Capitolo 20

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Tokyo, Giappone
Pov. Chyna
"Qui c'è la palestra, non chiude mai quindi ti consiglio di venire verso sera, c'è meno gente. Poi girando l'angolo ci sono gli spogliatoi, non ne abbiamo uno femminile perché non ci sono donne qui...". "Beh, farete meglio a provvedere" rispondo guardando male il povero ragazzo, per ora sembrava andare tutto bene ma a quanto pare in questa compagnia sono più maschilisti dei McMahon cinque anni fa. "Riferirò alla direzione, mi dispiace signora". Il segretario continua a chiamarmi signora, non capisco se lo faccia apposta ma è una delle poche persone che parla inglese nel personale e penso che voglia solo essere educato. "Grazie, signore". "Perfetto, puoi iniziare domani ad allenarti, poi il maestro ti farà sapere se andrà tutto bene...". "In che senso?". "Vedi, non hai parlato con nessuno della direzione? Prima di fare un match il maestro deve valutare se sei al suo livello. Qui in New Japan ci sono degli standard, dovrai imparare le arti marziali. Questo è ciò che si fa in quel ring" risponde indicandomi il ring in fondo alla sala. "Non capisco" rispondo confusa, mi avevano detto che dopo un po' di allenamento avrei lottato, non che c'era un test da superare. "Mi dispiace signora, io non parlo bene la tua lingua. Ho detto che ci sono degli allenamenti specifici per quelli nuovi, è come se fosse un dojo ma di wrestling, tu sai che cos'è un dojo, vero?". "Credo di sì" rispondo confusa. "Bene, ci sono dei livelli da raggiungere. Ogni giorno si perfezionano le tecniche, si lavora sulla mente e sul corpo finché non si arriva a essere equilibrati. So che al tuo paese fate diversamente,  ma qui la lotta è un'arte, una disciplina seria. Un lottatore è tale anche nell'animo. Questi americani, quando arrivate qui siete sempre confusi". Tutto questo mi confonde e non poco, credevo che avrei lottato e basta, non mi serve una scuola... "Mi sa che c'è un errore. Io so già lottare. Non so se hanno guardato il mio curriculum, ma io ho anni di esperienza in WWF, non mi serve una scuola". "Non sono io a decidere, io riferisco ciò che ha detto il maestro. Domani parlerete. Posso darti un consiglio? Qui un proverbio dice: non si è mai troppo vecchi per imparare". Saluto il segretario e mi dirigo verso l'uscita, domani parlerò con questo maestro e gli chiederò spiegazioni. È notte fonda qui, il fuso orario mi ha un po' scombussolata e a casa è pieno giorno, dovrei chiamare Sean prima che diventi troppo tardi. Non mi aspettavo così tante novità dal primo giorno, la cultura giapponese è profondamente diversa dalla nostra e anche le persone sono decisamente particolari. Il loro modo di lavorare è strano. Ripercorro di nuovo il lungo corridoio di ingresso, per fortuna qui le indicazioni sono anche in inglese perché ho già rischiato di perdermi due volte a Tokyo e sono in questa città da poche ore. Questo quartiere non è turistico e non c'è nessuna indicazione nella mia mappa della città riguardo ai servizi, spero di non perdermi nel tragitto verso casa e controllo di avere ancora il foglio con l'indirizzo. Non ho ancora visto il mio nuovo appartamento,  Anthony dice che è davvero bello ma ciò che più mi importa adesso è di andare a dormire. Saluto gli Steiner, sono stati molto gentili ad aiutarmi con la casa e non mi sembra il caso di disturbarli ancora, e cerco qualcuno per farmi accompagnare. Torno alla reception, dovrei chiamare un taxi ma non c'è nessuno... mi siedo un attimo ad aspettare, forse si sono assentati un momento e sono le dieci di sera. Controllo il cellulare e provo a chiamare Anthony ma il credito non è sufficiente. Telefonare qui costa davvero tanto, dovrei fare una schedina ma probabilmente non c'è un negozio qui nei paraggi... "Ciao...". Alzo subito la testa, non mi aspettavo proprio di incontrarlo oggi ma Masahiro mi viene incontro abbracciandomi: "Ciao Jo, come stai? Mi ha detto il tuo manager che eri qui, che ci fai ancora in palestra?". "Ciao... veramente io stavo andando via. Mi hanno fatto vedere tutto, domani ho il primo incontro con il maestro". "Beh, non avevo dubbi. Lui è il migliore per l'addestramento.  Vedi, qui il combattimento è molto più strutturato, il pubblico vuole vederti al limite. Sarà dura, ma vedrai che una volta uscita da lì potrai dire di aver studiato da Antonio Inoki". "Veramente io non sapevo di questa scuola. Pensavo che si trattasse di normale allenamento...". "Qui funziona un po' diverso. Arrivano migliaia di lottatori ogni anno e vogliono solo i migliori. Ma vedrai che non avrai problemi, si tratta solo di un aggiustamento di tecnica per te. Quel che fate in America è molto più coreografico, dovrai solo abituarti allo stile New Japan. Sempre se ti va di restare". "Ma certo che mi va" rispondo per poi avviarmi verso la porta. "Qualcosa non va?". Mi domanda bloccandomi. "È che non lotto da un po' di mesi ormai. Mi sono sempre tenuta in allenamento, ma ho un po' paura di deludere i miei fan, soprattutto di tornare in una versione nuova...". "Jo, per ora sei solo confusa. È il tuo primo giorno in un nuovo paese, nuovo modo di lavorare... ma vedrai che andrà tutto bene. Tu hai un talento, non sei una sprovveduta e si tratta solo riprendere il ritmo". Gli sorrido, avevo bisogno sentirmelo dire e mi ha fatto piacere vederlo. È da un po' che non ci vediamo, l'ultima volta è stato a casa qualche mese fa. "Dove hai preso casa? Volevo invitarti a fare un giro della città ma forse è meglio che tu vada a dormire". "Sono messa così male?" Gli domando prendendo uno specchietto dalla borsa, ho due occhiaie terribili. "Domani starai meglio. Puoi sempre comprare delle maschere per il viso, qui vanno molto di moda tra le ragazze". "Comunque non ho ancora visto casa... dovrebbe essere qui, non so dove". Gli mostro il foglietto con l'indirizzo, non ne ho idea di dove si trovi e gli domando se può chiamarmi un taxi ma risponde: "Posso portarti io. Sempre se ti va, sono venuto apposta per salutarti... abito vicino, sono pochi minuti da casa mia". "Non ho molta scelta dal momento che non so dove andare..." rispondo ridendo per poi ringraziarlo. "Tokyo è molto grande, è normale perdersi all'inizio. Per qualsiasi cosa puoi chiamarmi, comunque". "Ti ringrazio... sei gentile". Saliamo sulla sua auto, le mie valigie dovrebbero essere già a casa e non vedo davvero l'ora di dormire. "Com'è stato il viaggio?" Mi domanda cercando di fare conversazione, mi guardo intorno provando a fare attenzione alla strada ma sono troppo stanca ed è meglio non addormentarmi fissando il finestrino. "Bene... tutto normale" rispondo appoggiandomi al vetro con la testa. "Immagino che sia stato difficile prendere questa decisione... avevi tanto lavoro anche a casa, come mai hai scelto il Giappone?" "Vuoi una risposta sincera?" Gli domando in modo provocatorio. "Ma certo, che domande mi fai?". "Ok... avevo iniziato a recitare, è quello che ho sempre sognato di fare fin da piccola, ho fatto Playboy,  ho scritto un libro e fatto molte altre cose che non avrei mai potuto fare senza la mia popolarità nel wrestling ed ero felice così. Guadagnavo e tutt'ora prendo soldi per questi progetti, ti confesso che prendevo molto di più che in WWF e mi piaceva fare qualcosa di diverso, ma poi dopo qualche mese ho iniziato ad annoiarmi. Non mi sentivo appagata come quando lottavo, mi mancava il ring e ho pensato che tutto il resto poteva essere solo una conseguenza di popolarità di quello che io ero da lottatrice. Volevo tornare ma in WWF non sono rimasta in buoni rapporti con il capo e poi il mio ex... non mi va di parlarne. La New Japan è interessante, e poi il Giappone mi è sempre piaciuto. Inoltre qui mi hanno fatto un contratto diverso, posso fare anche altro se lo desidero. Vince McMahon era troppo opprimente, c'è in corso una causa per il mio ring name con questo pazzo". "Immagino che con il tuo ex tu intenda Triple H". "Non mi sorprende che la notizia sia arrivata fino a qui" rispondo seria. "Mia moglie dagli Stati Uniti mi racconta spesso i gossip. E comunque ormai su internet si legge di tutto, e le tue interviste sono arrivate in TV. Mi dispiace, purtoppo il denaro compra le persone. Stephanie sicuramente gli permetterà di avere dei privilegi, ma non avrà mai il privilegio di avere una donna che lo ama. Il denaro e la fama possono rovinarti la vita, stava succedendo lo stesso a te, sono felice che tu voglia tornare alla tua vera essenza. Sei nata per lottare". Gli sorrido, sono felice che ancora esiste qualcuno che prende le mie difese sulla faccenda di Hunter e le sue parole mi rincuorano sulla mia scelta di lasciare casa. Mi manca Sean, mi chiedo che cosa starà facendo e se ha provato a chiamarmi... non ho più credito nel cellulare, spero che quando arriverò a casa il telefono funzioni così potrò chiamarlo. "Scusami se ho menzionato ancora questo argomento, forse non ti va più di parlarne" afferma per poi scusarsi di nuovo. "Non preoccuparti, ormai ci ho fatto l'abitudine. La gente ne parlerà comunque, quindi ho pensato che a fare qualche intervista per parlare della mia rottura avrei guadagnato qualcosa da tutto quel dolore. Ma ora basta, non voglio che le persone si ricordino in eterno di me come quella che è stata scaricata dall'ex e ha perso il lavoro per colpa sua. Riprendere a lottare è un avvenimento più importante di quello, spero di poter distogliere l'attenzione delle persone dal mio passato. È passato quasi un anno ormai, ho una frequentazione in corso e un giorno questo diventerà per forza di dominio pubblico perché non potrò nascondermi in eterno...". "E ovviamente non sarebbe bello parlare ancora del tuo ex mentre tutti sanno che hai un partner". "Esatto! Per favore, potresti spiegarlo tu al mio manager? E al mio ragazzo, entrambi sembrano non capire... potresti dirglielo in giapponese, forse sarebbe più chiaro". Mashairo è scoppiato a ridere, e anch'io ho fatto lo stesso per la cazzata appena detta. "Il tuo manager vuole che guadagni, posso capirlo. Ma il tuo ragazzo che problemi ha? Non è geloso di tutta questa attenzione nei confronti di Paul?". "Sì, lo è... forse. Non lo so, è un periodo un po' complicato. È la prima persona con cui esco da quando ho interrotto una storia di sei anni, volevo andarci piano ma lui è così coinvolto... anche io lo sono, lo amo, ma non la pensa come me su certe cose". "E come l'ha presa? La tua partenza intendo, la distanza fa soffrire le coppie". "Malissimo. Lui non voleva che io partissi e nemmeno io vorrei, ma in questo momento è più importante il lavoro per me. Non significa che io non tengo a lui, è che ho già trentadue anni e la mia carriera nel wrestling non durerà ancora molto... e poi penso che stare un po' lontani mi farà bene. Mi ha chiesto di convivere, ma io ho preso tempo dicendo che avrei deciso dopo questo viaggio. Abbiamo provato a stare insieme queste ultime settimane ma è stato un disastro, finché non risolverà i suoi problemi non potremo stare insieme seriamente. L'unica cosa che va bene è il sesso tra di noi". "Almeno qualcosa va bene tra di voi" ridacchia in modo ironico. "Perché?". "Io e mia moglie non facciamo manco quello. È un po' che non va, abbiamo deciso di vivere in due continenti diversi per un po' e vedere come va. Ci sentiamo regolarmente, ma da quando mi ha tradito non riesco più a fidarmi. Immagino che tu possa capirmi: mi ha promesso che non l'avrebbe più rifatto, ma io non sento più quello che sentivo prima con lei... come se non bastasse questo suo amante abita a poche ore da casa nostra. Non so cosa pensare, i miei genitori volevano che mi sposassi una giapponese e probabilmente avevano ragione... ma io sono nato a Seattle, le americane sono su un altro livello". "Qualsiasi sia il motivo non pensare che sia colpa tua. L'ho pensato per troppo tempo, ma è stata una sua scelta. Per quanto io l'abbia fatto sentire trascurato non ho mai pensato ad altri mentre stavo con Paul. Ho sbagliato con lui, ma avrei preferito litigarci e chiudere con lui due anni fa piuttosto che scoprire a mio malgrado che lui aveva una seconda vita. Voleva dei figli, ma io non posso averne. Gli ho sempre detto di cambiare donna se era quello che voleva, ma ha saltato il passaggio in cui dovevamo lasciarci prima di trovarsi una nuova ragazza". "I bambini rovinano le coppie. Io non voglio essere padre, non sarei in grado. Ho sempre pensato che fossimo fatti l'uno per l'altra perché anche lei la pensa come me, ha messo il tennis al primo posto come io ho messo il wrestling. E hai ragione, non penso che sia colpa mia. Lei ha scelto di tradirmi, non riesco a perdonarla". Le sue parole mi colpiscono, mi sembra di rivivere la stessa situazione con Hunter e mi fa pena sapere che esistono altre persone che hanno i nostri stessi problemi. "Penso che voi possiate risolvere, per quanto ti abbia tradito comunque ha chiesto di essere perdonata. Il mio ex non l'ha mai fatto. Forse ci avrei pensato qualche mese fa, io lo amavo... ma per fortuna non è andata così. Avrei solo sofferto per le stesse motivazioni. Il mio ragazzo ha due figli, non mi dispiace la cosa: non sono io il genitore quindi non ho responsabilità ma allo stesso tempo posso dire di avere dei bambini... mi piacciono i bambini, ma da quando ho scoperto di essere sterile so che non posso essere madre e non riuscirei a crescere un figlio adottato... anche se Sean è più immaturo dei suoi figli, ho adottato lui. Pensa che la vita sia facile, pensa solo alle feste e ai weekend e poi quando finisce i soldi viene da me a chiedere... non è un problema per me, ma deve smettere di comportarsi da bambino. Soprattutto con Paul, erano migliori amici prima che lui scoprisse che stiamo insieme. Pensa che ci provava con me mentre io ero fidanzata, e lui era sposato! Ma ora dice di essere cambiato, il problema è che continua a frequentare il mio ex. È geloso di lui e dei suoi privilegi al lavoro, per questo vorrebbe che io continuassi a sputtanarlo mentre finge di essere suo amico. Ma non mi va di giocare a questo gioco, non siamo dei ragazzini". "E tu davvero stai con lui? Jo, non giudico le persone senza conoscerle ma credo che in questa situazione tu stia portando troppa pazienza. Deve prendere una posizione con il suo amico se vuole davvero te". "È ciò che gli chiedo da tempo, ma lo capisco. Stava affrontando un divorzio quando abbiamo iniziato a frequentarci e io avevo altri problemi, mi è rimasto accanto nonostante io non mi comportassi bene con lui e con me stessa. Soffriva per conto suo ma anche a causa mia. È tornato a lavorare in WWF perché ha bisogno di pagare gli alimenti dei bambini e tutte le varie spese del divorzio, e Paul è il fidanzato della figlia del capo.  Capisco il suo rancore, ma io lo aiuterei se solo avesse il coraggio di prendere le mie difese. Non mi importa di dover pagare le sue cose, ma almeno non avrei più il pensiero dei loro amici che mi vengono a raccontare i segreti di entrambi. Sono troppo stanca di tutto questo, ma Sean vuole una carriera a sua volta e mi sembra stupido impedirglielo quindi i problemi si trascinano...". "Stare lontana da casa ti aiuterà. Sei anni sono troppo tempo, ti devi ancora riprendere. E poi Sean è più piccolo di te, ricordo quando lavorava qui da ragazzo che era stupido come pochi... lascia che sistemi la sua vita e una volta che si sarà reso conto di avere trent'anni maturerà. È sempre così, i trenta sono un duro colpo per l'orgoglio". Vorrei ridere ma ha detto la verità. "Non vedo l'ora che sia luglio per regalargli una torta a forma di trenta. Con tanto di candeline". Riprendiamo a ridere, mi dispiace di non avere Sean qui con me perché mi manca molto, ma finalmente mi sento un po' più libera. Litigare costantemente mi ha fatto male, inoltre qui non mi riconoscono facilmente e potrò anche farmi qualche passeggiata in libertà nel tempo libero. "Allora voglio partecipare a questa festa!" Esclama ironico. "Non so se lui ne sarebbe felice, non avrei nemmeno dovuto raccontarti dei nostri problemi". "Però l'hai fatto" brontola mentre accosta davanti ad un edificio. "Già...". "Non preoccuparti, me lo terrò per me. Avevi bisogno di sfogarti". Non vedo l'ora di poter chiamare a casa, mi mancano tutti. "Sì, forse hai ragione. Mi sento un po' sola lontano da lui". "Vedrai che conoscerai nuove persone, è normale che tu non abbia amici qui è solo il tuo primo giorno". "Io ho degli amici". "A parte me?" Mi domanda per provocarmi. "Beh sì, io conosco gli Steiner, il mio manager è con me e poi tu non sai tutto di me". "Può darsi... ma scoprirò gli altri tuoi segreti. Ora so dove abiti, io sono due palazzi più indietro. Domani si esce, c'è una festa nella zona più in di Tokyo". "No, non ci sperare. Devo prendere il ritmo, ho come l'impressione che il maestro non scherza". "No, però come farai a trovare degli amici? Fai come vuoi, ma sappi che non è l'ultima volta che ci rivedremo". Scendo dall'auto e lo saluto con un gesto prima di chiudere la portiera, quando esclama: "Jo, davvero. Tu hai fatto tanto per me mentre ero negli Stati Uniti". "Non ho fatto niente, ti ho solo presentato a degli amici". "Va bene, e io voglio solo farti vedere la città". "Grazie" rispondo per poi entrare nel palazzo, Mashairo è stato davvero gentile con me e se non fosse per lui sarei ancora dispersa per la città. "Aspetta" rispondo voltandomi prima che possa ripartire: "Appena mi sarò sistemata vieni a cena qui. Mi hai accompagnata, devi vedere la mia casa". "Dopo che l'avrai vista tu. Devo andare, ci si vede Joan". Lo saluto definitivamente, ora devo salire a vedere la mia nuova casa e non vedo l'ora di mettermi a letto. Devo chiamare Sean, spero di non addormentarmi in chiamata. Entro e il portinaio mi stava aspettando con le chiavi del mio appartamento,  Anthony è già stato qui a portarmi i bagagli e salgo in ascensore per raggiungere il mio appartamento: questo palazzo è altissimo, il mio piano è l'utlimo e sono sicura che mi piacerà. Arrivo al piano e mi ritrovo in casa, cerco l'interruttore della luce e vedo finalmente la mia casa: sembra essere uguale alle foto che ho visto da Anthony, vorrei guardare in ogni angolo ma sono troppo stanca e avrei dovuto chiamare Sean ore fa... mi precipito al telefono e faccio il suo numero, sicuramente sarà in pensiero per me e mi dispiace molto: "Pronto?" "Amore, sono io. Sono arrivata a casa". Sento silenzio dall'altra parte, non mi aspettavo questa reazione da lui. "Jo, sei arrivata a casa? Sul serio? È passato quasi un giorno intero! Mi avevi promesso che mi avresti telefonato appena atterrata, ero in pensiero per te cazzo!". "Mi dispiace... ho avuto molte cose da sbrigare e il mio credito sul cellulare si è esaurito". "Non hai fatto una ricarica?" "Amore, per favore... non ho potuto, non so dove si fa. Domani sistemo il mio telefono, ok? Sono appena tornata, non ho nemmeno visto tutta la casa per telefonarti". "Potevi mandarmi una e-mail". "Non ho il computer qui in casa. Amore, ti ho pensato e credimi che io non me ne ero dimenticata. Ho visto la palestra, il ring e ho conosciuto anche qualcuno. Ho rivisto Mashairo, mi ha accompagnata ora a casa perché mi ero persa. Mi manchi tanto, qui mi sento sola". "Amore, mi dispiace. Vorrei essere lì con te". Mi rilasso sul divano mentre Sean mi racconta la sua giornata, non pensavo che mi sarebbe mancato così tanto ma ora questa casa sembra troppo grande per una sola persona. "Ho parlato con Hunter". Rimango spiazzata da questa affermazione, non immaginavo una novità del genere. "Ah" affermo, sono senza parole. "Amore, non voglio perderti. So che infastidisce la cosa, quindi gli ho parlato chiaramente: gli ho detto di evitare di fare commenti sulla situazione e di godersi la sua relazione. Non so se mi ascolterà, però sembrava tutto a posto. Mi ha detto che non gli importa più di te e che non si metterà in mezzo". A Hunter non importa più di me... dopo sei anni di relazione. "Che sia sul serio questa volta. Non voglio più sentirlo nominare". "Jo, è tutto a posto... non siamo amici, ma abbiamo un rapporto civile. Lui smetterà di farsi gli affari nostri e io non mi metterò in mezzo tra lui e Stephanie. Amore, era quello che volevi". "Sì..." sussurro, non sono convinta che lui abbia rinunciato a parlare male di me, ma lo spero. "E i bambini? Come stanno?" "Bene, ora sono a scuola, ma quando saranno a casa li farò richiamare. Vorrebbero tanto venire in Giappone a trovarti". "Sono partita solo da un giorno... mandagli un bacio da parte mia". "Ok, ma vorrei davvero portarli lì in vacanza. La prossima volta che partirai ti raggiungeremo, o forse se ti fermerai di più...". "Va bene. Stai di nuovo correndo troppo. Non ho ancora le date dei match, per ora dovrò solo commentare. Magari andrà male e me ne tornerò a casa... non so come andrà, voglio vivermi questa esperienza". "Ma tu ci pensi mai al futuro? Se staremo lontani per mesi anche ai miei figli mancherai. Ormai ti conoscono". "Amore, basta. Va bene? Posso non pensare al futuro dopo quindici ore di volo? Sul serio sono stanca morta. Ti chiamo domani, ok?". "Va bene, ciao amore". Mi alzo per andare in camera da letto, non so quale sia delle stanze ma la trovo subito alla fine del corridoio e mi butto sul letto con tutti i vestiti. Domani sarà una giornata importante, non ho tempo per queste stupidaggini. Ho lasciato Sean e i gossip su Hunter a casa, non posso portarmi gli stessi problemi anche qui.

The Game is over (She never recovered parte 2)Onde histórias criam vida. Descubra agora