49. I'm Okay

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Camila stava ridendo e lo so: per quanto possa sembrare strano, tutta quella storia mi stava facendo impazzire. Avevo passato mesi a cercare di togliermela dalla testa ed ora, per fortuna, la felicità era così tanta che mi parve una fregatura. I suoi occhi, quasi completamente chiusi per la voglia di ridere, mi ricordarono di come fosse facile vivere una vita normale: amavo stare con quella ragazza e, nonostante tutto, avrei rivissuto anche i momenti più brutti pur di stare con lei.

"Bene." Disse l'uomo accanto a me: "Cerca di stare immobile: ho quasi finito."

Digrignai i denti ed annuii lentamente, guardando fisso davanti a me. Il mio braccio destro, teso verso il tavolino, aveva una voglia matta di tremare:

"Non posso crederci." Rise : "Sto assistendo al tuo secondo tatuaggio."

"Non farmi ridere, Camz. Potrei ritrovarmi un numero romano in più."

La ragazza si mise una mano davanti alla bocca e continuò a riprendere, impugnando bene il suo iphone 6 con la mano sinistra:

"Non capisco cosa tu ci trovi di divertente in un tatuaggio."

"Ho paura degli aghi e boh, mi fa ridere."

Spalancai la bocca per ridere, ma l'uomo mi pregò di non farlo e serrai gli occhi buttando la testa all'indietro:

"Manca poco." Premette sulla pelle bianca: "Fai un ultimo sforzo e.... Fatto!"

"Grazie al cielo, mi si stava addormentando il braccio."

Mi alzai in piedi, ringraziando Jacke, e gli porsi la parte tatuata per lasciare che la fasciasse con la pellicola trasparente. Camila si guardò attorno, ammirando i mille disegni dei tatuaggi appesi alla parete, e poi mi raggiunse per andare via:

"Devi metterti una pomata ogni notte prima di andare a dormire."

"Per quanto?"

"Per una settima circa. Se poi ripassi, ti dico a che punto sei e vediamo di ripassarlo."

"Perfetto." Sorrisi: "La ringrazio."

Mi fermai all'entrata del negozio e pagai velocemente, per poi guardare l'orologio e, una volta fuori, afferrare la mano di Camila.

"La cosa bella di Miami" Iniziai: "è che è sempre tutto aperto ad ogni ora del giorno e della notte. La festa di Brad e gli altri è cominciata da un po': ti va di fare un salto?"

"Certo." Mi sorrise: "Però, se è possibile, potremmo passare un attimo a casa? Devo cambiarmi. Non per niente, ma sono caduta da quello skateboard per tipo tremila volte."

Risi, aprendo lo sportello della macchina, e poi le feci cenno di entrare:

"Va benissimo: siamo in vacanza, possiamo fare quello che vuoi."

Nel giro di pochi minuti fummo a casa: Camila corse a cambiarsi ed io, che stavo andando a quella festa solo per farla svagare un po', mi sedetti sul divano ad aspettarla.

"Dici che così va bene?"

Mi voltai, lasciando cadere poi il telefono sulle mie gambe:

"Cazzo se stai bene, tesoro."

"Ti ringrazio."

La ragazza abbassò lo sguardo , per la vergogna, sui suoi shorts neri ed io mi alzai per raggiungerla. Non appena i miei occhi raggiunsero i suoi, Camila mi sorrise ancora e si toccò i capelli marroni:

"Andiamo?"

"Andiamo."

Le porsi ancora la mano e mi diressi verso l'ingresso, preoccupandomi di spegnere la luce:

The fault of the moon || CamrenDonde viven las historias. Descúbrelo ahora