26. Regrets

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Socchiusi gli occhi leggermente e posai il microfono sull'apposita cassa accanto al palco, sfilandomi l'auricolare dall'orecchio e accarezzandomi i lunghi capelli neri. Guardai Normani, che esultava alla buona riuscita delle prove, e guardai l'orologio: 'che palle'.

Aprii la porta di metallo che divideva le sale con il palco e rimpiansi la vacanza di Sydney, terminata d'un tratto due settimane prima. Mi legai i capelli, pregando il cielo di non vedere nulla; ma quando voltai a destra per entrare nella stanza apposita per il cibo e lo svago, vidi Camila esattamente come l'avevo lasciata: sulle gambe di Austin.

Rimasta sulla soglia della porta, mi guardai indietro decisa ad andarmene. Ma Steph, dietro di me, mi pregò di andare avanti perché 'qualcuno avrebbe potuto accorgersi della mia reazione'. Ormai era diventato tutto così: tutto silenzio, niente parole, posti  sedere diversi, niente foto, niente video insieme. Ci era stato detto, categoricamente, di stare separate.

Provai un'ultima volta a sorpassarlo, ma il manager mi guardò e mise le mani a mo' di preghiera. sospirai, vedendo che l'unico posto libero era quello accanto a Sinhue, e mi avviai verso di lei.

"Posso?"

"Oh" Si pulì la bocca sorridendo: "Siediti pure."

La donna tolse dalla sedia la sua borsa e la giacca e le posò a terra, accanto alle sue gambe. Mi venne naturale chiedermi come sarebbe stato passare un Natale in casa Cabello, mano nella mano con sua figlia. Ma il solo pensiero mi faceva chiudere l'intestino in un blocco di sofferenza, ed allora continuai a guardare la donna accanto a me:

"Tua mamma?"

"Sta bene" Annuii: "Dovrebbe arrivare nella tappa del Tennessee."

Ci fu qualche secondo di silenzio, probabilmente perché la sola vicinanza con la madre mi faceva stare davvero male. Ma poi Camila si alzò e afferrò la mano del ragazzo, raggiungendoci a passi svelti:

"Mamma" Iniziò: "Noi usciamo un po'."

"Sicura di non volervi sedere qui con noi?"

"Sicura" Sbuffò: "A dopo."

La donna sorrise ad entrambi ed io abbassai lo sguardo quando se ne andarono, perché la ragazza che di più amavo non mi aveva degnata di una sola occhiata.

Sinhue si pulì la mani con il tovagliolo di carta ed io mi guardai attorno, infelice. Incrociai poi le braccia sul tavolo, per posarci la testa sopra:

"Cos'hai?"

"Niente" Sorrisi fintamente: "Sono solo molto stanca."

La donna annuì, accarezzandomi la spalla sudata, e poi alzò le spalle facendomi intuire che doveva dirmi qualcosa. Allora smisi di rinchiudermi nell' 'antro dell'oscurità' e sospirai, fingendomi interessata:

"Abbiamo visto la foto ..."

Sussultai ma rimasi immobile, con gli occhi puntati nel piatto, e non dissi nulla. La madre di Camila si guardò attorno e mi sorrise, abbassando la voce:

"So che è un fotomontaggio, Lauren. "

Silenzio.

Io non parlai.

Dinah mi guardò con la coda dell'occhio.

Poi Sinhue parlò di nuovo:

"Ma ho paura che per Camila tu non sia quello che credi."

"So benissimo cosa sono io per sua figlia" Dissi tranquillamente: " Credo che te ne sia accorta anche tu, poco fa."

Sapevamo entrambe che Camila era stata fredda nei miei confronti ed anche la donna accanto a me era consapevole del fatto che non mi avesse degnata di uno sguardo. Mi sembrò inutile continuare la conversazione su un argomento che, da due settimane a questa parte, era stato escluso dalla mia vita; ma quando Sinhue sospirò, non mi tenni e glielo chiesi:

The fault of the moon || CamrenWhere stories live. Discover now