56. Stars

3.6K 210 20
                                    

Chiusi la porta del bus, lentamente, e mi preoccupai di non fare rumore. Tastai l'aria, per assicurarmi di non aver nessun ostacolo davanti a me, ed accesi la torcia del mio telefono. Sembrava non esserci nessuno e, dopo essermi accorta dell'orario inoltrato, mi voltai ridendo:

"Vieni, ma fai piano."

Camila mi afferrò la mano e salì i pochi scalini dell'entrata. Si Poggio al mio braccio e sogghignò rumorosamente:

"zitta!" La pregai: "non ridere."

Sorridemmo entrambe, incapaci di far finta di nulla, e ci dirigemmo verso la porta scorrevole che portava alla stanza col divanetto. Camminando lungo lo stretto corridoio, ci accorgemmo che non eravamo affatto sole: le altre c'erano, ma stavano dormendo.

Il passo barcollante della mia amica mi raggiunse nella stanza e la stessa ragazza accostò la porta preoccupandosi di non far rumore. Non appena l'ingresso fu sigillato, si voltò e rise, indicandomi la maglia bagnata:

"Avresti potuto evitare, ora dovrò cambiarmi per la millesima volta."

"Andiamo..." Sminuii mettendomi seduta: "Come potevo resistere? Sai che amo la pioggia"

Camila mi lanciò un occhiata ammusata, scherzando, e si sedette sulle mie gambe incrociate. Le accarezzai i capelli fradici, spostandoli dalle morbide guance rosa, e quando la ragazza fece per parlare, aggrottai le sopracciglia per ascoltarla:

"so anche che ami togliermi la maglietta..."

"Camz!!"

Risi rumorosamente, ma quando le sue mani trovarono il mio volto, capii che non voleva più parlare. Le sue labbra si unirono violentemente alle mie e quel bacio mi sembrò come la ripresa da un'apnea interminabile.
Si mise comoda, sistemandosi sopra di me ma completamente di fronte, e non appena le sue labbra si spalancarono, capii che voleva di più.
Le mie mani si depositarono sulla sua schiena magra, coperta dalla maglia fradicia, e la ragazza inarcò la schiena. Non appena i nostri petti si sfiorarono, sobbalzammo entrambe ridendo l'una sulle labbra dell'altra.

"Mi mancavi così tanto" sussurro lei: "odio non poterti stringere a me ogni volta che voglio."

Mi staccai da lei, guardando i suoi occhi marroni, e le sorrisi sinceramente:

"Ora sono qui."

Camila tornò a baciarmi, mettendo le sue mani sulle mie guance bagnate, e dopo essersi staccata fece sfiorare i nostri nasi freddi.

La porta scorrevole si mosse e la cubana si gettó a terra per evitare che ci vedessero così... Vicine.
Cadde ed il suo corpo rimbombó sul pavimento vuoto: Dinah spalancò la bocca.

"Ditemi che non ho interrotto nulla."

Mi strofinai gli occhi in imbarazzo:

"Non hai interrotto nulla."

"E perché siete bagnate?"

Camila soffocò la risata, probabilmente provocata dal doppio senso, ed io la fulminai ridendo a mia volta:

"Di certo non per qualche gioco erotico che ti stai immaginando nella testa, D."

"Non stavo immaginando nulla. Ma ora che ci penso, vi ci vedo abbastanza bene. "

"Davvero?"

"Camz, ti prego, non mettertici anche tu"

Le due si guardarono complici e Camila squadrò la maglia bianca appiccicata al mio petto. Mi coprii in imbarazzo e quando l'altra diede una gomitata amichevole, mi coprii il volto con il cuscino accanto a me.

The fault of the moon || CamrenWhere stories live. Discover now