58. The night

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Era vero: avevo paura. Il terrore che qualcosa potesse cambiare tra me e la mia famiglia mi terrorizzava; ma nonostante mi considerassero ancora la loro piccola, io ero ormai diventata una donna adulta.

Quindi, non appena mi accorsi che mia madre non aveva visto quel bacio, dopo che Camila era corsa via, l'avevo pregata di tornare a casa per poter parlare con lei e con gli altri.

Ed ora eravamo lì, tutti quanti, in silenzio.

I miei genitori, Taylor e Chris erano davanti a me, seduti sul morbido divano nero. Era tardi ormai e potevo notare i loro occhi, a differenza dei miei, chiedere di essere chiusi. Vederli tutti, con addosso i pigiami e la casa in ordine dopo aver cenato, mi fece sentire vuota, come se non appartenessi più a loro.

Così, dopo aver guardato a lungo la costa che si allontanava davanti casa mia, mi voltai e mi toccai le tempie pulsanti. Osservai mio fratello e mia sorella e, non appena mi annuirono per invitarmi a parlarne, mi sedetti a terra davanti a tutti loro.

"Cos'è successo?" Disse Clara preoccupata: "Ti senti bene?"

Rimasi in silenzio, per qualche secondo. Ma non appena un lampo spaccò il nero del cielo, alzai gli occhi verso di loro e sospirai:

"Vi amo da morire, come negarlo: siete la mia famiglia. Mi avete sempre insegnato ad essere una brava persona e ad essere sincera, e credo che dopo un anno sia arrivato il momento di farmi conoscere un po' più a fondo. Sapete che ho una vita complicata, e che tutto ciò che ci circonda corre così velocemente che molto spesso non faccio in tempo ad aprire gli occhi, ma ho trovato qualcosa che mi tenga con i piedi per terra..."

Mia madre sobbalzò e mi osservò atterrita:

"Lauren, hai cominciato a farti di qualcosa?"

Mi alzai in piedi, sbuffando, e tornai alla finestra.

"Smettila mamma" sbottai: "Così non mi aiuti."

Il tempo stava peggiorando, e la pioggia si spaccava contro i vetri trasparenti. Mio padre pronunciò il mio nome, come per tirarmi fuori le parole di bocca, ed io annuii decisa:

"Mi sono innamorata" dissi sinceramente: "per la prima volta, in 19 anni, sono convinta di amare qualcuno. E non è per modo di dire: ormai sono cresciuta e so distinguere le cose vere da quelle false."

"È una cosa bellissima" mi interruppe mia madre: "non dovresti.."

"Ti prego, mamma, fammi finire."

Sospirai ancora e socchiusi gli occhi. L'immagine di Camila si fece spazio nella mia testa e la sua figura divenne sempre più chiara: l'amavo, e per lei avrei fatto qualsiasi cosa.

"Ho cercato per molto tempo di fare in modo che tutto questo non accadesse, ma è stato inevitabile. Mamma, papà, Taylor, Chris, vi ho svegliati alle 2 di notte per dirvi che sono profondamente, irrecuperabilmente, meravigliosamente innamorata di Camila."

I due ragazzi sorrisero e, dolcemente, guardarono i nostri genitori. I miei occhi, che erano rimasti chiusi a causa della paura, si aprirono lentamente ed osservarono i due adulti davanti a me.
Mia madre, che mi aveva sempre appoggiato in tutto, sembrava non aver capito bene:

"Cosa significa?" Disse lei; "Ami Camila?"

"Dio mio se la amo, mamma!"

"Perché non ce l'hai detto prima?"

Il mio sguardo si posò sull'uomo, che sembrava deluso non tanto per la notizia quanto per il tempo che avevo impiegato a dirla, ed io alzai le spalle:

"Avevo paura, da morire."

"Paura di cosa?"

"Di tutto, mamma." Sbottai: "Non è una vita normale, la mia. Non è una vita in cui possiamo permetterci di litigare come fa ogni altro adolescente, una vita in cui ti presento la persona che amo e ci giro mano nella mano come fosse la cosa più normale del mondo."

The fault of the moon || CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora