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«Credevo mi sarebbe piaciuto di più, invece molti dei miei vecchi colleghi sono stati licenziati e il nuovo organico è molto coeso. Sono il loro capo, ma non conosco nessuno, sono nuova. È come quando sono arrivata in Cina: devo ricominciare tutto da capo», mi sta dicendo mamma mentre sediamo nel terrazzo dei nonni.

La festa è in pieno svolgimento, dentro è pieno di gente. La cena è stata degna di un re, come sempre, ma io non vedo l'ora di andarmene a dormire. Domani comincerò il terzo anno di college e mi chiedo cosa mai potrà organizzare quella donna il giorno della mia laurea. Mamma è al suo secondo drink, indossa un paio di pantaloni blu stretti in vita e morbidi sulla gamba con una camicia bianca tutta arricciata che dona moltissimo alla sua acconciatura spettinata.

«Come fai a sopportare tutto questo?» mi domanda a un tratto.

«Scusa?» domando distratta, persa nei miei pensieri.

«Ho sempre detestato questa mania di tua nonna di ostentare i suoi soldi. Certo apparteniamo a due mondi diversi, io ero plebe ai loro occhi ai tempi delle superiori e il fatto che tuo padre si fosse innamorato di me era visto come una specie di capriccio, capisci? Un po' come il principe che s'invaghisce di Cenerentola. Elinor era convinta che Christopher glielo stesse facendo per ripicca. Ma, santo cielo, un bambino non è uno scherzo e quando le abbiamo detto della gravidanza per poco non ci è rimasta secca.»

Le prendo il bicchiere dalle mani. «Forse è meglio se ordini dell'acqua», commento.

«Sei sempre stata la più adulta tra noi due», continua lei. «Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare. Divorziare da tuo padre è stata la decisione più difficile della mia vita e partire per la Cina mi sembrava un desiderio così egoista.» Mi prende una mano. «Però guarda: hai riallacciato i rapporti con tuo padre, hai trovato due nonni ricchissimi sempre pronti a presentarti un sacco di gente del gran mondo, sei un'ottima studentessa e sono molto orgogliosa di te.»

«Non sono interessata ai soldi dei nonni», spiego paziente. «Non nel modo in cui intendi tu. Mi avete cresciuta benissimo anche senza.»

«Tesoro, contribuiscono più che generosamente alle spese del college, ti hanno regalato un appartamento in centro e sono convinta che la stanza del dormitorio sarà più grande del mio monolocale in Cina», mi ammonisce.

«Credo non ci sia niente di male ad approfittare di qualche vantaggio se sono loro a volermelo offrire.»

Mike e papà compaiono proprio al momento giusto.

«Che state combinando?» domanda papà. In giacca e cravatta fa sempre la sua bella figura.

«Credo che mamma abbia bisogno di andare a casa», rispondo alzandomi rivolta a Mike.

A lui basta un'occhiata per capire cosa intendo. «Sarà meglio andare a prendere le nostre cose», annuisce afferrandola per un braccio. «Ci vediamo la prossima volta. Buon proseguimento.»

Quando rimango sola con papà, Patricia sta conversando amabilmente con lo psicanalista di nonna, gli chiedo cosa ne pensi del fidanzato di mamma. Rimaniamo a chiacchierare fuori qualche minuto. Lo so che gli dispiace che io non vada mai a trovarlo, che ritiene assurda questa mia decisione e che faccia fatica a seguire le mie richieste. Così come a me risulta molto complicato a distanza di due anni, credere di essere qui a bere cocktail e mangiare tartine in mezzo a gente piena di soldi invece di essere a Stanford con Connor, due collegiali qualunque, magari lavorando in una caffetteria per guadagnare qualcosa tra una lezione e l'altra. Non era così che avevo immaginato il mio futuro e proprio perché tutti i miei piani sono stati distrutti, non riesco a ipotizzare altro. Semplicemente mi lascio trascinare dagli eventi.

BETWEEN (The Again Serie #3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora