Capitolo 22

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7 Maggio 2002
Tokyo, Giappone
Pov. Chyna
Ci versano un altro giro di shot e le altre persone al tavolo urlano qualcosa che non capisco. C'è confusione qui, Masahiro mi ha portata in un night club e non mi aspettavo che lui ne conoscesse. È il terzo locale in cui entriamo, qui si usa passare da un posto all'altro ma ormai è qualche ora che siamo in questo posto e non riesco molto a capire ciò che dicono gli altri colleghi dal momento che parlano solo giapponese tra di loro. Inizio a sentirmi ubriaca, sono circa tre ore che stiamo bevendo e mi serve una pausa. Mi guardo un po' attorno, le persone ai tavoli stanno guardando le ballerine sul palco e stranamente non si vede altro che coctails e qualche sigaretta. Nessuno sembra essere troppo ubriaco, a quest'ora della notte negli Stati Uniti mi avrebbero già offerto della droga o avrei visto gente stare male. Mi accendo una sigaretta per prendermi una pausa dal bere, non vorrei essere io la prima persona a vomitare ma mi accorgo che è l'ultima del mio pacchetto. Mi affaccio un attimo sulla pista, in poco tempo si è riempita e in molti stanno ballando. Non mi aspettavo questo da Sean, ha provato a chiamarmi tante volte ma non gli ho più risposto: non voglio più avere a che fare con lui, più vedo le persone flirtare e baciarsi senza vergogna davanti al DJ più non riesco a togliermi dalla testa l'immagine del mio ex ragazzo che dice a una tipa qualsiasi di essere single e di possedere un attico con vista su New York dove concludere la serata senza curarsi minimamente di me. Non potevo aspettarmi diversamente, mentre stavo con Hunter ha provato a baciarmi in discoteca e non so come io mi sia illusa che avesse perso il vizio. Se solo avessi saputo che cosa faceva Hunter alle mie spalle avrei chiesto a Sean di farlo in casa nostra, sul nostro letto dove lui lo faceva con Stephanie. Cerco di non pensare più a questo schifo, ora ho cambiato continente e Masahiro mi ha messo un altro shot davanti: "Abbiamo già fatto il giro, manchi solo tu". Mando giù senza pensarci, tutto il tavolo applaude mentre cerco di ignorare il sapore disgustoso di questa roba che ho appena bevuto. "Ma cos'era?" Gli domando schifata, continuo a fumare per cercare di togliere il sapore. "Midori. Non ti piace?" "No... ma poi perché è verde?" "Perché è fatto con il melone". Finisco la sigaretta e la spengo nel portacenere ormai pieno, gli altri ragazzi del tavolo si sono alzati quasi tutti per ballare e io e Masahiro siamo rimasti soli in fondo alla lunga tavolata. "Ti va di ballare?" Mi domanda alzandosi dalla sedia per poi allungarmi la mano. Lo seguo cercando di non barcollare sui tacchi, normalmente non avrei accettato ma perché non dovrei fare ciò che mi va? Mentre stavo con Hunter gli ho sempre portato rispetto mentre lui mi tradiva, adesso che sono single non devo fare lo stesso errore che ho fatto in passato. Sean se ne è fregato di me, sono sicura che se non lo raggiungerò a casa verrà lui qui a cercarmi per fare i conti ma non me ne importa proprio. Mi trascina in pista, sembra che abbia proprio voglia di divertirsi e ha iniziato a ballare canticchiando anche la canzone in sottofondo che non conosco. Faccio lo stesso e inizio a ballare anche io, Masahiro non smette di guardarmi e capisco che vuole ballare con me: mi avvicino a lui, posando le braccia sulle sue spalle, continuiamo a ballare a ritmo di musica mentre mi sfiora i capelli con una mano. Ho capito le sue intenzioni e lui sembra aver capito le mie, mi tocca sempre più in basso scendendo sui miei fianchi e non smette di guardarmi con i suoi occhi scuri. "Peccato che tra qualche giorno devi andare via" mi sussurra all'orecchio, mi avvicino a lui abbracciandolo per poi rispondergli: "Non ho ancora comprato il biglietto di ritorno". Il calore della sua pelle abbronzata mi sta facendo venire voglia di lui, non l'avevo mai considerato sotto questo punto di vista ma mi piace il modo in cui mi guarda senza vergogna la scollatura del vestito quando esclama: "Allora ti piace stare qui!". Finge di fare conversazione ma ho capito che cosa ha in mente, in questi giorni ci siamo frequentati parecchio e i suoi abbracci mi hanno fatta sentire meno sola fin dal primo giorno, quando ancora perdevo tempo con Sean. Ci allontaniamo un attimo dalla pista, avvicinandoci ai tavoli in un angolo più isolato dalla folla per poterlo sentire meglio e rispondo: " Mi piace il Giappone. Sono venuta per una nuova vita, a casa ho lasciato solo casini. Ma questo lo sai... Non mi va di tornare a New York, sto aspettando che mi diano un match e spero che sia il prima possibile". Mi avvicino di nuovo a lui, riprende ad abbracciarmi e mi trovo di nuovo a pochi centimetri dal suo viso: "Jo... anche qui succederà un casino" afferma per poi distogliere lo sguardo da me. Ho capito che non vuole cedere per primo ma allo stesso tempo è stato lui a iniziare a toccarmi il sedere quindi rimango al suo gioco: "Hai una sigaretta?" Gli chiedo con una scusa in modo tale che si separi da me, voglio vedere se dopo farà finta di nulla oppure se vorrà avvicinarsi ancora. "L'hai fatto apposta perché hai finito le tue?" Mi chiede allontanandosi per frugare nelle tasche dei pantaloni. "Ah, quindi mi stai curando da un po'..." rispondo a mia volta per provocarlo. "Beh, sei una bella donna... come faccio a non guardarti?". "Puoi sempre comprare il mio Playboy così puoi guardarmi quanto ti pare". "Chi ti dice che io non ce l'abbia già? Sarei un ipocrita a dire il contrario, ce l'hanno tutti ormai". Risponde passandomi il suo pacchetto, lo apro e vedo che è rimasta anche a lui l'ultima sigaretta: "Quindi sei un collezionista..." rispondo prendendo la sigaretta rimasta e rendendogli il pacchetto vuoto. "Di nascosto da mia moglie, sì. Non mi perdo un numero". Ho capito a cosa sta alludendo, immaginavo che non le fosse fedele dopo ciò che hanno passato e glielo leggo in faccia che vorrebbe vedere di persona che cosa c'è sotto ai miei vestiti ma cerco l'accendino nella borsa per non andare oltre nel discorso: non mi interessa delle sue relazioni, la voglia che ho di spogliarlo è percepibile ma è ancora troppo presto e voglio essere sicura che non abbia ripensamenti. "Era l'ultima!" Esclama agitando il pacchetto vuoto per poi metterlo di nuovo in tasca. "Scusami... tieni" rispondo cercando di rendergliela indietro, ma lui non vuole. "Prendila! È tua, non mi voglio permettere..." affermo ridendo per poi passargli anche l'accendino. "Grazie. Anche con Sean fai così?" Mi domanda per provocarmi. Non so perché lui pensa ancora che noi stiamo insieme, sa cosa è successo e non ho più intenzione di portare rispetto ad una persona che mi ha usata. "Lui non fuma molto, solo se è con i suoi amici o alle feste". "Non me lo ricordavo così il ragazzo". Risponde soffiando il fumo. "A lui piace l'erba adesso". "E a te? Immagino che tu non stia a guardare mentre lui fuma". "No... ma ho chiuso con lui, basta" affermo seria. "Allora prendi, non mi va che mi guardi" afferma a sua volta passandomi la sigaretta direttamente in bocca. Ritorniamo vicini, riprende ad abbracciarmi per poi sussurrarmi di nuovo: "Hai chiuso solo con lui o anche con l'erba?" Mi domanda lasciandomi un po' confusa. "Con entrambi, da quando sono qui ho smesso con tutto. Sembra che in Giappone non esista niente di proibito: niente erba, niente pillole, niente coca... Ho smesso anche con il sesso" gli sussurro all'orecchio per provocarlo, la realtà è che non ho più avuto occasione da quando ho lasciato Sean a casa e mi sembra di aver iniziato una nuova vita. Sono di nuovo a pochi centimetri dalle sue labbra, forse mi sono spinta troppo oltre... arrossisco abbassando lo sguardo, ormai è tanto tempo che non mi diverto più in nessun modo e mai avrei immaginato di poterlo fare proprio con lui ma è da troppo tempo che non faccio più nulla e non credo che avrei dovuto confessarglielo ma ormai la nostra intesa è alle stelle. "Non siamo in paradiso... vieni con me". Afferma deciso, spengo un attimo la sigaretta e subito mi afferra per una mano per poi trascinarmi verso i tavoli: continuiamo a camminare, ogni tanto si volta per sorridermi e sono sempre più convinta che finiremo in un guaio. Andiamo verso i bagni, non mi aspettavo che volesse concludere subito così ma invece che entrare apre una porta accanto a quella dei servizi: "Stai vicina a me" afferma per poi prendermi bene per mano, attraversiamo l'ingresso e ci troviamo in un'altra sala. Rimango stupita da ciò che ho davanti agli occhi, è come se fosse una specie di privè nascosto dagli occhi di tutti. Ci sono altri tavoli qui dietro, suonano una musica diversa ed è piuttosto buio, non riesco a vedere nulla se non fosse per Masahiro che mi trascina verso uno dei tavoli. Saluta un tizio, non l'ho mai visto in vita mia ma alcuni dei nostri colleghi sono al suo tavolo e stanno bevendo con lui. Si salutano e si dicono qualcosa nella loro lingua, il tipo mi sorride per un momento per poi affermare: "E tu così sei Chyna... sedetevi!" Esclama facendoci spazio su un divanetto, lui e Masahiro continuano a parlare e ne approfitto per guardarmi intorno: sul tavolo ci sono diverse tessere appoggiate, ora ho capito perché si nascondono qui dietro e riconosco alcuni colleghi. "I tuoi amici sicuramente saranno stati qui... Scott, Kevin, sicuramente anche Guerrero". "Conosce tutti loro?" Domando a Masahiro indicando il tipo, ma lui si limita ad annuire con la testa. Ci passa una bustina con della cocaina e Masahiro tira fuori un rotolo di banconote per poi passargliene alcune con discrezione. Non immaginavo che si potesse trovare anche qui in Giappone ma a quanto pare è tutto falso ciò che si dice in giro. "Andiamo, c'è un tavolo libero" afferma Masahiro, salutiamo il tipo e ci andiamo a sedere in fondo alla sala. "Ha detto Aki che c'è sempre posto per le belle donne" afferma ridendo per poi ordinare da bere. "E io che credevo che qui si andasse in carcere per queste cose!" Esclamo esterrefatta. "È così, se ti beccano con questa in tasca rischi grosso. Ma se la consumi di nascosto nessuno sa niente, i locali hanno delle sale nascoste apposta per questi giri. Ci guadagnano anche loro, tutto il mondo è paese. A Tokyo c'è tanta polizia ma non possono accusarti di nulla se sei fatto ma non ce l'hai addosso, a meno che tu non vada a piantare casini in giro ma non mi sembri il tipo. Basta non dare troppo nell'occhio quando si esce". "Quindi pensi che io sia una brava ragazza?" Ci portano dello Champagne, lo assaggio appena per poi lasciare il bicchiere. Non mi va più di bere, siamo seduti uno accanto all'altro sul divanetto e non smette di accarezzarmi la gamba giocando ad andare sotto al vestito di tanto in tanto. "Non bevi?" Mi domanda per poi tirare fuori la roba, dopo tutto questo tempo ne avevo proprio bisogno soprattutto dopo quello che è successo con Sean. "Dopo" rispondo per non sembrare maleducata, questa bottiglia è costosa ed è stato gentile ad offrirmela. Prepara due strisce sul tavolo, per poi affermare: "Non pensavo che tu fossi il tipo". "Pensavo lo stesso di te" affermo a mia volta per poi chinarmi. "Ci sono tante cose che non sai di me ancora". Sento subito un gran mal di testa, non ricordavo bruciasse così tanto ma Masahiro sembra stare peggio di me. "Tutto bene?" Gli domando, ma subito si è ripreso scoppiando a ridere. "Sì... non sono abituato, lo faccio solo ogni tanto" risponde, immagino che con i controlli che hanno qui non ci sia molto da scherzare. "Anche io, solo alle serate..." affermo riprendendo a guardarlo negli occhi. Continua a toccarmi, non riesco a smettere di fantasticare su di lui e mi chiedo come sarebbe baciare le sue labbra carnose quando improvvisamente è lui a sfiorare le mie labbra con decisione. Mi allontano per un secondo, improvvisamente mi sento a disagio al pensiero di Sean... "Che c'è? Hai fumato la mia sigaretta prima, è come se mi avessi baciato" afferma malizioso. Devo smettere di pensarci, sono stata tradita troppe volte per pensarci. Hunter non si è nemmeno preoccupato di me, nemmeno Sean... sto facendo la cosa giusta. "Allora baciami di nuovo" rispondo baciandolo seriamente, lo colgo di sorpresa ma poi finalmente ha iniziato a rilassarsi. Sento i suoi capelli biondi fra le dita, finalmente non mi trattengo più e mi sento libera di fare ciò che stavo aspettando: mi sfiora la lingua con la sua, le sue mani vanno sempre più in basso mentre ci baciamo e devo cercare di frenarlo per non fare una figuraccia davanti a tutti, il suo profumo mi attrae più di tutto il resto e vorrei solo portarmelo a letto. Ci separiamo, non riesce a smettere di sorridermi e mi passa di nuovo lo champagne di prima. "Voglio vedere cosa nascondi sotto a questo vestito" afferma spostandomi una spallina, la sollevo immediatamente per evitare incidenti quando si alza in piedi. Lo seguo fino in bagno, non avrei mai immaginato di avere così voglia di lui ma non riusciamo più a stare lontani: chiude la porta a chiave, lascio la borsa sul lavandino e inizia a spogliarmi sollevandomi il vestito. Gli abbasso i pantaloni, riesco a vedere la sua eccitazione nonostante la luce sia debole e inizio a stimolarlo con le mani mentre lui fa lo stesso con me. Mi spinge contro la parete, le sue dita mi stimolano in profondità mentre io faccio lo stesso dedicandomi al suo piacere. Riprende a baciarmi, cerco di lasciarmi andare a questo piacere carnale, puramente fisico e il pensiero della vendetta mi fa godere ancora di più: niente sentimento tra di noi, non facevo sesso così da anni ormai e più procediamo con il rapporto e più ne traggo godimento in modo puramente egoistico. I suoi baci distolgono la mia attenzione dalla tensione e non penso più a nulla se non al fatto che finalmente sono libera dagli uomini: ho chiuso con le loro bugie, con i tradimenti e con i sensi di colpa, con il sesso come mezzo per ferirmi, con il sesso riparatore per gli inutili litigi di Sean, con il concepimento tanto desiderato da un uomo che non voleva che io fossi la madre dei suoi figli ma solo un mezzo per renderlo padre. Mi abbandono al piacere che io voglio ricevere, senza più scuse inutili, parole di troppo, false promesse e mezze verità: mi piace sempre di più, ho smesso di stimolarlo e vorrei che non smettesse di farlo con me. Riprendo a baciarlo mentre non posso smettere di ansimare, con l'altra mano mi chiude la bocca per non fare troppo rumore ma non mi importa più di niente. Inizio a gemere, un gemito dopo l'altro mi lascio andare alla sensazione mentre mi sorride soddisfatto. Riprendiamo a baciarci, non mi sentivo così bene da molto e lo ringrazio per il piacere ricevuto giocando con le sue ciocche di capelli quando riprendo a stimolarlo con entrambe le mani: ha ripreso ad ansimare a sua volta, vorrei andare oltre ai preliminari ma non c'è abbastanza spazio per muoversi e continuo a baciarlo mentre gode del mio tocco: "Finiamo a casa..." mi sussurra separandomi da lui. "Voglio vedere che cosa sei capace di fare" gli sussurro a mia volta cercando l'interruttore della luce per riprendermi la borsa. Mi sistemo di nuovo il rossetto mentre Masahiro si pulisce il viso dalle tracce che ho lasciato. "Non vedo l'ora di portarti a letto e di finire" mi sussurra all'orecchio per poi baciarmi il collo. "Andiamo da me o da te?" Gli domando uscendo dal bagno. "Sto ancora aspettando l'invito a casa dal primo giorno" risponde piano per poi trascinarmi fuori dal locale. Gli sguardi delle persone non mi imbarazzano più mentre usciamo mano nella mano dopo averlo fatto, come se le altre persone potessero rovinare il nostro momento, come se anche loro non assecondassero il proprio istinto e questo fosse motivo di profonda vergogna. Hunter si deve vergognare per avermi tradita, ora andrà all'ennesimo programma TV a raccontare la sua versione, a testimoniare la sua innocenza, a sottolineare le sue mancanze... "Jo, non tornare a casa". Mi volto verso di lui, Masahiro mi ha trascinata verso l'uscita e siamo ormai fuori dal locale quando ripete: "Non tornare a casa. So che tra qualche giorno devi partire e che comunque questa notte non cambierà niente ma... tu sei Chyna, non abbandonare ciò che stai facendo alla New Japan. Sto contrattando per diventare booker, posso aiutarti a tornare a lottare". "Grazie" rispondo cercando le sigarette nella borsa. "C'è un posto dove prendere un pacchetto?" Gli domando, camminiamo fino ad una via laterale e c'è un distributore con moltissimi tipi di sigarette quando riprendo a parlare: "Ho un impegno settimana prossima. Ho un'intervista, il mio ex vuole umiliarmi di nuovo. Non posso permetterglielo, io sono Chyna cazzo! Pensa di potersi ancora giustificare, lui sta con quella troia adesso... tornerò subito dopo, mi piace stare qui". Ritiro il pacchetto e subito mi accendo una sigaretta ma Masahiro mi ferma: "No! Non puoi fumare in strada, ci daranno una multa". "Io sono Chyna, faccio quello che mi pare". "Jo, seriamente... spegnila". "Chi è Jo? Non mi interessa della multa, che facciano ciò che credono. Nessuno si mette contro Chyna". Scoppia a ridere per poi accompagnarmi alla sua macchina, non vedo l'ora di finire la serata con lui quando mi squilla il cellulare: quel cretino di Sean mi sta chiamando. "Non ti voglio più sentire..." affermo per poi buttare il telefono nella spazzatura. "Aspetta, hai dimenticato di fare una cosa!" Esclama riprendendo il mio telefono. "Cosa?" "Questo!" Esclama per poi calpestarlo sotto al suo piede. "Così smetterà di suonare per sempre". Scoppiamo a ridere entrambi, mi mancava sentirmi libera e finalmente posso dire di stare bene. Spero di non incrociare Hunter negli studi televisivi, non mi interessa di vederlo. Non mi importa più niente di loro, io sono Chyna e tornerò a lottare meglio di prima. Devo riprendermi quello che mi hanno tolto.
8 Maggio 2002
New York
Pov. Triple H
"Pronto... sono Paul". Stephanie mi sorride dal divano in salotto, mi ha pregato di chiamare i miei e non volevo farlo ma ho rimandato da troppo tempo questo momento. "Paul? Da quanto tempo non ti fai vivo... come stai tesoro? Come mai non mi hai più telefonato?" Sapevo che mia madre mi avrebbe fatto pesare il fatto che non la chiamo da molto, mi siedo su uno degli sgabelli della cucina e riprendo a parlare: "Sono stato impegnato". "Lo so, lo immaginavo" risponde mia madre sconsolata, ormai sa che quella è la mia risposta ordinaria. "Mamma... scusami. Non ho chiamato perché so che in città parlano male di voi, ho avuto un po' di problemi al lavoro e soprattutto mi vergognavo a parlarvi di una cosa... c'è papà?" Sento un silenzio lumghissimo dall'altra parte, probabilmente metterà giù e mi avvicino al frigorifero per prendermi dell'acqua quando sento mio padre dall'altro capo del telefono: "Ciao Paul... ti ascoltiamo. Che succede? Ti sei fatto male di nuovo? Dove sei adesso?". "A New York" rispondo, so che mi chiederanno come mai non sono a casa mia e penso a come introdurre l'argomento. "Stai bene? Come mai sei lì? Hai delle cose da fare?". "Ecco, c'entra con quello che vi devo dire". "Che cosa devi dirci? Se è ancora per quella storia di Joan che non ci parli sappi che a noi non importa... siamo i tuoi genitori, non possiamo evitarci per questo" afferma papà severo. "Sì, le persone hanno smesso di parlarne qui in città, ora parlano tutti del matrimonio della figlia del sindaco e poi ora tu sei solo, puoi venire da noi a passare qualche fine settimana dal momento che non hai compagnia". Mia madre reagirà male, non so come dirglielo ma prendo un bel respiro: "Ecco... io non sono solo. Ho una ragazza: vorrei presentarvela uno di questi giorni, era di questo che volevo parlare. Sono da lei adesso". "Che cosa? Paul è una notizia fantastica! Perché non ce ne hai parlato prima? Quando ce la farai conoscere? Come si chiama?" Mia madre ha iniziato a riempirmi di domande qundo papà afferma: "Speriamo che non finisca come l'altra volta. Paul sei un adulto adesso, basta giocare. Non devi presentarcela per forza per farci contenti, voglio che tu sia sicuro di quello che fai, oggi ci sono tanti ragazzi della tua età che non sono sposati". "Papà, io la amo davvero. Vorrei che voi la conosceste. La settimana prossima saremo a Nashville per un pay per view, purtoppo non abbiamo tappe più vicine per potervi venire a trovare fino a questa estate quindi pensava di fare un viaggio tutti insieme. Pagheremo tutto noi, vorrei solo sapere se ci sarete. Sarebbe importante per me". Segue un silenzio dall'altra parte, so che i miei non si muovono mai da casa e raramente sono usciti da Nashua quindi ho paura che diranno di no... "Per me non c'è problema, lo sai che sono in pensione da un anno ormai e mi annoio a casa... ma tua madre non viaggia molto volentieri". "Paul dimmi: lei viene sempre con te in viaggio? Oppure è di New York, perché siete lì? Non sarà mica una del sud, vero? È per caso una tua collega? Non dirmi che è quella con i capelli rossi, Peter è fissato con quella donna e credo che se ne sia innamorato". "Mamma, non è Amy! E poi lei abita qui". "Paul, dì la verità: perché vuoi che noi facciamo questo viaggio? Sai che ormai abbiamo una certa età, possiamo aspettare che lei venga in New Hampshire... e poi dicci un po' di più prima, come si chiama e dove l'hai conosciuta... come mai ha tutto questo tempo libero da seguirti in viaggio". So che mia madre ha capito, vorrei tanto chiudere la telefonata ma devo affrontare questa situazione: "Si chiama Stephanie". "Patricia, io lo sapevo. Nostro figlio con una del Connecticut... non l'abbiamo cresciuto così noi". "Beh ma che importa, caro? Ormai anche lui abita in Connecticut, anche nostro figlio è parte di quella gente...". Li sento borbottare tra di loro, come se avessero scordato che io posso sentirli. Odio questi commenti, non hanno un minimo di senso. "Pronto!" Esclamo per interromperli. "Paul, noi siamo molto felici per te!" Esclama mia madre, so che sta facendo finta. "Sul serio, mamma: sei davvero felice per me? Io e Stephanie ci amiamo... so che quello che è successo con Jo è stato orribile ma ora è diverso. Potete dire ciò che volete su di me, ma lei è una brava ragazza e per questo vorrei che la conosceste... mi dispiace che abbiate saputo di noi dai giornali, ma la nostra storia è seria". "Paul, davvero mi stai chiedendo di prendere un aereo per lasciarmi convincere dalle tue scuse? Quello che hai fatto con questa donna non si cancella, ti dovevi sposare! Mi dispiace ma non sono d'accordo,  lei è la figlia del tuo capo e non può funzionare tra di voi. Ti rendi conto di che cosa diranno tutti quando uscirete allo scoperto? Pensavo che ti saresti ravveduto, le scappatelle capitano in qualsiasi coppia ma tu hai perso i nostri valori. La famiglia è importante, non devi per forza tornare con Jo se non vuoi questo ma la stavi per sposare e ora condividi il letto con una donna con la quale hai fatto le cose peggiori per un anno? Immagino che i suoi genitori non siano contenti di ciò, non vorrei mai incontrare questo signore perché avrei sempre la vergogna addosso per ciò che hai fatto insieme a sua figlia. Avete portato la vergogna sul loro cognome, e io non ti ho educato così. Buonanotte". "Aspetta! Ascolta quello che ha da dire almeno!" Mia madre sta prendendo le mie difese inaspettatamente, immaginavo che non l'avrebbe presa bene ma sentire queste parole da mio padre mi ferisce. Io amo Steph, perché non lo capiscono. "Paul, tesoro, parlerò io con tuo padre". "Non capisco perché non è mai felice di ciò che faccio nella vita... ho trentadue anni, finalmente ho trovato una ragazza che amo davvero e lui non fa altro che giudicarmi! Steph non è una poco di buono, e io non voglio approfittarmi di lei. I suoi genitori mi odiano, vorrei solo avere di nuovo una famiglia. Mi dispiace per quello che ho fatto a Jo e allontanarmi da tutto mi è servito... Stephanie mi aveva lasciato, le avevo detto che Jo e io non stavamo più insieme e l'ho ferita, però poi non riuscivo a dimenticarla. È importante per me, mamma. Magari col tempo vi piacerà, ma so che è ancora più importante per lei. La sua famiglia le ha voltato le spalle, non fate così anche voi. Per favore". "Tesoro, noi non ti lasceremo mai solo. Povera ragazza, io sono così felice... convincerò tuo padre, è solo un po' arrabbiato perché sai che è conservatore: Stephanie è più piccola di te, non frequentate la chiesa e soprattutto la sua famiglia è un po' diversa dalla nostra. Ma non importa, sei mio figlio e voglio che tu sia felice. E poi non c'è nulla di male se lei è il tuo capo, immagino che ora lavoriate insieme e che questo farà bene alla tua carriera. I suoi genitori la supereranno, non hai tanti soldi quanto loro ma sono sicuro che non sia quello il problema. Al Signor McMahon piacevi molto prima di questo fatto, dicevi che ti voleva bene come un padre... probabilmente ha solo paura di ciò che diranno in giro, anche tuo padre è preoccupato ma quando la incontreremo si convincerà. Passamela per favore, voglio salutarla. Che bella notizia...". Non mi aspettavo che mia madre fosse così felice per questo, tutto questo mi stupisce e mi preoccupa allo stesso tempo. "Steph!" Esclamo per chiamarla al telefono, mi allontano un secondo per vedere se è ancora in salotto ma si è addormentata sul divano davanti alla TV. Riprendo la telefonata, domani quando si sveglierà compreremo i biglietti ai miei genitori... "Adesso non può parlare, è già a letto. Domani ti faccio spedire i biglietti dell'aereo". "Che peccato... va bene, grazie. Ti voglio bene". Chiude la telefonata prima che io possa rispondere: non mi è mai mancata così tanto la mia famiglia ultimamente,  Stephanie aveva ragione. Mia madre mi vuole bene, non mi sarei mai aspettato tutto questo da lei ma finalmente dopo tanto tempo me lo sta dimostrando. Vorrei solo che Vince si comportasse bene con i miei, non so come reagirà quando li vedrà. Guardo Stephanie dormire e spengo subito la TV, non si merita tutto questo odio da suo padre. Vorrei che non ci soffrisse così tanto, forse incontrare i miei per la prima volta nella mia vita mi farà davvero bene.
Le accarezzo il viso con le dita, dorme profondamente e mi assicuro che non si svegli per prenderla in braccio, non so se dormirò questa notte o se mettendomi a letto penserò ancora di più alle parole di mio padre... dopo quelle interviste sarà ancora più difficile per noi, ma è giusto che io vada a raccontare la veritá.

The Game is over (She never recovered parte 2)Where stories live. Discover now