43. Sell

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Aprii lentamente gli occhi e mi tirai su, rendendomi conto che la mia testa era completamente appiccicata allo sportello. Mi ci volle un po' prima che i miei occhi si spalancassero del tutto e, solo allora, mi accorsi anche di avere la testa della cubana sulla mia spalla.

Mi misi seduta il più lentamente possibile, per non svegliarla, e salutai le altre:

"Buongiorno." Sbadigliai: "Non ho idea di che luogo e che ora siano queste."

"Siamo sempre sulla statale, avete dormito per due ore."

Guardai l'orologio e poi spostai il mi sguardo su Camila, che dormiva profondamente tra i miei capelli. Avere la possibilità di essere normalmente una sua amica, mi fece sorridere. Mi ricordai di quanto tempo avessi impiegato a capire che tutto ciò di cui avevo bisogno era lei, e mi sentii una stupida, perché avrei dovuto capirlo prima.

Il fatto che mi stesse proteggendo da qualcosa mi lusingava e mi infastidiva allo stesso tempo: mi stava nascondendo qualcosa e, per quanto fossimo diventate brave a fingere, sapeva che io odiavo i segreti.

"Come ti senti?"

Guardai lo specchietto retrovisore, tornando con l'attenzione su Dinah che guidava:

"Sto bene, ma continuo a non capire molte cose."

"Del tipo?"

I miei occhi guardarono l'elastico nero che avevamo in comune e le sfiorai una mano, con l'intento di non svegliarla.

"Ha detto che è così distante e strana perché mi sta proteggendo da qualcosa."

"E non hai idea di cosa possa essere?"

"No." Alzai le spalle: "è davvero brava a nascondere le cose."

Normani, seduta alla mia sinistra, mi guardò preoccupata. Quando mi accorsi del silenzio che si era creato nella macchina, capii che forse Camila non era l'unica ad essere a conoscenza di questa storia:

"Voi ne sapete qualcosa?"

Silenzio.

"Ragazze." Sbuffai: "Vi prego."

Guardai Ally attraverso il vetro e la ragazza abbassò lo sguardo a terra, facendomi convincere che sapeva qualcosa. Allora feci per muovermi, ma il peso alla mia sinistra mi costrinse ad essere ferma:

"Non avete idea di quanto io ami Camila, davvero. Starle lontana e continuare a far finta di odiarla non è assolutamente una cosa che mi piace fare e sapere che..."

"Non sappiamo nulla." Si intromise Dinah: "Camila ci ha solo detto che era sveglia, l'altra sera, quando sei tornata in camera e lei dormiva."

Aprii lentamente la bocca: non avevo detto cose carine. Sbattei la schiena contro il sedile e socchiusi gli occhi:

"E cosa ha detto?"

"Crede che sia tu a non amarla più."

Scossi la testa e guardai nuovamente la ragazza addormentata.

"Sapete che non è assolutamente così."

"Noi si." Disse Normani: "Ma non è con noi che devi parlare."

Ally si slacciò la cintura e si voltò verso di me:

"Devi parlarci il prima possibile, Lauren. torneremo presto a casa e sai che, una volta tornate, sarà difficile avere la possibilità di parlarle."

Rimasi in silenzio per qualche secondo: al contrario di come pensavo, Camila non aveva smesso di essere carina con me perché le andava; ma perché pensava che a me non importasse tanto quanto le importava a lei. ed il solo fatto che io avessi potuto permettere una cosa del genere, mi fece girare la testa.

The fault of the moon || CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora