34. Step

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«Sei agitata?»

Spensi il motore dell'auto e mi slacciai la cintura di sicurezza. Io e Jen non avevamo parlato per tutto il tragitto da casa al locale in cui Kevin aveva prenotato per il suo compleanno. Mi rendevo conto anche da solo che la mia domanda era più che retorica, ma volevo sapere cosa passasse per la mente di Jen.

Lei si osservò le mani intrecciate, le unghie rosa confetto e piene di brillantini su pollice e anulare. Quella sera la trovavo più bella del solito, il trucco delicato la faceva apparire non solo come una ninfa dei boschi, ma come la principessa delle ninfe.

Principessa...

Mi si seccò la bocca. Spostai lo sguardo e lo puntai al di là del vetro, sul parcheggio.

«È da tanto che non esco senza Austin» disse.

Sospirai, ritrovandomi e uscendo dai miei pensieri malinconici. «Avresti voluto che ci fosse anche lui?»

«No» rispose repentina. «Però...» Si strinse ancora di più le mani, il capo chino e la voce bassa. «Una piccola parte di me risponderebbe di sì.»

«Quale?»

«Credo la Jen che è ancora innamorata di lui, quella che non si è arresa all'evidenza.»

Avrei mentito se avessi detto che quella frase non mi fece male. Me lo fece, eccome. Sapere che esisteva ancora una parte di Jen che amava Austin era insopportabile. Quando avrebbe capito che doveva liberarsene?

«Lotteresti per tornare ad avere ciò che avevate prima?»

«Sì.» Di nuovo, non esitò a rispondere. Fece doppiamente male. «Ma negli ultimi tempi ho capito che devo lottare anche per me stessa.»

Sollevammo insieme lo sguardo e ci fissammo, io con il fiato sospeso, lei con un debole sorriso. Non si torturava più le mani.

«E quale dei due è più importante?»

«Jen.» Ulteriore risposta secca. Questa volta mi riempì di calore, sulle guance e nel petto. Jen si aggrappò alla cintura di sicurezza. «E poi vorrei provare a lottare per ciò che sta succedendo tra noi, anche se non ho idea di cosa sia.»

Mi scoppiò una risata dal profondo della gola. Riuscii a contenerla soltanto quando notai il viso di Jen ferito.

«Oddio, no. Non era una presa in giro.» Agitai le mani, un residuo di risata sulle labbra. «È che anche io non ne ho la minima idea e tutto questo mi fa sentire così strano. Più vulnerabile di quanto io sia mai stato. Ma se anche tu sei nella mia stessa situazione...»

Jen si addolcì, mi accarezzò una guancia. «Possiamo scoprirlo insieme.»

Presi la sua mano nella mia. «È il nostro prossimo step?»

Dovetti smuoverle qualcosa dentro, perché si illuminò come i brillantini sulle sue unghie. «Sì.»

Trovai le sue labbra. Le baciai con calma, assaporando ogni secondo e facendo attenzione a non rovinarle il trucco.

Se il nostro prossimo step sarebbe stato intenso come quello che provavo in quel momento, non vedevo l'ora di scoprirlo.

Insieme.




«Guardate chi è arrivato, ragazzi?» Feci la mia entrata in scena con un sorriso sprezzante. «Ora si può cominciare la festa.»

«Certo» disse Samantha. «Sei l'ultimo.»

«Come al solito» commentò Robert.

Feci una smorfia e andai da Kevin per strappargli un abbraccio. Poi diedi una pacca sulla schiena a Trey, al suo fianco.

Come Toccare un FioreWhere stories live. Discover now