Ci svegliammo tutte, quando Dinah disse di essere arrivate, e ci spiaccicammo contro i finestrini per ammirare la bellezza di quella città. Sembrava finta, una città di lego, e la prima cosa che disse Camila, per scherzare, fu:
"è una città di carta."
Dissi alla guidatrice di dirigersi verso l'hotel, che avevo cercato poco prima di addormentarmi, e abbracciai la ragazza accanto a me, ancora poggiata sulla mia spalla.
"Metti Union Square sul navigatore, D."
Ally l'aiutò, evitando che la nostra amica staccasse gli occhi dalla strada, ed io abbassai i finestrini, chiedendo a Dinah di spegnere l'aria.
Faceva meno caldo che a Las Vegas e tutte noi sembrammo davvero molto contente di essere lì, insieme.
Nel giro di pochi minuti ci ritrovammo davanti al bellissimo Palace Hotel: uno dei posti più rinomati di San Francisco.
L'albergo, situato in un palazzo rinomato nel quartiere finanziario, era poco distante da Union Square e dal pier 93. Non appena le ragazze si sporsero dai finestrini per ammirarne la grandezza, io aprii lo sportello e scesi, guardandole:
"Allora, donne." Indicai la struttura: "Credo sia ora di esplorare questo posto."
Dinah spense la macchina e staccò le chiavi dalla serratura, mentre le altre erano già fuori. Camila si guardò attorno e poi mi raggiunse, abbracciandomi gentilmente da dietro:
"Sei fantastica."
"Lo so." Scherzai: "Me lo dicono spesso."
Mi diede una piccola botta, allontanandosi poi per prendere il uso zaino dalla macchina. Io mi sfilai la felpa, gettandola nel portabagagli nuovo, e afferrai il trolley enorme che avevo preparato per me e la cubana. Chiusi la macchina, spingendo il tasto alto delle chiavi, e mi diressi all'entrata, dove ci attendeva il facchino con il suo carrello d'oro.
Posai sopra, ringraziando di cuore il giovane ragazzo, e dissi alle altre di fare la stessa cosa mentre io, 'organizzatrice della gita', raggiunsi il bancone della reception:
"Buongiorno signora."
"Salve." Mi tolsi gli occhiali: "Ho prenotato una camera per cinque persone a nome Jauregui per..." Controllai l'ora: "Per stanotte."
"Una sola notte?"
"Si." Annuii: "Per ora si. Ma nel caso in cui decidessimo di restare..."
"Sissignora, è possibile prolungare il soggiorno."
Facemmo tutte le procedure, prendendo numeri e carte d'identità. Ripetei più volte la pronuncia del mio cognome, sotto richiesta della signora, e firmai qualche scartoffia.
"Ecco a lei: buona vacanza."
Sorrisi alla donna, che mi stava porgendo la card, e ne lessi il numero ad alta voce: 2408.
Feci penzolare la carta dal mio dito e la mostrai alle altre facendogli capire come, da una chiave, si capisse l'importanza dell'hotel.
"Staremo tutte nella stessa stanza?"
Annuii, infilando il mio documento nel portafoglio, e guardai Dinah:
"è praticamente un appartamento: sono più stanze ... in una stanza."
Guardai Ally, diventata silenziosa tutto d'un botto, ed alzammo tutte la testa in direzione della sua: i soffitti più alti di tre metri erano ornati da enormi lampadari di cristallo. Mi sentii fuoriposto quando guardai i vestiti eleganti delle donne, degli uomini d'affari, dello staff stesso e, di conseguenza, subito proposi di andare in camera per darci un'immagine almeno normale.
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The fault of the moon || Camren
Fanfiction"Quindi mi stai dicendo che non sei rimasta sveglia per me." "No, mi dispiace deluderti. Nicholas Sparks mi ha chiamata a gran voce per tutta la sera." Annuii, mettendo il libro da parte e mi ricomposi, rendendomi conto della mia pazzia. Ma poi la v...