Capitolo 21

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7 maggio 2002
Pov Triple H
"Ancora qui sei?" Spingo lentamente la porta del suo ufficio, arriveremo in ritardo a cena e per una volta non è colpa mia. "Stavo guardando questi fogli... arrivano dagli autori, devo ancora finire di leggere e domani ho una riunione con Ric. Spero che anche lui abbia letto ma so già che non lo ha fatto, non vedo l'ora che il mio contratto entri in vigore perché mi sto prendendo troppe responsabilità con la sua firma". "Sono troppe pagine per lui... anche per me onestamente, come farai con cinquanta fogli in una notte?" le domando per poi avvicinarmi e baciarla. "Mi sa che saremo costretti a rimandare la cena". "Sul serio? Dovrò pagare la penale, e poi è da un sacco che aspettiamo di poter avere un tavolo". "Amore, è lavoro. E ora è anche sostenibile, dovrai abituarti a quando non sarò più solo la vice di Ric Flair". "Appunto, il ruolo è suo. Dovrebbe essere lui a leggere". Stephanie mi passa le due pile di fogli, sono due proposte per le trame e vorrei sapere che cosa contengono. "Secondo te lui leggerà davvero tutto questo? È importante,  e poi se non si interessa della cosa significa che sarò io a scegliere. Andiamo a casa, questi posso portarli via". "Ric si fida così tanto di te?" Le domando mentre la aiuto a raccogliere le sue cose. "Abbastanza, stiamo collaborando bene. Secondo te sbaglia?" Mi domanda mettendomi in mano i fogli. "No... è che mi chiedevo quando avrò di nuovo un match titolato" rispondo aprendo la prima pagina di uno dei fascicoli. "Te l'ho detto: quando il ruolo sarà mio. Pazienta ancora un po', per favore". Riprende i fogli dalle mie mani e usciamo dall'ufficio, Vince non si vede in giro da una settimana e non so cosa stia combinando ma è stato stranamente di parola quando ha detto che non si sarebbe intromesso. "Lo so, ma non hanno deciso niente per me?". "Per ora no, ma almeno hanno accettato la tua proposta di rimanere a Smackdown e lavorerai la metà. Questo significa più tempo per noi". Mi bacia di nuovo, questa volta senza paura di farci scoprire e devo ancora abituarmi alla sensazione di non dover tenere gli occhi aperti nei corridoi. "Tuo padre non vorrà più vedermi, è per questo che mi ha cacciato di qui ben volentieri. Se dovessi mettere piede a Raw mi farebbe saltare la testa, non credo sarebbe felice di dover avere a che fare con me". "Per fortuna siamo ai due lati opposti dell'edificio" afferma chiamando l'ascensore. "Anche oggi non è passato?" Le domando prendendola per mano. "No...". "Mi dispiace". "È ancora arrabbiato. Non capisco, ogni volta che provo ad avvicinarmi la porta è sempre chiusa a chiave. Non so, mi sto abituando a questo comportamento. Ormai è un po' che va avanti la cosa, spero solo che stia bene. Shane si sta comportando allo stesso modo, mi ha detto che gli serviva tempo perché altrimenti sarebbe finita male con te. Capisco mio fratello, lui è sempre stato impulsivo e poi ha un disturbo che gli impedisce di ragionare... ma da mio padre non me la aspettavo, credevo che se la sarebbe presa con te sicuramente ma non che non mi avrebbe più parlato. Mi aspettavo che mi togliesse il ruolo, ma non che volesse tagliare i rapporti con me". "Almeno non mi ha licenziato, e poi tu sei general manager adesso. Se la tua famiglia non vorrà avere a che fare con noi mai più lasciamo che prendano le loro decisioni, almeno non ci hanno impedito di avere la nostra vita e soprattutto tu avrai la tua carriera. Ora siamo noi una famiglia, Steph. So che è difficile da accettare, ma il problema è soltanto loro. Non abbiamo fatto nulla di male, tuo padre ti vuole allontanare solo perché ami un wrestler! Perché ci amiamo! È assurdo tutto questo". Arriviamo nel parcheggio e le apro la portiera della macchina, il sedile posteriore è pieno delle sue cose e possiamo finalmente partire. È taciturna, guarda dritto davanti a sè la strada e mi afferra la mano sul cambio. "Andiamo a cena, non ci pensare. Sarà la prima nostra uscita pubblica come coppia, finalmente non devo nascondere al mondo quanto è figa la mia ragazza". "E tutto questo lavoro? Mio padre mi odierà, se non faccio quello che devo lo viene a sapere lo stesso. La compagnia è sua, non è uno scherzo". "E tu dai retta a una persona che nemmeno ti parla? Ti importa dell'opinione di tuo padre più di quanto ti importi di noi". "Ma non è vero! Non ho detto questo, devo lavorare". "Amore: sei tu il capo adesso. Che ti importa? Sei tu a decidere, perché non fai tu una proposta?". "Perché ci vorrebbero troppe ore, e poi non sono io il capo del team di scrittura, non più". "Sì, ma sei tu che devi approvare i testi... ho un'idea". "No Paul, per favore". "Ti fidi di me?" Le domando guardandola dallo specchietto. "Quando fai queste uscite a sorpresa? No". "Ascoltami almeno: andiamo a cena. Passiamo da casa a cambiarci, devi essere elegante". "Non so che cosa tu abbia in mente, ma è un'idea stupida" risponde guardandomi perplessa. "Steph, ricordi come andavano le cose quando lavoravamo insieme? Eravamo una buona squadra, abbiamo risollevato gli ascolti con i nostri copioni. Ora tuo padre non è più una minaccia, e adesso che Jo ha lasciato il paese non dobbiamo più avere paura degli haters. Steph, io voglio stare con te davvero, dobbiamo trovare casa insieme". "Amore, davvero mi stai chiedendo di convivere? È una situazione di merda, dovremmo prima dirlo alla tua famiglia almeno e poi non capisco che cosa c'entra con il lavoro e Jo... e poi io ho già una casa, puoi stare quanto ti pare e lo sai questo, siamo insieme 24 ore al giorno e lavoriamo insieme, non pensavo nemmeno di doverti chiedere una convivenza dal momento che non ti separi mai da me. Non fraintendermi, io vorrei e ne abbiamo già parlato, ma stiamo sempre insieme ed è come se già vivessimo insieme... non ci serve un'altra casa al momento, e poi a dir la verità non ho molti soldi da parte. Ho fatto due mesi a non lavorare, e poi ho avuto molte spese. Per come stanno le cose adesso immagino che la mia famiglia non mi darà nemmeno un centesimo". Le sorrido voltandomi verso di lei, adoro la nostra complicità e sembra aver compreso: "Amore, non dirmi che hai in mente qualcosa". "Amore, lo sai com'è la situazione. Non voglio nascondertelo, ma ho fatto otto mesi a casa e nessuno mi ha pagato. Lo sai come sono le regole. È da tanto che non faccio un regno lungo, pensavo che avrei perso il lavoro a dire la verità e ora non si mette bene. Ho bisogno di un titolo, i soldi che si fanno da campione non sono quelli che prendo adesso e sicuramente ora non c'è possibilità per me... ho svenduto la casa in cui convivevo, volevo solo liberarmene e ci ho perso soldi, per di più mi sono anche trasferito e il conto dell'ospedale è stato esorbitante. Ma dato che non si può vincere al momento, perché non ne approfittiamo anche noi? Steph, ho sentito da Waltman che Jo ha preso cifre folli per parlare di noi, aspettano solo la nostra versione. Potremmo farci pubblicità,  costruire la nostra popolarità. Non importa se ci odieranno, sono sempre soldi. Ho in mente un modo per rifarmi dalla sconfitta, quel vecchio di merda mi ha fatto perdere credibilità". "Ti accusano di costruirti i match da solo! Paul, se annunceremo pubblicamente la nostra storia le speculazioni su di te aumenteranno! Soprattutto quando diventerò general manager, non voglio che pensino che stai con me per interesse". "Ma non è la verità. Lo spiegherò. L'ho già detto più volte come stanno le cose, ti aiutavo a scrivere". "Ma non sei un booker. Se dovessero scoprire che io ti lascio decidere sarebbe un grosso problema. L'hai dovuto ammettere in precedenza, nessuno ci ha creduto a ciò che hai raccontato. Non è vero che aiutavi nella scrittura, tu facevi ciò che volevi. Devi terminare la rivalità con Jericho, non può durare in eterno. Dobbiamo trovarti un avversario. Mio padre non può più interferire, ma se uscisse fuori un'altra volta questo problema tutto fallirebbe". Mi concentro sulla strada, siamo quasi all'uscita e prendo la direzione di casa quando a un certo punto mi domanda: "Quanto ha preso Joan? Sono mesi che ci invitano a quel programma, quando sarò ufficialmente general manager non sarà un problema il contratto con la compagnia...". Le sorrido, finalmente ha capito il mio piano... "Jo ci ha fatti passare per i cattivi della situazione,  lei ancora insiste a parlare di me perché non ha una vita propria. Waltman ha detto che le hanno dato 200.000 dollari da Howard Stern. Sinceramente non capisco chi abbia accettato di sborsare questa cifra, ma io non mi sarei nemmeno mosso di casa per questi soldi. Solo per le rotture di palle che mi ha provocato quella donna ne voglio almeno il doppio". "Caspita, sono tanti soldi... io comunque chiederei il triplo allora, solo per la figuraccia che ho fatto davanti a mezza America. Mi ha fatta passare per la zoccola di turno". "Waltman mi ha detto che Jo ha finito di pagargli il divorzio". "Non mi sorprende se dicesse che vuole sposarla. Sono due poveri falliti. Paul, dovresti fregartene di queste cose. Ora comandiamo noi, non è vero?" "Sì... quindi butterai questi fogli, vero?" Le domando sfiorandole la coscia con una mano per sollevarle la gonna. "Cosa proponi per Jericho?" Mi chiede a sua volta allontanando la mia mano per poi slacciarmi i pantaloni. "Di continuare la rivalità fino al prossimo pay per view, così lo batterò in diretta mondiale". Cerco di concentrarmi sulla guida ma il suo tocco mi deconcentra, devo allontanarla per non andare a sbattere ma è così intenso che non mi spaventa nemmeno l'idea di fare un incidente. "Mi piace questa idea... lo vuoi umiliare ancora un po'...". "Sì...". "Vuoi fargliela pagare per aver osato chiedermi una tregua dalle umiliazioni, eh? Fargli portare a spasso il cane non è stato abbastanza?" "È solo un pezzo di merda!" Esclamo, cercando di ignorare Stephanie che si sta legando i capelli. "Non prendertela con lui...". "Pensa di poterci provare con te, direi che sono arrabbiato" rispondo tornando serio. "È stato mesi fa, nessuno sapeva che stavamo tornando insieme. E poi non me lo sono mai filato, come pensava di avere una possibilità chiedendomi se poteva infilare il suo micropene nelle mie tette?". "Non doveva permettersi". "Non mi interessa. E poi ormai gliel'hai fatta pagare in ogni modo". "Nessuno dice queste cose alla mia ragazza". "Mi urlano queste cose tutte le volte che faccio una apparizione pubblica. Lascia stare Jericho, e poi lui può guardare ma non avere questo". Steph si è di nuovo chinata su di me e non stava scherzando sull'idea di farlo durante il viaggio, mi sta leccando con decisione e credo che a questo punto andremo a sbattere. "Steph... fermati. Siamo quasi arrivati". "Muoviti a parcheggiare" afferma per poi riprendere. "La gente sul marciapiede ci vede". Parcheggio l'auto nel garage, finalmente siamo arrivati e Steph ha smesso di fare la stupida: mi chiudo i pantaloni, ora dovrò aspettare prima di scendere dalla macchina se non voglio fare una figura di merda con il portinaio. "Finiamo in casa, è meglio". "No, finiamo qui" rispondo per poi riprendere a baciarla, finalmente abbiamo un momento per noi. Spero che mia madre non mi dica nulla sulla mia relazione, per ora non sa che siamo tornati insieme. "Amore, mi sono dimenticata di una cosa: perché non chiedi ai tuoi genitori di venire al prossimo live? Possono tranquillamente venire in auto, saremo vicini a casa. Almeno me li presenti, anche tua sorella". "Amore, non mi sembra una buona idea" rispondo serio, mi ha fatto passare ogni desiderio e ora sono solo preoccupato. Non sento la mia famiglia da un po', sarà un mese che non telefono e loro fanno lo stesso. "Perché? Non mi importa se diranno di no, ma io voglio fare una buona impressione. Non è giusto che lo vengano a sapere così, dobbiamo incontrarci di persona. Non ha senso rimandare questo momento". "E tuo padre?". "Papà verrà a parlare con loro, ne sono sicura. Quando vedrà che la tua famiglia è a posto forse si convincerà di più riguardo a noi. E poi a me non importa di lui, se non vorrà parlare non lo farà. Vorrei che almeno tu non perdessi i rapporti, non farei una bella figura se lo scoprissero dalle interviste in TV. Già ci siamo avvivinati nel peggiore dei modi, lo sai...". "Mia sorella lavora in banca, non può prendere le ferie. E poi non so se i miei avranno voglia". "In banca? Che palle... ". "Già, lei è quella intelligente della famiglia. Io odio la matematica, non ho mai capito nulla". "Anche io! All'università volevo scegliere lettere, poi papà non ha voluto". "È assurdo, nemmeno il college hai potuto scegliere? Pure mia madre voleva che studiassi economia, per fortuna non le ho dato retta". "Non potevo scegliere, avevo il posto prenotato da quando ero alle superiori. Mio padre voleva che io entrassi a Boston dove ha studiato mio fratello e così è successo. Avevo fatto domanda da altre parti ma tanto sapevo che non si sarebbe mai convinto. Almeno tu non hai fatto ciò che ha scelto tua sorella, sei stato fortunato. Il giorno in cui ho detto che non mi interessava la politica ho capito che avrei lavorato qui, non avevo molta scelta. A me piace la compagnia, ma non so perché. Penso di essermela fatta piacere in qualche modo, non mi sono mai vista al di fuori di questo, ho avuto qui il mio primo lavoro, il mio primo ragazzo era un wrestler, sto per diventare general manager... La mia famiglia ha investito molto qui e mio padre vuole un futuro per me e Shane. Però vorrei conoscere la tua famiglia, loro sono completamente diversi... sono stati carini ad aiutarti con la tua passione, secondo me non dovresti evitarli. Potremmo andare d'accordo". "Steph, non è per questo... noi non parliamo da tanto, da quando ho lasciato Jo è successo un casino". "Sì, ma ogni tanto ti cercano. Ti chiamano a casa, ti vogliono bene". "Non capivano i miei sacrifici, loro non capiscono la mia vita. Finché non ero famoso dicevano che stavo perdendo tempo! Lo so che sono stati loro a portarmi ai live e a pagarmi la palestra ma non mi prendevano sul serio". "Paul, ora hai trent'anni. Non eri nemmeno un adulto quando hai iniziato con questa storia, ora però lo sei. Sono sempre i tuoi! Sii un po' più maturo, chiamali altrimenti sarò io a farlo". Mi bacia, riprendendo a spogliarmi dalla maglietta ma questa volta la fermo: "Va bene. Lo faccio solo per te, perché ci tieni tanto e non voglio nascondere quanto ti amo". "Grazie".
Pov Chyna
"Pronto?" Prendo subito il telefono al primo squillo, è da due giorni che non riesco a sentire Sean e spero che sia lui che finalmente si è fatto vivo. "Jo, sei tu?" Mi domanda la voce dall'altra parte, mi sembra di riconoscere chi parla ma il segnale è disturbato e si sente solo una forte nusica. "Chi sei tu?" Domando a mia volta, potrebbe essere qualcuno che non doveva avere il mio numero di casa e spero che non sia così. "Sono Scott, l'amico di Waltman". "Ciao Scott" rispondo sorpresa, a volte mi scrive qualche e-mail per chiedermi come sto e mi sembra strano che mi stia telefonando a casa. "A cosa devo la tua telefonata?" Gli domando ancora più confusa, c'è chiasso in sottofondo e penso che sia ad una festa, a casa è notte. "Ehm... per salutarti!" Afferma poco convinto, non so perché ma la sua voce è strana. "Ma sei ubriaco?" Gli chiedo ridendo, è molto probabile che lo sia. "Dammi qua, idiota!" Esclama un'altra persona. "No! Se glielo dico tanto non ci crede! È un'idea stupida!" "Che cosa?" Domando a mia volta intromettendomi nel discorso, forse stanno parlando tra loro e hanno acceso il vivavoce, ma io ora vorrei sapere cosa nascondono. "Pronto? Jo?". "Chi è adesso?" Domando scocciata, vorrei attaccare ma sono curiosa di sapere cosa mi devono dire. " Sono Kevin. Perdonalo, è fatto". "Va bene... dovete dirmi qualcosa ragazzi?" Sono quasi sicura che non sia nulla di serio, Kevin e Scott in serata sono pericolosi e non credo che sia davvero importante ma ora mi hanno messo curiosità. "Joan, c'è una cosa che tu devi sapere. Spero di non averti disturbato, che ore sono lì?" "Le due, è pomeriggio...". "Siamo 11 ore avanti! O forse indietro?". "Senti, che cosa devi dirmi?" Gli domando diretta, non ho tanto tempo e soprattutto vorrei sapere se Sean è ancora vivo. Mi manca molto e penso che abbia avuto qualche problema perché è strano che non mi abbia ancora chiamata. "Sean è con voi?". Hanno smesso di parlare, sento di nuovo confusione: "Ragazzi, spenderete una barca di soldi se non parlate in fretta!" Esclamo, sto per attaccare quando Scott parla di nuovo: "Siamo qui con lui. Jo, lui ha dormito in casa tua questa notte". "Siete a New York quindi?". "Sì, noi non siamo saliti eh". "Anche se fosse non c'è problema, gli ho lasciato io le chiavi" rispondo, mi sa che hanno rotto qualcosa o che non vogliono farmi sapere che c'è stata una festa nel mio appartamento. "Ma Sean sta bene? Sono due giorni che non mi chiama". "Jo, Kid ti ha tradito". "Che cosa?" Domando esterreffatta, forse ho capito male. "Mi dispiace. Io non volevo dirtelo così, lui è nostro amico... ma mi sentivo in colpa a non dirlo dopo la faccenda di Hunter". "Che cazzo avete fatto in casa mia?" Gli domando seria, spero che sia uno scherzo questo. "Siamo stati in discoteca ieri... Sean mi ha chiesto di salire con un paio di ragazze ma gli ho detto di andare da solo. Sono sicuro che se l'è fatta, lui dice di no ma secondo me hanno trombato lui e questa gnocca". "Chi è questa tipa? Dimmelo, chi si è scopato in casa mia? Non solo si è scopato un'altra, ma lo ha fatto in casa mia!" "Te l'avevo detto che avrebbe urlato" ridacchia Kevin da dietro al telefono. "Vaffanculo tutti e due, mi state prendendo in giro". "Allora perché non ti chiama da due giorni? Comunque è una che ha conosciuto al bar, non so nemmeno il suo nome. Tranquilla, sta già ballando con un'altra" Non riesco a trattenere le lacrime, non posso credere che stia succedendo un'altra volta. Come ho potuto fidarmi di lui dopo Hunter? "Jo,sei in linea?" "Digli di uscire da casa mia, adesso! Non voglio più averci a che fare, mai più!". Metto giù il telefono lanciando la cornetta, tutto ciò che temevo allora è vero... Kathy aveva ragione, tutti avevano ragione... ho permesso a un'altro uomo di usarmi. Sento di nuovo suonare il telefono ma lo lascio squillare, non ho più voglia di ascoltare ciò che hanno da dire quei due cretini e nemmeno lui! Mi sono fidata di Sean. Cerco di mantenere la calma, non posso essere sicura che sia vero... mi siedo sul divano e mi lascio andare al pianto, non mi aspettavo questo da lui. L'ultima volta ho ignorato tutti, mi sono illusa pensando che non fosse vero, che io meritassi di essere amata da qualcuno. Sono sola, di nuovo. Ha solo aspettato che io me ne andassi per divertirsi alle mie spalle, non gli importa nulla di me! Vorrei solo prenderlo a schiaffi, vedere in faccia questa donna solo per augurarle di trovarsi qualcosa di meglio ma mi trovo dall'altra parte del mondo. Avevo ragione a non fidarmi, a non volermi mettere con lui. Non voleva che io partissi e ora mi ringrazia così? Tradendomi! Squilla di nuovo il telefono ma metto giù subito, riprende di nuovo a suonare e so che è lui che finalmente si degna di cercami ma non voglio sentire la sua voce, non voglio sentire le sue scuse e non voglio sentire il suo nome mai più. Fanculo. Torno a sedermi dopo la terza chiamata rifiutata, ho spento qmche il cellulare ma subito mi sta chiamando ancora. Dovrei rispondere, dirgli che lo odio... prendo il telefono esasperata: "Che cosa vuoi? Pezzo di merda, non richiamarmi mai più! Per favore lascia le chiavi al custode, non tornare mai più in casa mia e soprattutto non osare chiedermi più un centesimo! Tu e Hunter eravate d'accordo per prendervi gioco di me!" Dall'altra parte c'è silenzio, mi aspettavo che iniziasse ad arrampicarsi sugli specchi ma esclama: "Jo, tutto bene? Che ti ho fatto? Sono Masahiro!". Smetto subito di urlare,  ho appena fatto una figura di merda e non so cosa rispondere. "Scusa" affermo più volte, mi viene solo da piangere e cerco di trattenermi ma ormai ha sentito tutti gli insulti che avevo riservato a Sean. "Tranquilla, volevo chiederti di accompagnarmi ad un posto stasera ma non è un buon momento". Mi asciugo le lacrime, vorrei solo chiudere la chiamata ma non voglio più sembrare maleducata con lui. "Dove vuoi che ti accopagni? Mi dispiace, non pensavo che fossi tu". "Dei miei amici vanno in un bar questa sera, ma non penso che tu sia dell'umore giusto". Forse dovrei andare con lui, non voglio più piangere per un coglione anche se il mio istinto mi direbbe di continuare fino a che non ho più forze. Non è giusto, Sean non ci ha pensato due volte prima di prendersi gioco di me. "No, ci sarò. Non ho nulla da fare". "Sei sicura? Dovresti chiamare il tuo fidanzato e risolvere". "Non è niente. Sto bene. A che ora?". "Ok, passo a prenderti alle otto. Ciao". Bere qualcosa mi farà bene, forse finalmente ci sarà da divertirsi... Ho bisogno di non pensarci, ne parleremo a casa. Non posso rovinare la mia carriera, il mio viaggio e soprattutto questo è il mio momento. Non devo tornare a casa, non lascerò più nulla per colpa di un uomo.

The Game is over (She never recovered parte 2)Where stories live. Discover now