Capitolo 44

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Dal diario di Paul Levesque
"Shane non aveva capito nulla di me, se solo ripenso a quanto mi odiava all'inizio mi viene da sorridere: oggi ho un buon rapporto con mio cognato, forse migliore di quello che avevo con il marito di mia sorella. Shane è come un fratello per me, entrambi complici contro le decisioni assurde di suo padre al lavoro, abbiamo molto di più in comune di quanto io immaginassi: anche lui è una persona schietta, nonostante abbia sempre da attaccare bottone con la gente al contrario di me, comunque anche a lui piace divagare nei discorsi con citazioni che colgono in pochi, ama la sua famiglia, i suoi figli, soprattutto è un amico leale e sincero. Lui è così, non ha mai avuto peli sulla lingua e nonostante questo gli abbia portato anche tanti guai lo ha solo reso una persona apprezzabile ai miei occhi. Voleva solo proteggere sua sorella dalla guerra mediatica iniziata tra me e te, Jo, cosa che avrei fatto anche io se ci fosse finita in mezzo Lynn e dal momento che i loro genitori non hanno mai pensato a Steph quanto avrebbero dovuto si sentiva responsabile nei suoi confronti, doveva farle aprire gli occhi dopo tutte quelle relazioni andate male. Non ho mai capito questo suo modo di ragionare, non avendo una sorella più piccola per me è sempre sembrato assurdo che lui si comportasse da genitore con lei, ma ho cambiato idea su di lui quando ho visto per la prima volta la mia bambina, la grande: se solo lei finisse in mezzo ad uno scandalo del genere credo che avrei a mia volta problemi di fiducia nei confronti dell'uomo in questione, direi che Shane aveva ragione a mettermi in croce e oggi se potessi lo farei da solo al me stesso del passato. A quei tempi il mio temperamento non mi avrebbe permesso di contenermi,  almeno in condizioni normali, ma quel giorno credo di essermi sentito per la prima volta smosso nell'interno dell'animo: se fossi morto probabilmente Shane avrebbe pisciato sulla mia tomba, dovevo cambiare le cose dal momento che lui, Vince e sua moglie erano la mia nuova famiglia, qualcosa è scattato dentro di me e da lì trovai una nuova missione: convincere i McMahon a lasciarmi sposare Stephanie. Odiavo sentirmi dire che non ero un buon compagno per lei, in fondo tra di noi le cose andavano abbastanza bene e ormai avevamo la nostra quotidianità: bisticciavamo solo per cose futili, come la tavoletta del water alzata o i vestiti fuori posto, ero felice di avere una donna come lei al mio fianco e allo stesso tempo lei era contenta di me. Facevamo sesso molto spesso, ogni volta che si poteva, abbiamo preso casa e non sentivo di stare male accanto a lei, anzi: avevo finalmente risolto la mia vita, mi ero sistemato definitivamente e sentivo che nonostante non ci mettessi molto impegno in questa storia le cose andavano avanti da sole, non avevamo ostacoli da superare o problemi da risolvere, i soldi avanzavano e avevamo tutto ciò che una coppia possa desiderare. Ma nonostante la sua evidente felicità al mio fianco alla sua famiglia continuavo a non piacere: da un lato Steph non faceva altro che ripetermi quanto fossi l'uomo perfetto per lei, dall'altro Shane e Vince continuavano a guardarmi in modo diffidente e distaccato. Nonostante Vince ci avesse provato per lui ero più un partner lavorativo che un genero e con Shane non c'era nemmeno dialogo. Ero stanco di sentirmi ripudiato, probabilmente se non avessi dato retta a queste spinte dall'esterno non avrei mai commesso questo errore, se così posso definirlo: mi ero messo in testa di convincerli ad ottenere la mano di Steph. Non perché io sentissi veramente il bisogno di sposarla, con lei era tutto perfetto e amavo l'equilibrio che si era creato nelle nostr vite: volevo solo far capire ai McMahon che io facevo sul serio. Mi sono reso ridicolo, l'età mi ha fatto realizzare quanto l'essere stato impulsivo abbia condizionato per sempre la mia esistenza. Non ero nemmeno sicuro di ciò che stessi per fare, ma quel giorno ebbi questo pensiero e i discorsi di mio suocero non facevano altro che istigarmi a commettere una follia. Credevo che fosse un sentimento normale quello di aver paura del grande passo, in fondo con te Jo mi ero solo avvicinato al momento, anche se non provavo paura ma solo felicità. Ho ignorato questo campanello d'allarme attribuendo le mie gesta al trauma, la mia terapista oggi dice che avrei avuto bisogno di un consulto anni fa ma all'epoca nessun uomo muscoloso sarebbe mai entrato a frignare nello studio di una psicologa senza provare un minimo di ansia per ciò che avrebbe pensato la gente di lui. Era una guerra aperta con Shane, il mio orgoglio non poteva perdere. Se mai dovessi trovare questo diario, caro cognato, non ti offendere: non mi pento di averti conosciuto, tu e Stephanie siete una parte importante nella mia vita. Risolvere con te è stato necessario, siamo quasi coetanei e avere una persona sincera e leale come te al mio fianco mi fa solo onore. Ma non nego che avrei voluto che le cose andassero diversamente. Io non amavo veramente Steph, credo che tu te ne fossi accorto prima di me, amavo il nostro stile di vita, le sue attenzioni e forse la sua compagnia ma per quanto lei sia una persona speciale non mi sono mai sentito una cosa sola con lei. Prendevo in giro me stesso, cara Jo, quando ho letto la notizia che Waltman aveva chiesto la tua mano sono morto dentro: eravate felici, lui sapeva come occuparsi di te e sapere che tu fossi finita in buone mani non faceva altro che alimentare la mia gelosia. Tu contavi più di tutto per lui, non avrei mai potuto rinfacciargli che non ti amava e nemmeno accusarlo di non occuparsi di te. Faceva tutto questo nel migliore dei modi, ed era ciò che mi faceva imbestialire: lui aveva preso il mio posto ed era persino meglio di me in quel ruolo di promesso sposo. Lui ha saputo onorare le sue promesse, io no. Non so perché tu non l'abbia mai voluto sposare, mi raccontasti che lui cadde di nuovo nella dipendenza e che non ti sei fidata di lui. Tu hai ascoltato il tuo istinto, so che forse non era ciò che realmente volevi dalla vita nonostante lui avesse tutto ciò che hai sempre cercato in un uomo. Probabilmente anche con Stephanie era così: lei era perfetta, non riuscivo a trovarle un difetto. Era bellissima, fisicamente aveva tutti gli attributi che cercavo in una donna, era premurosa e si occupava di me, dei miei sentimenti, voleva una grande famiglia e credeva nel matrimonio, mi capiva e a letto sapeva come soddisfarmi. Mi sentivo in colpa quando cercavo di trovare dei difetti in lei, ne aveva e anche parecchi come tutti noi, ma nulla che non fosse trascurabile in una moglie. Mi chiedevo perché non piacessi alla sua famiglia, perché come me non riuscissero a vedere altro che perfezione nel nostro rapporto: la perfezione non esite, avrei dovuto preoccuparmi quando avevo deciso di sposare Stephanie in quanto nessuna donna al mondo sarebbe stata vicina al mio ideale come lo era lei, paradossalmente mi stavo accontentado del meglio che potessi trovare. Perché in fondo Jo tu non eri alla sua altezza, non eri perfetta come Steph sembrava agli occhi di tutti: ma a me piacevi così, per quella che eri. Avrei dovuto aiutarti, ma non potevo aiutare nessuno in quelle condizioni e ho dovuto fare una scelta: non potevo salvare nessuno, ti avrei trascinata a fondo con me. Alla fine Waltman non era così male per te, credevo che ti averebbe dato una bella vita e vedere il vostro anello di fidanzamento mi ha provocato una gelosia incontenibile ma anche uno strano senso di pace. Lui si sarebbe preso cura di te, speravo che finalmente una volta per tutte avremmo entrambi voltato pagina. Mancavo solo io, lei era lì al mio fianco e ho creduto che chiedere la sua mano ai suoi genitori mi avrebbe aiutato a stare bene per sempre, a guarire da quella ferita che avevo dentro di me. Mi sbagliavo. Sono rimasto il solito stronzo, il bambino che non ha ricevuto abbastanza amore che volrva solo riscattarsi, l'adulto pieno di rabbia che non riusciva ad accettare di aver chiuso la miglior storia d'amore della sua vita. Il primo amore non si scorda mai, dicono, voglio credere che tu fossi la prima per me: sei stata la prima che ho amato veramente, totalmente con ogni cellula del mio corpo, e sicuramente sarai l'ultima. Sono anni che nessuna mi fa più battere il cuore in quel modo, nemmeno Stephanie ci è mai riuscita e nemmeno la mia prima ragazza. Waltman ti amava, ma tu non hai mai amato lui. So che mi mentivi, lo facevi solo per farmela pagare: il sorriso che avevi quando ci guardavamo negli occhi non l'hai mai avuto con nessun altro"
Pov. Triple H
New York
"Ciao Paul, non sapevo che potessi alzarti dal letto. Ti trovo bene. Insomma, sono venuto a trovarti, sono felice che tu non sia... ehm... morto". "Grazie" rispondo freddo invitando Shane a sedersi sul divano al contrario delle sue aspettative, Steph lo ha seguito stupita dal mio comportamento e io mi siedo a mia volta per ultimo accanto a lei. "Quindi tu mi odi solo perché non mi reputi all'altezza di tua sorella?" Gli domando sforzando al massimo la voce. "Non riesco a sentirti se bisbigli". "Cretino, ha detto che non è giusto che lo odi solo perché non ti sta bene che stiamo insieme!" Esclama Stephanie rimproverando suo fratello. "Senti sorellina, se non lo reputo alla tua altezza avrò le mie ragioni. Non puoi chiedermi di farmi piacere una persona. Mi rivolgo a entrambi: perché avete bisogno della mia approvazione? Io posso dire ciò che voglio, tanto tu non mi ascolti comunque Stephanie. Io stimo molto Paul come professionista, mi stava anche simpatico ai tempi della DX, abbiamo collaborato e non ho mai avuto alcun problema professionale con lui, ma tu hai trasgredito, hai sempre voluto fare di testa tua: devi rispettare le regole di papà, hai sempre dimostrato di non saper scegliere i tuoi partner e lui è un tuo collega. Paul, spero che questa cosa non ti offenda tanto da mettermi le mani addosso di nuovo, ma lei è il tuo capo e se proprio vuoi farti una famiglia con una donna più giovane quella non dovrebbe essere mia sorella. Mi dispiace". "Io amo Stephanie" affermo convinto prendedole la mano. "Anche io, è mia sorella. Ti ho già sentito mille volte ripeterlo, ma per ora hai portato solo casino nella sua vita". "Non è vero! Conviviamo da mesi, lui è stata la cosa più bella che potesse capitarmi. Mi rende davvero felice, non è come tutti gli altri che hanno paura di papà e delle sue stronzate. Vaffanculo voi e le vostre regole, lo so anche io che sono il capo e se fosse stata solo una scopata non avrei fatto tutto questo casino. Sapevo che ci andava di mezzo l'immagine dell'azienda ma cosa avrei dovuto fare? Siamo innamorati, stargli lontano sarebbe stato peggio!". "Peggio per te magari, non per la tua famiglia" le risponde Shane severo. "Non avete mai pensato a me davvero, mi avete sempre solo imposto regole. Io sono davvero innamorata di Paul, perché non te lo fai piacere? Se non hai niente contro di lui allora dimostralo: sii una persona civile, hai 32 anni cazzo! Sei venuto solo per fare casino? Impara a cucirti la bocca ogni tanto, quando facevi le scenate davanti a Randy io mi sentivo responsabile per te: gli dicevi cose orribili, ma io ti capivo perché avevi solo 19 anni e i tuoi problemi, lui ti allenava e so che l'hai preso come un colpo basso da parte sua quando hai scoperto che si vedeva con me... non ho mai detto niente per difendere te, non sono mai intervenuta perché in fondo sapevo che non era colpa tua ma della tua malattia, ma ora basta. Sei abbastanza cresciuto per capire che io non sono una bambola e posso fare ciò che voglio!". Stephanie si è davvero arrabbiata, cerco di trattenerla tenendola seduta sul divano quando Shane riprende: "Ah sì? È questo che pensi di me? Che sono solo un povero malato che non capisce un cazzo! Ma la mia ADHD non c'entra nulla: so che sbaglio con le maniere, sono anni che sono seguito ed è umiliante dipendere dai farmaci per poter vivere normalmente. Ma anche tu sbagli Steph: i miei consigli sono sinceri, il mio QI è più alto del tuo e sono perfettamente in grado di pensare ed elaborare un pensiero coerente. Tu hai un attaccamento malato nei confronti degli uomini, chi mi assicura che anche lui non voglia approfittare di te? Tu vedi solo il bello nei tuoi fidanzati, vedi quello che papà non ci ha mai dato: vedi solo l'amore e le attenzioni, non vedi oltre al tuo naso! Anche Randy sembrava buono con te, diceva di avere le migliori intenzioni e persino Richard, anche quel tipo con cui uscivi a Boston al college e tutti gli altri di cui mi hai parlato di cui non ricordo i nomi dicevano di essere mossi dalle più nobili intenzioni e poi ti hanno piantata dopo un mese. Steph, io come posso fidarmi di lui? So che non sono affari miei ma mi sento responsabile per te, soprattutto ora che hai tirato in mezzo l'azienda e una terza persona. Lui tradiva la sua ex con te, di certo non si è fatto una bella pubblicità e non credo che mentire alla propria ragazza per un anno lo abbia reso una persona sincera". Mi guarda con un sorriso sghembo, probabilmente ora si è tolto un peso dalla coscienza e non so cosa rispondere: come potrei dargli torto? Io ho solo trattato male Steph, lui non è qui con noi quando la faccio stare bene. Mi sento una merda. "Scusami, niente di personale. È solo ciò che dicono i tabloid e purtoppo Joanie ha dovuto risarcire l'ufficio che ha sfasciato" afferma guardandomi negli occhi. Steph ha iniziato a guardare male suo fratello e ad urlargli contro: "Vattene via! Perché devi sempre fargli pesare questa cosa? Non è più un problema per noi, perché dovrebbe esserlo per te? Tra 50 anni non mi importerà niente di quella cazzo di federazione, sarò solo felice di avere qualcuno che mi sta accanto! Se non avessi fatto questa scelta sono sicura che prima o poi sarebbe accaduto lo stesso, non esiste soltanto il lavoro. Joan lo trattava di merda, basta prendere le sue difese. Smettiamola con queste stronzate, lui stava per morire! Le cose devono cambiare, devi smettere di intrometterti nella mia vita. Non mi importa se lui non ti piace, neanche a lui interessa: vai a farti fottere. Se non vuoi essere più mio fratello per questo è una scelta tua: ormai ho capito cosa pensi di me, se tu davvero credi che io sia una rincoglionita allora non ho bisogno di te nella mia vita". "Steph, no" affermo alzandomi in piedi con lei, è andata a chiamare l'ascensore e lo sta per cacciare di casa. "Se lui non accetta te, allora non vedrà più neanche me" mi risponde furiosa. "Lui ha ragione". "Paul, che cazzo dici? Non lasciarti intimidire da lui altrimenti continuerà a pretendere di aver ragione, ha sempre fatto così". "No amore: lascialo stare. Ha ragione. Non mi sono comportato bene con te, con Jo e soprattutto ho creato problemi al lavoro. Non ha senso negare quello che è successo, ha tutto il diritto di avercela con me. In fondo io sono solo uno sconosciuto per lui che è entrato nella tua vita e ha creato solo problemi". "Il tuo tradimento non riguarda lui. Shane pensa di poter sempre dare consigli non richiesti sulle vite altrui, non conosce il filo sottile tra consiglio e giudizio! Lascia perdere mio fratello, se ne deve andare da qui". "Steph, anche io ho una sorella. Non ha ancora avuto modo di conoscermi, anche io sarei arrabbiato se ci fosse Lynn al tuo posto. Lui non sa niente di noi due, fin ora ho sempre e solo dimostrato a te il mio amore. Ma io gli dimostrerò di tenere a te. Ha ragione, vuole vedere se davvero faccio sul serio con te, in fondo ha paura che anche io ti lasci sola con un bambino. Lascialo parlare, anzi no: vieni a vedere con i tuoi occhi, caro cognato. Vieni a cena da noi questo weekend, porta anche Marissa tanto abbiamo la stanza degli ospiti che potete usare. Stephanie è felice con me, le ho dato una bella casa e mi sto impegnando per essere l'uomo di cui lei ha bisogno". Shane si è messo davanti all'ascensore e ha lasciato che le porte si richiudessero: mi guarda con aria di sfida, quasi sorpreso dalla mia reazione fin troppo pacata. "Beh, sappi che la sua mano te la dovrai conquistare. E dovrai passare anche da me". "Ma noi non abbiamo mai parlato di matrimonio. Lascialo in pace, per ora vorrei solo che tu facessi lo sforzo di conoscerlo. Ti sta bene?" Gli domanda Steph dopo essersi tranquillizzata. "Paul, mi raccomando. Sono felice che tu ti sia ripreso" afferma suo fratello per poi darmi una pacca sulla spalla, non ci sto ancora credendo ma sono riuscito a convincerlo. "Beh, sabato alle sei, puntuale" gli risponde Steph chiamando di nuovo l'ascensore. "Potrei cambiare idea su di te... ha ammesso di aver sbagliato, è già un inizio. Ma non ti illudere Stephanie, ancora non ha la mia benedizione". "Sì ok... fatemi tornare al lavoro!" Esclamo prima che possa salire in ascensore. "Comunque ti ho lasciato del gelato, immaginavo che avessi la stessa voce di un T-Rex". Mi dirigo subito in cucina mentre le porte si stanno chiudendo, sul tavolo c'è un sacchetto di un supermercato con all' interno un baratto di gelato: "Peanut butter!  Ci sono le arachidi intere, cazzo!". "Amore torna a riposo. Shane si perde sempre nelle stronzate, non l'ha fatto apposta. Avrà dimenticato che i pezzettini ti fanno male. E poi questo è il tuo gelato preferito, potrai mangiarlo nei prossimi giorni". "Vaffanculo deficiente" affermo con l'ultimo filo di voce rimasta, perché l'ho invitato a cena? Non cambierà mai idea su di me, non ha nemmeno saputo essere gentile in convalescenza e credo che sia venuto solo per darmi fastidio. Gli dimostrerò che amo Stephanie, devo inventarmi qualcosa per convincerlo.
Pov. Chyna
Tokyo, Giappone
Sean mi sta guardando da un'ora, non ha nemmeno terminato il suo dolce e la sua espressione è strana. Non l'ho mai visto sentirsi così a disagio in vita sua, forse non si aspettava che in questo locale ci fosse così tanto silenzio, nessuno sembra parlare ad alta voce tra i tavoli e i camerieri indossano addirittura i guanti. "Non ti piace il dessert?" Gli domando guardandomi un attimo attorno, ho finito di mangiare prima di lui ma il cibo era tutto buonissimo ed era un bel po' che non facevo uno sgarro. "Non mi va più. Lo vuoi?" Mi chiede porgendomi il piatto. "No, sono a posto. E poi non mi sembra il caso di scambiarci i piatti, mi sentirei troppo giudicata da quel tipo là in fondo che sta aspettando di sparecchiare". Mi sorride appena, normalmente avrebbe già fatto qualche figuraccia delle sue ma questa sera è troppo composto e tutto ciò mi turba. "È per il discorso di prima. Tu stai pensando ancora ai problemi con l'alcol che sostieni io abbia". "Amore, no. Non posso essere sazio? Non sono nervoso". "Ma se le porzioni erano minuscole! Tutte queste stelle Michelin gli hanno dato alla testa". "Già...". "Non ti senti bene?" Gli chiedo afferrandogli la mano. "No amore, è tutto a posto. E comunque non credo che tu abbia dei problemi con l'alcol, abbiamo passato un periodo di merda. Ma non mi va più di parlarne. Il vino era buono, e anche tutto il resto in realtà, perché non pensiamo alla nostra serata?". "Ok..." sospiro per poi riprendere a guardare fuori dalla finestra, la vista da questo palazzo è bellissima e si vede tutta Tokyo da qui. "Chiedo il conto, così poi concludiamo a casa" mi sussurra chiamando il cameriere per farsi portare il totale. "Vuoi già andare? Siamo fuori da poco, ti va un drink prima di rientrare?". "Ok" risponde guardando il conto. "Aspetta" affermo prendendo la borsa ma lui subito estrae la sua carta di credito: "Ti ho invitata io a cena, lascia stare". "Ho già cambiato i soldi, lascia almeno una mancia al cameriere!" Esclamo porgendogli una banconota. "E quanto vale questa? C'è scritto 10.000 Yen, è possibile che qui i soldi valgano così poco?". "Boh, penso circa 50 dollari. Dagliene due, solo per lo sforzo di mettersi i guanti" rispondo chiudendo la borsa. "Ho prelevato 2000 dollari e mi sono usciti un sacco di questi, non so che farmene perché non hanno mai il resto". "Sii meno generosa, non devi spenderle tutte per forza". "Non me li cambiano più, ci avevo provato al ritorno. Valgono troppo poco, comunque quel tipo magari ne ha bisogno". Il cameriere ritira i soldi dalla cartolina, mi sembra un po' confuso: "Paga in contanti o con carta signore? Questi bastano". "Usa la carta, quelli tienili" gli risponde Sean porgendogli lo scontrino con una certa fretta. "Gli hai pagato l'affitto per due mesi, Jo". "Va be, allora? Poverino, Masahiro mi ha detto che la tipa che lavora in segreteria alla palestra prende meno di mille dollari al mese. Non credo che a lui vada tanto meglio" rispondo, quando ritorna con la carta di Sean. "Qui costa troppo vivere per loro". "Amore, perché non smettiamo di preoccuparci del costo della vita a Tokyo e non ci prendiamo quel drink che mi hai chiesto?" Mi domanda porgendomi la mano, mi alzo dal tavolo e subito mi portano il mio cappotto con gentilezza. Evidentemente ho fatto una cazzata, avrei dovuto ascoltare Sean. Parleranno di noi per settimane. Saliamo di nuovo in ascensore, Sean mi ha detto che hanno una bella terrazza qui sopra dove poter bere qualcosa e vorrei approfittarne. "Per ora il tuo appuntamento è promosso" gli sussurro per poi baciarlo. "Aspetta, vieni a vedere cosa hanno sopra" risponde per poi farmi strada una volta che l'ascensore si è aperto: "Allora era questo il posto con la piscina di cui parlano tutti!" Esclamo stupita, peccato che faccia troppo freddo per restare a lungo qui fuori e sembra non esserci proprio nessuno per questo motivo. "Guarda, qualcuno ha lasciato dello champagne". Sean ha preso in mano una bottiglia dal secchiello, la vista da qua sopra è stupenda e mi perdo a guardare le luci: "Dimmi che lo sapevi già, altrimenti io non me lo bevo". "Potrei averla chiesta io questa bottiglia nuova di zecca. E anche i flûte per berlo, e anche le rose qui accanto". "Ma dai... non è il nostro anniversario ancora" rispondo riprendendo a guardare giù, questo posto è davvero stupendo e mi chiedo come abbia fatto a trovare posto qui quando lo sento sfiorarmi le mani: mi volto di scatto, lo trovo inginocchiato di fronte a me e non riesco a credere a ciò che sto vedendo. "Joanie, so che non te lo aspettavi... sono stato bravo a nascondertelo" afferma con voce tremante e iniziando a ridere. "Ma tu sei davvero speciale per me. Sei la donna più forte che io abbia mai incontrato, mi hai aiutato mentre ero perso anche con i bambini e io non riesco più a immaginarmi una vita senza te al mio fianco. Joanie, mi vuoi sposare?". Non riesco a trattenere le lacrime, non so cosa rispondergli. Non può essere reale, è tutto così assurdo. "Jo, vuoi diventare mia moglie?" Mi chiede di nuovo aprendo una scatolina con all'interno un anello con diamante. Somiglia molto a quello che avevo, non so se dovrei accettare... e se anche lui non dovesse sposarmi alla fine? "Jo... non dobbiamo sposarci domani, vorrei solo sapere se ti va". "Sì!" Esclamo prima che possa finire la frase, lasciando che mi infili l'anello al dito. Sean non lo farà, lui non se ne andrà. Si alza in piedi e subito lo abbraccio forte per poi scambiarci un lungo bacio: "Ti amo" mi sussurra mentre cerco di contenere le lacrime, continua a baciarmi per impedirmi di piangere e ad ogni lacrima trattenuta sento sempre di più una fitta al cuore: questa volta andrà bene, abbiamo una famiglia io e lui, ho di nuovo un anello al dito e lui manterrà le sue promesse... lo farà. Spero. "Anch'io ti amo" rispondo mentre si separa da me per stappare la bottiglia, questa sorpresa è stata del tutto inaspettata.  Io e lui marito e moglie. Con due figli. Non posso credere di stare per realizzare questo sogno.

The Game is over (She never recovered parte 2)Where stories live. Discover now