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Parcheggia la macchina in uno spiazzo erboso dove ci sono già altri veicoli. Scendiamo e mi stringo nella giacca perché fa veramente freddo. Sento delle voci tra gli alberi e lo seguo sempre col dubbio che mi sia cacciata in qualche strano guaio. Raggiungiamo una sorta di spiaggia privata, un falò sulla sinistra illumina la scena. Saremo circa una trentina di persone, qualcuno è addirittura in pigiama, probabilmente non considera la cosa così emozionante.

Zack saluta un gruppo di ragazzi che poi fissa me, ma non mi presenta. Sono solo la sua accompagnatrice curiosa, niente degno di nota. Allora perché mi sento infastidita?

Non so cosa fare, non so dove mettermi per non dare troppo nell'occhio. Vicino al bordo del laghetto ci sono tre ragazzi in piedi. Sono visibilmente giovani e ho il sospetto che non siano ancora diplomati. Che cosa ci fanno qui?

Zack compare al loro fianco, si alza un applauso e qualche fischio di apprezzamento prima che tutto diventi silenzioso. «Siamo qui questa notte per accogliere un nuovo membro tra le nostra fila», dice ad alta voce. «Così come i nostri padri prima di noi hanno tentato la scalata verso il successo, è nostro dovere dare una possibilità alle nuove leve di ripercorrere il cammino segnato dai genitori.»

Così vengo a scoprire che Lucas, Matthew e Aiden, di anni diciassette, già accettati dall'università, dovranno cimentarsi in una prova di coraggio che prevede di affrontare a nuoto il laghetto ghiacciato, completamente nudi, fino a una boa già posta e ritorno. Dalle loro espressioni mentre Zack glielo dice, deduco che non sapevano nulla. Mentre i ragazzi cominciano a spogliarsi distolgo il viso. Non posso guardare. Intanto intorno a me si è alzato il livello d'umore, i presenti sembrano impazienti. Gira un sacco di alcol, spero che vada tutto bene.

«Allora? Quel Timothy sarà contento di quest'articolo», dice Zack comparendo al mio fianco.

«Posso dire che siete completamente pazzi?»

«No, non puoi. Il moralismo è vietato in queste serate», ribatte prima di allontanarsi di nuovo.

Il tutto dura pochi minuti ma a me sembrano infinti. Sono così preoccupata per la sorte di quei ragazzi che vorrei urlare e non riesco proprio a capire cosa ci trovino tutti gli altri di così entusiasmante. Mentre si buttano nell'acqua ghiacciata e cominciano a nuotare con ampie bracciate, ognuno secondo la propria personale tecnica di sopravvivenza al gelo, il resto della folla li incita, grida e ride tra alcol e fumo. Quando il primo di loro sorpassa la boa, guardo il telefono. Mezzanotte passata da poco, pensavo fosse molto più tardi.

Cerco Zack tra la folla e mi sorprendo quando lo scopro immobile intento a fissarmi. Non riesco a interpretare il suo sguardo, è come se mi stesse studiando. Intorno a lui il tifo da stadio continua, ma sembra non toccarlo, lui è completamente concentrato su di me e mi rendo conto che il mio cuore batte furiosamente mentre la cosa mi mette a disagio.

Poi, come se il tempo avesse preso a girare secondo un altro ritmo, il primo dei ragazzi tocca riva e tutto riprende a velocità normale. Poco dopo lo seguono gli altri. Sono accerchiati, gli vengono poggiate delle coperte calde sulle spalle e sono accompagnati intorno al falò mentre stanchi, cercano di controllare i brividi di freddo.

Io sono seduta in disparte, sul tronco abbattuto di un albero. Scrivo gli appunti per il mio articolo senza scattare foto, lo so come funzionano le confraternite e so anche che Zack non mi avrebbe portata qui se smascherassi il loro mondo.

«Vuoi?» Mi domanda sedendosi accanto a me e porgendomi una bottiglia di birra.

«No, grazie», rispondo.

«Non bevi?»

«Alcolici? No.»

Lui ride. «Le brave ragazze sono le peggiori», dice.

Mi volto a guardarlo.

«Fate tanto le santarelline, ma non appena avete l'occasione di essere voi stesse vi trasformate in animali assatanati.»

«Io sono me stessa. Se poi non ti vado bene o non sono il tuo tipo non è un mio problema.»

«Ho fatto il miglior sesso della mia vita proprio con le verginelle. Disinibite. Appassionate.»

«Non riesci proprio a fare un discorso senza metterci allusioni sessuali o manifestazioni del tuo ego, vero?» Sbotto. «Sembri una pubblicità ambulante.»

Lui si limita a fissarmi. I suoi occhi riflettono le fiamme del fuoco e benché non ne possa riconoscere il colore, so che sono azzurro intenso, colore del cielo di primavera. Stringo la mascella e ingoio a vuoto. «Mi porti a casa adesso?» domando. Mi sento strana vicino a lui e questa cosa non mi piace per niente.

«A casa? Davvero vuoi perderti il meglio?» mi chiede.

Poggia la bottiglia e raggiunge il gruppo. «Facciamo i complimenti al giovane Aiden per essere ufficialmente un membro della confraternita», urla.

Guardo Aiden e non mi sorprenderebbe se cominciasse a vomitare, ha una pessima cera.

«Adesso forza! Festeggiamo!» Urla di nuovo Zack.

In pochi secondi lui e un gruppetto di altri ragazzi si spoglia completamente nudo e si getta nel laghetto tra urla e schizzi d'acqua. Io sgrano gli occhi basita, li guardo dimenarsi tra le onde con i sederi al vento e scoppio a ridere. Nessuno si è scomposto, intorno a me, come se fosse una cosa normale. Sono imbarazzata per la scena, ma anche affascinata. Cerco Zack tra gli altri, la sua testa emerge dall'acqua gelida e mi domando come faccia a rimanere immerso. Poi si solleva mostrando il petto asciutto, la vita sottile e le spalle larghe. Ed io vengo di nuovo investita da quella sensazione di caldo improvviso.

Poi sono sollevata per le braccia. Urlo colta di sorpresa e cerco di divincolarmi, ma i due mi tengono ben stretta mentre un terzo mi toglie a forza il cappotto, mi sfila le scarpe e mi toglie i pantaloni. Io urlo indignata. Questi ragazzi sono pazzi, oltre che gelidi, bagnati e completamente nudi.

«Che diavolo state facendo?» Urlo quando li vedo avvicinarsi pericolosamente all'acqua.

Un istante dopo il mio corpo scompare sott'acqua, colpito da mille coltelli, mentre il mio fiato si spezza e i miei sensi si aprono. Quando riemergo sputacchiando e sbattendo le braccia come se stessi affogando, anche se in realtà l'acqua mi arriverà al massimo al petto, una mano stringe la mia.

«Pensavi che l'avresti passata liscia?» Mi chiede Zack. Ha delle minuscole goccioline sulle ciglia, i capelli biondi appiccicati alla fronte.

«Sei un'idiota», sbotto.

«E tu non avresti dovuto schiaffeggiarmi, signorina», mi dice.

Poi scoppio a ridere. Rido sul serio, senza un motivo, ma mi fa stare bene. Ficco di nuovo la testa sott'acqua, poi riemergo e mi scosto i capelli dal viso. Zack è vicinissimo a me e cerco di ignorare il calore che percepisco dal suo corpo. Soprattutto cerco di non pensare che un ragazzo nudo è a circa venti centimetri da me.

«Usciamo», mi dice.

Qualcuno mi butta addosso una coperta e mi fa sedere vicino al fuoco. La sensazione è molto piacevole. Zack mi porta un bicchiere caldo.

«Tè. Se non ci credi, controlla quei termos», spiega.

Sorrido e accetto volentieri. Sorseggio con calma mentre ascolto le conversazioni intorno a me. Di certo questa serata è stata meglio di qualunque festa del liceo. Sfioro con le mani il braccialetto con la scritta AGAIN che mi aveva regalato Connor, poi sollevo lo sguardo e lo punto su Zack. Ha di nuovo il suo dolcevita nero addosso, i capelli frizionati e umidi scomposti sulla testa.

Ripercorriamo la strada del ritorno in silenzio. Mi sento stanchissima e sto lottando per non addormentarmi in macchina. Lui guida molto più piano che all'andata, non so se è perché ha bevuto, ma una parte di me spera che sia per rimandare il momento dei saluti.

«Ti chiamo per fissare un giorno per l'intervista», mi dice davanti al dormitorio.

«Non ti ruberò molto tempo», butto lì senza senso.

«Ho la sensazione che saresti capace di rubarmi ben altro», risponde lui.

Qualcosa nella sua espressione mi spinge a chiedere spiegazioni, ma ci sono momenti in cui è meglio non sapere. Perciò con un «Buonanotte» amichevole, scendo dalla macchina. 

BETWEEN (The Again Serie #3)Where stories live. Discover now