35. I want you

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Alzai la testa , tenendomi le tempie con le mani fredde, e guardai Camila, in piedi davanti a me:

"Sono sei ore che siamo in  macchina e ci siamo fermate sei volte per farla vomitare." Scossi la testa: "Si sono fatte  quasi le 9.00. credo ci convenga mangiare qui, per colazione."

"Sta cominciando a sentirsi meglio." Mi tranquillizzò: "Ma dovresti dirmi dove hai intenzione di portarci."

La guardai, sorridendo alla sua espressione curiosa, e mi alzai uscendo dalla macchina per trovarmi davanti a lei:

"No." Risi: "O lo dico a tutte, o non lo dico a nessuno."

Le feci un occhiolino e guardai Dinah, che ci stava facendo segno di entrare per mangiare. Chiusi lo sportello, incrociando le mie dita con quelle di Camila, e mi incamminai verso la porta scorrevole di vetri, infilando poi le chiavi nello zaino della ragazza accanto a me.

Non appena vedemmo le persone all'interno della stazione di servizio, ci guardammo un secondo e sciogliemmo la stretta di mano. Mi sporsi verso di lei, poiché c'era molta gente che parlava, ed alzai un po' la voce per farmi sentire:

"Immagino che tu voglia cappuccino alla vaniglia."

"Mi conosci proprio bene." Si sedette: "Ma..."

"Doppia vaniglia, lo so."

Le baciai una guancia, tornando al bancone da Ally e le altre. La più grande, che camminava con un bicchiere di cartone pieno di thè, mi sorrise ed io mi fermai per aiutarla, afferrandole il bicchierone bollente:

"Come ti senti?"

"Sto bene." Annuì: "Ho vomitato anche l'anima."

"Ti porto questo al tavolo, evitando che tu possa ustionarti." Rise: "Cerca di stare meglio e goditi il viaggio, va bene?"

Ally mi sorrise e mi annuì ancora, lasciandomi ordinare le mie cose. Posai il portafoglio sul bancone, posandoci le mani sopra, ed ordinai quello che dovevo ordinare:

"Manca molto?"

Mi voltai, sentendo Normani dietro di me, e scossi la testa:

"Manca poco. Tra un'ora e mezza dovremmo esserci."

"E..." Intervenne Dinah curiosa: "Possiamo sapere dove?"

"Non ancora."

Le ragazze si sedettero al tavolo, sbuffando amichevolmente per il mio piccolo segreto, ed io afferrai le nostre cose. Camila mi stava tenendo un posto accanto al suo e, quando le porsi il cappuccino, mi mandò un bacio furtivo:

"Bene." Sdrammatizzai: "Direi che il viaggio è iniziato bene."

"Scusatemi." Si vergognò Ally: "Ma quando non guido mi da parecchio fastidio."

"Potevi dirmelo, la prossima volta guiderai tu."

Dinah sputò la bevanda calda e rise:

"Scherzi? Vuoi davvero farti distruggere la macchina."

"Ma no." Scherzai: "Le starò solo con un coltello puntato alla gola: guiderà per forza bene."

Il tavolo rise leggermente, tornando poi al pasto mattutino, ed io sfiorai la gamba di Camz portando il suo sguardo su di me. Mi sorrise, come se fosse il gesto più bello della terra, e bevve un altro goccio della sua bevanda preferita:

"Dobbiamo chiedervi una cosa."

Guardammo entrambe Dinah, che aveva le mani sul tavolo, ed io annuii invitandola a parlare.

The fault of the moon || CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora