potevamo benissimo risolverla, ero anche disposto a diventare astemio pur di non finire nei cazzi ma lui non ha voluto sentire ragioni. Non avranno avuto modo di fare diversamente, Owen Hart non pesa abbastanza sulla sua coscienza evidentemente". Metto sul letto qualche abito, Sean si è seduto dietro di me e si è acceso una sigaretta. "Hunter sta con sua figlia, ti pare che potrebbe mai metterlo in pericolo? So benissimo che quello stronzo la usa per la sua posizione, altrimenti che cosa potrebbe averci visto in lei?" Gli domando togliendomi il maglione, mi stupisce che la puttana non sia intervenuta in questa situazione, quando si è stirato il qudricipite ha detto ai medici di essere la sua ragazza..."Forse crede che sia una bella donna? Comunque hai ragione amore, non lo farebbe mai, se solo Stephanie non avesse raccontato da Howard Stern ciò che fanno a letto". "Paillettes o rosso?" Gli domando ignorandolo Anthony mi aveva parlato di questa intervista, di come io avrei potuto ancora ribattere alle sue accuse, ma non voglio più sentirne parlare. "Io non vorrei mai sapere che cosa fa mia figlia a letto, insomma io con le donne non ci sono mai andato piano e pensa se Kaitlyn con qualcuno... cazzo, che vergogna! ". "Ho capito che sarò io a dover spiegare a tua figlia che cos'è il sesso" rispondo per cambiare discorso, non riesco a togliermi dalla testa ciò che mi ha appena raccontato... Hunter ha rischiato di morire, l'ultima volta che l'ho visto abbiamo solo litigato e gli ho lanciato il suo anello di fidanzamento, non abbiamo mai chiarito veramente... "Tu non le dirai un bel niente, almeno non fino ai 30 anni. Ho scoperto che Jesse ruba le mie riviste, ho comprato un hentai l'ultima volta qui a Tokyo prima di tornare a casa, l'avevo messo nel tuo cassetto in mezzo ai reggiseni pensando che non lo avrebbe mai aperto ma non lo trovo più. A scuola gli hanno già fatto il culo una volta perchè aveva un Playboy nello zaino, mi ha detto che era di un suo amico ma io non me la bevo. Almeno sono sicuro che non è gay, credo che sarebbe stata dura da digerire". "Ma è solo un bambino!" esclamo iniziando a spogliarmi, non so ancora cosa mi metterò ma sembra che si sia dimenticato di Hunter finalmente. "E poi questo significa che ha visto i miei reggiseni. Sei sicuro che non abbia trovato altre cose? E se trovasse i sex toys? O le foto in cui sono nuda!" "Le avrà già viste, che importa? Tra qualche anno sarà orgoglioso di me". "Mi sembra un po' giovane per la pubertà, lo farà solo per farti un dispetto. E poi perchè hai preso un hentai? Non sai nemmeno il giapponese, lo avrà scambiato per un fumetto. Non credo che tuo figlio ancora sappia che cosa sia l'autoerotismo". "Io lo sapevo alla sua età, mi sono fatto la prima sega a otto anni. Io e un mio amico avevamo visto un porno nel pomeriggio e quindi ho provato a farlo anche io, ovviamente non ho finito ma mi sono sempre piaciute le donne nude, secondo te perchè un uomo dovrebbe comprarsi un hentai? Per le figure, mi sembra ovvio". "Quindi non ti da fastidio sapere che tuo figlio ha i tuoi stessi gusti in fatto di donne. So che non hai mai disdetto l'abbonamento a Fitness magazine nonostante io ti abbia chiesto di farlo, ora anche Jesse avrà iniziato a segarsi sulle donne muscolose". "Comunque meglio il rosso" risponde imbarazzato mentre gli rubo la sigaretta dalle mani, finalmente ha smesso di parlare e posso prepararmi per uscire, magari mi dirà dove andremo. "Lo sai che li compro per collezione, non posso interrompere ora che siamo alla fine dell'anno. Io ho già una donna muscolosa, non mi interessano più". Si avvicina per baciarmi, ho ancora il vestito slacciato e ha infilato le mani sotto cercando di slacciarmi il reggiseno. "Prima dimmi dove mi porti" gli dico fermando le sue mani, continua a divorarmi le labbra come se non volesse sentire ragioni e mi lascio andare mentre mi solleva la gonna: "È nuovo?" Mi chiede spostandomi il vestito per poi iniziare a toccarmi senza esitare. "No...". "L'intimo... dove lo nascondevi questo pizzo?" Se solo dovesse scoprire che è un regalo di Masahiro mi ammazzerebbe. "L'ho preso qui, hanno cose carine". "Per questo compro gli hentai... la lingerie con i fiocchetti è la migliore". Gli sfilo la giacca mentre insiste sotto alle mutandine in pizzo, sapevo che gli sarebbe piaciuto e lo spingo sul letto ma lui oppone resistenza togliendo le mani da me: "Perché vuoi sempre godere per primo?" Gli domando slacciandogli la cintura ma lui mi blocca: "Amore, scusa... è che non possiamo fare tardi" afferma chiudendosi di nuovo i pantaloni, mi chiedo come farà a nascondere questa erezione mentre mi chiude il vestito ma riprendo a guardarmi allo specchio per scegliere i gioielli: "Ho capito, hai prenotato una stanza in quel grattacielo con la piscina sul tetto... oppure vuoi andare a cena in quel posto dove fanno il sushi davanti al tuo naso, me ne hanno parlato i colleghi e dicono che sia il migliore di Tokyo". "No... abbi pazienza Joanie, lo so che non ami le sorprese". "No... ma dobbiamo uscire proprio adesso?" Gli chiedo aprendogli di nuovo la cintura. "Se non ti allontani piccola non so se arriveremo mai in orario". "Sto bene anche a casa, non serve che mi porti a cena. Ho la vodka nel freezer, vino, tequila... e poi tu hai ancora le tue pasticche, vero?". "Amore, sul serio" afferma staccandosi da me. "Ho organizzato un appuntamento dopo un sacco di tempo, lasciati stupire per una volta. Ce lo meritiamo, stiamo insieme da quasi un anno e già ne abbiamo passate troppe nell'ultimo periodo. Non voglio che pensi alla diagnosi, per fortuna non era nulla di grave ma immagino sia stressante per te doverti controllare ogni mese. Il tumore non tornerà, per fortuna non avevi niente, ma non è che evitando di parlarmene starai meglio. Lascia perdere le pillole magiche, almeno per stasera. Ci divertiremo, berremo del vino buono e non quello schifo di rosso frizzante che tieni in casa, e poi mi farai vedere di nuovo quel completino. Ti ho vista bere ogni giorno da quando sono qui, puoi dirmi cosa ti preoccupa? So che ti è sempre piaciuto quel vino ma non puoi mentire a chi non sa stare sobrio. Le pasticche servono a sballarsi, io ero schiavo di questa roba e non era più divertente dopo un po'... dovremmo darci un taglio, ho imparato con gli anni a darmi un limite ma sento che mi sta sfuggendo di mano ancora. Devi stare lontana dalle anfetamine, non è nemmeno iniziato il weekend ed è passato troppo poco dall'ultima volta. Voglio uscire con te stasera amore mio e non pensare più a quella merda per una volta, tu non devi più pensare al tuo tumore e ai bambini... mi dispiace, anche io sto esagerando ma sono stato licenziato e non riesco a vedere nulla di bello nella mia vita a parte la nostra famiglia. Puoi dirmi perché hai ripreso a bere? Non avrei dovuto lasciarti venire qui da sola dopo la notizia del falso positivo, mi sento in colpa". "Io... non lo so" rispondo alzandomi in piedi, perché deve mettersi a farmi questi discorsi proprio ora? "Voglio che sei sincera con me" afferma afferrandomi entrambe le mani. "Io non lo so perché... la mia vita fa schifo, Sean. Non è il tumore che mi fa soffrire, chissiene frega se dovessero operarmi ancora tanto non c'è più niente di salvabile. Non capisco come io abbia potuto illudermi. Ho pensato tanto in queste settimane qui da sola ed è evidente che il problema sia io: mia sorella continua a rimproverarmi perché ha trovato dell'erba in casa mia, mia madre mi ha ripudiata, mio padre è finito ancora in ospedale in coma etilico di recente e nessuno mi aveva avvisata, i miei colleghi parlano delle loro famiglie e dei loro bambini come se fosse l'unico argomento trattabile e io non dovrei chiedermi che cosa c'è di sbagliato in me? Non ho mai avuto una famiglia da bambina e adesso non posso pretendere che le cose si aggiustino dopo trent'anni di litigi. Però quello che mi faceva andare avanti era pensare che avrei avuto una famiglia mia un giorno, che avrei fatto meglio dei miei genitori e che qualcuno mi avrebbe finalmente amata per questo, speravo di avere dei figli miei e di poter essere migliore. Invece mi sento sola. Non ho mai avuto speranze, avrei dovuto capirlo. Sono nata nel ghetto e lì dovevo rimanere, per quanto io ci provi la mia vita non è questa. Sono stata cacciata dal lavoro dei miei sogni, ho provato troppe volte a cambiare le cose ma io non avrò mai una famiglia e nemmeno sarò una donna in carriera. Qui in New Japan non sono più quella di un tempo, non conto più niente". "Lo sai che ti si rovina il trucco, vero?" Mi domanda asciugandomi una lacrima prima che possa cadere. "Lo so" rispondo sorridendogli, lui è così dolce con me... sono rimasta lontana da Masahiro in tutto questo tempo nonostante io abbia ceduto alle sue avances i primi giorni, Sean è così dolce con me e dovrei restargli accanto. Non sapevo dei suoi problemi con le anfetamine, anche lui ha sofferto per il test di gravidanza. Devo impedirgli di ritornarci dentro, i suoi figli non devono rivederlo così. "Ti ho lasciata fare, dovevi sfogarti... ma ora basta, tutto questo non si risolverà se ti crei un altro problema con l'alcol. Quello che hai in testa è solo una tua paura, tu hai una famiglia e lo sai benissimo. Ai bambini manchi, lo sai che ti chiamano mamma adesso vero?". "Lo so" rispondo sospirando, mi mancano i bambini forse stare lontana da casa mi sta facendo male. "Mi chiedo perché mio padre non mi abbia detto che è finito in ospedale. E nemmeno i miei fratelli. Ormai mi chiamano solo quando hanno bisogno di soldi, Sonny non lo sento da una vita e Kathy e mio padre non si parlano perché attribuisce a lui tutta la colpa della nostra infanzia. Sono l'unica a cui ancora interessa se è ancora vivo. Mi chiedo cosa farebbero con me se dovessi fare la stessa fine. Non ho problemi con l'alcol come pensi tu ma ho sempre bevuto e questo non è un buon periodo per dirmi di pensare alla salute. Se morissi a nessuno importerebbe". "Jo, perché pensi questo? Non è il momento, stiamo uscendo a divertirci! Mi dispiace per tuo padre ma non voglio che tu abbia altri problemi: Kathy ha ragione, ti ha fatta soffrire e non è giusto che tu faccia la stessa fine mettendoti a bere". "Io non sono un'alcolista". "No, ma non mi piace come ti comporti". "Beh, neanche a me". "Ma io non ho più un lavoro, la mia vita è andata a puttane dal momento in cui ho detto di amarti. Ma non mi importa, non è colpa tua. La TNA mi paga poco ma per ora i soldi mi arrivano e mi accontento, tu invece hai un' opportunità qui: se Inoki dovesse accorgersi che hai bevuto e che stai attraversando un periodo difficile non otterresti il rinnovo, devi farti forza. Vuoi buttare il tuo lavoro nel cesso per il bere? Fai sempre in tempo a ridurti a bere, ma mi hanno detto che hai fatto tardi nell'ultimo periodo agli allenamenti e che tu e quel cazzo di Masahiro frequentate i night club. Le voci corrono, io non ti giudico ma lo sai che preferirei che tu parlassi con me. Se hai bisogno di tempo per elaborare lo capisco, anche per me è stato un trauma il falso positivo ma dobbiamo restare uniti. Noi abbiamo una bella vita insieme, non ci manca niente. E per quanto riguarda quello stronzo di Hunter avrei preferito che morisse schiacciato da RVD: lui non ti è mai restato vicino, se oggi ti senti inutile perché non puoi essere madre è soltanto colpa sua. Sono stato fin troppo buono con lui. Tu hai dei figli adesso e sai benissimo che hanno bisogno di noi: non vuoi che vedano quello che abbiamo vissuto, mio padre mi ha abbandonato e non voglio farlo anche io con i bambini. Neanche tu vuoi essere una madre alcolizzata". "Non sono alcolizzata, smettila. Sono uscita con Masahiro, è vero: ma smetti di farmi pedinare solo perché sei geloso, lui conosce il giro e che cosa dovrei fare qui tutte le sere da sola? Ho conosciuto tanta gente, sono solo entrata con lui alle serate ma poi lui andava per la sua strada, sei felice di saperlo? Smettila di dubitare di me, non mettere in mezzo i bambini". "Io non dubito di te, altrimenti non ti avrei chiesto di uscire stasera. Joanie, io ti amo: voglio che tu lo tenga a mente, sono venuto qui per te. Adesso andiamo, o faremo tardi". Afferro il cappotto dall'armadio e trasferisco le mie cose in un'altra borsa, Sean mi aspetta impaziente sulla porta di casa quando esclama: "Comunque sei bellissima".
Pov. Triple H
New York
"Ciao amore! Sono a casa... ti senti meglio?" Mi urla Stephanie entrando in casa, non vedevo l'ora che arrivasse in quanto la noia mi sta uccidendo. La gola sta migliorando più lentamente del previsto, so che dovrei essere ottimista e ringraziare di essere ancora in vita ma non ne posso più di restare chiuso in casa e una prognosi di dieci giorni è stata esagerata. "Ciao amore" affermo con la voce ancora rotta dallo sforzo, il dolore è sopportabile grazie a tutte le medicine che sto prendendo ma ancora faccio fatica a parlare e non vedo l'ora di poter mangiare altro oltre alle pappette raffreddate. "Non ti sforzare, ancora non potresti parlare" risponde sfiorandomi le labbra, abbasso il volume della TV per sentirla parlare e le faccio posto accanto a me nel letto: "Oggi in ufficio è stato un delirio: RVD è sotto Xanax e continua a telefonare per scusarsi riguardo alla tua salute, poverino si sente molto in colpa e ha paura che tu possa fargli causa. Ho già detto più volte che non è tua intenzione ma sai com'è... poverino, è la prima volta che fa del male a qualcuno e non si aspettava di certo che accadesse con te. Comunque, papà è furioso perché la compagnia ha dovuto pagare le tue spese dell'ospedale, il colpevole di questa cazzata è rimasto impunito, come sempre d'altronde, la mente dietro a qualsiasi puttanata ordinata da mio padre è sempre lui. Ah, alla caffetteria hanno messo l'hotdog vegano, deve essere una schifezza perché ha un colore strano. Oltre a questo solita vita, tutti sperano che tu possa recuperare in fretta in modo tale da riprendere con le storyline. Tu come stai?" Mi domanda dopo essersi tolta le scarpe, la mia giornata è stata così monotona che potrei solo raccontarle la trama di un vecchio film e quante volte sono andato in bagno. "So che hai ricevuto visite". "Mia sorella è venuta ieri, anche RVD e oggi Shawn" rispondo spegnendo la TV. "Bene, sono felice di non averti lasciato solo". "Mi ha lasciato una bibbia" affermo indicandole il libro sul comodino. "A mio fratello Hunter: Dio ti ha protetto, ti sei giocato il tuo buono per un miracolo adesso vedi di salvarti da solo. Con affetto, Shawn. Bel regalo... significativo, diciamo" afferma riponendo il libro al suo posto. "Buttalo" affermo chiedendole di riprenderlo in mano. "No! Lo ha fatto con il cuore, non lo butterò. Mettiamola nella libreria a Bedford, ci starà bene". Si alza per mettere la bibbia nella valigia, per fortuna nel weekend torneremo in New Hampshire, quando viene distratta dal citofono: "Aspetti altre visite?" Mi chiede premendo il bottone dell'ascensore, non ha nemmeno chiesto di chi si tratta. "Steph, non aspetto nessuno". "Vado a vedere" risponde recandosi in salotto per accogliere l'ospite, quando riconosco la sua voce: che ci fa qui suo fratello? "Ciao Shane, che succede? Potevi telefonarmi, hai dimenticato  qualcosa in ufficio? Ho qui le chiavi di scorta ma mi raccomando: non perderle". "Veramente io sono venuto a sapere come sta". Risponde serio, la porta della camera è aperta e riesco ad intravederli anche dal letto. L'ultima persona che avrei voluto vedere è proprio quel cretino. "Te l'ho detto: sta bene. Comunque grazie, sono felice che tu sia venuto. Apprezzo che tu gli voglia bene finalmente". "Veramente Steph io non gli voglio bene. Lo sai cosa penso su di lui: non iniziare ancora con il tuo solito discorso, tu sei mia sorella e ti vorrò sempre bene, qualsiasi scelta tu faccia. Ma questo non significa che io gli voglia bene, non esiste. Voglio un rapporto civile tra di noi, lo faccio solo per te". "Non mi devi un bel niente, so che ti ha mandato papà" risponde Steph infuriata, meglio che io rimanga in camera perché se facessi a botte oggi perderei. "No. Cioè sì. Lo sai che non so mentire, e sai benissimo che non sarei venuto senza un motivo valido. Vedi, per quanto io lo odi comunque ha rischiato di morire e nessuno merita la morte sul lavoro. Per questo sono qui. E anche per assicurarmi che non si faccia male trombando, è sempre in malattia e lo abbiamo anche pagato". Che falso, se solo sapesse che sto ascoltando... "Allora puoi anche andare via. Non sei obbligato a farti piacere Paul, ma tu continui a non capire: che ti ha fatto di male? Io lo amo e lui mi rende felice, che motivo hai per odiarlo?". "Ti ho già detto come la penso, questa relazione è uno sbaglio per entrambi: lui lavora per te, e se dovesse finire? Tu eri la sua amante, ti ha solo usata perché la sua ragazza non gliela dava. Ti ha trattata di merda, ho dovuto costringerti a mangiare da quanto eri depressa e ora vuoi farmi credere che vada tutto bene tra di voi, che lui è l'uomo perfetto come il principe Carlo per Camilla. Tu sei soltanto Lady Diana in questa storia, sei quella che ci rimetterà la salute mentale se andrai avanti a fidarti del primo stronzo che ti capita. Questo penso davvero su di lui, sul lavoro è impeccabile ma come persona non mi piace, non accanto a mia sorella". "Camilla era l'amante comunque. Smettila con queste metafore, non ti ho chiesto un consiglio ma solo di dirmi perché sei in casa mia". "Perché non ti vedo bene, sei preoccupata per lui e volevo solo stare un po' con te. Steph, ha sette anni in più di te! Dovresti stare con uno della tua età, queste relazioni sul lavoro sono sconvenienti. Ricordi Bill Clinton? Che figura ci ha fatto? La stessa che hai fatto tu davanti a Chyna e al mondo intero, lui si è solo preso gioco di te. Ti sei sempre fatta prendere in giro da quelli più grandi, io voglio solo proteggerti". "La smetti di citare personaggi famosi a caso? Comunque non mi serve la tua protezione, ci pensa già Paul a farlo. Lui mi ama, so che sono la tua sorellina e hai sempre paura che qualcuno mi ferisca ma questa volta non devi. Perché non provi a conoscerlo?". "Lo conosco già bene. Steph, io sono felice che tu abbia trovato l'amore, credimi. Ma nessun uomo ti ha mai trattata come dovrebbe. Io vedevo quando la merda ti metteva le mani addosso, quando volevi scappare con uno dell'età di nostro padre e quando hai iniziato una convivenza con uno scelto da papà solo per farlo contento. Perché dovrei credere che lui lo farà? Tu non sei stupida ma quando si tratta di sentimenti perdi la ragione! Ho letto sul Manuale dello psicologo che questa cosa si chiama Complesso di Elettra, è la motivazione per cui nostro padre è decisamente l'origine di tutti i nostri traumi e soprattutto dei tuoi. È questo il motivo per cui scegli sempre uomini sbagliati, papà è ossessivo con te e guarda caso te li scegli sempre più grandi e con qualche complesso mentale. Dovresti parlarne in terapia, stai cercando un partner e non una fotocopia del Vincent Jr. Devo ancora capire che cosa hanno in comune Paul e papà, a parte il vizio dell'infedeltà e una differenza di età un po' esagerata con te". "Io non sento nessuna differenza di età". "Manco io" rispondo sorprendendoli in salotto, questi discorsi mi hanno davvero stancato.

The Game is over (She never recovered parte 2)Where stories live. Discover now