QUANDO IL GATTO NON C'È, I TOPI BALLANO...

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L'episodio che vi racconterò di seguito, in realtà , si è svolto in prima media, quasi all'inizio dell'anno, in un'ora con la Casci.

Eravamo in classe da soli, senza collaboratori o professori che ci sorvegliassero, e come sempre la mia classe stava facendo un disastro infernale.

Non ricordo bene ogni dettaglio, ma tenterò di descrivervi il meglio possibile la scena:

In un disastroso cambio d'ora in cui io e i miei compagni eravamo rimasti senza sorveglianza, questi ultimi non facevano che trapanarmi i timpani con i loro continui e prepotenti schiamazzi divertiti. Sospirando, tentai di isolarmi dal mondo, pensando di essere in una specie di bolla in cui tutti i rumori si attutiscono, diventando dei lievi brusii, ma senza riuscirci: le loro voci erano così acute e fastidiose che dovetti rassegnarmi alla confusione. Non mi piacevano gli ambienti rumorosi, ho sempre preferito di gran lunga il silenzio, questo sconosciuto. A un tratto, tutta la classe ammutolì. C'era solo una spiegazione per quell'improvviso silenzio: alzai gli occhi dal mio libro e fissai lo sguardo davanti a me. Sull'uscio della porta c'era la Casci, la schiena dritta e lo sguardo fiero, che ci scrutava pericolosamente. "Bene bene..." Sorrise. "Quando il gatto non c'è i topi ballano, eh? Beh, dovete sapere che io non sono un gatto." A questa frase fissò lo sguardo ammonitorio negli occhi dei poveri ragazzi che le capitavano sotto tiro, quindi continuò:"Minimo minimo sono una tigre." [...]

Okay, parliamone. A quest'ultima frase, a me, una povera primina, è preso un colpo. Cioè, fermi, a questo avvenimento la mia stima di lei è cresciuta un sacco, ma sono rimasta lo stesso traumatizzata dalle sue parole, a dir poco... e poi... come ci guardava... aveva uno strano scintillio negli occhi... o era fiera della sua "battuta", oppure era qualcosa di più profondo, più oscuro... okay, okay, ora si esagera. Questa frase era solo per tenerci a bada, se non fosse che poi la mia mente ha cominciato a fantasticare immaginandola con le sembianze di una tigre nella giungla. Non sto bene, e penso che si fosse capito.

Spesso le professoresse d'italiano sono considerate le più severe, quelle che esigono di più, invece io ho avuto fortuna, modestamente. La Casci è una specie di eccezione, è simpatica, dolce, però... beh, quando si deve far sentire (o quando si arrabbia veramente) diventa moooolto severa, e sparge 4 e note un po' ovunque.

Vi piace la vostra professoressa d'italiano? Come la considerate?

Diario di una ragazza di terza mediaWhere stories live. Discover now