Capitolo 8

19 1 0
                                    

Pov. Chyna
Entriamo in ascensore, finalmente siamo arrivati a casa e riprende a baciarmi cercando di aprirmi il cappotto. Schiaccio il pulsante del piano prima di finire contro la parete con lo specchio, Sean mi ha messo le mani sotto al vestito e mi sta toccando ma lo fermo subito smettendo di baciarlo: "Che c'è?" Mi domanda senza allontanarsi da me. "Non siamo ancora arrivati" rispondo sottovoce. "E allora? Ci vorrà un po'...". Riprende a toccarmi, riesco a sentire la sua eccitazione ma gli allontano di nuovo la mano. "Perché non vuoi questa volta?" Mi domanda allontanandosi per appoggiarsi alla parete accanto a me. "Non ho detto che non voglio... abbiamo tutta la notte, prendiamoci un bicchiere di vino prima". "Chi ha detto che dobbiamo farlo una volta sola?" Mi chiede con un sorriso malizioso. "Puoi sempre tornare, come hai fatto stasera". "Sul serio?" Mi domanda incredulo, lo sto tenendo troppo sulle spine e finalmente l'ascensore si apre. Gli prendo la mano e lo invito ad entrare in casa, ho fatto bene a far mettere in ordine e ad ascoltare il consiglio di mia sorella: "Bella casa..." sospira fermandosi un momento a guardare fuori dalla vetrata ma riprendo a baciarlo presa dal momento. Sean si toglie la giacca lasciandola a terra accanto al divano, le chiavi dell'auto che aveva dentro le tasche hanno fatto rumore con la caduta e mi volto per un momento a guardare, quindi ne approfitta per togliermi il cappotto. "Il tour della casa lo facciamo un altro giorno" rispondo alla sua affermazione per poi togliermi gli stivali seduta sul divano. Mi guarda per un attimo, aprendo tutti i bottoni della camicia azzurra, mi sta studiando e lo guardo a mia volta: non è la prima volta che lo vedo senza maglietta ma mi rendo conto di non aver mai pensato a lui in questo modo. Non ho nemmeno acceso la luce, riesco a intravedere la sua sagoma illuminata alle spalle dal bagliore della città mentre si sfila completamente la camicia e mi raggiunge sul divano. Riprende a baciarmi, questa volta in modo più dolce e percepisco quasi del romanticismo in lui mentre riprova a sollevarmi il vestito lentamente. Lascio che mi sfiori mentre mi spoglia piano, si allontana leggermente per osservarmi in intimo: "Ne avevo preparato un altro, ma non mi hai dato il tempo di cambiarmi...". "Conservalo per la prossima volta" sussurra spostandomi la spallina per mordermi il collo, mi sdraio tra i cuscini e mi stringe il seno con decisione continuando a farmi male con i morsi. Domani sapranno tutti come è andata questa serata. Mi perdo a guardare i vasi di rose che ho messo sul tavolino per la serata mentre mi sfila il perizoma, le sue dita mi sfiorano la pelle fredda facendomi rabbrividire e mi lascio andare al suo contatto portandolo verso di me per baciarlo ancora. Sean mi guarda sorridendo mentre mi fa godere sempre più intensamente e respiro con lui tra un bacio e l'altro. Mi chiedo come abbiamo fatto a stare lontani tutto questo tempo, in questi giorni ho pensato a lui così spesso da sognare questo momento. Scende più in basso tra le mie gambe per rendermi indietro ciò che gli ho fatto al ristorante, il suo tocco leggero mi piace più del previsto e lo guardo concentrarsi su di me mentre gli stringo i capelli tra le mani. Chiudo gli occhi per concentrarmi, sto ansimando e non provavo niente del genere da anni ormai: Hunter non lo faceva più così, non a me... riapro subito gli occhi, non posso pensare a questo adesso. Guardo di nuovo le rose per tornare sul momento, Sean è stato così dolce con me e altrettanto delicato è il suo modo di toccarmi: riprendo a respirare più forte mentre mi tocca con la lingua, la bandana gli cade dai capelli scivolando sul divano ma lui non sembra curarsene e continua a farmi godere strappandomi un gemito. Non voglio dargli soddisfazione subito, non voglio che pensi di essere così bravo ma ne segue un altro e poi un altro ancora e gli stringo le ciocche di capelli tra le dita per chiedergli di continuare. Mi guarda per un attimo negli occhi ma subito distolgo lo sguardo per tornare a concentrarmi sul piacere, si sta divertendo a giocare con me e procede poco alla volta allontanandosi per poi riprendere di nuovo. Ho capito che non ha intenzione di lasciarmi finire, gli ho un po' graffiato le spalle con le unghie mentre giocavo con i suoi ricci e sembra averlo eccitato di più tutto questo. Mi metto seduta sul divano, costringendolo a sollevarsi e a deluderlo per aver concluso il suo gioco. Si siede accanto a me, slacciandosi la cintura e la zip dei pantaloni ma arrivo ad aiutarlo ad abbassarsi completamente i pantaloni dopo avergli sfilato le scarpe. Mi siedo sulle sue ginocchia, mi diverto a spostargli i ciuffi di capelli dalla fronte mentre lui mi morde uno dei seni e mi libera finalmente dal reggiseno. Riprendo da dove avevo lasciato toccandolo lentamente, Sean ha chiuso gli occhi e lo stimolo ripetutamente finché non si sente pronto. Non mi va più di pensarci, è arrivato il momento che avevo rimandato la scorsa volta e voglio soltanto lasciarmi andare: mi metto comoda di fronte a lui, baciandolo un'altra volta in modo passionale mentre entra piano dentro di me. Gli mordo anche io il collo per non pensare al dolore, lui mi tiene stretta per i fianchi mentre entra più a fondo e riesco a sentirlo dentro completamente. Mi muovo su di lui velocemente,  Sean si mette comodo sul divano ma mi guarda negli occhi intensamente, afferrandomi i glutei cerca di darmi il ritmo ma continuo come piace a me. Un cuscino è caduto dal divano, inizio ad avere caldo e sposto velocemente i capelli su un lato senza fermarmi. Mi guarda estasiato per un momento, riesco a sentire il suo respiro affannato mentre mi stringo al suo collo con le braccia e gli graffio la schiena presi dal momento. Mi lascia fare ciò che voglio, non avevo immaginato che mi sarebbe piaciuto così tanto ma ho ripreso a gemere dopo aver trovato il ritmo giusto. Anche lui si lascia sfuggire un gemito, per quanto stia cercando di resistere percepisco che sta godendo quanto me e continuo, sentento le sue mani sui fianchi stringermi forte a sè. Mi poso un attimo sulla sua spalla abbracciandolo e diminuisco un po' per riposarmi quando mi prende e mi sdraia sul divano all'improvviso prendendo il controllo. Riprende a muoversi, le mie gambe appoggiate sulle sue spalle per andare in profondità, quando inizia di nuovo a respirare velocemente. Lo guardo negli occhi mentre mi fa gemere più forte, rimango sorpresa dalla sua intensità e mi aggrappo ad uno dei cuscini del divano per non scivolare mentre lascio che continui quando sento il telefono squillare. Si interrompe per un momento spostandosi con il dorso della mano le ciocche di capelli dalla fronte sudata: "Chi ti chiama a quest'ora?" Mi chiede andando a prendere il telefono deciso. "Non lo so, non rispondo" affermo convinta ma sta andando a prendere la cornetta del fisso accanto alla poltrona. "Faccio io" afferma a sua volta in tono severo. "Sean, è il mio telefono! Tu non abiti qui!" Esclamo, alzandomi in piedi per fermarlo ma mi precede: "Chyna è molto occupata in questo momento, richiami ad un orario umano, tipo domani mattina. Sul tardi. Grazie". Mette giù subito senza nemmeno salutare, non ho sentito nessuna voce dall'altra parte e spero che non fosse nulla di importante. "Sei impazzito? Poteva essere di lavoro!". "Lavoro a quest'ora della notte? La maggior parte della gente va a dormire adesso e poi hai un cellulare, no?". Sorrido a ciò che è appena successo, probabilmente era mia sorella che voleva sapere dell'appuntamento e questa risposta è stata piuttosto esaustiva. "Chiamerai Eddie domani" risponde ridendo, non avevo pensato a lui ma potrebbe essere l'unico sveglio tra tutte le mie conoscenze. "Dato che non ti hanno rinnovato, appena finisci in WWF vuoi farmi da segretario? Ne avrei proprio bisogno, Anthony è pieno di lavoro". Mi avvicino a lui avvolgendo le braccia al suo collo, mi accarezza la schiena per ritrovare l'atmosfera ma non riesco a smettere di ridere al pensiero di Eddie dall'altra parte. "Con molto piacere" risponde per poi sfiorarmi di nuovo le labbra. "Mi piace il tuo carattere, però non puoi sempre dire che sono occupata. Devo lavorare". "Sono impegni importanti. E poi posso sempre trovare uno spazio anche per gli altri ogni tanto, ti concedo qualche ora libera dalle nostre riunioni". "Di certo non avrei più una serata libera". "Perché, dove vorresti andare?" Mi chiede sfiorandomi una guancia per poi baciarmi ancora una volta. "In camera" rispondo sussurrando, lo prendo per mano e lo porto su per le scale per indicargli la direzione e spalanco la porta della camera da letto. È la prima volta che ci porto qualcuno, controllo di non aver lasciato in giro nulla ma mi spinge sul letto prima ancora di aver acceso tutte le luci. Mi bacia di nuovo, presi ancora dalla foga, e riprende a toccarmi tutto il corpo con avidità per poter riprendere da dove avevamo lasciato. Si siede accanto a me e questa volta sono io a spingerlo a sdraiarsi, inizio a stimolarlo ancora per poter riprendere e mi sta guardando mentre lo faccio quando rompe il silenzio: "Se mi mettessi a lavorare per te lo faresti tutti i giorni?" Mi domanda mettendosi comodo con i cuscini. "Dipende... se fai il tuo dovere sì". "Anche due o tre volte al giorno posso farlo". "Ho chiesto un segretario, non un gigolò". Sean sta godendo di nuovo, anche se l'idea di avere qualcuno con cui farlo tre volte al giorno non mi dispiace. "Devo aver capito male" risponde sorridendomi per poi chiudere gli occhi. Continuo ad eccitarlo, ma improvvisamente mi interrompe buttandomi sul letto. Non so mai che cosa aspettarmi questa sera e sono sorpresa dal suo approccio, non so come  e quando finirà ma mi sto divertendo con lui. Mi chiede di girarmi, ho capito che cosa vuole da me: "Davvero sei così scontato?" Gli chiedo mentre sono in ginocchio sul letto. "Ma io la faccio meglio degli altri". Mi abbasso fino a toccare il materasso con i gomiti, lui dietro di me ha ricominciato a toccarmi e mi sento di nuovo pronta per riprendere dove ci hanno interrotti. Non provavo questa posizione da un po', con le dita mi sta facendo di nuovo eccitare quando, prima che io possa gemere, smette di stimolarmi per iniziare. Prende del lubrificante dal cassetto che gli ho indicato e sento subito fresco mentre riprende a spingere dolcemente. Trattengo un po' il respiro per non sentire dolore ma sembra quasi di non sentirlo e lascio che prenda il controllo su di me. Inizia a muoversi piano, lo sento già in profondità e mi sfugge subito un gemito. Aumenta un po' il ritmo, provo a concentrarmi per godere di più dell'intensità della sensazione ma posso soltanto urlare dal piacere. Lui continua in silenzio dietro di me, mi stringe forte i fianchi andando velocemente e sento che sto per venire: gli dico di continuare,  immagino la sua espressione soddisfatta alle mie spalle e inarco di più la schiena per andare più a fondo. Continua a spingere forte, sento che sto per avere un orgasmo quando mi prende per i capelli: "Non pensavo che ti piacesse così tanto farti dominare". Afferma deciso mentre rallenta un po'. "Infatti non mi piace" rispondo per provocarlo, anche se mi sta piacendo troppo per nasconderlo. Sento di nuovo la sua mano mentre spinge più lentamente, mi sta di nuovo stimolando e mi ha lasciato i capelli. Riprendo a gemere più forte, il modo in cui mi tocca il clitoride mi impedisce di pensare a qualsiasi cosa e riprendo a urlare. "Quando ti ho vista nuda la prima volta su Playboy ho pensato a questo" mi dice con voce profonda, anche il suo respiro è aumentato e sento che anche a lui sta piacendo. Mi immagino subito Sean toccarsi davanti a quelle foto ed è così eccitante che raggiungo subito l'orgasmo: sento un brivido scuotermi tutto il corpo, ha smesso di toccarmi e si sta concentrando sulle spinte ma non appena riprendo a respirare sento di avere ancora più voglia di riprovarlo. "Sei ancora più troia di quanto mi ero immaginato". "Tu invece sei meno bravo di quello che dici" rispondo, ma riprende velocemente facendomi gemere di nuovo. "Non fare la stronza!" Esclama, respirando in modo affannoso. "Altrimenti? Mi punisci?" Gli chiedo per provocarlo, sto riprendendo a godere e Sean si sta avvicinando a finire. "Se non obbedisci, sì". Mi sto concentrando e sto per venire di nuovo ma mi colpisce con una sculacciata. "Ahi! Mi fai male" esclamo aprendo gli occhi improvvisamente. "Sei stata cattiva con me a non farmi salire l'altra volta" afferma cercando di trattenersi, è evidente che sta per finire e anch'io sto gemendo di nuovo più di prima. "Vendicati!" Esclamo implorandolo e mi sculaccia di nuovo con più energia, ho di nuovo un orgasmo, questa volta più intenso, quando lo sento rallentare e gemere più forte: sento il calore dell'eiaculazione e lascio che finisca per poi uscire lentamente. Mi sdraio sul letto stremata, lui si avvicina con i capelli davanti al viso sudato per baciarmi e gli sposto i ricci dagli occhi per sfiorargli di nuovo le labbra. "Davvero ti sei masturbato sul mio numero di Playboy?" Gli domando stupita mentre mi metto comoda con la testa sul suo petto. "Ho appena fatto sesso con la donna più sexy del mondo, non rovinarmi il momento" risponde cercando di nascondere il suo imbarazzo cingendomi le spalle con il braccio. "Presto avrai un nuovo numero su cui farlo" affermo ridendo. "Spero che quando uscirà vorrai farlo di nuovo". Arrossisco alla sua richiesta, quando aggiunge. "Questa era solo una anteprima per me, vero?". Sean vuole rivedermi... "Può darsi" rispondo dandogli un bacio a stampo. "Dai, non trattarmi sempre male". "Trattarti male? Io? Senti, lo sai che tutti gli altri aspetteranno ancora qualche settimana per vedermi nuda?" Mi alzo per andare in bagno, quando mi chiede: "Devo già andarmene?" La sua espressione triste mi fa tenerezza, non voglio che se ne vada. "No... vado a farmi una doccia. Direi che serve anche a te...". Mi insegue subito in bagno e apro l'acqua calda per la doccia quando mi sculaccia di nuovo: "Se lo fai ancora te ne vai, ok?" Lo minaccio seriamente questa volta, sta diventando antipatico. "Ma prima ti piaceva" risponde ridendo come un idiota. "Non è vero. È stato solo per farti felice. Adesso entra in doccia, prima che cambi idea". "Ok capo..." risponde alzando gli occhi al cielo, entro con lui sotto l'acqua e gli chiedo di passarmi lo shampoo ma mi abbraccia prima impedendomi di muovermi. Mi rilasso sotto l'acqua calda, finalmente dopo tutto il giorno riesco a farmi una doccia e mi poso sul suo petto chiudendo gli occhi. "Jo... perché non me lo vuoi dire?" Mi sussurra piano all'orecchio. "Che cosa?". "Perché lo fai?" Mi stringo forte a lui, non volevo che qualcuno mi vedesse i segni sulle braccia ma sento di potermi fidare. "Perché me lo merito". "No, non è vero. Smettila di pensare a queste assurdità: tu non meriti di farti del male. Sei così bella, perché vuoi rovinarti?". "Perchè sto male" rispondo senza pensarci. "Io so perché. Pensi ancora a lui, non è vero? Tu lo fai perché Hunter ti ha distrutto l'autostima". Prendo un respiro profondo, queste parole mi colpiscono. "Non penso più a lui. No. È che io a volte dimentico chi sono". Hunter non mi ha mai creduta quando gliel'ho detto,  io non so nemmeno perché ho dei vuoti di memoria quando succede. "Appunto, ed è solo colpa sua se tu stai così. Ma non dargli retta. Tu sei Chyna, non voglio vederti mai più piangere". "Non piango più". "Perché continui a mentire?". "Non ti ho mentito. Ti ho chiamato per non farlo...". "Lo so" risponde convinto baciandomi la fronte. "Come lo sai?" Gli domando sorpresa. "Perché lo sentivo. Settimana scorsa lo stavi per fare davanti a me. Lo hai fatto davanti a Eddie!". "Basta!" Esclamo staccandomi da lui. "Sei andato da Eddie a chiedergli tutto sulla mia vita? Abbiamo scopato e hai avuto quello che volevi,  ma non sei il mio psicologo". "Hey,no... io non voglio dirti che ti aiuterò, che ti manderò in terapia e ti farò riempire di farmaci... l'ho fatto anche io per un po', non così ma la droga. Anche io ti ho raccontato di quando ho preso i farmaci e so che tutto questo fa schifo. Ma è inutile perché ti crei più problemi. Quando smetterai di soffrire tutto questo passerà, quando sarai felice del tuo nuovo lavoro e smetterai di pensare a quel cretino smetterai di averne bisogno, di sentirti meglio con dell'altro dolore. So che sembra stupido, ma non pensare più a quello che ti ha detto. Non sei tu sbagliata, non ti ha mai capita veramente. Il modo in cui si è comportato fa schifo, ma ha sbagliato lui. Non è vero che ti meriti di soffrire". Non riesco a trattenere le lacrime, le sue parole fanno male più di tutta la situazione e ha soltanto ragione su questo. "Hunter non mi manca, non è come pensi" rispondo asciugandomi gli occhi, ma  lui mi abbraccia di nuovo. "È normale pensarci ancora. Ti ha tradita, ti ha fatto credere che fosse solo colpa tua. Neanche a me manca la mia ex moglie, ma ogni tanto mi domando dove ho sbagliato e mi chiedo se starò mai con un'altra seriamente... ma poi penso al fatto che i bambini vivono con mia madre, che è lei a non volerli vedere e li lasciava soli in casa quando io non c'ero per uscire a drogarsi". "Mi dispiace" rispondo a bassa voce, è la prima volta che mi sento compresa da qualcuno e la sua storia mi fa solo piangere di più. "Non posso più stare con una persona che non si preoccupa nemmeno per i nostri figli. C'è gente che non può averne e lei se ne frega, vorrei tanto presentargli una donna un giorno  ma non so se troverò mai qualcuna che accetti il fatto che ho figli". "Mia madre ha avuto 3 mariti e abbiamo sempre vissuto con lei, tranquillo che troverai una donna". Mi viene da ridere a pensare ai matrimoni falliti di mia madre, al fatto che imputava a noi le colpe per il fallimento del matrimonio quando è lei il problema per tutti. "Hai ragione, poi non vivono nemmeno con me". "Perché?" "Beh,il lavoro... sono sempre lontano da casa, mia moglie non se ne occupava e il giudice ha deciso di lasciarli a mia madre per un po'. Tra un po' inizierà il processo per l'affidamento dei bambini, dopo che è stata data a me la custodia ha deciso che voleva essere madre e vorrebbe i figli con lei ma io non sono d'accordo. Mi sento un po' in colpa perché ho chiesto di toglierle l'affidamento, stanno ancora valutando ma è molto probabile che vincerò la causa. Non vorrei, ma è lei che lo ha voluto. Sarebbe anche molto più semplice, io non riesco a prendermene cura da solo ed è meglio che possano rimanere dai nonni senza dover chiedere il suo consenso ogni volta. Non si è mai più assunta una responsabilità nell'ultimo periodo, quando sono libero vengono da me a casa ma hanno bisogno di stabilità e mi dispiace doverlo fare, ma devo mantenerli in qualche modo. Spero che un giorno lo capiscano, mi fa male stargli lontano". Mi dispiace tanto per lui, Sean è un bravo padre e vorrei poterlo aiutare ma allo stesso tempo non so cosa pensare riguardo a quella donna. "Hunter voleva dei bambini... se penso a ciò che ha fatto con Stephanie... immagina se avessimo avuto dei figli? Non si meritano niente certe persone". "Hunter non è fatto per i bambini. Jo, io te lo devo dire: Hunter mi ha chiesto di aiutarlo a fare pace con te. Lo so, mi dispiace, io non avrei dovuto provarci ma... mi piaci. Non voglio più che lui ti faccia soffrire, ci tengo a te. Vorrei uscire con te, se vuoi anche tu ovviamente". "Io non farò mai più pace con lui" rispondo arrabbiata. Hunter mi ha fatto troppo male. L'acqua scende piano sull'ultima cicatrice, il calore della doccia mi fa bruciare le ferite e mi torna in mente quando ci hanno detto che ero sterile, che la mia vita era rovinata e mi sono ferita subito dopo nascondendo tutto per giorni. Lui avrebbe dovuto capire che mi stava facendo del male. "So che sto correndo troppo forse, ma non riuscivo a smettere di pensarti". "Grazie di avermi chiamata. Anche io ti ho pensato in questi giorni, era da un po' che mi facevo del male ma non mi sono nemmeno accorta di non aver dormito quella notte". "Puoi chiamarmi quando vuoi, anche se finisci alle cinque del mattino di parlare". Mi sorride, questa volta è lui a rubarmi un bacio e mi sfiora lentamente i capelli bagnati mentre mi stringe a sè. Io e Sean usciamo insieme... non so se la cosa mi piace o mi spaventa allo stesso tempo ma io gli piaccio...
Pov. Triple H
Stamford, Connecticut
Mi alzo di nuovo in piedi per scaricare la tensione, sto cercando di distrarmi dall'ansia che mi prende da questo pomeriggio ma questo ha soltanto aumentato il dolore. Ho ripreso ad allenarmi da qualche giorno e ho il muscolo indolenzito, stare seduto a lungo mi fa soffrire ancora di più e finisco il bicchiere di whiskey che mi ero versato prima. Sean dovrebbe dirmi se Jo ha letto la mia lettera, dovrebbe averla ricevuta e mi ha detto che avrebbe riferito cosa pensava. Vorrei rivederla, mi manca e non riesco ad immaginarmi senza di lei. Spero che voglia incontrarmi, non ho mai smesso di amarla e per quanto io l'abbia ferita so che era lei la donna per me. Mi siedo di nuovo sulla poltrona,nemmeno la partita di football in TV riesce a distrarmi e mi verso un altro bicchiere. A quest'ora Sean dovrebbe già essere a farsi gli affari suoi, aveva detto che avrebbe incontrato Jo nel tardo pomeriggio e ormai è quasi notte fonda. E se non le avesse portato le mie scuse? Vorrei chiamarla, ma potrebbe aver bisogno del tempo per pensare... non voglio insistere, ma da quando ho scoperto da un elenco telefonico il suo numero di casa vorrei solo chiamarla. Il nome registrato al suo indirizzo è un altro, ci ho messo giorni per trovarlo ma potrebbe non aver cambiato il telefono ed essere lo stesso del vecchio proprietario della casa. Sean mi ha detto che abita in un palazzo, probabilmente è il numero della portineria dato che anche altre persone al suo indirizzo hanno quel numero ma forse ho più possibilità che risponda se la chiamata viene da fuori. Mi faccio coraggio e la chiamo, probabilmente starà dormendo a quest'ora ma io non posso aspettare. Prendo l'elenco telefonico e faccio il numero sul cellulare, voglio sapere che cosa pensa della mia lettera dato che io le ho aperto il mio cuore. Mi manca il suo profumo, mi manca averla qui con me ogni notte... "Buonasera, sono Mike dalla portineria, ha qualche richiesta per me o vuole che la metto in linea con un interno?" "Buonasera, io cerco Joan Laurer. Me la potrebbe passare?". "Lei è?" "Paul Levesque". "La metto in linea". Attendo in linea per qualche secondo, una musichetta assordante mi sta rompendo un timpano quando sento che qualcuno ha preso la linea: lascio che sia lei ha parlare per prima, mi manca la sua voce... sento silenzio per qualche secondo, sto per parlare ma sento una voce maschile dall'altra parte: "Chyna è molto occupata in questo momento, richiami ad un orario umano, tipo domani mattina. Sul tardi. Grazie". Per un momento penso di aver sbagliato numero ma riconosco una voce familiare: quello è Sean! Mette giù subito il telefono prima che io possa dire qualsiasi cosa, Sean e Jo sono insieme... stanno scopando! Lancio a terra il cellulare, il quale si apre in due per il colpo. Come ha potuto Sean... lui sapeva quanto io ci tengo a lei! È la mia donna!

The Game is over (She never recovered parte 2)Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon