13. Can I Have This Dance?

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Afferrai la giacca nera e misi il telefono nella tasca posteriore dei miei Jeans attillati:

"Ragazze" Urlai: "Esco per un po', non aspettatemi sveglie."

Normani spuntò dal bagno, come se fosse scoppiata una bomba nel resto del bus, e si guardò attorno stranita. Io feci per andare, ma poi notai la sua faccia e mi fermai di colpo:

"Ti stai facendo una canna nel bagno?"

"Cosa?" Strizzò gli occhi : "Oh no, Dinah sta piangendo da tre ore."

Alzai gli occhi al cielo, consapevole del fatto che sarebbe stata in quelle condizioni fino a quando non avesse trovato un altro ragazzo, e poi guardai Ally, che seduta mangiava patatine davanti alla tv:

"Sei l'unica che non fa casino" Le baciai la fronte scherzando: "Sei la mia preferita."

Ally disse qualcosa, ma a causa della sua bocca piena, lasciai correre e scesi giù per gli scalini. Quando Bradley mi vide, mi corse in contro come se non ci fossimo visti da anni. Le sue mani magre ma muscolose mi afferrarono per i fianchi, ed il ragazzo unì la sua bocca con la mia:

"Piano" Sorrisi: "Resterò senza fiato."

"Dio mio" Mi strinse a sè: "Come mi sei mancata."

Sorrisi di nuovo sulla sua spalla, sorriso un po' forzato, è vero; ma sorrisi, perché sapevo che non si meritava di essere ignorato.

Bradley mi afferrò la mano, facendomi segno con la testa di seguirlo nella macchina:

"Strano che ti abbiano fatto uscire."

"Già" Mi misi la cintura: "Dovrebbe essere festa nazionale."

"Perché non lo fanno più spesso?"

Lo guardai, bloccando lo schermo del cellulare:

"Farci uscire, intendi?"

Bradley annuì, senza staccare gli occhi dalla strada, e rimase in silenzio in attesa di una risposta:

"Perché siamo sotto la loro protezione e così via." Sospirai: "Voi potete uscire?"

"Si" Annuì sorridendomi: "Ma solo se qualcuno ci accompagna."

Annuii guardando la strada notturna e non diedi tanto peso a cosa dire. Mi piaceva stare con lui, e dopo tutti quei discorsi con Camila, mi sembrava la cosa migliore da fare: dovevo staccare un po'.

"Dove stiamo andando?"

Bradley sorrise, staccando un attimo gli occhi dalla strada, e poi alzò le spalle:

"Non puoi saperlo." Sorrise ancora: "Almeno non ora."

"Ma dai." Posai la mia testa sulla sua spalla ossuta: "Sono la tua ragazza."

Bradley allora si fermò, accostando sotto un albero, e mi fece sussultare quando accese la piccola luce accanto allo specchietto retrovisore:

"Tu dove vorresti andare?"

Mi guardai attorno, muovendomi sul posto un po' a disagio dal buio che ci circondava, e poi alzai le spalle sospirando:

"Ovunque" Sorrisi: "Posso andare ovunque, con te."

Ingoiai velocemente quella frase, come se entrambi sapessimo che non era totalmente vero, ed il ragazzo mi baciò le labbra, leggermente:

"E allora devi aspettare qualche altro minuto."

Rimasi immobile, vergognosa dei suoi occhi su di me, ed annuii facendomene una ragione. Bradley mi guardò per qualche secondo, facendo posto ad un silenzio imbarazzante, e poi io gli accarezzai una guancia. Mi riuscì difficile credere che avevo voluto posare la mano contro il viso; ma con Camila sembrava così semplice e non potevo restare ferma lì senza fare nulla:

The fault of the moon || CamrenWhere stories live. Discover now