Capitolo 50

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Clearwater, Florida
19 gennaio 2003
Pov. Chyna
"Joanie... vai tu a vedere" afferma Sean senza nemmeno alzare la testa dal letto. "Io non aspetto nessuno" rispondo finendo l'ultimo sorso di birra che rimane. "Vai a vedere o spaccheranno la porta!" Urla per poi chiudere di nuovo gli occhi, qualcuno sta bussando alla porta da un po' e non capisco chi possa essere a quest'ora ma inizio a scendere piano le scale aggrappandomi al corrimano. Questo weekend è stato un disastro, spero che l'ospite che sta bussando ora non sia il tizio che ha lanciato il cellulare nella piscina ieri sera che vuole un risarcimento. Gli amici di Sean sono imprevedibili. "Arrivo" rispondo scocciata, i bambini si sono voltati per un secondo per poi riprendere a guardare la TV. "Voi ragazzi non potete andare ad aprire? Non vi mangiano mica, è ora che imparate" gli chiedo, ma entrambi mi ignorano. "Papà dice di non aprire a nessuno". "Beh, te l'ho già detto mille volte Jesse... tuo padre è un coglione". Apro la porta ignorando i ragazzi, avrei dovuto spedirli a letto due ore fa e gli dico di abbassare il volume del film quando mi trovo davanti la madre di Sean: "Buonasera Cindy... c'è qualche problema? Non abbiamo sentito il telefono forse?" Le domando confusa, non capisco cosa possa volere da noi alle 11 di sera e ho paura che abbia bisogno urgentemente di qualcosa. "Ciao Jo, allora c'è qualcuno a casa! Ho chiamato diverse volte ma nessuno mi ha risposto, avete problemi con la linea?" Afferma facendosi strada verso l'attaccapanni per posare il suo cappotto di lana pesante. "Ragazzi! Ve l'ho detto un sacco di volte: quando suona il telefono dovete urlare! E poi se tenete la TV così alta non riuscite nemmeno a sentirlo". Cindy si avvicina un momento a me, facendomi segno di seguirla in cucina: "Che cosa fanno ancora svegli?" Mi chiede mentre prende una sedia, il tavolo è ancora pieno di bottiglie da ieri sera e la vedo iniziare a dividere la plastica dal vetro in due mucchietti. "Ci siamo addormentati prima di metterli a letto, ovviamente non obbediscono mai... Ragazzi, spegnete! È ora di andare a dormire". "Dov'è Sean?" Mi domanda continuando a fare pulizia. "È a letto. Vuoi qualcosa da bere? Forse ci sono ancora delle birre, o magari dell'acqua". "No, sono a posto. Ma non avete il blocco alla TV? Stanno guardando un film vietato ai minori" afferma andando verso il divano, i bambini subito spengono velocemente la TV alla vista della nonna e scoppiano a ridere: "Forza, andate a lavarvi i denti. Domani andate a scuola, altrimenti finirete in punizione per un mese". "Ci vanno sempre a scuola, non c'è bisogno di sgridarli" rispondo chiudendo il sacchetto pieno di bottiglie vuote, avremmo dovuto dare una pulita oggi ma non avevamo le forze per poterlo fare. I bambini sono corsi a lavarsi i denti, per fortuna domani non hanno nulla di importante a scuola. "Dovrete portarceli voi domani, perderanno lo scuolabus se non dormono abbastanza" risponde per poi sedersi di nuovo in cucina, ancora non capisco il motivo della sua visita e Sean non accenna a muoversi per scendere. "Sono sempre andati, non succederà niente" rispondo. "Jo, a me dispiace doverlo dire" mi sussurra invitandomi a sedermi con lei. "Che cosa? Non capisco. Insomma, so che dovrei migliorare su queste cose, metteremo il blocco alla TV. Sean è stanco dal lavoro e io non so come dovrei fare, quando gli parlo è come se non mi ascoltassero mai. È difficile. Hai ragione, domani sera andranno a letto presto, li porterò anche scuola se non si sveglieranno". "Gli hai preparato il pranzo per domani?" Mi chiede guardandosi attorno nella cucina. "Beh, no...". "Allora Sean lo avrà fatto". "Ma c'è la mensa a scuola, non me l'hanno mai chiesto". "Hanno detto più volte che non gli piace il cibo, glielo preparo io quando sono da me". "Gli ho sempre lasciato i soldi... gli farò qualcosa domani". Affermo alzandomi a guardare nel frigorifero, per fortuna è rimasto qualcosa dal barbecue di questo weekend. "Non possono sempre comprarsi l'Happy Meal prima di entrare a scuola, sono bambini... loro non te lo diranno mai ma le maestre li controllano, a scuola non possono portarsi il fast food. Insomma, io apprezzo il tuo sforzo di voler aiutare mio figlio ma credo che debba essere Sean a doversi prendere queste responsabilità. Non sei obbligata a prenderti cura dei bambini se mio figlio non lo fa, ma ultimamente sto ricevendo un sacco di telefonate dal preside e si lamenta spesso delle condizioni in cui si presentano. Kaitlyn ha detto al preside che sei stata tu a portarla a farsi le unghie finte, l'hanno beccata a truccarsi in classe con un rossetto di Chanel e le hai portato il cambio di educazione fisica che aveva dimenticato per la terza volta di fila dentro a una borsa di Louis Vuitton". "Non trovavo il suo zainetto, ho preso la borsa più piccola che ho trovato". "Beh, non è per te Joanie, so che cerchi di prendertene cura e che vorresti soltanto renderla felice ma è solo una bambina... non è appropriato. Jesse stamattina ha saltato la scuola, hanno detto che il padre non era reperibile e volevano sapere il motivo dell'assenza. Inoltre è spesso violento, ruba le merende agli altri bambini... aveva delle sigarette nello zaino, se continua così rischia di essere espulso dalla scuola. Per caso sai se fuma? A scuola sono molto preoccupati per questo, l'hanno sospeso due mesi fa e da allora si domandano se lui prenda le sigarette e i giornalini a casa o altrove. Ha già ricevuto una sospensione, se dovessero espellerlo perderebbe l'anno! Ho staccato poco fa dal lavoro, Sean sa benissimo che spesso non ci sono al pomeriggio ma ho dovuto gestire una sfuriata del preside di nascosto dal mio capo. Dovrebbe esserci lui per i suoi figli, mi stavo preoccupando. Non lo sento da tre giorni e volevo vedere dove fosse finito mio nipote. So che non è facile crescere due ragazzini in questa situazione in cui non hanno più una madre, ma vanno seguiti e controllati". "Ma Jesse ha preso lo scuolabus stamattina, li ho sentiti uscire!" "Devi curarli a vista mentre escono! Chi gli prepara la colazione? Non credo che Sean lo faccia, Kaitlyn quando viene da me mi chiede sempre i pancakes perché a casa dice di mangiare solo cereali. Devi controllare che siano vestiti bene, che si facciano la doccia... sono bambini, non sono ancora responsabili!". "Mi dispiace... da domani li guarderò, non volevo farti preoccupare. Insomma, io non credevo che potesse comportarsi così. Ormai sono già grandi, Jesse ha 10 anni e sa già farsi la colazione da solo, si sono sempre fatti latte e cereali e al mattino ci sono le loro tazze qui... I miei genitori non mi hanno mai guardata mentre uscivo di casa, non credevo di doverlo fare. Insomma, sono bravi, no? Mia sorella guardava me da piccola, come fa Jesse. Secondo me stai esagerando, io sto benissimo e non ho mai avuto una madre che si preoccupasse per me. Io controllo che abbiano sempre i soldi del pranzo, gli compro vestiti nuovi, porto Kaitlyn dall'estetista e gli perparo la cena, Jesse mangia anche le verdure quando le preparo io... mi dispiace sentire che non ho fatto abbastanza, ma ormai sono abbastanza cresciuti per sapere che devono andare a scuola. Io non posso guardare quello che fanno costantemente, non voglio essere quel tipo di madre apprensiva e rompicoglioni". "Joanie, mi dispiace davvero. Sean mi ha detto che hai avuto un'infanzia difficile e apprezzo quello che stai facendo, ma il fatto che tu sia cresciuta in questo modo non significa che sia giusto. I bambini hanno bisogno di genitori presenti, sai benissimo cosa significa avere un padre assente e non è quello che si meritano Jesse e Kaitlyn. Io capisco che tu non sappia come si curano dei bambini, di solito si impara quando nascono a essere madre. Sei entrata da poco in questa casa e capisco che tu non sia consapevole di tutto ciò che dovresti fare, non hai nessun dovere nei loro confronti, ma non è giusto che mio figlio se ne lavi le mani. Ho accettato di essere tutrice dei miei nipoti per aiutare Sean a rimettersi in piedi, il divorzio lo ha segnato e la sua ex era una persona tossica, ma ora vedo che non ci sta mettendo abbastanza impegno e soprattutto credo che lui abbia un problema ben più grave di quello che dice di avere. Voglio bene a mio figlio e mi dispiace da morire per ciò che sto per dirgli ma non è in grado di tenere i bambini ora". Che cazzo sta dicendo adesso? Non può essere vero. "Lui sta bene, io lo sto aiutando... Sean ama i suoi figli, so che ha un problema con le metanfetamine ma non si fa ogni giorno, quando succede sono io a guardare i bambini e loro mi vogliono bene". "Joanie non sei tu il problema. Ma loro non sono i tuoi figli, sono contenta che ci sia un bel rapporto ma è Sean il loro tutore legale e se dovesse succedere loro qualcosa lui ne sarebbe responsabile. Tu hai il tuo lavoro, la tua vita, viaggi molto... non puoi stare sempre con i bambini, se Sean dovesse farsi e dimenticarsi di chiamare la baby sitter mentre tu non ci sei che cosa potrebbe accadere? E poi non voglio che i miei nipoti abbiano sotto agli occhi questa realtà. Continuerei a farveli vedere, potreste portarli fuori per qualche ora ma non posso più lasciarli qui con voi. Non voglio togliergli i figli, sarebbe soltanto temporaneo e tornerebbero subito a casa se sapessi che mio figlio se ne prende cura. Ma voglio che Sean sia sobrio, finché non sarà fuori pericolo non lascerò che i bambini vivano con voi. Purtoppo in questi anni non è mai stato del tutto sobrio, ho sempre saputo che usa sostanze da quando era adolescente e non ho saputo proteggerlo, ora devo farlo con i miei nipotini". "No, non capisco. Perché dici questo? Perché dovresti proteggerli da loro padre? Sean non è violento, non gli farebbe mai del male. E poi io ho chiesto di adottarli, io e Sean eravamo seri quando abbiamo presentato la richiesta. So che devo imparare ancora sull'essere madre ma io posso farcela, Sean si riprenderà". "E dov'è lui adesso?" Mi domanda afferrandomi una mano. "Lui sta scendendo. Sean! C'è tua madre, muoviti!" Urlo sperando che con la TV spenta possa sentirmi. "So che cosa è successo, lo ha fatto di nuovo. Jo, io lo so che cosa è successo in Giappone. Il tribunale ha rifiutato la tua richiesta di adozione, lo sai perché. Se sono qui è perché sono preoccupata per voi. So che non parli con i tuoi genitori, ma se hai bisogno di qualcosa puoi parlarmene. Lui per caso ti sta influenzando? Se è per il lavoro che hai perso a tutto c'è rimedio, non devi sfogarti su queste cose. Sean ormai è rovinato, gli serve solo un centro che possa ripulirlo. Ma se tu lasciassi perdere forse anche lui sarebbe più motivato...". "Lasciar perdere che cosa? Dovrei abbandonarlo a sè stesso? Essere felice perché tu gli vuoi portare via i suoi figli? Cindy, io non credevo che tu fossi capace di essere così stronza. So benissimo di aver sbagliato a Tokyo, non ho bisogno che tu me lo ripeta costantemente. Ma io sto bene, ho fatto una stronzata e mi sono rovinata l'opportunità di poter essere la loro madre, lo so che ho sbagliato anche questa volta! Sbaglio sempre nella mia cazzo di vita. Credevo che non sarebbe stato importante avere la loro custodia adesso, io e Sean ci sposeremo e vivremo comunque tutti e quattro insieme. Non potrai portargli via i suoi figli, la persona da cui vanno protetti sei tu!". "Jo, mi dispiace. Ma se ami veramente Sean sai benissimo che lui ha bisogno di aiuto psicologico. Non è una questione di orgoglio, anche io preferirei che i bambini rimanessero con lui ma credimi non è corretto per loro". "Con noi: abitiamo nella stessa casa, che ti piaccia o no. E comunque se li vuoi portare via dovrai andare al tribunale dei minori. Finché non perderemo la causa i nostri figli non andranno da nessuna parte ". Mi alzo in piedi per andare a chiamare Sean, salgo in fretta le scale e sua madre mi segue camminando velocemente dietro di me. Lui è ancora lì, a letto, non so nemmeno se mi abbia sentito ma mi avvicino a lui furiosa: "Tua madre vuole portare via i nostri figli! Hai sentito? Alzati!". Lo afferro per un braccio provo a metterlo seduto, a Sean sembra non importare un cazzo di ciò che sta succedendo. "Visto? Sean, che è successo?" Gli domanda sua madre avvicinandosi a lui. "Sto bene...". "No, devo portati in ospedale?" gli domanda ancora cercando di fargli aprire gli occhi. "Non gli serve l'ospedale, tra un paio di giorni torna in piedi" le rispondo cercando di sollevarlo di nuovo, ma lei oppone resistenza: "Non sta bene, tu lo sai come si è ridotto così!". "Non lo so che cazzo ha fatto, non l'ho mica controllato". "Jo, che cosa è successo in questa casa?". "Abbiamo solo fatto una festa... se la sarà iniettata ancora, sinceramente non mi interessa adesso: tu non porterai via i bambini, diglielo Sean!". "Voi non state bene..." afferma scuotendo la testa. "Tu non stai bene, non eri nemmeno stata invitata e ti sei presentata qui così pretendendo di portare via i bambini. Sean, dille qualcosa!". "I bambini... sei pazza!" urla Sean a sua madre mettendosi seduto sul letto. "Sentite, io ero venuta in pace, per discutere su un accordo... ma qui nessuno dei due c'è con la testa. Sean, tesoro, io non vorrei andare in tribunale a chiedere di toglierti la custodia, non lo farei mai. Ma devi lasciare che i bambini vivano da me, altrimenti mi costringerai a farlo. Hai bisogno di andare in terapia, di seguire un programma per restare sobrio. Non vedi che cosa ti succede?". "Sean sta benissimo, tu non porterai via i bambini. Non puoi farlo. Lui è il padre, non se ne è mai fregato dei bambini ma ha solo bisogno di riposarsi. Domani mattina starà bene, perchè ti preoccupi?". "Jo, i bambini verranno via con me". "No!" urla Sean furioso, quando Cindy urla a sua volta: "Siete ridicoli! Jesse e Kaitlyn verranno via con me. Li andrò a prendere domani dopo scuola, non vivranno più in questa casa". "Sì, ok dì pure quello che vuoi brutta stronza: non accadrà mai, non ti prenderai i nostri figli". "Vuoi una denuncia? Stai zitta, stai rovinando la vita di mio figlio!". "Hai sentito, amore? Tua madre vuole essere presa a calci in culo!" urlo furiosa a Sean, il quale sta piangendo come uno stupido: "Joanie.. stai ferma!" afferma prendendomi per un braccio ma la sua presa è così debole che me ne libero subito. "Sei una pazza!" urla sua madre per poi scappare via, vorrei capire che problemi ha con noi. Non avrà mai la custodia dei nostri figli. 
19 gennaio 2003
Boston, Massachussettss
Pov. Triple H
"Quando farai la proposta a Steph?" Shawn mi sta veramente irritando, forse non è stata una buona idea decidere di uscire subito dopo il pay per view. "Non lo so... quando lo avrò fatto te lo farò sapere, ok?". "No, avevi detto che l'avresti fatto dopo la Rumble". "La Royal Rumble è finita da tre ore, secondo te avrei dovuto farlo davanti a tutti nel backstage? Oppure in qualche angolo di questa cittadina di merda? Sinceramente non mi sembra il momento adatto, intendevo dire che vorrei pensarci nei prossimi giorni. "Beh,in realtà la Rumble è finita da quasi cinque ore, e poi che ha di male Boston? Avresti potuto portarla in qualche ristorante carino, oppure farlo dopo il tuo match". "Ma per favore... ho perso la mia cintura, che cazzo! Se tu fossi al mio posto in questo momento vorresti soltanto bere, sono stato battuto da uno Steiner solo per volere di Vince. Quel coglione non ha fatto altro che parlarmi della mia ex alle prove, di come Jo andasse alla grande in Giappone prima che le scadesse il contratto". "Gli hai chiesto perché ha lasciato?". "Cazzo, no!" Rispondo ridendo in modo isterico. "Hunter, dicono in giro che Waltman l'abbia drogata ". "Non gliel'ho chiesto. Non mi sembrava corretto chiedere a lui perché fosse in ospedale. Ormai è passato per me con lei". "Glielo chiederò io". "Fai come ti pare" rispondo distratto, non credo di voler riaprire il capitolo Jo nella mia memoria. Mi ha fatto del male, non so perché non riesca ancora a parlare di lei. "Cosa? Credevo che un minimo importasse anche a te. Meglio così, significa che tu sei pronto a fare la proposta alla tua ragazza". "Shawn, basta. Ho preso l'anello ma non ho avuto ancora tempo. Io e Stephanie non ci siamo praticamente visti in questo mese, avevamo il lavoro a cui pensare. Ero troppo concentrato sul perdere in maniera dignitosa. Vince vuole che io mi prenda una pausa, credevo che mi avrebbe aiutato. Mi sento già perso, che cazzo farò domani se non ho più una cintura?". "Quello che facevi sempre con la cintura. Devi continuare a lottare, abbiamo i tour e le puntate da registrare. Devi organizzare la card, siamo booker...". "Grazie, non ci sarei mai arrivato. Intendevo dire che ora forse potrei pensare di più a Steph e restare più tempo insieme". "Hunter, voi vivete nella stessa casa! Che significa che non vi siete visti durante questo mese? E venuta spesso in giro con noi, inoltre sei in stanza con lei stanotte. Come mai non è uscita? So che è tardi ma non ricordavo che lei dicesse di no a una birra". "È notte e la conferenza stampa è terminata da neanche mezz'ora. Dalle tregua". "Hunter, non è che ti è andata male?" Mi sussurra all'orecchio ridendo quando spinge la porta del locale. Molti dei nostri colleghi si sono trovati in un altro posto, sono felice di non aver trovato nessuno e spero che nessuno si accorga della nostra presenza. È passato un sacco di tempo da quando sono uscito l'ultima volta, di solito non vengo mai invitato dagli altri e non volevo farlo di certo questa volta. Vedere gli Steiner mi avrebbe portato a parlare ancora di Jo. "Una birra per favore" ordino alla cameriera, la quale guarda stranita Shawn seduto al bancone con una lattina di Coca-Cola. Nessuno sembra averci riconosciuto per ora, le persone sono piuttosto tranquille qui. "Non è incinta". "Ne sei sicuro?" "Sì che sono sicuro. Ha il ciclo, per questo non aveva voglia di uscire. Questo evento ha stressato tutti, pure io tornerò in stanza tra poco" gli rispondo bevendo un primo sorso. "Beh, questo ti ha detto. Hai per caso visto le tracce?" "Che schifo! Non vedo poi perché dovrebbe mentirmi su una cosa del genere. Se avesse un ritardo me lo direbbe. Comunque sì, le ho viste le tracce. Nel cestino del bagno. E nella mia valigia, aveva troppe cose e ha deciso di prendere il mio spazio per metterci i suoi assorbenti". "Ti è andata bene allora". Risponde, scuoto la testa e mi guardo un po' attorno nel locale: ci sono parecchie persone ma sembrano tutti stare al loro posto ai tavoli, quando riconosco qualcuno di familiare. "Non ti girare" sussurro a Shawn nervosamente, lui sembra non sentirmi per il volume della musica quando improvvisamente si volta. "Ti avevo detto di non girarti...". "È solo Vince". "Appunto!" Rispondo irritato, non avrei voluto vederlo dopo l'ultima discussione che abbiamo avuto per il World Heavyweight quando sento improvvisamente toccarmi una spalla: "Paul... buonasera" afferma prendendo posto nello sgabello accanto al mio, purtoppo ci siamo seduti dove era libero. "Ciao" rispondiamo io e Shawn confusi, ha ordinato uno shot e lo ha bevuto tutto senza battere ciglio. "Vedo che avete deciso di stare tranquilli questa sera". "Hunter non è un tipo da feste, io ho già dato per anni in discoteca...". "Io avevo in programma una bella nottata ma purtoppo questa sera andrò in bianco" afferma Vince per poi ordinare un altro shot, mi sembra un po' strano ma forse ha solo bevuto. In effetti non avevo visto Linda prima e nemmeno sembrava provarci con la sua assistente come pensa Steph. "Anche io, mia moglie è rimasta in Texas" aggiunge Shawn bevendo la sua Coca. "Paul, non voglio sapere" afferma Vince ridendo. "Beh Stephanie non è molto in forma oggi, non credo che per me andrà meglio". "In effetti pensavo che fosse con te. Niente birra per lei? " mi domanda Vince preoccupato. "È andata a dormire, è nel suo periodo no" affermo sperando di essere stato esaustivo, credevo che si parlassero. "Ecco perché era così nervosetta in questi giorni, credevo che fosse per altri motivi". "Non è incinta" risponde Shawn al volo. "Tutto questo mi rincuora" risponde Vince a sua volta. "Anche se ormai lei e Hunter stanno insieme da un po', non vorresti essere nonno?" . Gli tiro una gomitata sperando che Vince non mi veda. Ma perché non tace? "Veramente... un altro shot di vodka per favore". Scoppiamo entrambi a ridere, per fortuna Vince sa essere ironico. "Mi fai compagnia, Paul?" "Ok" rispondo prendendo uno shot anche io, mi fa subito rabbrividire il sapore disgustoso della vodka quando afferma: "Ora che non sei più campione che farai con tutto questo tempo libero?". "Io il World Heavyweight lo rivoglio" rispondo tornando a bere la mia birra. "Lo so, lo so. Ma dai lascialo un po' agli altri. Tu e Stephanie state per fare un anno insieme. Mia figlia era più preoccupata per questo che per il pay per view, mi ha chiesto già le ferie". "Forse sarà il momento giusto per farle la proposta" urla Shawn tirandomi una gomitata a sua volta. "Dai, non esagerare" gli rispondo quando Vince afferma deciso: "Dovreste sistemarvi prima o poi...". "Hunter ha già l'anello, non mancherà molto!" Esclama Shawn esaltato. Mi volto verso di lui fulminandolo con lo sguardo quando mio suocero mi guarda sorpreso: "Sul serio? Non sono in vena di scherzi quando si tratta di mia figlia". "Lo ha portato a casa dopo le vacanze". "Davvero, Michaels?" Gli domanda guardandolo negli occhi. "Ho solo comprato l'anello. Non le ho ancora chiesto niente, è che voglio essere pronto per quel momento. Quando sono andato per comprarle il regalo di Natale l'ho visto e ho pensato che potrebbe piacerle... non lo so, lo terrò via per il momento. Non preoccuparti". "Immaginavo che tu non avessi ancora pensato di chiederglielo... perchè prima lo dovresti chiedere a me. Sono io che devo concederti la sua mano, Paul Jr.". "Ma si usa ancora questa roba?" Urla Shawn interrompendo la conversazione. "Nelle famiglie per bene come la nostra, direi di sì". Risponde Vince convinto per poi aggiungere: "Stephanie è mia figlia, prima di fare una cazzata come sposarsi un wrestler dovrebbe avere la mia approvazione". "Sono d'accordo, infatti io non l'avevo ancora chiesto...". Rispondo cercando di dargli ragione. "Oppure non avevi nemmeno in mente di chiedermi la mano di mia figlia, dato che non me l'hai mai chiesta". "Io non pensavo sul serio al matrimonio, volevo aspettare il momento giusto". "Lo so che posso far paura, ma ormai sono anni che ci conosciamo, vero Paul Jr.?". "Io... non lo so, non sapevo come dirlo. Lui era l'unico a sapere dell'anello, ancora stavo pensando come chiederlo a Stephanie e non ho mai pensato di venire da te e dirtelo. Insomma, mi vergogno". "Ti vergogni di suo padre? Allora non vedo perché la dovresti sposare". "No, non voleva dire questo. Hunter non parla mai di quello che prova. Lui è preso, è che ha paura di dirlo agli altri". "Allora non è abbastanza preso, Michaels. Io non voglio che un uomo sia preso da lei, Stephanie ha bisogno di un marito. Sai, credevo che tu fossi quello giusto, Paul Jr. Non mi interessa dell'anello o di quello che dirai a lei, tu stai con Stephanie da quasi un anno, vivi con lei... ma sei un wrestler. È evidente che tu sia in una bella posizione di merda. Non ho mai voluto che voi vi metteste insieme ma l'ho accettato per la sua felicità.  Ma io vorrei anche che lei realizzasse il suo sogno di avere una famiglia.
Ormai ha ventisei anni, io ho pensato al futuro della mia famiglia e ora dovrebbe farlo lei: dovrebbe stare con l'uomo che la sposerà. Basta giochetti, lei ha già sofferto abbastanza. Soffrirà ancora se non vorrai fare sul serio, ma meno di quanto soffrirebbe tra cinque anni a sapere di aver perso tempo. Non me ne frega un cazzo di quello che pensi  tu sulle coppie moderne, nemmeno mi importa di ciò che ti ha detto il tuo amico: darò la mano di mia figlia solo a un uomo vero. Colui che avrà i coglioni di portarmela via se la sposerà. È solo il tuo turno, gioca bene le tue carte. Lei non è tua moglie, ancora". Si è alzato sbattendo sul bancone l'ennesimo shot vuoto, Shawn si è finalmente zittito quando gli urlo: "Hai visto, coglione? Mi odia per colpa tua!" Mi costringerà a lasciarla adesso se non chiederò la sua mano a lui... non posso perdere un'altra donna, non adesso che stavo per sposarla. Forse dovrò rimanere scapolo tutta la vita. "Hunter, è lei che deve decidere. Vince potrebbe anche morire domani ma lei ti amerebbe comunque". "Se non gli chiedo la mano di Steph mi licenzierà". "E allora?" "E allora? Lo hai sentito? Vuole che io la sposi". "Eh, meglio no? Questo è già un sì, vuole solo umiliarti". "No, vuole capire se ho le palle di rischiare la carriera per lei".

The Game is over (She never recovered parte 2)حيث تعيش القصص. اكتشف الآن