12. Fragola

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«Ehi, finocchio.»

Sghignazzai, quando Rory ci mise qualche istante di troppo a rispondere. «Scusa? Da quando sarei tornato "il finocchio"?»

«E dai, sarai sempre il mio finocchio.»

Feci le scale a due a due, il cellulare attaccato all'orecchio e la voce di Rory sempre più piccata.

«Quindi io posso chiamarti stronzo?»

Mi fermai sul pianerottolo, mi mancava ancora un piano. «Mi hai mai chiamato stronzo?»

«Qualche volta.»

Bastardo, sentivo che stava trattenendo una risata. La sua splendida risata, acuta e piena di vitalità. Ascoltarla cancellava ogni mia paranoia e mi riempiva di lui, dell'amore che provava per me e per la vita, quella vissuta in libertà, senza timori.

«Stai studiando?»

«Purtroppo sì.» Sentii lo sfogliare delle pagine. «Tu cosa stai facendo?»

«Commissioni per mia madre.»

«Come sta Kimberly?»

Arrivai davanti alla porta e mi appoggiai con una spalla alla parete. «Non fa che chiedermi quando vieni a mangiare da noi e mi rompe i coglioni perché sono sempre fuori.»

«Sei con me.»

«Ma lei non lo sa. Cioè...» Mi morsi la lingua e mi diedi una spinta per rimettermi dritto. Pigiai il campanello. «Non che sono sempre con te.»

«Warren, non devi giustificarti. Stiamo insieme da quarantacinque giorni, c'è tempo.»

Sollevai entrambe le sopracciglia. «Che fai, li conti come si fa per i neonati?»

Eccola, la sua risata.

Mi fece dimenticare la figura di merda, che tanto di merda non era. Quarantacinque... era il numero di giorni da che avevo accettato di amare Rory dopo mesi di confusione e di rifiuto. Di lui e di me stesso. Di noi. Nell'ultimo mese e mezzo, era stato lui il mio cavaliere dall'armatura glitterata, lui che non mi aveva fatto voltare indietro verso un baratro senza più ponte, lui che aveva raccolto le mie paure e le aveva gettate dalla finestra, anche se queste non facevano che arrampicarsi e riaffacciarsi. Non avrei mai permesso che rovinassero la mia storia con Rory, l'avevano già fatta rimandare per troppo tempo.

Ma fare coming out con la mia famiglia, con mia madre... No, quarantacinque giorni non bastavano.

Neppure sapevo cosa fossi. Finocchio no di certo. Mi piacevano le ragazze e non mi sentivo attratto da altri uomini all'infuori di Rory. Perciò, avrei detto di essere etero con riserva. Rory aveva riso di me, quando glielo avevo detto, poi mi aveva tranquillizzato dicendomi che prima o poi avrei capito.

Suonai di nuovo il campanello.

«Qualcuno va ad aprire?» urlò Rory allontanando la bocca dal telefono, poi si rivolse a me. «Ma se ne sono andati tutti senza avvisarmi?»

«Non so. Io andrei ad aprire, però, prima che la persona fuori si incazzi e se ne vada.»

Suonai una terza volta.

Rory sbuffò. «Rimani lì.»

«Non vado da nessuna parte.»

Fu difficile contenere una battuta quando Rory si accorse che non era affatto solo ma che nessuno era comunque andato ad aprire. «Siete diventati sordi, per caso? La porta!»

«Vai tu, batuffolo» disse in sottofondo Lottie.

Un altro sbuffo da parte di Rory. Poi la porta si aprì e i suoi occhi si spalancarono insieme alla bocca.

Come Toccare un FioreWhere stories live. Discover now